TELEVISIONE SATELLITARE – 1°
La televisione satellitare o televisione via satellite, o anche TV satellitare o TV via satellite, è la televisione che giunge agli utenti in broadcast o multicast per mezzo di onde radio emesse da trasmettitori posti su satelliti per telecomunicazioni geostazionari.
La televisione è diffusa agli utenti attraverso reti per telecomunicazioni che possono utilizzare metodi di trasmissione diversi in diversi tratti della rete. In base al metodo di trasmissione utilizzato nel tratto di rete che giunge all’utente la televisione si distingue infatti in televisione terrestre se il metodo di trasmissione utilizza onde radio emesse da trasmettitori posti sulla superficie terrestre, in televisione satellitare se il metodo di trasmissione utilizza onde radio emesse da trasmettitori posti su satelliti per telecomunicazioni geostazionari, in televisione via cavo se il metodo di trasmissione utilizza un cavo per telecomunicazioni.
Caratteristiche
La TV satellitare, similmente alla TV terrestre e diversamente dalla TV via cavo, offre una copertura continua delle aree geografiche servite. Ciò significa che è ricevibile in un qualsiasi punto delle aree geografiche servite quindi anche in movimento all’interno di tali aree. Necessita forzatamente però, diversamente dalla televisione terrestre, di un’antenna di ingenti dimensioni, tali per cui non è possibile ricevere la televisione satellitare con televisori palmari.
Mentre la televisione terrestre e la televisione via cavo servono quasi sempre aree geografiche non eccedenti le nazioni, la televisione satellitare normalmente serve invece aree geografiche continentali. Con la televisione satellitare è possibile quindi ricevere televisioni di altre nazioni.
La televisione satellitare permette una ricezione perfetta anche in zone montuose, zone in cui la televisione terrestre ha difficoltà a fornire una ricezione ottimale. A differenza della televisione terrestre però, tra l’antenna e il trasmettitore, non ci deve essere alcun tipo di ostacolo.
Standard televisivi
Standard televisivi per la televisione analogica satellitare
PAL
SECAM
NTSC
D2-MAC
MUSE
HD-MAC
Standard televisivi per la televisione digitale satellitare
Gli standard di televisione digitale satellitare sono:
DVB-S
DVB-S2
ISDB-S
DSS
DCII
Lo standard DVB-S è lo standard utilizzato dalle televisioni digitali satellitari diffuso nel maggior numero di nazioni del mondo. Col tempo tale standard è destinato ad essere sostituito dal più efficiente DVB-S2. Lo standard ISDB-S è lo standard utilizzato in Giappone. Lo standard DSS è utilizzato in America, mentre quello DCII è utilizzato solo in Nord America.
Dotazioni necessarie per ricevere la televisione satellitare
Compatibilità con gli standard televisivi
Per ricevere la televisione satellitare è necessario disporre di un televisore compatibile con gli standard televisivi delle televisioni satellitari che si vuole ricevere. Per quanto riguarda l’Italia non sono molti i modelli di televisori compatibili con la televisione satellitare in quanto normalmente sono compatibili con la sola televisione terrestre.
In alternativa sono disponibili set-top box contenenti l’elettronica per la compatibilità con tali standard. Tali set-top box sono necessari anche per dispositivi di visualizzazione come monitor e videoproietteri i quali non contengono mai l’elettronica necessaria per ricevere la televisione.
Per quanto riguarda le pay TV satellitari spesso il set-top box è una scelta obbligata in quanto i provider televisivi satellitari utilizzano standard proprietari per i servizi interattivi e/o non supportano gli standard aperti per la decriptazione delle televisioni a pagamento.
Antenna
L’antenna necessaria per ricevere la televisione satellitare è chiamata antenna parabolica. La grandezza dell’antenna parabolica dipende dalla potenza del satellite puntato e dalla posizione geografica di ricezione.
Televisione satellitare in Italia
Il 29 gennaio 1990 sono avviate le trasmissioni sperimentali a diffusione diretta dal satellite Olympus 1 (RaiSat) mediante il canale gestito direttamente dalla RAI. Sotto il profilo tecnico la sperimentazione riguarda fra l’altro la televisione con diversi standard (compresa l’alta definizione), la radiofonia di alta qualità, la diffusione di uno stesso programma tv con diverse colonne audio e quindi in più lingue (multiaudio), servizi di televideo (anche per sottotitoli utilizzati nel multilinguismo) e altri servizi telematici. La programmazione parte dal «segmento» televisivo, con una progressione che, dopo la fase di rodaggio, nel corso del primo anno arriverà a raggiungere le 15 ore al giorno. Il palinsesto comprende il genere «educational» (con programmi internazionali di formazione a distanza), sport, musica e tv «generalista».
La televisione digitale satellitare inizia a diffondersi in Italia grazie all’avvento di grandi fornitori di televisione a pagamento, come Tele+ e Stream prima e Sky Italia dopo.
Oltre alle tv a pagamento (pay TV) si sono diffuse rapidamente un gran numero di emittenti gratuite (Free to Air), soprattutto tv locali e di televendita, ma anche tutte le principali emittenti nazionali ed internazionali.
Integrazioni tra TV satellitare e TV via cavo
La diffusione della tecnologia satellitare in Italia è dovuta principalmente all’assenza di alternative così ampiamente diffondibili nel territorio italiano, alternative quali la TV via cavo, già avviato verso l’obsolescenza nella sua incarnazione analogica, ma promettente con gli operatori su fibra ottica o ADSL, o il digitale terrestre, ancora non molto diffuso e tecnologicamente in ritardo rispetto alle trasmissioni satellitari. Fanno eccezione alcune zone d’Italia, cablate con fibra ottica in modo capillare.
I servizi su fibra ottica sono gestiti dalla società Fastweb, che in un primo momento aveva annunciato un ambizioso programma per estendere l’esperimento a molte città italiane, per poi ripiegare su una copertura su tutto il territorio tramite TV via ADSL. Per contro l’unico operatore di Tv satellitare in Italia (SKY) ha deciso una alleanza proprio con Fastweb per permettere ai rispettivi abbonati di ricevere automaticamente i servizi forniti dal gestore dell’altra piattaforma.
ORBITA GEOSTAZIONARIA
Un’orbita geostazionaria (in inglese: Geostationary Earth Orbit o GEO) è un’orbita circolare ed equatoriale, situata ad una altezza tale che il periodo di rivoluzione di un satellite che la percorre coincide con il periodo di rotazione della Terra. È un caso particolare di orbita geosincrona.
Tale orbita viene definita ‘geostazionaria’ in quanto per un osservatore a terra, il satellite appare fermo in cielo, sospeso sempre al di sopra del medesimo punto dell’equatore, muovendosi alla stessa velocità angolare della Terra.
Per pianeti diversi dalla Terra, tale orbita è anche detta isosincrona. Non per tutti i pianeti è possibile che vi sia un’orbita stazionaria, in quanto la loro velocità di rotazione può essere tale da richiedere che il satellite stia in un’orbita troppo vicina oppure troppo lontana per essere stabile.
L’orbita geostazionaria è molto ambita per una quantità di satelliti artificiali: telecomunicazioni, previsioni del tempo, satelliti spia. Tale è l’affollamento che l’orbita è suddivisa in pezzetti dei quali si tiene il conto di quelli rimasti liberi ed occupati, e dopo alcuni anni un satellite deve lasciare libero il posto alla fine della sua vita operativa, spostandosi su un’orbita più alta o più bassa.
Un satellite posto in tale orbita può osservare quasi un intero emisfero terrestre, poiché l’ampiezza del suo orizzonte equivale ad un cerchio con un diametro di circa 11 500 km, che è sempre centrato sull’equatore. Questa dimensione corrisponde a 81,4 gradi di latitudine o longitudine in ogni direzione.
Trasmissioni televisive
Le trasmissioni televisive satellitari sfruttano satelliti geostazionari, che permettono agli utenti di utilizzare semplici antenne con puntamento fisso.
ANTENNA PARABOLICA
Nel campo delle telecomunicazioni, con antenna parabolica s’intende un’antenna ad apertura dotata di specchio parabolico, chiamato riflettore, e può essere utilizzata sia in trasmissione sia in ricezione. Quando usata in ricezione essa è dotata di un elemento ricevente che incorpora un amplificatore a bassa cifra di rumore (LNA) e spesso un convertitore di frequenza. In tal caso l’elemento integrato prende il nome di low noise block converter (LNBC o LNB). Quando usata in trasmissione l’antenna parabolica è dotata di un elemento trasmittente che prende il nome di illuminatore, o feeder che spesso è costituito da una piccola antenna a tromba.
Le caratteristiche principali di questa tipologia di antenna sono l’alta direttività e il guadagno:[1] queste grandezze dipendono dal rapporto tra il suo diametro efficace e la lunghezza d’onda utilizzata nella rice-trasmissione: più elevato è tale rapporto maggiore sono il guadagno e la direttività. Piccole antenne riceventi (diametri dell’ordine di 60 cm) sono utilizzate, ad esempio, per ricevere trasmissioni televisive da satelliti per telecomunicazioni posti in orbita geostazionaria. Antenne paraboliche più grandi sono utilizzate nei sistemi di ponti radio, mentre grandi antenne paraboliche, con diametri che raggiungono anche più di 30 m, sono usate per comunicazioni tra satelliti e loro stazioni di controllo a terra, come ad esempio in reti satellitari.
Antenna prime-focus
L’antenna prime-focus è una antenna parabolica a riflessione ricavata sezionando un paraboloide con un piano perpendicolare all’asse dello stesso.
Il fuoco si trova in asse con l’antenna e pertanto al centro di essa. L’LNB per captare i segnali provenienti dal satellite è montato pertanto in corrispondenza del centro del disco. Commercialmente le antenne prime-focus sono generalmente di diametro maggiore delle antenne offset.
A causa delle maggiori dimensioni, l’antenna prime-focus è meno sensibile a piccole irregolarità della superficie, anche se, a causa dell’angolo di apertura più piccolo, necessita di maggiore accuratezza nell’installazione e nel puntamento rispetto alle più comuni antenne offset.
Tuttavia, a causa della posizione di montaggio più orizzontale, rispetto alle antenne offset la pioggia o neve si possono raccogliere facilmente sul disco dell’antenna condizionando negativamente la ricezione dei segnali provenienti dal satellite.
Inoltre l’LNB e i bracci di sostegno di questo coprono con la loro ombra parte del segnale che giunge dal satellite che non colpisce pertanto la superficie del riflettore.
Antenna offset
Un’antenna satellitare di tipo offset è un particolare tipo di antenna per la ricezione di segnali provenienti da satelliti geostazionari, e sono molto diffuse per la ricezione della televisione via satellite.
Un’antenna offset è costituita essenzialmente da un riflettore, in acciaio, alluminio o materiale plastico, ricavato dalla superficie di un paraboloide tagliandola con un piano non perpendicolare all’asse del paraboloide stesso. Pertanto il fuoco del paraboloide, dove sarà collocato il ricevitore LNB non è in corrispondenza del centro dell’antenna ma spostato di un angolo di offset rispetto alla verticale della parabola.
Rispetto a una tradizionale antenna prime focus, in queste antenne il segnale proveniente dal satellite colpisce la totalità della superficie del riflettore che non è coperto dall’ombra del convertitore LNB o dei bracci che lo sostengono. La superficie delle antenne offset in commercio è normalmente ellittica.
L’angolo di offset generalmente si aggira intorno ai 20-25 gradi, pertanto le parabole offset sono montate più verticalmente rispetto a una parabola prime focus. Questo si traduce in un ulteriore vantaggio, soprattutto nei paesi con latitudine elevata, dal momento che la posizione quasi verticale dell’antenna riduce il rischio che possa deformarsi a causa dell’accumulo di neve sul piatto.
Antenna toroidale
Le antenne toroidali sono delle particolari antenne satellitari la cui superficie di riflessione è studiata in modo tale da non avere un solo punto di fuoco ma piuttosto una linea nella quale si forma il fuoco a seconda dell’incidenza del raggio da cui proviene il segnale da satelliti posti in posizione diversa tra loro.
In questo modo con un’unica antenna è possibile raccogliere il segnale proveniente da satelliti distinti. Ovviamente per ogni posizione satellitare si formerà un fuoco diverso in corrispondenza del quale sarà necessario montare l’apposito LNB. L’angolo ottimale per la ricezione dei satelliti può variare a seconda dei modelli in commercio e del disegno della superficie di riflessione da 15°-20° fino a 40°-45°.
Antenna gregoriana
Le antenne gregoriane sono particolari antenne paraboliche che hanno una doppia riflessione. Una prima riflessione parabolica convoglia il segnale verso il fuoco del paraboloide primario. Un secondo riflettore (concavo) posto opportunamente prima del fuoco focalizza il segnale verso l’illuminatore posto al centro del primo riflettore parabolico.
Antenna Cassegrain
Le antenne Cassegrain sono simili a quelle gregoriane. La sola differenza è che il riflettore secondario è posto dopo il fuoco primario. Ciò implica che, per focalizzare il segnale verso l’illuminatore, anche in questo caso posto al centro del primo riflettore parabolico, la sua forma deve essere convessa. Le antenne toroidali con un angolo maggiore generalmente sono di tipo gregoriano, ossia hanno una doppia superficie riflettente allo scopo di ottimizzare la linea in cui si verifica la formazione dei fuochi.
Low Noise Block (LNB) converter
L’antenna ricevente vera e propria non è il grosso disco parabolico, ma il piccolo apparecchio montato davanti a esso con una staffa: l’LNB. Esso è l’apparecchio che riceve il segnale riflesso dallo specchio, lo converte a frequenza più bassa e lo invia al decoder all’interno dell’abitazione.
Disco parabolico
Il disco parabolico, chiamato riflettore, risulta necessario per la ricezione dei segnali radio da satellite, soprattutto quando quest’ultimo è estremamente lontano dalla superficie terrestre (come, ad esempio, nei satelliti per la diffusione TV che, in orbita geostazionaria, distano più di 42.000 km dal centro della terra e quindi almeno 36.000 km dalla sua superficie) tale per cui il segnale che arriva sulla Terra è estremamente debole per l’elevata attenuazione atmosferica complessiva.
La quantità di potenza che la piccola superficie dell’LNB (pochi centimetri quadrati) può ricevere è alquanto ridotta; per questo esso non è rivolto direttamente verso il satellite, ma verso il disco parabolico. Quest’ultimo invece è puntato direttamente verso il satellite, dal quale riceve l’onda elettromagnetica che costituisce il segnale televisivo; poiché lo specchio parabolico ha una superficie molto più grande di quella dell’LNB, esso riceve una quantità di energia molto maggiore; grazie alla sua forma a paraboloide (un solido di rotazione ottenuto appunto dalla rotazione di una parabola intorno al suo asse), esso riflette in un unico punto, detto fuoco, tutte le radiazioni elettromagnetiche (nell’approssimazione a raggi dell’ottica geometrica) che riceve dal satellite: posizionando l’LNB in questo punto, esso riceverà tutta la potenza di segnale raccolta dallo specchio parabolico; in questo modo, la potenza del segnale ricevuto dall’LNB sarà abbastanza alta da poter essere adeguatamente rilevata e poi elaborata dal decoder, che riceve il segnale dall’LNB per mezzo del cavo coassiale che collega i due sottosistemi.
Il disco parabolico è in genere di materiale plastico, in modo da abbassare costi e peso, rivestito di materiale metallico riflettente sul lato rivolto verso l’LNB. Le dimensioni fisiche del disco devono essere almeno paragonabili alla lunghezza d’onda dell’onda incidente affinché si abbia riflessione, altrimenti il disco diventa un semplice ostacolo che l’onda riesce ad aggirare o scavalcare. Così antenne paraboliche grandi denotano una grande lunghezza d’onda d’utilizzo con impatto inevitabile anche sui costi, antenne paraboliche piccole una piccola lunghezza d’onda e costi minori.
A volte il piano di bocca del disco parabolico può essere coperto da materiale dielettrico, anche ‘bombato’ (radome), senza interferire con la propagazione elettromagnetica, in modo da evitare disturbi atmosferici come gli accumuli di acqua, neve e condensa.
Puntamento con motore
Poiché da ogni punto della terra è possibile puntare numerose posizioni di satelliti geostazionari per telecomunicazioni risulta comodo poter orientare la parabola ricevente in modo da allinearla di volta in volta al satellite di cui si desidera ricevere il segnale.
Per fare ciò si applica alla parabola un rotore polare o un attuatore a pistone con montatura polare in grado di spostare l’orientamento della parabola lungo la fascia di Clarke.
Originariamente era necessario pilotare e alimentare il motore attraverso dispositivi appositi detti posizionatori, attualmente la maggior parte dei decoder in commercio riesce a pilotare e alimentare direttamente un rotore, attraverso il cavo coassiale che trasporta il segnale a radiofrequenza, attraverso dei sistemi di controllo denominati DiSEqC e USALS.
Coordinate geografiche dell’Italia
Le antenne paraboliche di normale uso domestico installate in Italia sono generalmente puntate sui satelliti della flotta Hot Bird dell’operatore satellitare francese Eutelsat, posti in orbita geostazionaria, a una longitudine di 13 gradi est.
Essendo l’Italia situata geograficamente a una longitudine compresa tra 6 e 18 gradi est, risulta che i satelliti Hot Bird si trovano quasi sulla verticale dell’Italia. La loro orbita geostazionaria è di tipo equatoriale (ovvero il satellite orbita esattamente al di sopra dell’equatore), ed essendo l’Italia a una latitudine di circa 42 gradi nord, un’antenna parabolica, per puntare su Hot Bird, dovrà essere puntata direzione sud (con rotazione di pochi gradi a seconda della longitudine della stazione ricevente) e inclinata in alto rispetto all’orizzonte, di un angolo all’incirca pari alla colatitudine (90°-lat.) locale.
Polarizzazione
La polarizzazione o skew di un’antenna parabolica è la rotazione intorno all’asse del disco parabolico.
La regolazione dello skew dell’antenna si rende necessaria quando il satellite puntato a una longitudine molto diversa da quella della parabola, a causa dell’effetto geometrico .
Dal momento che variando l’azimut della parabola questa ruota intorno a un asse verticale rispetto al terreno (cioè perpendicolare rispetto alla circonferenza che qui rappresenta la Terra), quando si varia l’azimut della parabola per puntare il satellite risulta che la polarizzazione dell’antenna non è più parallela all’asse terrestre (come lo è invece quella del satellite), il che rende difficoltosa o impossibile la ricezione del segnale.
Occorre quindi variare appunto lo skew in modo che la polarizzazione dell’antenna torni a coincidere con quella del satellite.
Utenze domestiche
Trattandosi di impianti rimovibili non si deve chiedere nessun tipo di permesso, tranne il caso in cui siano presenti vincoli particolari. Difatti è concesso a chiunque, sia proprietario che affittuario di installare nella propria abitazione un’antenna parabolica, anche se il condominio è già dotato di un’antenna centralizzata. Il legislatore ha difatti incentivato l’installazione di impianti di uso comune, ma tuttavia non ha disposto sanzioni quando questi non vengono fatti o usati. Tuttavia, per cercare di ridurre l’impatto che le antenne vengono a creare in zone vincolate, come i centri storici, ha permesso ad ogni singolo comune di dotarsi di regolamenti che possono avere natura più restrittiva.
SET – TOP BOX
Il set-top box, in sigla STB, è una tipologia di apparecchio elettronico televisivo non portatile destinato ad aggiungere alcune funzionalità televisive ad un televisore, un monitor, o un videoproiettore, funzionalità inizialmente non previste in tali apparecchi elettronici.
La funzionalità più comune offerta da un set-top box è la ricezione della televisione, quindi la compatibilità con uno o più standard televisivi. Il televisore infatti è sempre compatibile con gli standard televisivi per la televisione analogica terrestre in quanto è la tipologia di televisione più diffusa, la tecnologia base utilizzata ad esempio dalla televisione pubblica. Solo saltuariamente il televisore è compatibile con altri standard televisivi come ad esempio quelli per la televisione satellitare. Per quanto riguarda invece il monitor e il videoproiettore, questi tipi di apparecchi elettronici non sono mai predisposti per ricevere il segnale televisivo: quindi, in abbinamento all’appropriato set-top box, possono svolgere la funzione di televisore.
Caratteristiche esteriori
Un set-top box si presenta come una scatola in metallo e/o plastica di dimensioni non superiori a quelle di un videoregistratore amatoriale. Sul lato posteriore presenta uno o più connettori audio/video per il collegamento con il dispositivo di visualizzazione delle immagini e di riproduzione del suono. Sempre sul pannello posteriore presenta una presa per l’alimentazione elettrica o direttamente il cavo elettrico da collegare alla presa di corrente. Sul lato anteriore può avere un display per visualizzare varie informazioni. Se svolge la funzione di decriptazione del segnale criptato di una pay TV può presentare uno o più slot PCMCIA e/o uno o più lettori di smart card. Infine presenta un pulsante o, più raramente, un interruttore per l’accensione/spegnimento ed eventualmente altri pulsanti per la gestione di alcune funzioni del set-top box.
Normalmente il set-top box è dotato di telecomando con cui si gestiscono a distanza tutte le varie funzioni.
Tipologie
Il set-top box si distingue in vari tipi:
– sintonizzatore televisivo, chiamato anche ricevitore televisivo o, se è implicito il contesto televisivo, anche semplicemente sintonizzatore (tuner), ricevitore
Questo tipo di apparecchio permette la fruizione della televisione analogica in una o più delle sue diverse tipologie (televisione analogica terrestre, televisione analogica via cavo e televisione analogica satellitare) fornendo la compatibilità con i corrispondenti standard televisivi. In particolare se il sintonizzatore televisivo è per la televisione analogica terrestre viene detto sintonizzatore terrestre, ricevitore terrestre, tuner terrestre; se il sintonizzatore televisivo è per la televisione analogica via cavo viene detto sintonizzatore via cavo, ricevitore via cavo, tuner via cavo; se il sintonizzatore televisivo è per la televisione analogica satellitare viene detto sintonizzatore satellitare, ricevitore satellitare, tuner satellitare. Questa tipologia di set-top box è in via di estinzione in quanto la televisione analogica è destinata ad essere sostituita dalla televisione digitale.
– decoder
Questa tipologia di set-top box permette la fruizione di alcune funzionalità opzionali della televisione analogica. La televisione analogica prevede infatti funzionalità opzionali non previste inizialmente dai suoi standard televisivi, funzionalità che sono state aggiunte nel corso degli anni. I decoder più comuni per la televisione analogica sono quelli per la pay TV e per il teletext. I primi permettono la ricezione di una pay TV (normalmente sono forniti dalla pay TV stessa), i secondi la ricezione del teletext. Anche questa tipologia di set-top box, come la precedente, è in via di estinzione in quanto legata sempre alla televisione analogica. Le pay TV per la televisione analogica ad esempio sono ormai rimaste pochissime, quasi tutte sono già passate alla televisione digitale.
– decoder digitali terrestri (DDT). Questa tipologia si divide in più categorie, eccone un elenco macroscopico:
decoder digitale terrestre per i canali in chiaro a definizione standard (SDTV);
decoder digitale terrestre per i canali in chiaro e supporto alta definizione (HDTV);
decoder digitale terrestre per i canali in chiaro con MHP (supporto alle schede Mediaset Premium, ecc.) a definizione standard (SDTV);
decoder digitale terrestre per i canali in chiaro con MHP e supporto alta definizione (HDTV).
– decoder digitali satellitari. Esistono così come per i DDT delle sottospecie:
decoder digitale satellitare per i canali in chiaro definizione standard;
decoder digitale satellitare per i canali in chiaro e supporto CI (Common Interface) per inserire schede di Sky o straniere a definizione standard;
decoder digitale satellitare per i canali in chiaro e supporto CI ad alta definizione (HD ready 720p);
decoder digitale satellitare per i canali in chiaro e supporto CI ad alta definizione (Full HD 1080p).
– decoder analogici satellitari che oramai stanno andando fuori produzione data la loro manifesta obsolescenza rispetto ai decoder digitali
– IRD (sigla dell’inglese “integrated receiver and decoder”, in italiano “decoder e ricevitore integrati”)
Il termine IRD non è mai diventato d’uso comune, al suo posto si sono diffusi i termini ricevitore televisivo e decoder televisivo, o anche, se è chiaro il contesto televisivo, semplicemente ricevitore e decoder. Un IRD permette la fruizione della televisione digitale in una o più delle sue diverse tipologie fornendo la compatibilità con i corrispondenti standard televisivi. In particolare se permette la fruizione della televisione digitale terrestre viene detto ricevitore terrestre o decoder terrestre, se permette la fruizione della televisione digitale via cavo viene detto ricevitore via cavo o decoder via cavo, se permette la fruizione della televisione digitale satellitare viene detto ricevitore satellitare o decoder satellitare. Inoltre se permette la sola fruizione della televisione gratuita non criptata, e non anche quella criptata della pay TV, viene detto ricevitore (o decoder) FTA. Infine se permette la sola fruizione delle emittenti televisive e non anche quella dei servizi interattivi viene detto ricevitore zapper o decoder zapper, o anche semplicemente zapper. Se invece, oltre alla fruizione delle emittenti televisive, permette anche la fruizione dei servizi interattivi viene detto ricevitore interattivo, decoder interattivo, box interattivo.
– PVR (sigla dell’inglese “personal video recorder”, in italiano “videoregistratore personale”).
Il PVR è un dispositivo elettronico per la videoregistrazione della televisione che esegue tale videoregistrazione su una memoria elettronica interna, normalmente un hard disk. Questo apparato si può trovare sia in un sintonizzatore televisivo per la televisione analogica che in un IRD per la televisione digitale. Il PVR rappresenta quindi una delle funzionalità televisive che può offrire un set-top box.
Approfondimento tecnico
Quando le trasmissioni televisive erano solo di tipo analogico tutto quello che serviva per visualizzarle sul proprio televisore era un semplice demodulatore che demodulava le trasmissioni ricevute. Con l’avvento della televisione digitale il set-top box è diventato più complesso in quanto all’interno della banda di frequenze occupata da una sola emittente televisiva analogica vengono trasmessi 4, 6 o anche 10 emittenti televisive digitali, tutte codificate all’interno dello stesso flusso di dati. L’IRD quindi, prima si occupa di estrarre da tale flusso di dati quello relativo ad una particolare emittente televisiva, dopodiché lo decodifica ed eventualmente, se è quello criptato di una pay TV, lo decripta.
Nel caso l’IRD sia un decoder interattivo esso consente l’interazione dell’utente con l’emittente televisiva utilizzando come canale di ritorno la linea telefonica. Grazie al modem integrato infatti i decoder interattivi permettono ad esempio di comunicare all’emittente gli estremi di pagamento per una particolare trasmissione in pay per view, oppure di effettuare un televoto o di consultare il proprio conto bancario.
Lo standard televisivo utilizzato in Italia per i servizi interattivi della televisione digitale terrestre è l’MHP, acronimo di Multimedia Home Platform ovvero “piattaforma multimediale domestica”.
Quando un IRD è integrato all’interno del televisore si parla di iDTV (acronimo dell’inglese “integrated Digital TV set”, in italiano “televisore con TV digitale integrata”)
SATELITE ARTIFICIALE
Con il termine satellite artificiale si possono intendere tutti gli oggetti orbitanti intorno ad un corpo celeste che sono stati posti volutamente nell’orbita desiderata con mezzi tecnologici (ad esempio razzi vettori) e con varie finalità a supporto di necessità umane (servizi o indagini/monitoraggio scientifico-ambientali). L’insieme di più satelliti artificiali adibiti ad uno stesso scopo forma una costellazione o flotta di satelliti artificiali.
Suddivisione
satelliti artificiali si possono suddividere in:
– satelliti scientifici, destinati alla ricerca pura nel campo dell’astronomia o della geofisica, es. Telescopio Spaziale Hubble o Lageos;
– satelliti applicativi, destinati a scopi militari o ad usi commerciali civili.
I satelliti applicativi si possono ulteriormente suddividere in:
– satelliti per telecomunicazioni, apparecchiature costruite dall’uomo per le telecomunicazioni, es. i Satelliti COSPAS-SARSAT; spesso sono posizionati in un’orbita geostazionaria intorno alla Terra e in numero tale da formare una rete satellitare;
– satelliti meteorologici, posizionati sia in orbita geostazionaria (es. METEOSAT) sia in orbita polare (es. satelliti NOAA);
– satelliti per telerilevamento, costruiti per il telerilevamento, la cartografia e l’osservazione sistematica della superficie terrestre (es. satelliti Landsat, QuickBird, Envisat, IKONOS o RapidEye);
– satelliti per la navigazione, come quelli della rete GPS (Global positioning system);
– satelliti militari sia a scopo offensivo che difensivo, es. la rete di satelliti di monitoraggio nucleare Vela o l’statunitense Geosat;
– stazioni orbitanti, es. Stazione Spaziale Internazionale, Skylab, Mir;
– sonde spaziali in modo improprio, perché in genere le sonde non orbitano attorno ad un altro corpo.
Inoltre sono caratterizzati in base all’orbita che percorrono. Le orbite principali sono: orbita polare, orbita equatoriale, orbita geostazionaria, orbita terrestre bassa, orbita terrestre media.
HOT BIRD
Hot Bird è un marchio commerciale dell’operatore francese Eutelsat usato per designare la zona dello spazio in cui sono ubicati diversi satelliti geostazionari. Si tratta, più esattamente, della posizione orbitale sull’equatore a 13° est dal meridiano di Greenwich; da tale posizione deriva il nome dei satelliti per telecomunicazioni che ruotano nella suddetta orbita geostazionaria. Allo stato attuale operano in quella zona dello spazio i tre satelliti Eutelsat Hot Bird 13B, Eutelsat Hot Bird 13C ed Eutelsat Hot Bird 13D che hanno rimpiazzato i precedenti, già spostati e rinominati o deorbitati.
I satelliti
Dal 1983 la zona dei satelliti Hot Bird a 13° est ha ridisegnato radicalmente il panorama audiovisivo dell’Europa, del Nordafrica e del Medio Oriente. Ha contribuito significativamente alla creazione di un mercato della TV dove i telespettatori, dotati di un apposito ricevitore collegato ad un’antenna parabolica del diametro di 70 cm o poco più grande (a seconda della posizione geografica), possono scegliere tra centinaia di canali trasmessi in oltre 40 lingue. I satelliti Hot Bird sono stati usati in passato anche per trasmissioni analogiche; ora invece il segnale irradiato è esclusivamente digitale e finalizzato alle trasmissioni DTH (acronimo inglese di Direct-To-Home che significa diretto a casa) della televisione satellitare (DVB-S, Digital Video Broadcasting – Satellite), alle applicazioni multimediali di Internet e alla distribuzione in reti via cavo.
La famiglia dei tre satelliti Hot Bird costituisce uno dei sistemi più estesi di trasmissione televisiva in Europa poiché consegna a oltre 120 milioni di abitazioni 1 100 canali digitali, di cui 600 criptati a pagamento (pay-per-view), 500 in chiaro (free-to-air) e 150 in alta definizione (high definition); in aggiunta più di 500 tra stazioni radio e servizi multimediali e 13 piattaforme a pagamento cosiddette Premium.
I vari satelliti che condividono la posizione Hot Bird gravitano all’interno della porzione di spazio racchiusa in una “finestra orbitale”, con un fronte quadrato di 150 km di lato e 40 km di profondità, rotante alla velocità di oltre 3 km/s in sincronia con la velocità angolare della Terra. Dal punto di vista terrestre, un’antenna parabolica puntata verso questa finestra riceve indifferentemente il segnale come se giungesse da un unico punto; in realtà i satelliti coposizionati al suo interno hanno valori di eccentricità e inclinazione leggermente diversi. Un centro di controllo dalla Terra monitora costantemente la posizione e, se necessarie, effettua delle manovre correttive, attivando i sistemi di propulsione, affinché i satelliti seguano con esattezza le orbite loro assegnate senza mai entrare in collisione.
Eutelsat Hot Bird 13B
Eutelsat Hot Bird 13B (precedentemente chiamato Hot Bird 8) è un satellite per le trasmissioni televisive del gruppo Eutelsat Communications che, attraverso appositi ricevitori della Terra collegati ad antenne paraboliche di diametro poco superiore a 70 cm, copre le regioni dell’Europa, Nordafrica e Medio Oriente. Dalla sua posizione, in orbita geostazionaria sull’equatore, a 13° est del meridiano di Greenwich deriva il suo nome. La lettera finale segue alfabeticamente l’ordine cronologico di lancio dei satelliti della serie Hot Bird situati nella medesima posizione.
Storia
Il satellite Hot Bird 8 fu messo in orbita nell’agosto 2006 con un razzo Proton partito dalla base di lancio di Cape Canaveral (FL), negli Stati Uniti d’America.
A partire dal 1º marzo 2012 il gruppo ha adottato una nuova denominazione per l’intera flotta satellitare, quindi il satellite ha cambiato il suo nome in Eutelsat Hot Bird 13B.
Transponder
I 64 ripetitori (transponder) presenti sul satellite trasmettono, qualora utilizzati, sulle frequenze della banda Ku.
Questa lista è suscettibile di variazioni e potrebbe non essere completa.
Fonte: LyngSat, 17 febbraio 2016
Eutelsat Hot Bird 13C
Eutelsat Hot Bird 13C (precedentemente chiamato Hot Bird 9) è un satellite per le trasmissioni televisive del gruppo Eutelsat Communications che, attraverso appositi ricevitori sulla Terra collegati ad antenne paraboliche di diametro poco superiore a 70 cm, copre le regioni dell’Europa, Nordafrica e Medio Oriente. Dalla sua posizione, in orbita geostazionaria sull’equatore, a 13° est del meridiano di Greenwich deriva il suo nome. La lettera finale segue alfabeticamente l’ordine cronologico di lancio dei satelliti della serie Hot Bird situati nella medesima posizione.
Storia
Il satellite Hot Bird 9 fu messo in orbita nel dicembre 2008 con un razzo Ariane 5 partito dal sito di lancio ELA-3 del Centre Spatial Guyanais di Kourou nella Guyana francese.
A partire dal 1º marzo 2012 il gruppo ha adottato una nuova denominazione per l’intera flotta satellitare, quindi il satellite ha cambiato il suo nome in Eutelsat Hot Bird 13C.
Transponder
I 64 ripetitori (transponder) presenti sul satellite trasmettono, qualora utilizzati, sulle frequenze della banda Ku.
Questa lista è suscettibile di variazioni e potrebbe non essere completa.
Fonte: LyngSat, 1º ottobre 2014
Eutelsat Hot Bird 13D
Eutelsat Hot Bird 13D (in precedenza Hot Bird 10, Atlantic Bird 4A ed Eutelsat 3C) è un satellite per le trasmissioni televisive del gruppo Eutelsat Communications che, attraverso appositi ricevitori sulla Terra collegati ad antenne paraboliche di diametro poco superiore a 70 cm, copre le regioni dell’Europa, Nordafrica e Medio Oriente. Dalla sua posizione, in orbita geostazionaria sull’equatore, a 13° est del meridiano di Greenwich deriva il suo nome. La lettera finale segue alfabeticamente l’ordine cronologico di lancio dei satelliti della serie Hot Bird situati nella medesima posizione.
Storia
Nato come Hot Bird 10 fu messo in orbita nel febbraio 2009 con un razzo Ariane 5 partito dal sito di lancio ELA-3 del Centre Spatial Guyanais di Kourou nella Guyana francese.
È subito posizionato a 7° ovest e rinominato Atlantic Bird 4A; poi a 3° est prende il nome di Eutelsat 3C. Eutelsat Communications nei primi giorni di luglio 2013 lo rimpiazza col più recente Eutelsat 3D e lo sposta nuovamente alla posizione di 13° est per la quale era stato progettato rinominandolo Eutelsat Hot Bird 13D; il satellite sostituito Eutelsat Hot Bird 13A da questa posizione è a sua volta spostato a 7° – 8° ovest e rinominato Eutelsat 8 West C.
Transponder
I 64 ripetitori (transponder) presenti sul satellite trasmettono, qualora utilizzati, sulle frequenze della banda Ku.
Questa lista è suscettibile di variazioni e potrebbe non essere completa.
Fonte: LyngSat, 1º ottobre 2014
SPLITTER
MOTORI DISEQC
Mentre con l’USALS il ricevitore conosce automaticamente l’esatta posizione di tutti i satelliti (basandosi sulle coordinate che inserite nel decoder),con il diseqc 1.2 dovrete fare tutto manualmente.
Dovremo entrare nel menù motore del decoder,attivare il diseqc 1.2 e con le barre di segnale a vista,muoverete il motore con le frecce (sia a piccoli che grandi step),trovando il massimo segnale e memorizzando la posizione; tutto ciò va fatto satellite per satellite.
Quindi,se con l’USALS,dopo aver puntato il sat di riferimento,dovevamo solo cambiare canale per saltare dall’estremo est all’estremo ovest,col diseqc 1.2 siamo costretti prima a muoverci step by step su tutta la fascia memorizzando via via i satelliti e solo dopo possiamo iniziare con le correzioni.
USALS
Universal Satellites Automatic Location System (USALS), anche denominato (in modo non ufficiale) DiSEqC 1.3, Go X o Go to XX, è un protocollo di controllo dei motori per parabole satellitari che automaticamente crea una lista delle posizioni lungo la fascia di Clarke dei satelliti inquadrabili da una stazione ricevente motorizzata.
Il protocollo USALS è usato in associazione con il protocollo DiSEqC 1.2. È stato sviluppato dalla società italiana produttrice di motori per parabole STAB.
Come opera USALS
Il software interno del decoder satellitare, o del posizionatore esterno, calcola la posizione di tutti i satelliti osservabili dalla parabola a partire dalla posizione della stessa (inserita dall’utente) espressa in longitudine e latitudine. Questo permette un semplice e preciso puntamento di tutti i satelliti anche da parte di utenti senza specifiche competenze tecniche.
Comparato con il protocollo DiSEqC 1.2, per USALS non è necessario procedere manualmente alla localizzazione ed alla memorizzazione delle relative posizioni di tutti i satelliti osservabili, ma è sufficiente individuare e collimare un unico satellite in posizione prossima al sud rispetto alla posizione della antenna. Per questa taratura, in Italia si utilizzano generalmente le posizioni satellitari a 9°E, 10°E, 13°E o 16°E a seconda della regione in cui ci si trova. La posizione del satellite di riferimento è utilizzata da USALS per calcolare automaticamente la posizione di tutti gli altri satelliti.
Approfondimento
Selezionando un canale sul ricevitore satellitare compatibile USALS, il software interno calcola l’angolo di scostamento dallo 0, che deve assumere l’albero motore, per dirigere l’asse parabolico sul satellite da cui viene trasmesso il canale selezionato.
Il calcolo si basa sulla risoluzione di una semplice equazione trigonometrica tenendo conto delle coordinate geografiche della parabola ricevente, introdotte nel decoder all’atto della prima installazione e la longitudine orbitale cui è posizionato il satellite ricercato.
Il risultato è l’angolo x.x di cui deve ruotare l’albero motore per dirigere sul sat selezionato. Al termine del calcolo, brevissimo, il programma stesso invia al motore uno speciale ordine di posizionamento “Goto x.x°” codificato digitalmente secondo le regole del protocollo del Bus DiSEqC 1.2, di Eutelsat.
Prima che fosse introdotto il protocollo USALS, il protocollo DiSEqC 1.2 prevedeva solo un altro meccanismo per il posizionamento, mediante comandi di “Store n”. L’utente deve memorizzare all’interno del ricevitore DiSEqC 1.2 la posizione di ogni satellite che si intende puntare, contrassegnata dall’identificatore “n”, poi all’occorrenza invia l’ordine di posizionamento “Goto n” provocando la rotazione del motore alla posizione “n” precedentemente memorizzata. Questo comporta che l’utente prima di poter utilizzare il motore deve memorizzare sul decoder le posizioni di tutti i satelliti che si intende puntare.
Invece, USALS non deve memorizzare preventivamente le posizioni, ma le invia, di volta in volta, direttamente nell’ordine.
Installazione di un motore USALS
Tutti i motori compatibili con il protocollo USALS eseguiranno tipicamente il posizionamento con precisione del decimo di grado, a meno dei giochi meccanici. Questo rende l’installazione molto più semplice e rapida, perché non è necessario trovare per tentativi e poi memorizzare tutte le posizioni satellitari, ma basterà installere correttamente il motore: Con lo 0° perfettamente a sud e con i giusti angoli di inclinazione del motore e della parabola collegata a esso, avendo cura di avere il palo di sostegno perfettamente a piombo.
Per facilitare il puntamento si ricorre ad un satellite di riferimento che è il più vicino al sud rispetto alla posizione della parabola.
Terminata la installazione corretta del motore e della parabola USALS troverà automaticamente tutte le posizioni dei satelliti visibili.
Anche in fase di installazione l’ausilio di USALS è prezioso: È essenziale che l’asse di rotazione del motore (il suo albero motore) sia esattamente parallelo all’asse terrestre ossia contenuto nel piano del meridiano locale. Ovvero l’asse deve trovarsi in direzione Nord-Sud.
Ne consegue, che se il satellite di riferimento non si trova esattamente al Sud (quasi sempre) il puntamento va preceduto facendo ruotare l’albero motore dell’angolo di scostamento del satellite di riferimento rispetto all’osservatore. Calcolare questo angolo (ma soprattutto imporlo correttamente sul motore) non è quasi mai agevole per un installatore o un utente non professionale, mentre viene eseguito in automatico dal protocollo USALS: si otterrà l’immediato ed automatico preposizionamento dell’albero all’angolo esatto, e si potrà così iniziare il corretto puntamento. Questa semplice operazione, condotta in modalità DiSEqC 1.2, è resa difficoltosa, oltre che dal calcolo, specialmente dalla difficoltà di valutare precisamente gli angoli sulla grossolana scala del motore.
Aspetti legati al copyright
Essendo un protocollo proprietario, ciascun produttore che vuole fregiare i suoi articoli del marchio USALS deve essere certificato dai laboratori della STAB. Tuttavia per aggirare tale limitazione molti produttori di decoder o motori (a tutti gli effetti compatibili con il protocollo USALS) utilizzano nomi alternativi per definire tale compatibilità.
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