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Data 31 ottobre 2018

Photoshop, tecniche essenziali – 9

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             Photoshop, tecniche essenziali – 9

 

Filtro camera Raw

 

Dopo aver appreso tutte le funzionalità degli strumenti integrati nella Galleria Filtri, è utile conoscere un tool davvero irrinunciabile per Photoshop: il Filtro Camera Raw. Si tratta di una vera e propria cassetta degli attrezzi, contenente moltissime funzionalità per il ritocco delle immagini, alcune delle quali già disponibili in altri menu del software di Adobe. Imparare a destreggiarsi con Camera Raw, di conseguenza, permetterà di risparmiare tempo prezioso, nonché di avere il pieno controllo sui propri scatti. Lo strumento nasce originariamente per la gestione delle immagini in formato RAW, quindi capaci di contenere tutte le informazioni sui soggetti ripresi, ma funziona egregiamente anche con quelli raster quali JPG e PNG.

Per accedere a Camera Raw, è sufficiente richiamare l’omonimo comando dal menu Filtro, così come riportato in Figura:

 

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Menu Camera Raw

 

Così come già accennato in apertura, Camera RAW rappresenta una vera e propria cassetta degli attrezzi per la manipolazione fotografica. Sebbene le sue funzioni non siano sempre di immediata comprensione, tanto da richiedere una certa pratica, si tratta di uno strumento non distruttivo: le modifiche non verranno applicate in modo definitivo sull’immagine nel foglio di lavoro, finché l’operazione non verrà consentita. Dopo aver richiamato la funzione dal menu Filtro, non a caso, viene aperta un’interfaccia apposita, indipendente dal foglio di lavoro, come mostrato in Figura:

 

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Interfaccia di Camera Raw

 

Come facile intuire, l’interfaccia mostra dei controlli già familiari per l’utente, poiché già largamente incontrati nell’uso quotidiano di Photoshop. In altro a sinistra si trovano i classici tool di ingrandimento, trascinamento, prospettiva e via dicendo, poco sotto l’anteprima dell’immagine sulla quale si sta lavorando. Sulla destra, oltre a un comodo istogramma, si rileva invece una suddivisione a pannelli. Ognuno di questi incorpora dei set di comandi diversi, pensati per migliorare le proprie immagini.

Il primo pannello, chiamato Base, offre la possibilità di regolare tutte le opzioni classiche per le fotografie, dalla Temperatura alla Saturazione, passando per Esposizione, Contrasto e molto altro ancora. Il funzionamento è analogo alle opzioni normalmente disponibili nel Pannello dei Livelli e, pertanto, non dovrebbe causare grandi problemi. In Figura , un esempio:

 

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Base

 

Il pannello Curva di Viraggio, così come suggerisce il nome, consente di regolare le curve dell’immagine sull’apposito istogramma, regolando luci, ombre e colori sia in modalità Parametrica che Punti, come evidenziato in Figura:

 

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Curva di Viraggio

 

Il seguente Dettagli, invece, permette di agire su alcuni parametri quali la Nitidezza dello scatto e la Riduzione del Disturbo, quest’ultimo dipendente sia dalle ottiche della macchina fotografica che dagli ISO per la ripresa. Come nei casi precedenti, la regolazione avviene tramite appositi slider, come evidenziato in Figura:

 

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Dettagli

 

I pannelli HSL/Scala di Grigio e il successivo Divisione Toni nascono, come facile intuire, per regolare colori e tonalità della fotografia. È ad esempio possibile impostare l’intensità di ogni singolo colore RGB, così come le sfumature, nonché Luci e Ombre. Questo kit di funzioni è particolarmente utile quando si vuole modificare il bianco e nero, selezionando l’omonima opzione Scala di Grigi, oppure per rendere un colore predominante sugli altri. Un esempio è offerto in Figura:

 

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HSL/Scala di Grigio

 

Il gruppo Correzioni Obiettivo si rivela particolarmente indispensabile, poiché permette di compensare alcuni dei piccoli difetti di scatto che caratterizzano alcune macchine fotografiche e le lenti da loro impiegate. Si può ad esempio modificare la Distorsione, per correggere la tendenza degli obiettivo grandangolari a deformare i soggetti allargandoli verso le estremità, così come per agire su margini e vignettatura. Le opzioni possibili sono riportate in Figura:

 

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Correzioni Obiettivo

 

Effetti nasce invece per correggere il tipico effetto Foschia su alcuni scatti, così come per regolare la Vignettatura, esattamente come riportato in Figura:

 

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Effetti

 

Calibrazione Fotocamera, infine, permette di impostare dei parametri per la macchina in uso, compensando di default dei valori come Tinta, Tonalità e Saturazione sia per le Ombre che per i colori, come illustrato in Figura:

 

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Calibrazione Fotocamera

 

 

Filtro Distorsione Avanzato

 

Dopo aver appreso le principali funzionalità di Camera Raw, il percorso sui filtri passa al menu dedicato alla Distorsione. Nonostante il medesimo nome, gli strumenti di questo gruppo non devono essere confusi con la medesima cartella della Galleria Filtri, trattata in precedenza: gli effetti disponibili, infatti, risultano assai differenziati. Per comodità di comprensione, si definirà questa tipologia di filtro come “avanzato”, affinché vi sia una precisa distinzione con la precedente.

All’interno del gruppo dei filtri Distorsione, così come facile comprendere dal nome, sono presenti diversi strumenti che permettono di modificare le proprie immagini, distorcendole rispetto alla ripresa originale. Per accedere alle varie voci disponibili, è sufficiente scegliere il menu Filtro, quindi la voce Distorsione e una delle alternative proposte nell’apposito sottomenu. Il percorso è mostrato in Figura:

 

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Filtri Distorsione

 

In questo frangente si illustreranno i vari strumenti in modo semplice, poiché lo scopo è quello di capirne il funzionamento. Per questa ragione, gli effetti ottenuti saranno volutamente marcati e irreali, proprio per mostrare come il filtro agisca sullo scatto. Il primo a disposizione è Coordinate Polari, un’elaborazione che permette praticamente di disporre lo scena ritratta su una forma circolare, ottenendo una sorta di globo. Il filtro unisce, alle sue coordinate polari, il lato destro e sinistro di un’immagine, così come più che evidente in Figura:

 

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Coordinate polari

 

Deforma, invece, permette di alterare l’immagine nella sua profondità, con l’aiuto di un piano reticolato di riferimento. Modificando la levetta Fattore, così come mostrato in Figura , si potrà infatti allontanare posteriormente il centro dell’immagine, ottenendo così un’artistica alterazione:

 

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Deforma

 

Il successivo filtro, chiamato Distorsione Curvilinea, offre la possibilità di alterare l’immagine lungo una curva di riferimento, di norma spostando verso destra o sinistra gli elementi ripresi. Per farlo, così come mostrato in Figura , è sufficiente agire sulle maniglie della curva proposta, verificando il risultato nella comoda finestra d’anteprima. Con i comandi Riprendi e Riprendi Pixel del Bordo, inoltre, sarà possibile regolare la continuità dell’immagine rispetto alle sue estremità:

 

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Distorsione Curvilinea

 

Non desterà grandi sorprese l’Effetto Increspatura, poiché analogo nel risultato a opzioni simili già trattate precedentemente nella Galleria Filtri. Regolando Fattore e Dimensione, come illustrato in Figura , si otterrà un’immagine più o meno increspata e ondulata:

 

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Effetto Increspatura

 

I successivi tre strumenti garantiscono delle alterazioni abbastanza simili e, per questa ragione, verranno analizzati contemporaneamente. I filtri Effetto Onda, Sfera e Spirale, infatti, consentono di modificare l’immagine aggiungendo appunto delle onde, arrotondandone delle aree o avvolgendone le stesse attorno delle spirali. Dal punto di vista della finestra di gestione, la più complessa è certamente quella dedicata all’effetto Onda, mostrata in Figura : si potrà regolare il numero di generatori dell’alterazione, la lunghezza dell’onda, l’ampiezza e la sua scala, nonché determinare l’eventuale continuità dei pixel del bordo:

 

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Effetto Onda

 

Lo strumento Muovi è decisamente interessante nelle sue funzioni, anche se oggi forse superato da altri tool presenti nelle versioni più avanzate di Photoshop. Nasce per distorcere le immagini applicando un lieve effetto di movimento, una sorta di morbida sbavatura, indicando di quanti pixel deve avvenire questo movimento. È molto utile, ad esempio, quando si vuole applicare uno sticker o un elemento grafico, presente su un livello superiore, all’immagine di una superficie irregolare, per riprenderne l’andamento. Come già accennato, gli strumenti di trasformazione avanzata, ma anche le opzioni di fusione classiche dei livelli, garantiscono risultati del tutto analoghi e probabilmente anche più veloci.

Zig Zag, infine, applica una distorsione alternata a partire dal centro dell’immagine, così come evidenziato in Figura . Le levette disponibili offrono la possibilità di regolarne il Fattore e i Rilievi, per ottenere un effetto più morbido oppure più marcato:

 

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Zig Zag

 

 

Filtro Disturbo

 

Terminato l’approfondimento sugli strumenti avanzati dedicati alla distorsione, Photoshop offre un nuovo e interessante set su cui lavorare: quello del filtro Disturbo. Così come suggerisce il nome, il tool permette di modificare i propri scatti fotografici aggiungendo, o ancora rimuovendo, del disturbo visivo sull’immagine. Gli scopi possono essere i più svariati: dalla riproduzione di una vecchia stampa in pellicola fino all’eliminazione di alcune macchie dovute all’obiettivo fotografico.

Così come già accennato, i filtri appartenenti al gruppo Disturbo possono rimuovere, oppure aggiungere, del rumore visivo sul proprio scatto. Per accedervi, sarà sufficiente scegliere l’omonima voce Disturbo nel menu Filtro, così come evidenziato in Figura:

 

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Menu Filtro Disturbo

 

La prima voce a propria disposizione è quella relativa ad Aggiungi Disturbo. Con questo comando si potrà decidere di aggiungere del rumore visivo sull’immagine, realizzato attraverso numerosissimi pixel colorati posti in posizione sparsa sulla stessa. Questi ultimi possono risultare anche monocromatici, spuntando l’apposita spunta nella finestra di dialogo del filtro, dopodiché si potrà regolarne la Quantità in percentuale e la distribuzione, Uniforme o Gaussiana. Un esempio è riportato in Figura:

 

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Aggiungi Disturbo

 

L’opzione Intermedio, invece, agisce sul disturbo ammorbidendolo, rendendo l’immagine più sfocata. Così come facile intuire, questa soluzione può essere utile sia per rimuovere il rumore, addolcendolo, che per aggiungere un disturbo a un’immagine eccessivamente nitida. Dalla finestra di dialogo, così come mostrato in Figura , si potrà regolare il raggio in pixel dell’operazione:

 

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Intermedio

 

Lo strumento Polvere e Graffi, come più che evidentemente suggerisce il nome, consente di aggiungere un disturbo molto realistico sulla propria immagine. Vengono infatti riprodotti quei danni, se così si possono definire, che vengono a crearsi sia sulla stampa fotografica con il passare del tempo, che le piccole imperfezioni presenti direttamente sull’obiettivo fotografico. Tra le regolazioni possibili, la definizione del raggio in pixel nonché i livelli di soglia da rispettare. Un comodo esempio è riportato in Figura:

 

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Polvere e Graffi

 

Decisamente interessante, e più complesso da utilizzare, è lo strumento Riduci Disturbo. Con questo tool è possibile eliminare, o quantomeno ridurre, gli elementi di disturbo presenti sulla propria immagine, grazie a una finestra di dialogo particolarmente elaborata. Oltre alla possibilità di scegliere tra un’impostazione Base oppure Avanzata, sarà possibile regolare l’intensità, il grado di conservazione dei particolari, la loro evidenziazione o, ancora, il disturbo causato dal colore. Opzione particolarmente utile, così come illustrato in Figura , è quella denominata Elimina Artefatto JPG. Molte fotografie salvate in questo formato, infatti, presentano delle aree più sgranate o poco definite dovute al fattore di comprensione dell’immagine. Spuntando questa opzione, sarà possibile ammorbidirle:

 

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Riduci Disturbo

 

L’ultimo strumento, chiamato semplicemente Smacchia, è davvero tanto singolare quanto utile. Dalla definizione più che evidente, si comprende come il filtro nasca per rimuovere alcune macchie presenti sulla fotografia, siano causate dall’usura del tempo oppure da difetti ed errori in fase di scatto. Optando per questo comando, però, non verrà mostrata a schermo una finestra di dialogo, ma l’operazione verrà applicata direttamente sul foglio di lavoro, con impostazioni predefinite in base alle caratteristiche dello scatto di partenza.

 

 

Filtro Effetto Pixel

 

Dopo aver analizzato le funzioni del filtro Disturbo, è il momento di addentrarsi nel set Effetto Filtri, il successivo messo a disposizione da Photoshop. Così come suggerisce il nome, questo gruppo di filtri permette di alterare i pixel delle immagini, ottenendo vari risultati artistici.

Così come già accennato, all’interno del filtro Effetto Pixel sono contenuti degli strumenti per alterare la visualizzazione dei pixel, ovvero dei singoli punti, che compongono l’immagine. Tali modifiche servono soprattutto per ottenere dei risultati artistici ma, con un po’ di esperienza, possono essere impiegati anche per rimuovere, o mascherare, alcuni difetti dell’immagine ripresa in fase di scatto:

Il set in questione si trova all’interno del menu Filtro, così come mostrato in Figura:

 

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Effetto Filtro

 

Il primo filtro a disposizione è chiamato Colore Mezzetinte e permette, tramite la modifica di alcuni parametri, di alterare la grandezza e l’evidenza dei pixel che compongono appunto le mezzetinte, ottenendo un effetto che ricorda quasi la stampa in quadricromia, molto comune ad esempio sui fumetti. Sarà possibile modificare il raggio d’azione o, ancora, i valori dei singoli canali, come evidenziato in Figura:

 

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Colore Mezzetinte

 

Cristallizza, invece, permette di trasformare dei gruppi di pixel in celle, per raggiungere un risultato visivo non troppo dissimile dal vetro. Come dimostrato in Figura , sarà possibile regolare la dimensione della singola cella:

 

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Cristallizza

 

Nel mentre, Effetto Punti trasforma l’immagine in tanti puntini ravvicinati, basati questi ultimi sulle aree di colore dello scatto di riferimento. Come nel precedente caso, sarà possibile regolare la dimensione delle singole celle. Un esempio è riportato in Figura:

 

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Effetto Punti

 

Il filtro Frammenta applica una sorta di diffusione ai singoli pixel, rendendo la foto più sfocata ed eterea, come se si fosse applicata una calza sull’obiettivo della macchina fotografica. Non dispone di una finestra di dialogo: il filtro viene applicato direttamente all’immagine. Mezzatinta, invece, mette in evidenza i pixel che rappresentano appunto mezzetinte, garantendo un’immagine molto stilizzata, così come evidenziato in Figura . Dalla finestra di dialogo si potrà scegliere su quali punti agire, ad esempio sui più piccoli, così come sempre riportato in figura:

 

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Mezzatinta

 

Il filtro Mosaico, senza troppe sorprese, permette di trasformare l’immagine in una raccolta di tasselli, questi ultimi di dimensione quadrata e, come facile intuire, basati sulla variabilità della tonalità delle varie aree dello scatto. Come accaduto per le precedenti finestre di dialogo, anche in questo caso sarà possibile impostare la dimensione delle celle – in questo caso dei quadrati – a proprio piacere. Un esempio è riportato in Figura:

 

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Mosaico

 

Sfaccetta, infine, funziona in modo del tutto analogo al precedente Frammenta: non prevede perciò una finestra di dialogo, ma viene applicato direttamente sull’immagine. In questo caso, i bordi dei pixel vengono allungati e sfumati, rendendo i contorni dei soggetti ripresi meno definiti.

 

 

Galleria Sfocatura

 

Dopo aver analizzato le caratteristiche dei filtri Effetto Pixel, Photoshop propone un primo gruppo di strumenti dedicato alle sfocature, definito proprio Galleria Sfocatura. Così come si è imparato ormai ad apprendere, quando il software propone una galleria di filtri racchiude alcuni strumenti avanzati, molto più complessi rispetto a quelli di base. Per questo motivo, i tool che si andranno ad analizzare non dovranno essere confusi con quelli presenti nel successivo menu Sfocatura.

Per accedere a tutti gli strumenti presenti nella Galleria Sfocatura è sufficiente scegliere la voce omonima nel menu principale Filtro, così come riportato in Figura:

 

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Galleria Sfocatura

 

Come facile comprendere dal nome, si tratta di filtri pensati per sfumare le immagini, nella loro interezza oppure su alcune loro porzioni. Così come accaduto in precedenza per la Galleria Filtri, questi tool presentano tutti la medesima interfaccia, con una finestra a sé stante rispetto al foglio di lavoro affinché le modifiche apportate non siano distruttive. Questi filtri, detti anche di blur, risultano dedicati principalmente agli utenti esperti, mentre per i neofiti potrebbero essere sufficienti quelli offerti nel successivo menu Sfocatura, ma con poco impegno possono diventare accessibili a tutti.

Di seguito una breve panoramica sulle alternative presenti, con opzioni impostate in modo volutamente elementare, affinché risultino immediatamente comprensibili. Si parte da Campo Sfoca, che permette di creare sfumature sfruttando uno o più campi su cui agire sull’immagine. Il cerchio riportato al centro permette di regolare l’intensità del blur e, naturalmente, può essere trascinato nella posizione preferita. Ancora, cliccando con il mouse, si potranno aggiungere altri campi secondari. La colonna di destra, nel frattempo, mostra delle opzioni di regolazione come l’intensità o l’applicazione di un effetto bokeh sull’immagine. Un esempio è riportato in Figura:

 

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Campo Sfoca

 

Sfocatura Diaframma, così come suggerisce il nome, consente di riprodurre il blur tipico dovuto all’apertura del diaframma della macchina fotografica, sia regolandone l’intensità tramite la rotella centrale o le levette di destra, che impostando l’ampiezza e la dimensione del campo. È sufficiente agire sulle maniglie di delimitazione, come riportato in Figura , per modificare l’area da un ovale a un rettangolo dagli angoli arrotondati, e viceversa:

 

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Sfocatura Diaframma

 

Scostamento Inclinazione permette di riprodurre il tipico effetto di macchine fotografiche con obiettivo basculabile o decentrabile. Oltre all’intensità della sfumatura, e l’eventuale effetto bokeh, il software offre la possibilità di impostare i limiti verticali delle aree nitide e delle aree sfumate, semplicemente spostando i margini continui oppure tratteggiati. Un esempio è illustrato in Figura:

 

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Scostamento inclinazione

 

Il successivo Sfocatura Tracciato, così come facile comprendere, nasce per ottenere un effetto blur in direzione di un tracciato predefinito, così da riprodurre una realistica sensazione di movimento. Il tracciato in questione può essere dritto, come evidenziato in Figura , oppure rappresentato da una curva. Ancora, si potranno regolare nella colonna di destra valori come la velocità, sia iniziale che finale, la conicità, nonché le forme della sfocatura:

 

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Sfocatura Tracciato

 

Lo strumento Sfocatura Rotazione, infine, permette di applicare una sfumatura tondeggiante e in movimento sulla propria immagine. Per capire il funzionamento, basti pensare come questo filtro sia quello normalmente impiegato per rendere la sensazione di spostamento per le ruote di un’automobile o di una motocicletta, immortalata però ferma in fase di scatto. Sarà inoltre possibile definire l’angolo di rotazione e, nel pannello degli effetti di movimento, anche la resa tipica di uno stroboscopio:

 

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Sfocatura Rotazione

 

 

Filtro Nitidezza

 

Dopo aver visto tutte le possibilità incluse nella Galleria Sfocatura, Photoshop propone un nuovo gruppo di filtri: quello dedicato alla Nitidezza. Così come suggerisce il nome, questo set di strumenti permette di migliorare la messa a fuoco di un’immagine, agendo soprattutto sui bordi dei soggetti o degli oggetti ripresi, rendendoli più definiti.

Così come già accennato, gli strumenti del gruppo Nitidezza permettono di incrementare la messa a fuoco di un’immagine, agendo su elementi quali i bordi dei soggetti ripresi, il contrasto dello scatto, l’intensità del colore e molto altro ancora. I filtri presenti in questo set sono perlopiù automatici, quindi non presentano un’apposita finestra di dialogo, e possono essere richiamati tramite l’omonima voce del menu Filtro, così come mostrato in Figura:

 

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Filtro Nitidezza

 

La prima voce che compare nella lista è quella di Bordi Nitidi: si tratta di uno strumento automatico, quindi privo di una finestra di dialogo. Il filtro analizza le aree dell’immagine dove sono presenti dei cambiamenti significativi di colore, aumentandone il contrasto e rendendo quindi lo scatto più nitido. Bordi Nitidi, in particolare, agisce unicamente sui contorni.

Segue la Maschera di Contrasto, un tool che invece prevede un’apposita finestra di dialogo, con tanto d’area d’anteprima per non applicare delle modifiche distruttive o irreparabili sulla propria immagine. Come facile intuire, applica una modifica del contrasto all’intera immagine, agendo proprio come una classica maschera, e permette di regolare valori quali il Fattore, il Raggio e la Soglia di contrasto, così come evidenziato in Figura:

 

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Maschera di Contrasto

 

Il filtro Nitidezza, quest’ultimo automatico, implementa un effetto di contrasto di base sull’immagine, rendendo i contorni più evidenti. Questo strumento si abbina a Nitidezza Maggiore, disponibile qualche riga più sotto nell’elenco offerto da Photoshop, capace di realizzare un effetto simile ma più marcato. Non disponendo di una finestra di dialogo, il procedimento è standardizzato su ogni tipo di scatto.

Nitidezza Avanzata, nel frattempo, torna a proporre agli utenti un maggiore controllo, con diversi campi e slider su cui agire per regolare al meglio il proprio livello fotografico. Si potrà scegliere tra alcune impostazioni predefinite tramite un menu a tendina, quindi regolare Fattore, Raggio e l’intensità della Riduzione del Disturbo. Non ultimo, è possibile anche rimuovere – o quantomeno limitare – gli errori di sfocatura tipici delle lenti fotografiche, tramite l’apposito menu a tendina. Un esempio è riportato in Figura:

 

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Nitidezza Avanzata

 

L’ultima voce in elenco, quella di Riduzione Effetto Mosso, rappresenta un filtro del tutto particolare, introdotto abbastanza di recente nella suite Adobe. Dispone di una finestra del tutto indipendente dal foglio di lavoro, in modo simile a quanto già visto con la Galleria Sfocatura, e consente di regolare tutte le opzioni per ridurre, anche tramite l’analisi contestuale dell’immagine, ogni sfocatura dovuta al movimento. Questo può essere dovuto allo spostamento del soggetto in fase di scatto, come nel caso di un’animale, o per distorsione dell’obiettivo e mano non fermissima durante la ripresa.

Si potranno impostare i limiti della Traccia Sfocatura, regolare il Disturbo della Sorgente, l’Attenuazione, la Riduzione Artefatti, nonché approfittare di un’anteprima in tempo reale, con un rendering ad alta definizione. Si tratta quindi di uno strumento avanzato, destinato perlopiù all’universo professionale. I comandi disponibili sono mostrati in Figura:

 

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Riduzione Effetto Mosso

 

 

Filtro Rendering

 

Dopo aver appreso il funzionamento degli strumenti relativi alla Nitidezza, il percorso dei filtri di Photoshop continua con i tool di Rendering. Così come facile intuire dal nome, questi filtri permettono di generare sul livello selezionato delle figure realistiche o svariati effetti fotografici, partendo praticamente da zero.

Così come già accennato, i filtri del gruppo Rendering permettono di generare delle immagini, degli effetti di luce e molto altro ancora sul livello attivo, si tratti di un layout vuoto, colorato oppure un’immagine precedentemente caricata. Le varie possibilità sono presenti nell’omonima voce del menu Filtro, così come mostrato in Figura:

 

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Filtri Rendering

 

Prima di cominciare, è bene sottolineare come alcuni filtri richiedano delle specifiche condizioni per poter funzionare: è per questa ragione che, almeno inizialmente, potrebbero non risultare selezionabili, proprio come evidente in Figura . In particolare, Fiamma, Cornice Immagine e Albero necessitano di una GPU adeguata e di un quantitativo sufficiente di RAM e, fatto questo non di certo secondario, di un livello attivo sbloccato e non convertito in oggetto avanzato. Nella maggior parte dei casi, è sufficiente rasterizzare il layer per ottenere accesso alle tre voci del menu.

Lo strumento Fiamma permette di disegnare delle realistiche fiamme sull’immagine, purché venga prima definito un tracciato sulla stessa, ad esempio con la classica Penna. Le opzioni disponibili riguardano la direzione delle fiamme, la loro lunghezza, l’angolo, l’intervallo e la tipologia, così come evidenziato in Figura:

 

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Fiamme

 

Cornice Immagine, così come suggerisce il nome, permette di aggiungere una simpatica cornice al livello attivo, con la possibilità di optare per la tipologia e il materiale del bordo, il margine, la dimensione, la disposizione e molto altro ancora. Un esempio di cornice base è riportato in Figura:

 

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Cornice Immagine

 

Il tool Albero, nel frattempo, consente di generare delle fronde realistiche, da aggiungere al proprio scatto per renderlo più ricco. Si potrà scegliere la tipologia di pianta, la direzione della luce, la quantità e la dimensione delle foglie, l’altezza e lo spessore dei rami, nonché la scelta tra foglie predefinite o casuali. Anche in questo caso, un esempio è riportato in Figura:

 

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Albero

 

Con Effetti di Luce, ancora, si potrà regolare l’illuminazione della scena inquadrata, scegliendo autonomamente una fonte di luce secondo le proprie esigenze, creando così dei realistici giochi di chiaro e scuro. La finestra di dialogo, molto articolata, include innanzitutto due ellissi centrali: trascinando sulle apposite maniglie, sarà possibile definire l’origine e la direzione della luce, nonché la sua estensione. La colonna di destra, invece, permette di scegliere valori come il colore, l’angolo centrale, la superficie, la tipologia di illuminazione e molto altro ancora. Alcune impostazioni di base sono mostrate in Figura:

 

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Effetti di Luce

 

Con il comando Fibre si aggiunge, come facile intendere, una texture fibrosa all’immagine. Lo strumento non ritorna normalmente utile per l’intero scatto, bensì per porzioni dello stesso o, ancora, su layout vuoti per creare dei design da zero. Tra le opzioni disponibili, mostrate in Figura , la varianza e l’intensità delle stesse:

 

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Fibre

 

Nuvole e Nuvole in Differita aggiungono un rendering nuvoloso bidimensionale sul livello, il primo sui toni del grigio e il secondo tramite l’inversione dei colori dello scatto. Non presentano nessuna finestra di dialogo né la possibilità di regolarne l’intensità. Riflesso Obiettivo, infine, permette di riprodurre la rifrazione della luce tipica sulle lenti delle macchine fotografiche, sia spostando il punto di origine nella posizione preferita che scegliendo la tipologia di obiettivo. Un esempio è riportato in Figura:

 

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Riflesso Obiettivo

 

 

Filtro Sfocatura Avanzata

 

Il percorso sui filtri di Photoshop procede, dopo aver analizzato le opzioni di base per il rendering, con un gruppo molto interessante di strumenti: quello della Sfocatura. I tool racchiusi in questo gruppo, però, non devono essere confusi con la Galleria Sfocatura già vista in precedenza: si tratta, infatti, di funzioni notevolmente più complesse. Per comodità espositiva, di conseguenza, ci si riferirà a questo set come quello della Sfocatura Avanzata.

I filtri dedicati alla Sfocatura avanzata si trovano nell’omonima voce all’interno del menu Filtro, così come mostrato in Figura . Come facile intuire, sono stati sviluppati per garantire la possibilità di applicare diverse intensità sfumate sulle proprie immagini, regolandone non solo la profondità sullo spazio, ma anche la direzione o la forma.

 

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Menu Filtro Sfocatura

 

Il primo strumento a propria disposizione, e probabilmente quello dalla maggiore frequenza d’utilizzo, è il filtro Controllo Sfocatura. Il tool permette di regolare l’intensità della sfumatura del livello definendone a piacere il raggio, ovvero il livello di dettaglio a seconda del numero di pixel, fornendo anche una comoda anteprima. Un esempio è riportato in Figura:

 

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Controllo Sfocatura

 

Effetto Movimento, come peraltro suggerisce il nome, consente di riprodurre uno spostamento sfocato sull’immagine, regolando non solo la distanza di tale movimento in pixel, ma anche e soprattutto l’angolo. In Figura , il ricorso con le impostazioni di base:

 

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Effetto Movimento

 

I filtri Media, Sfoca e Sfoca Maggiormente non prevedono una finestra di dialogo, ma vengono applicati direttamente sull’immagine con impostazioni di default. Nel primo caso, Photoshop estrarrà il colore medio della foto, applicandolo all’intera porzione visibile oppure a una selezione. Per Sfoca e Sfoca Maggiormente, invece, verrà impostata una sfocatura di default, la seconda ovviamente più intensa della prima.

 

Lo strumento Sfocatura con Obiettivo è decisamente appassionante poiché, rispetto ai precedenti, prevede una propria interfaccia del tutto non distruttiva: sarà possibile, in altre parole, tentare le più diverse combinazioni senza che venga alterato il livello principale prima della pressione dell’apposito pulsante di conferma. Il filtro riproduce la sfocatura tipica degli obiettivi delle macchine fotografiche, a seconda del tipo di lente montato, dell’apertura e della velocità di scatto, e permette di regolare numerose impostazioni come le caratteristiche del Diaframma, le Luci Speculari, il Disturbo e molto altro ancora. Tutte le alternative sono illustrate in Figura:

 

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Sfocatura con Obiettivo

 

Sfocatura Forma, come facile intuire, offre la possibilità di definire una forma personale per l’effetto di blur sull’immagine, scegliendola sia dalle figure di default di Photoshop che da quelle create dallo stesso utente in precedenza, con la penna o altri strumenti. In Figura , un esempio:

 

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Sfocatura Forma

 

Il comando Sfocatura Migliore permette di controllare con più precisione l’effetto che verrà applicato sullo scatto, con delle opzioni aggiuntive rispetto a quelle di base viste precedentemente. Come si potrà notare in Figura , è possibile regolare il Raggio, la Soglia, la Qualità e il Metodo d’applicazione del blur:

 

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Sfocatura Migliore

 

Anche Sfocatura Radiale è uno strumento di questo set che, con molta probabilità, verrà scelto di frequente dall’utente. Nasce infatti per applicare una sfumatura tonda sull’immagine, con la possibilità di optare per un effetto di rotazione oppure di zoom, come evidenziato in Figura:

 

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Sfocatura radiale

 

Il percorso si chiude con Sfocatura Selezione e Sfocatura Superficie, due filtri di uso tutt’altro che frequente. Nel primo caso si otterrà una sfocatura molto precisa e dettagliata, definendo un’area in pixel all’interno del quale il filtro andrà a lavorare, nel secondo l’immagine verrà invece sfocata mantenendo però nitidi i bordi dei soggetti inquadrati.

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