Photoshop, tecniche essenziali – 8
Istogramma
Così come accennato nella panoramica della precedente lezione, uno dei pannelli più importanti per comprendere la manipolazione fotografica è quello dell’Istogramma. Apprendere il suo funzionamento, nonché imparare a leggerne la rappresentazione grafica, è infatti propedeutico per lavorare con le Curve, di cui si parlerà diffusamente in seguito.
Istogramma: come funziona
Si è visto nelle precedenti lezioni come, modificando le Aree di Lavoro tramite l’apposito comando in alto a destra del software, anche la colonna di destra dei pannelli e delle palette muta per seguire specifiche esigenze. Selezionando l’opzione Fotografia, ad esempio, il primo pannello proposto è quello dell’Istogramma, insieme alle Regolazioni e al Navigatore, così come evidenziato in Figura:
– Istogramma
L’Istogramma mostra, tramite una rappresentazione grafica a due assi, la distribuzione in pixel di un’immagine. Nella sua impostazione di base, il grafico viene letto a seconda della concentrazione – quindi della presenza di una maggiore distribuzione – di pixel in una determinata area. Analizzando il valore dell’esposizione, ad esempio, la porzione di sinistra indica la quantità di ombre dell’immagine, quella centrale i mezzitoni e quella di destra le luci. Analogo è il funzionamento con altri valori selezionati, dai colori RGB ai singoli canali separati.
Il grafico presentato all’apertura del pannello mostra una visione d’insieme dell’intera immagine, così come mostrato dalla sovrapposizione di istogrammi di diverso colore. Cliccando sull’icona delle opzioni, in alto a destra nello stesso pannello, è tuttavia possibile modificare la modalità di visualizzazione: da quella compatta di default a Vista Ingrandita e Mostra tutti i Canali, passando dalle statistiche alle opzioni di chiusura. In Figura , tutte le modalità disponibili:
– Opzioni dell’Istogramma
Di norma, la Vista Ingrandita è quella più frequentemente scelta, così come riportato in Figura:
– Modalità Vista ingrandita
Il primo elemento che salta all’occhio è come, sotto al grafico stesso, vengano riportate in due colonne delle importanti informazioni. Sulla sinistra si trova:
# Media: il valore di luminosità medio dell’immagine;
# Dev Std: la deviazione standard, ovvero quale variabilità ha la distribuzione in pixel;
# Mediana: il valore intermedio della distribuzione;
# Pixel: il numero di pixel totali contenuto nell’immagine.
La colonna di destra è invece interattiva: cliccando con il mouse sull’istogramma stesso, verranno mostrati dei valori relativi all’area prescelta con il puntatore.
# Valore tonale: l’intensità del tono nella porzione prescelta;
# Quantità: il numero di pixel per ogni determinata porzione;
# Percentile: il numero totale di pixel con intensità pari o inferiore rispetto a quella selezionata;
# Livello cache: il livello di cache occupato.
Come facile comprendere, parte di queste opzioni sono ovviamente destinate ai professionisti dell’immagine, mentre per l’uso comune o quotidiano è più che sufficiente saper leggere l’istrogramma di base, comprendendone la distribuzione generale. Come accennato, la visualizzazione mostrata fino a ora è complessiva, tuttavia potrebbe essere più utile e specifica una lettura singola. Per farlo, è sufficiente selezionare l’apposito menu a tendina, come mostrato in Figura , e scegliere tra RGB, Rosso, Verde, Blu, Luminosità e Colori, a seconda delle proprie esigenze:
– Scelta degli istogrammi singoli
Come anticipato in apertura, la comprensione dell’Istogramma si rende particolarmente utile per lavorare con le Curve, di cui si parlerà più avanti. A scopo puramente esemplificativo, in Figura viene mostrata una curva opportunamente modificata per mostrare il cambiamento nella distribuzione dell’Istogramma, più che per il risultato artistico sull’immagine. Per accedere alle curve è sufficiente scegliere l’omonima voce dagli Stili per il livello selezionato. Modificando quella RGB, creandone un andamento a “S”, si noterà come l’istogramma si riduca in altezza e si estenda invece in larghezza: questo perché i pixel vengono maggiormente concentrati nelle zone di maggiore e minore intensità, riducendo invece la distribuzione media:
– Esempio con le Curve
Regolazioni
Dopo aver analizzato le funzionalità del Navigatore e dell’Istogramma, così come evidenziato nelle precedenti lezioni, è giunto il momento di approfondire il pannello delle Regolazioni. Si tratta di un comodo raggruppamento di altre funzioni presenti altrove nel software, dedicate sempre alla manipolazione fotografica. Grazie a queste scorciatoie, sarà molto semplice velocizzare il proprio flusso di lavoro, senza dover selezionare menu plurimi o effettuare passaggi eccessivi.
Pannello regolazioni
Così come per i casi visti nelle precedenti lezioni, il pannello delle Regolazioni appare in alto nella colonna sinistra del software, dopo aver selezionato un’Area di Lavoro che preveda questa opzione. Fra le tante disponibili, Fotografia è certamente quella più orientata alla manipolazione di scatti e immagini. Così come mostrato in Figura , il pannello si trova tra l’Istogramma e il Navigatore, inoltre può essere regolato a piacere nelle dimensioni allungando o accorciando la sottostante palette dei livelli.
– Regolazioni
Come facile notare, all’interno del pannello sono presenti numerose icone, ognuna delle quali rappresenta una regolazione specifica. Di norma, tali funzioni sono disponibili anche in altri menu del software, ma grazie a questo raggruppamento si potrà notevolmente velocizzare il proprio lavoro, saltando alcuni noiosi passaggi. Selezionando la prima, come ad esempio illustrato in Figura , si potrà velocemente accedere al controllo della Luminosità e del Contrasto, senza passare dalla creazione di un nuovo livello di riempimento:
– Luminosità e Contrasto
Le opzioni a disposizione dell’utente sono davvero le più variegate, infatti comprendono:
Luminosità/Contrasto;
Valori Tonali;
Curve;
Esposizione;
Vividezza;
Tonalità/Saturazione;
Bilanciamento Colore;
Bianco e Nero;
Filtro Fotografico;
Miscelatore Canale;
Consultazione Colore;
Inverti;
Posterizza;
Soglia;
Correzione Colore Selettiva;
Mappa Sfumatura
Non è però tutto, poiché tutte queste possibilità possono essere selezionate anche da un comodo menu contestuale, racchiuso nell’icona ad hamburger in alto a destra del riquadro nel pannello. La lista completa è riportata in Figura:
– Opzioni menu contestuale
Oltre agli strumenti e alle funzioni già elencati, il menu contestuale offre altre capacità di personalizzazione per l’applicazione di questi effetti fotografici. Particolarmente rilevante è la voce Aggiungi Maschera di Livello per Impostazione Predefinita, per comprendere come gli effetti stessi debbano essere applicati sul layer prescelto. In Figura , l’opzione da selezionare a seconda delle proprie esigenze:
– Gestione delle maschere
Poter scegliere tra un’applicazione diretta dell’effetto o l’ausilio di una maschera è fondamentale, soprattutto per quelle manipolazioni fotografiche particolarmente complesse. Come già spiegato ampiamente, la maschera rappresenta una sorta di filtro tra il livello attualmente selezionato e quelli sottostanti e permette, sfruttando comuni strumenti quali i pennelli o le selezioni, di nascondere o mostrare porzioni proprio del layer inferiore. Attivando la creazione di maschere come opzione predefinita, queste verranno automaticamente aggiunte al livello dopo l’applicazione della regolazione. Un esempio dalla contestuale palette è mostrato in Figura:
– Maschere come opzione predefinita
Al contrario, qualora si preferisse un approccio più diretto e non si avesse necessità di modificare in itinere le modalità di visualizzazione dei livelli, deselezionando l’opzione è possibile lavorare senza maschere. In Figura , la differenza rispetto al precedente caso sempre sulla palette dei livelli:
– Maschere disattivate
In merito alle singole regolazioni, è certamente utile sottolineare come non esistano valori di riferimento a cui affidarsi, bensì come la modifica avvenga pressoché in base ai propri gusti personali. Per questo motivo, considerato come ogni feature si gestisca nella quasi totalità dei casi tramite slider, Photoshop offre un’anteprima dal vivo sul livello selezionato.
Curve
Dopo aver visto il pannello delle Regolazioni, è utile analizzare alcuni degli strumenti che completano la manipolazione fotografica. Questi possono essere richiamati direttamente dal pannello stesso o, ancora, tramite percorsi più classici dei menu del software, a seconda delle proprie esigenze di workflow. In questa lezione si tratterà delle peculiarità di base delle Curve, un tool utile per gestire in modo preciso tonalità, gamma del colore e luminosità finale di uno scatto.
Lavorare con le Curve è, con molta probabilità, una delle esigenze più frequenti all’interno di Photoshop. Questo strumento, poiché versatile e preciso, permette infatti di regolare e affinare la resa del colore di un’immagine, la sua tonalità, l’effetto di luminosità finale. Si tratta, tuttavia, di un tool abbastanza difficile da usare, soprattutto per chi fosse alle prime armi, per questo motivo ne verranno illustrati solamente i fondamenti di base. Altre funzioni avanzate, quali i controlli contagocce, sono invece destinati agli utenti esperti, a cui questa guida non si riferisce.
Per accedere alle Curve è sufficiente selezionare l’icona analoga dal pannello delle Regolazioni, così come già accennato, oppure tramite il percorso menu preferito. In Figura , il richiamo tramite i livelli di Regolazione e Riempimento:
– Menu per le Curve
Selezionata la funzione, apparirà a schermo un grafico, così come mostrato in Figura . Questo indica la distribuzione tonale attuale della fotografia, con un istogramma posteriore e, sovrapposta, una diagonale completamente manipolabile:
– Grafico delle Curve
La diagonale interna, così come già accennato, è completamente modificabile. Cliccando su di essa, si verrà a creare un punto di manipolazione, che potrà essere trascinato a piacere per alterare l’andamento della curva. A scopo puramente esemplificativo, in Figura si nota come, spostandosi verso destra, la resa tonale dell’immagine divenga più scura:
– Prima manipolazione della Curva
Al contrario, così come mostrato in Figura , spostandosi verso sinistra si otterrà invece una resa tonale più chiara:
– Seconda manipolazione della Curva
Oltre al trascinamento dell’apposito ancoraggio, alla base del grafico sono presenti due slider che, se spostati, permettono di ottenere risultati analoghi. Non è però tutto, poiché cliccando più volte sulla diagonale sarà possibile impostare nuovi punti di trascinamento, per modificare ulteriormente la curva conferendole forme particolari, ad esempio ad “S”. Il tutto è evidenziato in Figura :
– Curva a più punti
Presa familiarità con la curva stessa, si potranno ottenere gli effetti più disparati, non solo in termini di resa tonale, ma anche artistici. Ad esempio, si possono realizzare immagini dai colori inversi, si possono variare le composizioni di luce sui soggetti in primo e secondo piano, nonché molto altro ancora a seconda delle proprie abilità. Di default, la curva agisce sul valore RGB – ovvero sui canali rosso, verde e blu – ma è anche possibile intervenire singolarmente su di essi, selezionandoli dall’apposito menu a tendina mostrato in Figura:
– Singoli canali delle Curve
Ancora, sarà possibile scegliere tra alcuni Preset offerti da Photoshop, con alterazioni preimpostate – dal Negativo a Colori al Contrasto Forte – per applicare senza troppo sforzo degli effetti sicuramente gradevoli:
– Preset
Panoramica Filtri
Apprese nel precedente capitolo le basi della manipolazione fotografica, è giunto il momento di intraprendere un percorso più complesso, ma del tutto appassionante: quello dei Filtri. Questi ultimi non sono altro che degli strumenti, messi a disposizione in Photoshop, per modificare profondamente l’immagine. Dalle sfumature agli effetti pittorici, passando per la rimozione o l’inclusione del rumore, la prospettiva e molto altro ancora, non vi sarà nessuna limitazione alla propria creatività.
Proprio poiché si tratta di un ambito complesso, prima di analizzare i singoli filtri nel dettaglio è necessario apprendere le nozioni più semplici del loro uso, con una panoramica generale delle feature.
Così come facile comprendere dalla barra dei menu di Photoshop, per accedere a tutte le funzioni connesse ai filtri è sufficiente selezionare l’omonima voce, così come dimostrato in Figura:
– Menu Filtro
La tendina mostrata sul display è ricca di alternative, non tutte di immediata comprensione. È innanzitutto necessario capire come i filtri siano accessibili singolarmente dalla tendina stessa, selezionando il sottomenu di propria preferenza, oppure accedendo alla cosiddetta Galleria Filtri. Quest’ultima non è un’altro che una finestra, svincolata dal foglio di lavoro principale, capace di raggruppare tutti i filtri disponibili, mostrare comode anteprime nonché effettuare esperimenti non distruttivi sul proprio livello di lavoro. La schermata principale è mostrata in Figura:
– Galleria Filtri
Tutte le alternative disponibili, così come facile intuire, sono raccolte in comode cartelle. Espandendo una di queste, come illustrato in Figura , si potrà accedere a tutti i filtri in essa contenuti e alle loro relative anteprime:
– Cartella Filtri
Selezionato uno dei tanti filtri, nella finestra di sinistra verrà mostrato l’effetto di quest’ultimo sull’immagine, con le eventuali impostazioni di default. Sulla destra, invece, saranno disponibili slider e altri campi opzione, per raffinare il risultato finale che si vorrà raggiungere. Spostando le levette, o immettendo a mano il relativo valore, la collegata anteprima verrà aggiornata in tempo reale. In Figura , un rapido esempio per Effetto Ritaglio:
– Funzionamento dei filtri
Trattandosi di un gruppo di possibilità molto variegato, non è detto che tutti i filtri vedano la canonica configurazione a slider o, ancora, a valori manuali. Alcuni potrebbero richiedere di usare strumenti simili a pennelli sull’immagine, altri di costruire maschere o campi prospettici, altri ancora di seguire dei semplici wizard passo per passo. In questo frangente, non vi è necessità di elencare tutti i filtri e le possibilità offerte, poiché ci si concentrerà unicamente sull’interfaccia e le funzioni di base, tuttavia ogni singola modalità verrà analizzata a fondo in seguito.
Eseguita la propria manipolazione, è quindi possibile confermarla con il tasto “OK” o, ancora, annullare l’operazione. In caso di conferma, la galleria si chiuderà automaticamente e il filtro prescelto verrà applicato direttamente sul livello all’interno del foglio di lavoro.
Naturalmente, prendendo progressivamente dimestichezza con i vari strumenti, la galleria nel tempo potrebbe risultare uno scomodo passaggio in più per ottenere l’effetto desiderato. Per questo motivo Photoshop permette di selezionare i filtri singolarmente, direttamente dal menu principale. In Figura , ad esempio, è mostrato l’avvio di Controllo Sfocatura:
– Filtro singolo da menu
Come evidente, anziché la galleria viene visualizzata unicamente la finestra relativa al filtro in uso, con opzioni specifiche per quest’ultimo. È infine utile sottolineare come, dopo aver applicato un filtro, è possibile richiamarlo nuovamente senza dover seguire tutto il percorso ex novo. Selezionando sempre il menu Filtro, infatti, la prima voce sarà occupata dall’ultimo utilizzato: scegliendolo, verranno applicate le medesime opzioni a cui si è fatto ricorso in precedenza, senza dover interagire nuovamente con la finestra di dialogo. Un esempio è mostrato in Figura:
– Ultimo filtro
Filtri Artistici
Il percorso d’analisi dei numerosi filtri disponibili in Photoshop parte, così come facile immaginare, da quelli denominati Artistici. Si tratta di una serie di strumenti pensati per alimentare la creatività: uno scatto di base, infatti, potrà essere facilmente trasformato in un poster, in un dipinto, in una creazione di colori vividi o al neon, nonché molto altro ancora.
Così come già accennato, nel gruppo dei filtri artistici rientrano un numero ben nutrito di strumenti, pensati per modificare delle fotografie o singoli livelli con soluzioni creative, dall’effetto poster alla luce al neon, passando per molti altri. Come già visto nella lezione precedente, il primo passo è quello di selezionare la Galleria Filtri dall’omonimo menu Filtro, così come evidenziato in Figura:
– Galleria Filtri
Confermato il comando, si aprirà a schermo l’interfaccia già presentata nella precedente Panoramica: una finestra del tutto indipendente dal foglio di lavoro, dove si potranno applicare modifiche del tutto non distruttive alla propria immagine, provando e riprovando fino a ottenere l’effetto desiderato. Solo con la conferma finale, tramite l’apposito tasto, l’applicazione verrà riportata anche sul foglio di lavoro.
Dalla colonna dei filtri disponibili, quelli Artistici sono racchiusi all’interno della primissima cartella. Basterà quindi espandere quest’ultima, così come illustrato in Figura , per accedere a tutte le alternative offerte:
– Cartella Artistici
Nella precedente lezione si è visto come, selezionando un filtro dall’elenco, sulla sinistra venga riportata l’anteprima in tempo reale dello stesso, mentre sulla destra degli slider oppure dei campi opzione per modificare a proprio piacimento il risultato. Anche nel caso dei filtri artistici, il procedimento è del tutto analogo: selezionando una delle opzioni fra le tante, in questo caso Contorni Poster, l’interfaccia sarà quella consueta. Saranno tre le levette a propria disposizione, come evidenziato in Figura : Spessore Contorno permetterà di allargare o diminuire il tratto attorno alla figura da posterizzare, Intensità Contorno indica quanto il tratto dovrà essere percepibile, mentre il Fattore regola l’ampiezza d’applicazione del filtro stesso.
– Contorni Poster
Naturalmente, Contorni Poster rappresenta solamente una delle tantissime opzioni disponibili per i filtri artistici. Navigando fra le altre alternative, è possibile rinvenire:
# Affresco: trasforma lo scatto in un’opera pittorica a murale, regolando la pennellata, il tipo di texture e altro ancora;
# Effetto Acquerello: come suggerisce il nome, modifica il livello con effetti di pittura ad acquerello, regolando sia i pennelli che le ombre;
# Effetto Pennellate: realizza un’opera pittorica più marcata sul fronte del tratto e dello spessore della tempera, sempre con comode opzioni di regolazione;
# Effetto Ritaglio: permette di ottenere un’immagine più stilizzata rispetto all’originale, dall’effetto vettorializzato in senso lato;
# Effetto Sfumino: sempre su base pittorica, sfuma i contorni del soggetto ripreso rendendolo più sfuggente, regolando tratto e la distribuzione della luce;
# Effetto Spatola: riproduce un’opera pittorica a spatola, con la possibilità di agire su intensità e dimensione del tratto;
# Effetto Spugna: analogamente al precedente, permette di ottenere un effetto a spugnature di tempera, con la possibilità anche di definire le sfumature;
# Grana Pellicola: riproduce quella lieve sensazione di disturbo dovuta all’uso di pellicole fotografiche diverse, nonché dalla carta di stampa;
# Involucro di Plastica: evidenzia i contorni delle figure con dei tratti chiari e luminosi, che rimandano proprio alla sensazione di una pellicola di plastica trasparente posta sopra al soggetto inquadrato;
# Luce al Neon: altera i colori di base della fotografia, anche con un’inversione, e offre la possibilità di regolare il bagliore e definire il colore dominante preferito;
# Pastelli su Superficie Ruvida: riproduce la tipica sensazione di matite e pastelli su carte ruvide, come il cartoncino, mettendo quindi in evidenza i rilievi stessi della carta;
# Pennello a Secco: ripropone questa tecnica pittorica regolando dimensione dei pennelli, intensità e texture;
# Vernice di Fondo: pensato per ricreare un tipico effetto su tela, consente di regolare il tratto, la dimensione del pennello, le aree di copertura e molto altro ancora.
Per comprendere come ogni filtro disponga di opzioni regolabili specifiche, può essere utile ricorrere a un paio d’esempi. In Figura , ad esempio, viene evidenziata l’applicazione di Luce al Neon con le tinte del blu come colori dominanti:
– Luce al neon
Un secondo esempio con Pennello a Secco, con un risultato pittorico particolarmente evidente sul muso e sugli occhi del cagnolino inquadrato:
– Pennello a Secco
Filtri Distorsione e Schizzo
Dopo aver appreso le principali funzionalità dei filtri artistici di Photoshop, è giunto il momento di passare ai successivi set disponibili all’interno della suite Adobe. In questa lezione si parlerà quindi dei filtri Distorsione e Schizzo, utili sia per alterare i soggetti dell’immagine che per modificarne profondamente l’aspetto, sino a garantirne una texture più simile al disegno o alla stampa.
Così come già visto in precedenza, anche questi due gruppi di alterazioni si trovano all’interno della Galleria Filtri, richiamabile tramite l’omonima voce del menu Filtro, così come evidenziato in Figura:
– Menu Galleria Filtri
Una volta selezionata l’apposita voce del menu, si aprirà la finestra dedicata della galleria: come ampiamente già ricordato nella precedente lezione, questa interfaccia è svincolata dal livello di lavoro principale, nonché permette di effettuare delle modifiche non distruttive, fino a che non verrà fornita conferma con l’apposito comando. In Figura , le cartelle espanse dei gruppi Distorsione e Schizzo:
– Distorsione e Schizzo
Filtro Distorsione
I filtri appartenenti al gruppo Distorsione permettono, come più che evidentemente suggerito dal nome, di applicare delle modifiche profonde all’immagine, scegliendo degli effetti che possono essere sia artistici che pensati per riprodurre un determinato materiale. Il set è abbastanza esiguo, poiché include unicamente tre proposte:
# Bagliore diffuso: consente di aumentare la luminosità dell’immagine, determinando un effetto di luce granulosa nonché scegliere le aree da evidenziare e quelle, invece, da mantenere in trasparenza;
# Increspatura oceano: mima l’effetto dell’acqua su un’immagine posta al di sotto della sua superficie, offrendo la possibilità di regolare la dimensione e l’ampiezza dell’increspatura stessa;
# Vetro: permette di riprodurre digitalmente una sorta di lastra di vetro ondulato, posta sopra l’immagine, tale da deformare le figure. Oltre a dimensione e sfumatura, è anche possibile scegliere una texture del vetro di propria preferenza.
Proprio come nel caso dei precedenti filtri artistici, anche quelli di distorsione vengono gestiti agendo sulle apposite levette di alterazione, nonché inserendo eventuali valori negli appositi campi. Non esiste una guida standard di riferimento, l’effetto finale dipende unicamente dal gusto personale.
In Figura , ad esempio, è stato applicato il filtro Bagliore Diffuso: come è facile notare, gli slider resi disponibili permettono di regolare Granulosità, Area con Bagliore e Area Trasparente:
– Bagliore Diffuso
In modo del tutto analogo, optando per il filtro Vetro sarà possibile agire su numerose levette, tra cui Distorsione, Sfumatura e Ridimensionamento, optando eventualmente per una texture di propria preferenza. Un esempio è riportato in Figura:
– Vetro
Filtro Schizzo
I filtri presenti nel gruppo Schizzo nascono specificatamente per trasformare una classica immagine fotografica in una sorta di disegno, si tratti della riproduzione digitale di un bozzetto, di un carboncino su cartoncino, di un bassorilievo e molto altro ancora. Rispetto al gruppo precedente, le alternative sono certamente più nutrite:
# Bassorilievo: così come suggerisce il nome, permette di trasformare lo scatto in un bassorilievo, regolando dettagli, sfumatura e direzione della luce;
# Carta da lettere: riproduce il disegno sulla carta ruvida tipica delle lettere, agendo su bilanciamento dell’immagine, granulosità e rilievo;
# Conté Crayon: propone un effetto a pastello su carta ruvida, solitamente monocromatico, con numerose opzioni per migliorarne il tratto;
# Contorni Strappati: imita l’effetto della carta lievemente strappata sui bordi, con le fibre della stessa in rilievo, e permette di regolarne bilanciamento, sfumatura e contrasto;
# Effetto Carboncino: così come suggerisce il nome, offre la possibilità di trasformare la foto in un disegno a carboncino, agendo su spessore, dettagli e bilanciamento del chiaro/scuro;
# Effetto Carta Bagnata: riproduce il tipico scolorimento della tempera su carta bagnata, con i contorni delle immagini che diventano via via più sfumati, regolando fibre, luminosità e contrasto;
# Effetto Cromatura: rimanda alla cromatura tipica dei metalli, tramite un’azione mirata su dettagli e sfumatura;
# Effetto Fotocopia: riproduce la copia monocromatica di un’immagine a colori, tipica delle fotocopiatrici, con la possibilità di regolare le aree chiare e scure;
# Effetto Retinatura: applica una fitta rete di punti su tutta l’immagine, impostandone la densità e i valori tonali;
# Gessetto e Carboncino: unisce il tratto tipico del gessetto con quello del carboncino, per un esito solitamente dicromatico, regolando singolarmente i due tratti e la loro pressione;
# Pattern Mezzetinte: riproduce il sistema di stampa tipico a mezzetinte, con le ombreggiature rese da piccoli quadrati di colore, molto diffuso ad esempio per i fumetti;
# Penna Grafica: così come suggerisce il nome, trasforma l’immagine in una serie di tratti con penna, regolando il tratto e l’applicazione del chiaro e dello scuro;
# Timbro: trasforma lo scatto in un originale timbro a inchiostro, regolandone sempre sfumatura e bilanciamento.
Come ormai ben appreso, ogni singolo filtro presenta un proprio sistema di impostazioni personalizzate. In Figura , ad esempio, l’applicazione del carboncino modificando il tratto e i dettagli tramite i suoi comodi slider:
– Effetto carboncino
In Figura , invece, l’applicazione standard del filtro Pattern Mezzetinte:
– Pattern Mezzetinte
Filtri Stilizzazione e Texture
Ormai presa familiarità con la galleria filtri di Photoshop, è giunto il momento di analizzare due fra le tante alternative presenti: quelle dei filtri di Stilizzazione e Texture. Così come i nomi suggeriscono, permettono di applicare delle modifiche profonde alla propria immagine, sia tramutandola in una piccola opera d’arte che aggiungendo un livello di trama.
Proprio perché disponibili nell’ormai consueta Galleria Filtri, il percorso è analogo alle precedenti lezioni a tema: sarà sufficiente posizionarsi sul menu Filtro del software e scegliere dalla lista la funzione apposita, così come mostrato in Figura:
– Galleria Filtri,menu
Filtri di Stilizzazione
Dopo aver visto le alternative dedicate alla Distorsione e allo Schizzo, come da precedente lezione, la cartella immediatamente successiva è quella della Stilizzazione. Si tratta di un gruppo di filtri che permetto di applicare un effetto pittorico o impressionista al proprio scatto, modificando i singoli pixel, alternandone il contrasto, invertendo i colori e molto altro ancora.
Questo gruppo è certamente peculiare poiché, come si evince in Figura , di primo acchito l’utente si trova dinnanzi a un’unica possibilità: quella garantita da Bordi Brillanti:
– Bordi Brillanti
In realtà, le opzioni sono davvero le più disparate: è sufficiente aprire l’apposito menu di destra, in corrispondenza delle levette del filtro, per scovare diverse personalizzazioni possibili, per ottenere risultati ogni volta diversi.
Nell’esempio riportato sempre in Figura , si è scelto proprio Bordi Brillanti nella sua configurazione di base: sarà possibile regolare Lunghezza e Luminosità del Contorno del soggetto dell’immagine, nonché alterarne la sfumatura. Il risultato è un immagine in contrasto sul nero, con i bordi evidenziati da colori decisamente fluo. La procedura illustrata è analoga a tutte le altre opzioni presenti nel menu a tendina.
Filtri Texture
Oltre alla Stilizzazione, esiste un gruppo di filtri affini a questi ultimi, almeno per le loro caratteristiche artistiche: quelli delle Texture. Così come suggerisce il nome, le alternative offerte in questa cartella permettono di applicare un livello trama sull’immagine, si tratti della riproduzione dell’effetto di un vetro o di una parete in muratura, a seconda delle proprie esigenze e con comodi tool di personalizzazione.
Tra le possibilità offerte da Photoshop, si elencano:
# Applica Texture: permette di applicare una texture sull’immagine e, tramite gli strumenti di regolazione, non definirne la grandezza e l’entità del rilievo, ma anche scegliere numerosi effetti di fusione;
# Effetto Incrinatura: offre la possibilità di aggiungere un layer incrinato, simile a una parete in pietra, gestendo la distanza, la profondità e la luminosità dell’incrinatura stessa;
# Effetto Granulosità: così come suggerisce il nome, applica una trama granulosa sull’immagine, fatta di punti di diversi colori, come un disturbo da bassi ISO o da videocamera. In questo caso, sarà possibile modificare intensità e contrasto;
# Patchwork: senza troppe sorprese, trasforma lo scatto in un patchwork di tasselli dalle sfumature di colore contigue, gestendo la dimensione dei singoli riquadri e il rilievo degli stessi;
# Porzioni Mosaico: riproduce i tasselli tipici di un mosaico, distanziati fra di loro, come se fossero stati generalmente modificati dall’usura del tempo. È possibile definirne la porzione, la distanza dell’intercapedine e l’intensità del colore della stessa;
# Vetro Colorato: trasforma lo scatto in un vetro colorato, fatto di piccoli tasselli, dai bordi a loro volta tinteggiati. È possibile definire la dimensione della cella, la grandezza del bordo e l’intensità della luce.
Passando agli esempi pratici, in Figura è stato scelto i filtro Applica Texture, scegliendo la modalità Mattoni: si noterà come l’immagine sia stata divisa appunto in piccoli mattoncini, come se la stessa fosse stata dipinta o incollata su una parete:
– Applica Texture
In Figura , invece, un esempio con Patchwork: si noti come, scegliendo una dimensione dei riquadri modesta, si ottenga un’immagine dai contorni squadrati, quasi ricamata sulla stoffa:
– Patchwork
Come ultima illustrazione, si è scelto Vetro Colorato: salterà subito all’occhio come, modificando la grandezza delle celle, l’immagine originale possa essere profondamente alterata:
– Vetro colorato
Filtri tratti Pennello
Dopo aver analizzato gli strumenti Stilizzazione e Texture nella precedente lezione, è giunto il momento di apprendere il funzionamento dell’ultimo set disponibile nella Galleria Filtri. La cartella in questione comprende tutti i tool denominati Tratti Pennello: così come suggerisce il nome, permettono di donare a un livello fotografico un aspetto più simile a un dipinto.
Il primo passo è ovviamente quello di richiamare la Galleria Filtri, disponibile nel ben conosciuto menu Filtro, evidenziato in Figura:
– Galleria Filtri
Tratti Pennello
L’ultimo set presente nella Galleria Filtri è, come già anticipato, quello dei cosiddetti Tratti Pennello. Senza grandi sorprese, questi strumenti permettono di modificare il livello di riferimento affinché l’immagine risulti maggiormente affine a un dipinto, anche con la possibilità di sfruttare diverse tecniche pittoriche. La panoramica del set è mostrata in Figura:
– Panoramica Set
Come facile notare dalla precedente immagine, il gruppo in questione è abbastanza nutrito e offre molte alternative per perfezionare la propria vena artistica. Il set è infatti così composto:
# Contorni accentuati: così come suggerisce il nome, permette di accentuare i contorni delle figure riprese nell’immagine, con un tratto simile alla punta di piccoli pennelli. Sarà possibile regolare lunghezza e luminosità del contorno, nonché la sfumatura;
# Contorni A Inchiostro: agisce in modo molto simile al precedente, riproducendo però un effetto a inchiostro anziché analogo alla tempera. Si potrà regolare lunghezza del tratto, nonché l’intensità delle aree scure e della luce;
# Spruzzo: riproduce la classica tecnica pittorica a spruzzo, con la possibilità di gestire facilmente il raggio dello stesso nonché la sua sfumatura;
# Sumi-e: consente di approfittare della tipica tecnica pittorica giapponese, nata mescolando gli inchiostri all’acqua. Sarà quindi possibile regolarne larghezza e pressione del tratto, ma anche il contrasto;
# Tratti a Spruzzo: molto simile al precedente Spruzzo, si concentra sui tratti e sui contorni delle figure, impostando larghezza e direzione del tratto e raggio dello stesso spruzzo;
# Tratti Ad Angolo: simula un’effetto pittorico a brevi tratti, disposti in diagonale rispetto all’orientamento dell’immagine, tramite l’impostazione del bilanciamento della direzione, della lunghezza del tratto e del contrasto;
# Tratti Scuri: abbastanza simile al precedente, scurisce l’immagine con delle pennellate vigorose, con la possibilità di regolare il bilanciamento, l’intensità del nero e quella del bianco.
Funzionando come qualsiasi altro set visto in precedenza, anche per i Tratti Pennello l’interfaccia vede la solita disposizione: sulla sinistra l’anteprima dell’effetto, sulla destra le varie levette di modifica. Si ricorda come qualsiasi alterazione effettuata nella Galleria Filtri non sia distruttiva: il layer principale non viene alterato definitivamente finché non si conferma con l’apposito tasto.
Passando a qualche esempio pratico, il primo è l’Ombra Tratteggiata, illustrata in Figura : si noterà come l’immagine del cane assuma un gradevole effetto pittorico, a pennello piccolo, grazie alla regolazione degli slider laterali:
– Ombra tratteggiata
Procedimento analogo anche per Spruzzo, con dei contorni meno definiti, più affini a un acquerello, tramite la scelta di un raggio di media intensità. L’effetto finale è riportato in Figura:
– Spruzzo
Tratti Scuri, infine, aumenta sensibilmente il contrasto della fotografia presa come esempio, determinando un effetto sfumato e quasi mosso, come evidente in Figura:
– Tratti scuri