Photoshop, tecniche essenziali – 7
Testo: inserimento e formattazione
Dopo aver appreso le modalità di base del ritocco e del disegno, utile è uno sguardo alle opzioni disponibili in Photoshop per il testo. L’inserimento di parole, frasi e interi paragrafi è infatti essenziale nelle operazioni grafiche, si tratti di un editing fotografico o della progettazione da zero di un artwork. Per farlo, il software di Adobe mette a disposizione moltissimi strumenti, utili a coprire ogni necessità.
Adesso impareremo a familiarizzare con l’inserimento di un testo, nonché con una formattazione di base.Per l’inserimento di un testo su un livello, sia esso vuoto o fotografico, sono due i primi tool a cui fare riferimento: lo strumento Testo Orizzontale e Testo Verticale, disponibili sull’omonima barra degli strumenti e identificati da una “T” nell’icona. Quest’ultima è mostrata in Figura:
– Strumenti Testo
Come suggerisce il loro nome, questi tool permettono di inserire testi in orizzontale o in verticale: dopo aver selezionato lo strumento, è sufficiente definire un’area sul livello, trascinando e mantenendo premuto il pulsante del mouse. A questo punto apparirà l’apposito cursore, che segnalerà l’avvio della modalità di digitazione, e il testo potrà essere inserito come in qualsiasi classico editor. Interessante da notare, così come illustrato in Figura , è il comportamento sui livelli: quanto inserito viene racchiuso in uno speciale layer, differente da quello di sfondo, affinché il testo possa essere spostato o modificato in itinere:
– Inserimento del Testo e Livelli
Come facile intuire, il testo può essere modificato e abbellito secondo le proprie preferenze. Tutte le modalità sono ospitate dalla barra delle Opzioni e, come prima proposta, Photoshop prevede il cambio del font. Per farlo, è sufficiente scorrere l’apposito menu a tendina o digitare nel campo il nome della famiglia di caratteri che si intende utilizzare, così come evidenziato in Figura . Per le versioni più recenti del software, inoltre, vi è la possibilità di impiegare font live da TypeKit di Adobe, sia gratuiti che a pagamento:
– Cambio del font
La successiva tendina consente di modificare l’aspetto del font prescelto, ad esempio con un grassetto o un corsivo, tenendo però presente come le opzioni disponibili dipendano dalla singola famiglia di carattere: non tutte, infatti, potrebbero prevedere le stesse modalità. Ancora, si potrà modificare la grandezza in punti e in pixel delle lettere, sia scegliendo tra le opzioni di default dell’elenco che digitando quanto di desiderato nell’apposito campo. L’intero processo è mostrato in Figura:
– Modalità e grandezza
Il menu immediatamente successivo permette di definire la qualità dell’antialising per il testo inserito: questa tecnologia permette di arrotondare le lettere in modo più o meno definito, affinché il loro profilo risulti il meno possibile irregolare. Una scelta importante, orientata sia alla piacevolezza visiva che alla leggibilità, soprattutto sui display. Ancora, si potrà definire l’allineamento del testo all’interno del suo riquadro: a sinistra, centrale o a destra, così come mostrato in Figura . Per l’allineamento giustificato sarà necessario accedere alle funzioni avanzate, così come si vedrà più avanti:
– Antialiasing e allineamento
Ovviamente, sarà possibile modificarne anche il colore. Di default, il testo scritto viene mostrato con la tinta presente nell’apposita casella della barra delle Opzioni, da non confondersi con quelle analoghe della barra degli Strumenti. Per modificare un testo già scritto, serve selezionarlo e cliccare sulla casella stessa: si aprirà il classico picker di Photoshop, così come evidenziato in Figura:
– Modifica del colore
Infine, si potrà accedere alla finestra delle Proprietà avanzate, illustrata in Figura , che permette di regolare non solo tutte le modalità già viste in precedenza, ma anche di nuove quali l’allineamento giustificato, l’interlinea, il kernel e molto altro ancora:
–Proprietà avanzate
Alterare e rasterizzare il testo
Dopo aver appreso i comandi per inserire e impostare la formattazione di un testo, il percorso di Photoshop procede con altri due segmenti fondamentali: l’alterazione e la rasterizzazione. Il primo ambito permetterà di applicare delle piccole modifiche spaziali, nonché di dimensione, alle lettere inserite. Il secondo, invece, consente di trasformare il layer testuale in un livello classico vero e proprio.
Alterare un testo
Così come già accennato, Photoshop offre delle modalità di base per alterare un testo: veloci comandi, normalmente gestiti da apposite levette, per ingrandire, rigonfiare o applicare semplici effetti estetici sul paragrafo digitato. Per accedere a queste funzioni, così come mostrato in Figura , è necessario selezionare la voce Altera Testo nell’omonimo menu:
– Menu Altera Testo
Dopo aver selezionato il testo che si desidera modificare, e aver scelto la voce del menu apposita, a schermo apparirà la relativa finestra di dialogo. Questa permetterà, tramite un comodo menu a tendina, di optare per diverse alterazioni, ognuna delle quali accompagnata da un’apposita icona esemplificativa. In Figura , la finestra in questione:
– Finestra di dialogo
Le modalità di modifica proposte sono davvero le più disparate e, come facile evincere dagli strumenti disponibili, vengono gestite seguendo il medesimo procedimento. Innanzitutto, alla selezione dell’effetto verrà abbinata, in aggiunta al testo stesso, una comoda guida sul livello: servirà per comprendere come verranno alterate le parole nello spazio, approfittando così di una comoda anteprima antecedente alla scelta finale. Ancora, si potrà optare per un’alterazione Verticale oppure Orizzontale, regolarne la Piega e la Distorsione sui due assi.
L’elenco di tutte le opzioni disponibili comprende:
Arco;
Arco Prospettiva Inferiore;
Arco Prospettiva Superiore;
Arcata;
Rigonfiamento;
Arco Conchiglia inferiore;
Arco Conchiglia superiore;
Bandiera;
Onda;
Pesce;
Pendio;
Grandangolo;
Gonfio;
Comprimi;
Torsione.
Naturalmente, trattare tutti i singoli effetti in questo frangente è impossibile, poiché il risultato finale cambia anche in relazione alla lunghezza e allo stile del font e del testo prescelto, nonché alle preferenze personali. Si può, tuttavia, proporre qualche esempio per facilitarne la comprensione. La modalità Arco, così come suggerisce il nome, permette di disporre le parole su un arco bidimensionale: le lettere verranno allineate a un semicerchio, senza nessun cambiamento nelle loro proporzioni, così come mostrato in Figura:
– Arco
Come secondo esempio, utile è trattare la modalità Pesce, poiché meno immediata rispetto ad altre alterazioni geometriche e lineari, nonché del tutto creativa. L’opzione permette di distribuire il testo lungo il profilo di una forma simile proprio a un animale marino, con un cambiamento sensibile delle dimensioni di ogni singola lettera affinché possa essere ricreato un rudimentale effetto prospettiva. Il risultato è illustrato in Figura:
– Pesce
La voce Rigonfiamento, invece, permette di approfittare di uno stile simile all’arco visto in precedenza, ma con lettere più grandi nell’area centrale, come se fossero stampate sulla superficie di un palloncino. Il procedimento è mostrato in Figura:
– Rigonfiamento
Come facile intuire dai tre esempi, tutte le opzioni del menu a tendina vengono gestite tramite i medesimi comandi, non resta quindi che lanciarsi nella sperimentazione. Si ricorda, tuttavia, come alcune versioni antecedenti di Photoshop potrebbero non disporre di una finestra di dialogo, bensì di comandi analoghi sulla Barra delle Opzioni o, ancora, di punti d’ancoraggio da trascinare direttamente sul profilo guida.
Rasterizzare il testo
Così come si è visto nella precedente lezione, l’inserimento di un testo comporta la creazione automatica di un nuovo livello ospitante, dalle caratteristiche specifiche per le operazioni tipografiche. Sebbene sui livelli testo possano essere applicati gran parte degli effetti destinati a quelli classici, quali ad esempio una maschera o un’ombreggiatura, in alcuni casi potrebbe rendersi necessario un nuovo passaggio.
La rasterizzazione del testo permette di convertire quest’ultimo in una classica immagine bitmap, affinché possa essere gestita come qualsiasi altro oggetto del foglio, approfittando di un layer del tutto tradizionale. Prima di procedere alla rasterizzazione, tuttavia, è bene ricordare come l’operazione renda impossibile l’editing consueto delle parole: il testo non verrà più considerato come tale, bensì come una semplice forma.
Per eseguire l’operazione, è sufficiente cliccare con il tasto destro sul livello testo prescelto e, dal menu contestuale, scegliere la voce Rasterizza Testo. In alternativa, la stessa può essere rinvenuta dall’omonimo menu superiore Testo. In Figura , il procedimento:
– Rasterizza un testo
Testo su tracciato
Dopo aver appreso le modalità di base per l’inserimento di testo in Photoshop, utile è analizzare come il software si comporti in relazione ai tracciati. Inserire del testo su un tracciato, sia esso libero oppure una forma chiusa, è infatti indispensabile per ottenere orientamenti irregolari e creativi, oltre alle classiche disposizioni verticali e orizzontali.
Naturalmente, per ottenere un simile effetto sono necessarie alcune competenze pregresse, quali l’uso dello strumento Penna, già visto più volte nelle precedenti lezioni. Allo stesso modo, è bene anche famigliare con le Forme, sia di base che personalizzate.
Testo su tracciato aperto
Si ipotizzi di voler creare un testo dall’andamento ondulato, per abbellire un lavoro di grafica o semplicemente per inserire una didascalia creativa per una fotografia. Photoshop permette di disporre il testo affinché segua un tracciato preesistente, adattandosi alla forma dello stesso. Il primo passo, di conseguenza, è quello di incominciare a creare il proprio tracciato tramite lo strumento Penna, come mostrato in Figura:
– Creazione del tracciato
Per ottenere un risultato finale migliore, è necessario ammorbidire il più possibile il tracciato creato, avvalendosi delle maniglie in prossimità dei punti d’ancoraggio. Ad esempio, in Figura si è fatto ricorso a una singola maniglia per ottenere una forma aperta curva:
– Maniglie e ammorbidimento forme
Ottenuto un tracciato soddisfacente, è necessario selezionare l’icona relativa al Testo Orizzontale dalla relativa barra degli strumenti. Spostandosi in prossimità del tracciato con il mouse, il cursore assumerà una nuova forma ondulata, rispetto all’indicazione canonica. È quindi sufficiente cliccare su una porzione qualsiasi del proprio tracciato, per veder comparire la classica area per la digitazione, come illustrato in Figura:
– Cursore su tracciato
A questo punto, non resta che scrivere il proprio testo, così come evidenziato in Figura . Come facile intuire, sarà possibile applicare tutti gli effetti tipici del testo orizzontale e verticale: si potrà cambiare font, colore, dimensione, applicare ombreggiature e molto altro ancora:
– Inserimento del testo
Lavorando in sinergia, ma rimanendo comunque un elemento separato sul foglio di lavoro, il tracciato realizzato e sfruttato come guida può essere nascosto o eliminato dopo l’inserimento del testo: quanto scritto rimarrà disposto secondo l’orientamento desiderato, senza lasciare linee di disturbo.
Testo su tracciati chiusi e forme
Photoshop permette di inserire il testo su tracciati chiusi, siano essi di creazione personale o una delle tante forme che il software mette a disposizione. Come facile intuire, più i lati della forma appariranno ammorbiditi, maggiore sarà la possibilità di ottenere un effetto omogeneo e piacevole alla vista. Su figure dai numerosi angoli e spigoli, invece, potrebbero verificarsi piccole problematiche di sillabazione, tali da renderne la lettura più complessa.
Si è fatto ricorso a forme dal riempimento colorato, per agevolare la comprensione dello strumento. Naturalmente, la figura scelta può essere anche del tutto vuota, nonché rimossa dopo la digitazione delle frasi. Come nel caso dei tracciati aperti, infatti, l’unico scopo è quello di fungere da guida.
Si ipotizzi di voler disporre del testo attorno a un cerchio. Sarà sufficiente ricorrere alla forma Ellisse, eventualmente mantenendo premuto il tasto SHIFT qualora si voglia ottenere un cerchio perfetto, nonché selezionare lo strumento Testo e cliccare su un qualsiasi punto della circonferenza. Un esempio è riportato in Figura , dove viene evidenziato il classico cursore di scrittura:
– Cursore su cerchio
Alla digitazione, il testo si disporrà automaticamente lungo la circonferenza del cerchio, come evidenziato in Figura , fino a occupare tutto lo spazio disponibile:
– Testo su cerchio
Trattandosi di tracciati chiusi, si potrà includere del testo non solo sulla porzione esterna della forma, ma anche su quella interna. Per farlo, è necessario prestare attenzione all’icona del cursore prima di cliccare sul tracciato con lo strumento Testo, quindi posizionandosi secondo le proprie esigenze dentro o fuori la forma. Un esempio è riportato in Figura:
– Tracciato interno alla forma
Maschera di Testo
Tra gli strumenti disponibili in Photoshop per la gestione del testo, le maschere rappresentano di certo una soluzione indispensabile. In modo del tutto analogo alle maschere di livello viste in precedenza, permettono di mostrare o nascondere porzioni del layer sottostante, in modo rapido e poco impegnativo.
Per capirne il funzionamento, utile sarà spiegare uno dei ricorsi più classici alle maschere di testo: la trasformazione di una parola affinché all’interno di ogni singola lettera venga mostrata una fotografia presente su un sottostante livello. Per farlo, si metteranno a confronto due modalità diverse: l’uso della Maschera di Testo Orizzontale e della Maschera di Ritaglio.
Strumento Maschera di Testo
Oltre ai classici strumenti di testo, Photoshop include una coppia di tool aggiuntivi: la Maschera di Testo Orizzontale e la Maschera di Testo Verticale. Questi funzionano in modo del tutto analogo e posso essere trovati facilmente nella barra degli Strumenti. In Figura , le loro icone di riferimento:
– Strumenti Maschere di Testo
Si ipotizzi di avere a disposizione un layer fotografico e di voler aggiungere un testo speciale, affinché lo scatto diventi l’anima degli stessi caratteri. Per farlo, si selezioni lo strumento Maschera di Testo Orizzontale – o Verticale a seconda delle esigenze – e si tracci l’area di scrittura sulla porzione desiderata del livello. Come si noterà, lo spazio assumere un colore rosso semitrasparente, come le più classiche delle maschere. A questo punto, digitando sulla tastiera il relativo testo verrà mostrato in trasparenza, così come in Figura:
– Inserimento del Testo Maschera
Come si è visto in precedenza, l’effetto primario di una maschera è la creazione di una relativa selezione, oltre alla possibilità di mostrare o nascondere una porzione del layer sottostante. Cliccando con il mouse a seguito della digitazione del testo, lo stesso si trasformerà quindi nella già citata selezione, come evidente in Figura:
– Selezione da Maschera
La selezione in questione può essere spostata, modificata e gestita come qualsiasi altra classica, senza nessuna limitazione. Per ottenere l’effetto accennato a inizio paragrafo, ovvero la possibilità la fotografia occupi la porzione interna delle lettere, sarà sufficiente scegliere la voce Inversa dal menu Selezione, quindi tagliare lo spazio in eccesso. Il risultato sarà simile alla Figura , ovviamente con un colore di sfondo pari a quello definito nella palette di sinistra o, ancora, trasparente se il livello sottostante lo prevede:
– Risultato finale
Maschera di Ritaglio
L’effetto ottenuto tramite lo strumento Maschera di Testo Orizzontale può essere riprodotto anche seguendo un percorso di lavoro classico, tuttavia più efficace. Si sarà notato, nel precedente esempio, come la porzione dell’immagine che verrà occupata dalle lettere debba essere spazialmente decisa a priori, poiché immodificabile a seguito dell’inversione della selezione. Sfruttando una Maschera di Ritaglio, però, sarà possibile applicare modifiche e spostamenti anche in itinere.
Tramite il classico strumento Testo Orizzontale, si inserisca il testo in questione in una qualsiasi porzione del foglio di lavoro. Il colore dei caratteri sarà ovviamente uguale a quello definito nell’apposita palette, così come riportato in Figura:
– Inserimento classico del testo
A questo punto, si modifichi l’ordine dei livelli affinché il testo creato sia sottostante al layer fotografico. I caratteri verranno perciò nascosti sul foglio di lavoro, a meno che non si riduca l’opacità del livello superiore. Fatto questo, si selezioni l’immagine nell’elenco dei livelli e, tramite il tasto destro, si scelga la voce Crea Maschera di Ritaglio. Quest’ultimo comando è disponibile anche nel menu Livelli, così come mostrato in Figura:
– Crea Maschera di ritaglio
La maschera, illustrata in Figura , porterà alla creazione di un effetto del tutto analogo al precedente, con delle porzioni della fotografia racchiuse all’interno dei singoli caratteri. A differenza dell’esempio già riportato, però, si potrà agire sul livello fotografico spostandolo a piacimento, quindi decidendo con più calma quali soggetti mostrare o quali nascondere, oppure si può procedere con la Gomma sulla maschera stessa per svelare parti aggiuntive dello scatto. Una soluzione, di conseguenza, decisamente più versatile:
– Effetto Finale
Testo raster e vettoriale
Precedentemente, si è fatto breve accenno ai comandi di rasterizzazione, sia dalla barra del menu che tramite le tendine contestuali del pannello Livelli. Ma quali sono le opzioni nel dettaglio di questa funzionalità e, ancora, poiché sovente può rendersi necessario convertire quanto di digitato in questo formato?
La rasterizzazione del testo è una delle possibilità primarie di Photoshop, tanto che il software spesso suggerisce all’utente la conversione automatica, alla selezione di strumenti compatibili unicamente con livelli raster. Prima di cominciare, però, è bene comprendere la differenza tra un testo vettoriale e uno invece rasterizzato
Testo vettoriale e testo raster
Così come già visto in passato, per rasterizzare un testo in Photoshop è sufficiente, dopo aver selezionato lo stesso nel pannello Livelli, scegliere l’opzione Rasterizza Livello Testo dell’omonimo menu: un esempio è riportato in Figura . In alternativa, è possibile cliccare con il tasto destro sul testo stesso nella gerarchia dei layer, dopodiché scegliere la voce corrispondente dal menu a tendina contestuale:
– Rasterizzazione del testo
Per quale motivo, però, questo processo si rende necessario? Di default, il testo inserito su un livello di Photoshop è di natura vettoriale: si comporta quindi come qualsiasi altra forma o tracciato. In altre parole, potrà essere ingrandito o rimpicciolito, così come anche deformato, senza nessuna perdita di qualità visiva. Ancora, selezionando lo strumento corrispondente, si potrà modificare il testo stesso in itinere, ad esempio per correggere un errore di digitazione, cambiarne il font, il colore e molto altro. Con il processo di rasterizzazione, invece, quanto di digitato viene convertito da una forma vettoriale in pixel. I caratteri non potranno più essere modificati, perciò, mentre la deformazione porterà a una perdita di qualità visiva. In Figura , il confronto tra l’ingrandimento di un esempio vettoriale (V) e di un raster (R):
– Ingrandimento vettoriale e raster
Per quanto un layer testuale rasterizzato perda questa importante qualità, ne assume delle altre altrettanto interessanti. La trasformazione da testo in senso stretto a pixel, ad esempio, permette di applicare tutti quegli strumenti tipici della gestione dei livelli, dai pennelli alle gomme, passando per molto altro ancora. In Figura , l’effetto proprio della gomma sul raster:
– Gomma su raster
Una simile possibilità non è invece applicabile su un testo vettoriale: non a caso, quando si cerca di usare lo strumento Gomma su questo tipo di oggetto, è lo stesso Photoshop a richiedere la conversione. La finestra di dialogo è riportata in Figura:
– Suggerimento di rasterizzazione
La scelta fra le due modalità è tutt’altro che semplice, poiché spesso può essere necessario approfittare contemporaneamente delle qualità di entrambe. Fortunatamente esistono dei metodi alternativi che, pur essendo meno efficaci, potrebbero portare al medesimo risultato. Fra i tanti, l’uso delle Maschere è certamente il più diffuso.
Si ipotizzi di voler usare lo strumento Gomma su un testo, senza però perderne le proprietà vettoriali. Il primo passo è quello di aggiungere una Maschera, selezionandola direttamente dalla palette dei livelli. A questo punto, è sufficiente disegnare o cancellare sulla maschera stessa: quest’ultima rivelerà il livello sottostante a quello di testo, con un effetto visivo analogo proprio alla gomma. In Figura , una rapida applicazione:
– Maschera sul testo
La maschera svela il livello sottostante, ma non cancella effettivamente dei pixel. Per questo motivo, basterà selezionare il comune strumento Testo per modificare o correggere la digitazione, come evidenziato in Figura:
– Modifica del testo
Sfoca, Nitidezza e Sfumino
Dopo aver appreso alcune delle più importanti risorse di base di Photoshop, dalle selezioni all’inserimento di testo, è giunto il momento di compiere i primi passi con la manipolazione fotografica. Alcune delle funzioni sono state già elencate sia nel capitolo dedicato alle Trasformazioni Avanzate che al Ritocco di Base, ora si elencheranno anche gli altri strumenti. I precedenti, infatti, sono da considerarsi propedeutici per questa sezione.
Tra i primi tool che Photoshop mette a disposizione dell’utente per modificare nel profondo dei livelli fotografici, vi sono certamente gli strumenti Sfoca, Nitidezza e Sfumino. Questi servono per compiere delle alterazioni manuali sullo scatto e funzionano, come facile comprendere, in modo molto analogo ai pennelli.
Photoshop mette a disposizione alcuni piccoli strumenti per modifiche al volo per le proprie fotografie, ovvero destinate alla correzione di limitate imperfezioni o, ancora, ad alterazioni di media entità. Fra queste, spiccano gli strumenti Sfoca, Nitidezza e Sfumino, solitamente raggruppati fra di loro. Le relative icone sono mostrate in Figura:
– Sfoca, Nitidezza, Sfumino
Per comprendere il loro funzionamento, si partirà da alcuni esempi, volutamente esagerati per agevolarne la comprensione. Così come suggerisce il nome stesso, il tool Sfoca permette di ridurre la messa a fuoco di alcune porzioni dell’immagine, semplicemente trascinando il mouse sulle stesse. Esattamente come un pennello, si potrà cambiare dimensione, durezza e altre caratteristiche cliccando con il tasto destro su un punto qualsiasi del foglio di lavoro, quindi selezionando le opzioni desiderate dalla finestra di dialogo. In Figura , una sfocatura sul fiore concentrata su parte dei petali, del gambo e del capolino:
– Strumento Sfoca
Il tool Nitidezza, invece, permette di ravvivare delle porzioni dell’immagine non perfettamente chiare o messe a fuoco, modificandone in modo sensibile luminosità e contrasto. Per l’esempio riportato, si è resa più evidente la porzione centrale della margherita. Anche in questo caso, si potrà sfruttare una finestra di dialogo del tutto simile ai pannelli, così come mostrato in Figura:
– Strumento nitidezza
Lo strumento Sfumino, invece, permette di alterare lo scatto trascinandone i colori e gli elementi nella direzione desiderata, riproducendo esattamente l’effetto di un dito passato sulla vernice o la tempera ancora fresca. Dotato sempre dell’ormai canonica finestra di dialogo, segue il movimento del mouse e la grandezza della punta scelta, così come evidenziato in Figura:
– Strumento Sfumino
Tutti i tool funzionano con un andamento progressivo, finché il pulsante del mouse non viene rilasciato. Questo vuol dire che, passando su un’area già precedentemente sfumata con l’apposito strumento, si aumenterà il grado stesso della sfumatura per semplice sovrapposizione.
Come facile intuire, le applicazioni reali dei tre strumenti risultano essere molto meno ingombranti rispetto ai tre esempi riportati, questi ultimi a scopo unicamente illustrativo. Usati con parsimonia, invece, permettono di raggiungere importanti obiettivi di fotoritocco. In Figura , giusto per elencare una delle modalità d’uso tipiche, l’impiego di Nitidezza per ravvivare l’iride e le ciglia in uno scatto in primo piano:
– Nitidezza per gli occhi
In Figura , l’immagine precedente è stata completata impiegando Sfoca e Sfumino per alcuni effetti d’inquadratura e per ridurre piccole imperfezioni. Il primo strumento ha permesso di rendere meno evidente il ciuffo di capelli in alto a destra, affinché l’occhio emerga con più forza. Sfumino, invece, ha consentito di addolcire alcune pieghe della pelle in prossimità dell’area in ombra del naso:
– Sfoca e sfumino per gli occhi
Scherma, Brucia e Spugna
Dopo aver visto le applicazioni pratiche degli strumenti Sfoca, Nitidezza e Sfumino, è giunto il momento di trattare altri tre tool di uso quotidiano per la manipolazione fotografica. Si tratta di Scherma, Brucia e Spugna, delle alternative che, così come suggerisce il nome, agiscono principalmente sulla saturazione, le luci e il contrasto dei propri scatti. Le modalità d’uso sono praticamente analoghe alle precedenti, illustrate prima, non dovrebbero quindi rappresentare un intoppo nemmeno per i neofiti:
– Scherma, Brucia, Spugna
Strumento Scherma
Tra le necessità più frequenti del ritocco fotografico, schiarire piccole zone o porzioni intere è forse una delle attività più frequenti. Photoshop permette di agire in molti modi, ad esempio regolando i valori di esposizione del livello, eppure non sempre il risultato è quello desiderato, soprattutto quando si deve agire su aree singole dello scatto. A rispondere a questa esigenza, ci pensa lo strumento Scherma: utilizzato come un pennello, non fa altro che schiarire le porzioni desiderate, così come dimostrato in Figura . Per facilitare la comprensione, il foglio di lavoro è stato separato in due porzioni dal Righello: sulla sinistra la versione originale, sulla destra invece quella modificata:
– Strumento Scherma
Così come accennato, il tool funziona in modo analogo a qualsiasi pennello: cliccando con il tasto destro sul livello di lavoro, di conseguenza, apparirà l’apposita finestra di dialogo per modificare tipologia di pennello e di punta, caratteristiche del tratto e molto altro ancora, come riportato in Figura . Non è però tutto, poiché dalla barra delle Opzioni si potrà approfittare di un menu a tendina, utile per scegliere se lavorare su Ombre, Luci e Mezzitoni:
– Regolazione di Scherma
Strumento Brucia
Analogamente al caso precedente, capita sovente di dover scurire alcune porzioni di un’immagine. Anche in questo caso, il software di Adobe fornisce diverse alternative, quali sempre la regolazione dell’esposizione oppure del contrasto, tuttavia può rendersi utile un pennello che agisca solo su aree di nostro interesse. Al contrario di Scherma, lo strumento Brucia rende più scure le zone su cui viene passato, come evidente in Figura:
– Strumento Brucia
Così come avvenuto nel paragrafo precedente, cliccando con il tasto destro su una porzione libera del livello di lavoro si potrà modificare la tipologia di tratto, scegliendo punte, tipi di pennello ed eventuali sfumature dall’apposita finestra di dialogo. Sempre dalla barra delle Opzioni, invece, si potrà accedere al menu a tendina per decidere di agire su Ombre, Mezzitoni oppure Luci, così come riportato in Figura:
– Opzioni di Brucia
Strumento Spugna
Tra le tante necessità quotidiane del fotoritocco e della manipolazione fotografica, infine, non manca un intervento diretto sui livelli di saturazione del colore. Ancora una volta, Photoshop fornisce numerose alternative per raggiungere questo scopo, come ad esempio l’omonimo controllo Saturazione. Tuttavia, serve uno strumento mirato per gestire aree singole del livello. Lo strumento Spugna permette di raggiungere proprio questo obiettivo, intervenendo in modo intelligente sull’intensità del colore, solitamente desaturandolo. L’applicazione pratica è mostrata in Figura:
– Strumento Spugna
A differenza dei tool Scherma e Brucia, quest’ultimo strumento non agisce ovviamente su luci, mezzitoni e affini, ma sarà comunque possibile controllare la dimensione e l’intensità del tratto.
Pannelli di regolazione: panoramica
Dopo aver visto alcuni utili strumenti per la manipolazione fotografica di base, dallo Sfoca al Brucia delle precedenti lezioni, è giunto il momento di prendere familiarità con i pannelli di regolazione. Alcune delle funzioni disponibili sono state già analizzate nel corso della guida, tuttavia si tratteranno ora nella loro interezza, concentrandosi sul fotoritocco.
Si proporrà una panoramica del pannello del Navigatore, dell’Istogramma e delle Regolazioni. Verranno illustrate le loro funzionalità più semplici, affinché possano ritornare utili sin dal primo utilizzo, tuttavia in seguito tali strumenti verranno illustrati nel dettaglio.
Pannelli di regolazione: abilitazione e posizione
Prima di mostrare le caratteristiche dei tre pannelli sopraelencati, è necessario comprendere quale sia la loro posizione nell’interfaccia di Photoshop, nonché la loro abilitazione. Come si è visto in passato, le edizioni recenti del software Adobe permettono di modificare l’interfaccia a seconda delle proprie esigenze, sia scegliendo fra varie impostazioni di default che tramite personalizzazione. In questo caso, è necessario spostarsi sull’icona delle Aree di Lavoro in alto a destra, di fianco al tool di ricerca, e selezionare tra le varie possibilità fornite dal menu a tendina, così come mostrato in Figura . Per un lavoro fotografico, come facile intuire, servirà scegliere l’omonima opzione Fotografia:
– Aree di Lavoro
Nella colonna destra, poco sopra alla classica palette dei Livelli, dei Canali e via dicendo, si noterà ora la presenza di tre pannelli: l’Istrogramma, le Regolazioni e il Navigatore. Si partirà nella panoramica proprio da quest’ultimo, poiché il più semplice, nonché dall’uso maggiormente frequente.
Introduzione al Navigatore
Il Navigatore rappresenta uno strumento indispensabile per la manipolazione fotografica, poiché permette di passare velocemente da una porzione all’altra del livello, anche ingrandendo l’area desiderata. Un anteprima del foglio di lavoro è mostrata all’interno del pannello stesso e, su questa, è riportato un riquadro dal bordo rosso: questo indica graficamente l’area di ingrandimento, nonché quella visualizzata all’interno del software. Un esempio è disponibile in Figura:
– Navigatore
Muoversi all’interno del Navigatore è molto semplice: tramite lo slider sotto l’anteprima, scorrendo a destra o a sinistra, si potrà ingrandire o ridurre l’area visualizzata. Spostando con il mouse il riquadro rosso, invece, si potrà modificare la porzione visualizzata sul foglio di lavoro.
Introduzione all’Istrogramma
Altro strumento indispensabile per il ritocco fotografico, forse più destinato ai professionisti e a coloro che hanno acquisito grande familiarità con il software, è l’Istogramma. Quest’ultimo illustra graficamente, con una rappresentazione a due assi, la distribuzione dei valori dei pixel all’interno di un’immagine. Nell’apposito pannello, così come mostrato in Figura , apparirà quindi una distribuzione per ogni elemento dell’immagine:
– Istogramma
Di norma, il grafico mostra la distribuzione dei pixel nelle zone d’ombra dell’immagine, dei mezzitoni e delle aree di luce, rispettivamente nella porzione sinistra, centrale e destra del grafico. Cliccando sull’apposita icona delle opzioni sarà possibile modificare le modalità di visualizzazione, nonché scegliere se approfittare di una distribuzione complessiva o singola, ad esempio per colore, per luci, per canale e molto altro ancora. In assenza di grandi necessità, e soprattutto per i neofiti, al momento l’Istrogramma può semplicemente rappresentare un’indicazione per comprendere la qualità della luce, del colore e delle ombre della propria immagine.
Introduzione alle Regolazioni
Il pannello delle Regolazioni, infine, raccoglie in modo molto versatile e comodo alcuni degli strumenti di utilizzo più frequente per il ritocco fotografico, così come mostrato in Figura:
– Pannello delle regolazioni
Le possibilità sono le più svariate, dalla regolazione della luminosità alle mappe per la sfumatura, e verranno spiegate nel dettaglio in seguito. A scopo esemplificativo, in Figura è mostrato come, selezionando l’icona relativa alle Curve, venga aperto il relativo pannello. Si tratta, di conseguenza, di un modo rapido per raggiugnere degli strumenti che, altrimenti, richiederebbero diversi passaggi aggiuntivi:
– Esempio di Curve