Photoshop, tecniche essenziali – 5
Alterazione prospettica
Il percorso dedicato alle trasformazioni avanzate di Photoshop prosegue con uno strumento molto efficace: quello dell’Alterazione Prospettica. Grazie a questo tool, infatti, sarà molto semplice correggere la prospettiva di un’immagine, spesso distorta sia dalle lenti della macchina fotografica che dalla posizione stessa di scatto.
Non capita di rado che, una volta scattata una fotografia, la prospettiva dell’inquadratura non sia perfettamente corretta. Una condizione molto evidente quando si fotografano paesaggi ed edifici, dovuta sia alla tendenza alla distorsione delle lenti delle macchine fotografiche, che al punto d’osservazione del fotografo. In Figura , ad esempio, è possibile notare come i lati destro e sinistro del palazzo siano leggermente incurvati:
– Scatto originale
Lo strumento Alterazione Prospettica si trova nel menu Modifica: per accedervi, però, è necessario che il livello su cui si vorrà lavorare sia sbloccato, così come riportato in Figura . Per eliminare il blocco, è sufficiente cliccare sull’icona a lucchetto posta di fianco al nome del livello desiderato:
– Alterazione propspettica
Una volta selezionato lo strumento Alterazione Prospettica, apparirà un tool per il disegno sul livello scelto. Si tratta di una griglia a punti, che potrà essere modificata a piacere per tracciare la propria prospettiva. È necessario, per approfittare delle funzionalità dell’Alterazione Prospettica, tracciare almeno due griglie sul singolo livello. In Figura , il primo esemplare:
– Prima griglia
La griglia creata, naturalmente, deve essere posta in prospettiva rispetto al soggetto da correggere all’interno dell’immagine. Per farlo, si trascinano gli appositi punti agli angoli: spostandosi in qualsiasi direzione con il mouse, questi si modificheranno rispetto al centro, determinato dal punto diametralmente opposto. Così come riportato dall’esempio in Figura , è necessario che la griglia venga posizionata nel modo più vicino possibile all’effetto di prospettiva che si vorrà ottenere:
– Posizionamento prima griglia
Per immagini complesse – è il caso, ad esempio, di un incrocio stradale o di un edificio immortalato rispetto a uno dei suoi angoli – è necessario tracciare più di una griglia. Rispetto allo scatto proposto in questa lezione, si dovrà posizionare il nuovo esemplare sul lato adiacente a quello creato nel passaggio precedente, unendolo a quello esistente sul lato libero più prossimo. Per farlo, è sufficiente avvicinare la griglia al lato stesso: Photoshop li collegherà automaticamente. Il tutto è mostrato in Figura:
– Posizionamento seconda griglia
A questo punto, si otterrà sul livello un reticolo di prospettiva, un poligono complesso modificabile in ogni suo punto di ancoraggio. Spostando ogni punto con il mouse, infatti, l’intera fotografia sottostante verrà modificata, fino a ottenere il risultato sperato. L’attività potrebbe richiedere una certa pazienza, nonché del tempo a disposizione, poiché la modifica di un singolo punto porta a cambiamenti sull’intera fotografia: sarà quindi necessario sperimentare per trovare un buon equilibrio fra tutti gli elementi ripresi.
In Figura , è mostrata una correzione volutamente accentuata, per aiutare la comprensione del funzionamento dello strumento. Come si può notare, alcune parti dell’immagine risultano ingrandite rispetto all’originale, mentre altre appaiono più piccole o, ancora, tagliate dal canvas. Per questo motivo, dopo aver corretto la prospettiva, potrebbe essere necessario ricorrere allo strumento Taglierina per eliminare eventuali parti in eccesso o aree di sfondo visibili:
– Esempio di prospettiva
Alterazione marionetta
Tra le funzioni di trasformazione avanzata, Photoshop offre da tempo uno strumento molto versatile: quello dell’Alterazione Marionetta. Introdotto con la Creative Suite 5, il tool permette di modificare la posizione di alcuni elementi dell’immagine, facendo leva su dei punti cardine. Nel dettaglio, così come suggerisce il nome, l’Alterazione Marionetta permette di suddividere un soggetto ripreso in porzioni simili a uno scheletro, spostandone quindi i singoli arti a proprio piacimento.
Alterazione Marionetta: come funziona
Come tutti gli strumenti di trasformazione avanzata di Photoshop, anche l’Alterazione Marionetta si trova all’interno del menu Modifica, così come mostrato in Figura . Per accedervi, tuttavia, è necessario che il livello sia sbloccato:
– Menu Alterazione Marionetta
Prima di procedere, è necessario verificare di essere in possesso di un’immagine che possa prestarsi a questo tipo di trasformazione, quindi con soggetti umani, animali, ma anche pupazzi o personaggi di fantasia. Per questo esempio, si è scelto di ricorrere a un elefante, per modificarne la posizione della proboscide: per comodità, l’immagine è stata precedentemente scontornata e proposta su uno sfondo trasparente. La tipologia di sfondo disponibile è infatti molto importante: qualora non fosse omogeneo, la trasformazione potrebbe portare a sgradevoli incongruenze visive.
Dopo aver selezionato l’omonimo comando, l’immagine scontornata sarà racchiusa in una griglia, una sorta di wireframe che permetterà di lavorare agevolmente sul soggetto ripreso, identificandone facilmente le aree che meglio si prestano a un nuovo posizionamento. In Figura , l’esempio sull’elefante prescelto:
– Griglia
Prescelta l’area che si desidera alterare, si procede alla definizione di alcuni punti, detti Perni di Alterazione, attorno ai quali le porzioni della figura potranno ruotare. Per farlo, è sufficiente cliccare con il mouse sulla zona in cui si desidera appaia il perno, come mostrato in Figura:
– Perno di alterazione
Naturalmente, a seconda del tipo di risultato finale desiderato, un singolo perno di rotazione potrebbe non essere sufficiente ai propri scopi. Sempre cliccando con il mouse, di conseguenza, è possibile aggiungerne di nuovi, possibilmente con una distribuzione abbastanza omogenea, come illustrato in Figura:
– Distribuzione dei perni
Posizionati tutti i perni, è possibile passare all’alterazione vera e propria. Si noterà come, passando il mouse sopra a un perno già esistente, l’icona dello stesso si modificherà, nascondendo la puntina – detta anche pin – precedentemente sfruttata per l’ancoraggio. Cliccando quindi su un perno disponibile, e mantenendo premuto, lo si potrà trascinare ottenendo immediatamente una modifica della posizione dell’area su cui si sta lavorando. Ovviamente, quando si lavora con perni multipli si dovrà procedere a tentativi, modificando ciascun punto a poco a poco, fino a ottenere l’effetto sperato. In Figura , si noterà come la proboscide sia più arrotolata vicino alla bocca del pachiderma, rispetto all’aspetto disteso dello scatto originale
– Alterazione terminata
Come già accennato, sul singolo soggetto è possibile definire più perni d’alterazione, anche con una distribuzione a gruppi. Quando sufficientemente distanziati sul layout, infatti, tali punti possono anche fungere in modo abbastanza indipendente, seppur comunque comportando qualche modifica anche allo scatto nel suo complesso. Ad esempio, così come mostrato in Figura , sarà possibile cambiare a proprio piacimento non solo la posizione della proboscide, ma anche quella della coda o, in alternativa, delle zampe.
– Alterazioni multiple
Allineamento e Fusione Livelli automatici
Tra le varie trasformazioni avanzate disponibili in Photoshop, particolarmente interessanti risultano due opzioni del tutto automatizzate, pensate per realizzare piccole composizioni di immagini. Con Allineamento Automatico Livelli e Fusione Automatica Livelli, infatti, sarà possibile gestire i propri layer in modo rapido e immediato.
Allineamento e fusione automatici
Si supponga di disporre di tre livelli dai toni e dai soggetti simili, contigui fra di loro ma non perfettamente allineati. Per facilitare la comprensione, si è deciso di dividere un precedente scatto panoramico in tre porzioni distinte, come evidente in Figura:
– Livelli non allineati
Sebbene Photoshop, soprattutto a partire dall’edizione CC, fornisca delle griglie rapide per l’allineamento dei vari livelli, non sempre il risultato manuale è dei migliori. Con la funzione Allineamento Automatico Livelli, disponibile nel menu Modifica, il software provvederà autonomamente a questo compito, compensando con l’elaborazione grafica eventuali sovrapposizioni non coerenti. Il percorso fra i menu dello strumento è mostrato in Figura:
– Allineamento automatico Livelli
Selezionata la funzione, una finestra di dialogo mostrerà le varie alternative per realizzare il proprio allineamento, come illustrato in Figura:
– Opzioni di allineamento
Di seguito, gli effetti ottenibili per ogni singola opzione:
# Automatica: il software sceglie autonomamente, a seconda del risultato migliore, l’applicazione di un layout Prospettiva o Cilindrico;
# Prospettiva: il software sceglie, fra le caratteristiche dei layer, quello che può fungere come immagine di riferimento, quindi sposta, allunga o inclina gli altri layer fino a ottenere la migliore composizione;
# Cilindrico: allinea i livelli per ottenere l’effetto migliore, determinando una distorsione agli angoli, allargandone quindi la profondità di campo;
# Sferico: allinea in modo sferico le immagini, modificandole sia in verticale che in orizzontale, a seconda del layer centrale di riferimento;
# Collage: allinea i livelli a seconda delle corrispondenze delle sovrapposizioni, senza distorcere i soggetti delle immagini;
# Riposiziona: non modifica i livelli durante l’allineamento, quindi non allunga o riduce i riquadri né i soggetti inquadrati.
In Figura , il risultato ottenuto con l’impostazione Automatica: il panorama iniziale, quello suddiviso per l’esempio, è stato completamente ricomposto. Sui bordi, tuttavia, potrebbe essere necessario un blando ritaglio.
– Allineamento finale
Di funzionamento del tutto simile è la funzione Fusione Automatica Livelli: come suggerisce il nome, questo strumento permette di fondere più layer sovrapposti dai contenuti simili e contigui, compensando graficamente le aree eventualmente incongruenti e ottenendo un nuovo livello unito. La funzione si trova sempre nel menu Modifica, come mostrato in Figura:
– Fusione Automatica Livelli
Anche in questo caso, all’utente verrà presentata una finestra per la scelta di alcune impostazioni aggiuntive, così come evidente in Figura:
– Opzioni di Fusione
Optando per la modalità Panorama, come facile intuire, si otterrà una composizione panoramica delle proprie immagini, con la compensazione eventuale di aree non perfettamente congruenti. Qualora si fosse spuntata l’opzione di riempimento in base al contenuto, le aree trasparenti verranno coperte. Con Crea Serie di Immagini, invece, la fusione avviene scegliendo il miglior dettaglio di ogni singolo layer, quindi modificando anche tonalità, luminosità ed esposizione per un effetto più artistico.
Trasformazione libera
Dopo aver appreso tutti gli strumenti di Photoshop dedicati alle trasformazioni avanzate, è giunto il momento per uno sguardo alla Trasformazione Libera. Si tratta di un tool che, oltre a racchiudere in un certo senso tutti i precedenti, offre anche grande capacità di personalizzazione da parte dell’utente.
Il comando Trasformazione Libera si trova nel menu Modifica, così come illustrato in Figura:
– Trasformazione Libera
Trasformazione Libera: il funzionamento
Di primo acchito, lo strumento di Trasformazione Libera può risultare molto familiare: il funzionamento di base, infatti, non è molto dissimile dal tool Scala, già visto nelle lezioni precedenti. Dopo aver selezionato il livello sul quale si vuole lavorare, sbloccandolo se si tratta di quello di sfondo, appariranno delle apposite maniglie di trascinamento, poste agli angoli e al centro dei lati del layer stesso. Un esempio è mostrato in Figura:
– Maniglie di Trasformazione
Trascinando le maniglie nella posizione preferita, si potrà modificare il livello secondo la dimensione desiderata. A differenza di Scala, tuttavia, lo strumento non vede limiti di deformazione: la modifica del layer, infatti, potrebbe anche non risultare in proporzione alle dimensioni originali dell’oggetto o dell’immagine modificata. In Figura , un esempio di distorsione, appositamente accentuato per agevolare la comprensione:
– Trasformazione senza proporzioni
Lo strumento Trasformazione Libera vede anche delle funzioni aggiuntive, alcune accessibili posizionando il mouse su porzioni ben precise del livello, altre tramite l’abbinamento con alcuni comandi da tastiera. La prima viene rappresentata dalla possibilità di ruotare il livello o l’immagine su cui si sta lavorando: è sufficiente posizionare il mouse nelle vicinanze delle maniglie poste agli angoli, attendere la modifica del cursore in un’icona a doppia freccia ricurva e trascinare nella direzione desiderata. Si tratta di un’inclusione molto comoda, poiché evita di ricorrere al menu Trasforma, oppure alle funzioni avanzate di Ritaglio, eliminando passaggi noiosi. Il funzionamento è dimostrato in Figura :
– Rotazione
Così come già accennato, la funzione vede anche l’associazione con alcuni comandi da tastiera, pensati per abilitare alcune possibilità aggiuntive. Il primo, e forse dall’utilizzo più frequente, serve per effettuare una trasformazione svincolata dal centro. Trascinando normalmente le maniglie disponibili, si noterà come la modifica dell’immagine o dell’oggetto avvenga sempre dal suo centro, quindi con una distorsione che tende a essere lineare sia in altezza che in larghezza. Mantenendo premuti i tasti ALT/CMD, rispettivamente per Windows e Mac, la distorsione si sposterà invece rispetto al centro del bordo selezionato, come illustrato in Figura . Allo stesso tempo, premendo CTRL/CMD+SHIFT, sempre a seconda dei due sistemi operativi poc’anzi citati, si potrà inclinare immagine, layer oppure l’oggetto secondo le proprie preferenze:
– Distorsione non lineare
Non è però tutto, poiché lo strumento di Trasformazione Libera permette di agire, seppur in modo elementare, anche sulla prospettiva. A questo scopo è forse più utile ricorrere a tool dedicati, come l’Alterazione Prospettica vista nelle precedenti lezioni, tuttavia per la modifica di base del piano è sufficiente mantenere premuti i tasti CTRL+ALT+SHIFT, effettuando quindi un trascinamento dalla maniglia centrale del lato prescelto. Un esempio, appositamente accentuato, è compreso in Figura:
– Prospettiva
Timbro Clone
Dopo aver appreso le informazioni di base sulla gestione dei livelli, sulle selezioni e sulle trasformazioni, le competenze sono ora sufficienti per lanciarsi nelle prime operazioni di ritocco fotografico. Adesso, infatti, si analizzeranno gli strumenti più idonei per delle semplici modifiche ai propri scatti, sia in termini di editing dei soggetti ripresi, che di colori e disegno.
Il primo strumento utile a questo scopo, e probabilmente il più famoso, è certamente il Timbro Clone. Si tratta di un tool che, come suggerisce il nome, permette di copiare una porzione di un livello per replicarla in un’altra area dello stesso, in modo immediato e veloce.
Timbro Clone: come funziona
Per accedere al Timbro Clone, è sufficiente selezionare l’apposita icona nella barra degli strumenti. Questa è appunto identificata da un timbro, così come mostrato in Figura:
– Icona del Timbro Clone
Come già accennato, lo strumento permette di copiare delle porzioni di un livello in un’area più o meno limitrofa dello stesso. Prima di cominciare, tuttavia, è utile specificare come la duplicazione in questione sia completamente grezza, ovvero non disponga di sistemi di ammorbidimento e armonizzazione con lo sfondo. Di conseguenza, il tool permette di raggiungere i massimi risultati quando si lavora con immagini dai soggetti e dal background uniformi.
Il primo passo prevede l’individuazione di un target, ovvero della porzione del livello che si vorrà clonare altrove. Per farlo, ci si posiziona con il mouse sul soggetto di proprio interesse, per poi premere il tasto ALT: il cursore assumerà la forma di un mirino, come evidenziato in Figura , segnalando la memorizzazione del punto d’origine.
– Definizione del target
Scelto il target e spostandosi con il mouse, il cursore mostrerà un’anteprima della copia, grande quanto le dimensioni impostate per il timbro stesso. Una comodità del tutto indispensabile, per individuare la posizione migliore per la duplicazione prima di avviare effettivamente il lavoro, evitando perciò perdite di tempo con un calcolo spannometrico degli spazi. Un esempio è riportato in Figura:
– Anteprima del timbro
Determinata la posizione, non resta che procedere alla duplicazione, mantenendo premuto il tasto sinistro del mouse e scorrendo con lo stesso lungo l’area di proprio interesse. Si noterà come, durante la copia, sul soggetto originale venga mostrata una croce, che permetterà di orientarsi con il tracciato. Bisogna considerare il funzionamento e gli spostamenti del timbro clone, infatti, alla stregua di un elementare pantografo, come mostrato in Figura:
– Clonazione e allineamento al target
Sempre orientandosi tramite l’area target, sarà quindi possibile terminare la copia, come illustrato in Figura . In caso l’immagine possedesse uno sfondo uniforme, o comunque incline alla facile mimetizzazione, non saranno necessari altri interventi:
– Duplicazione terminata
Naturalmente, qualora il proprio progetto includesse delle immagini complesse o degli elementi da copiare dal profilo molto dettagliato, può rendersi necessaria la modifica delle dimensioni e della forma del timbro. Premendo il tasto sinistro del mouse su qualsiasi area del livello, come riportato in Figura , si potrà accedere a una finestra di dialogo per la regolazione della dimensioni del timbro, della durezza del tratto e della forma della punta. Ad esempio, per sfondi dalle rapide variazioni cromatiche, potrebbe essere indicata una punta dalla circonferenza sfumata, per dei risultati maggiormente amalgamati:
– Modifica del Timbro
Pennello Correttivo
Dopo aver visto le funzionalità del Timbro Clone, il percorso sul ritocco di base in Photoshop passa a uno strumento molto affine, ma per certi versi più comodo: il Pennello Correttivo. Grazie a questo tool, risulterà molto semplice modificare delle porzioni di uno scatto, eliminando parti non gradite o, ancora, spostando degli elementi all’interno dello stesso livello.
Photoshop presenta due declinazioni di questo strumento: il Pennello Correttivo classico, dal funzionamento abbastanza analogo al Timbro Clone, e il Pannello Correttivo al Volo, quest’ultimo di più recente introduzione e completamente automatizzato.
Pennello Correttivo
Il Pennello Correttivo, in modo del tutto analogo al Timbro Clone, permette di sfruttare un’area sorgente per modificarne un’altra vicina, anche contigua. A differenza del timbro, tuttavia, garantisce anche la copia di luci e trasparenze, nonché degli effetti già applicati sul livello, per un risultato più omogeneo. Il tool si trova nella palette degli Strumenti ed è rappresentato da un’icona a cerotto, come mostrato in Figura:
– Strumento Pennello Correttivo
Il primo passo è quello di definire l’area sorgente, che servirà allo strumento per copiare e coprire la zona che si desidera modificare. Per farlo, è sufficiente cliccare sul punto di proprio interesse, mantenendo premuto il tasto ALT fino all’apparizione di un cursore a mirino, come illustrato in Figura:
– Area sorgente
A scopo d’esempio si ipotizzi di voler eliminare, nell’immagine proposta, l’ombra del bicchiere proiettata sulla sabbia: sarà sufficiente trascinare il mouse sopra l’area in questione, mantenendo premuto, per vederne la modifica in tempo reale. Il risultato è mostrato in Figura:
– Eliminazione ombra
Naturalmente, il pennello prevede delle opzioni aggiuntive, per rendere la modifica ancora più gratificante: dalla barra superiore delle Opzioni, infatti, si potrà scegliere il grado di opacità della modifica, optare per il campionamento del layer principale oppure per l’uso di un pattern, definire le modalità di allineamento e quale livello impiegare come sorgente.
Pennello Correttivo al Volo
Il Pannello Correttivo al Volo rappresenta un’evoluzione particolarmente interessante, nonché estremamente comoda, dello strumento classico. Il suo funzionamento, infatti, è completamente automatizzato: non è necessario stabilire un’area sorgente, Photoshop modificherà in modo autonomo l’immagine in base al contesto. Per questo motivo, il tool può ritornare utile non solo sulle grandi dimensioni, ma anche per scatti particolarmente complessi, con evidenti stacchi di colore, soggetti dai profili irregolari, aree sfocate e molto altro ancora. Il pennello si trova sempre sulla palette degli Strumenti ed è identificato dalla medesima icona a cerotto, questa volta completata da una linea tratteggiata, così come evidente in Figura:
– Pennello correttivo al volo
Per aiutare a comprendere il funzionamento del Pennello Correttivo al Volo, si procederà con un esempio intermedio. Si ipotizzi di voler eliminare solo una porzione del bicchiere già modificato in precedenza, quale lo stelo. Dopo aver selezionato lo strumento, sarà sufficiente passare sulla zona prescelta il mouse, mantenendo premuto, e coprire la parte da modificare. Durante la procedura, apparirà un tracciato nero e semitrasparente, tale da lasciare intravedere il livello sottostante. Al rilascio del mouse, Photoshop esaminerà l’area e provvederà autonomamente alla correzione, come riportato in Figura:
– Esempio intermedio
Ovviamente, l’esempio in questione ha solo un fine illustrativo, poiché di norma è meglio agire su intere figure e porzioni contigue, per lavorare velocemente e ottenere modifiche quanto più possibile istantanee. In Figura , ad esempio, il risultato dell’eliminazione dell’intero bicchiere, con un singolo passaggio:
– Esempio completo
Come la gran parte dei pennelli, anche questo strumento prevede la possibilità di regolare la dimensione e la qualità del tratto, per intervenire con più agilità su aree più o meno grandi, a seconda delle esigenze. Basta cliccare con il tasto destro sul livello, come mostrato in Figura , quindi regolare slider e impostazioni a piacere. Allo stesso modo, il Pennello Correttivo al Volo presenta le medesime feature di quello classico nella barra delle Opzioni, già spiegate nel precedente paragrafo:
– Regolazione del pennello
Toppa
Un altro tool utile per il ritocco di base delle fotografie, non molto dissimile dal Pennello Correttivo e dal Timbro Clone visti nelle precedenti lezioni, è lo strumento Toppa. Grazie a questa feature di Photoshop, infatti, sarà possibile isolare una porzione di uno scatto, per sostituirla con un’area analoga dello stesso livello
Strumento Toppa: come funziona
Così come già accennato, lo strumento Toppa permette di sostituire, tramite una selezione apposita, un’area della fotografia con una porzione analoga o contigua sullo stesso layer. Il tool si trova, come consuetudine, nella barra degli strumenti, identificato proprio dall’icona di una toppa, come mostrato in Figura:
– Strumento Toppa
Per facilitare la comprensione del funzionamento, si farà ricorso a un esempio. Si ipotizzi di voler sostituire, in uno scatto dedicato a un cielo sereno, una nuvola che si considera visivamente ingombrante. Dopo aver scelto lo strumento, il primo passo è di isolare la porzione del livello che si desidera sostituire, in modo analogo alle classiche selezioni. Non è necessario che i margini siano particolarmente definiti – l’area scelta può essere anche grossolana – purché vi siano tonalità contigue. Tale precisazione è necessaria per evitare scarsi risultati, o spiacevoli sovrapposizioni di colore, sull’effetto finale. In Figura , la selezione sulla nuvola da modificare:
– Selezione da modificare
A questo punto, fermandosi con il puntatore all’interno della selezione, l’icona della toppa verrà completata con delle frecce laterali, pronte a suggerire la possibilità di spostare l’area prescelta, per trovare una porzione analoga sul layer. L’icona in questione è riportata in Figura:
– Icona di spostamento
Mantenendo premuto il tasto sinistro del mouse, è possibile spostare la selezione creata su tutto il livello, per trovare una porzione d’immagine che possa efficacemente sostituire quella originaria. Eseguire questa operazione senza alcun riferimento potrebbe risultare estremamente difficile, anche perché l’occhio non sempre coglie tonalità lievemente differenti quando vicine, per questo Adobe ha pensato a una comoda feature. Durante il trascinamento, infatti, sull’area originaria apparirà un’anteprima del risultato finale. Per quanto riguarda l’esempio di questa lezione, di conseguenza, ci si accorgerà come lo spostamento verso il basso comporti tonalità più chiare di blu e azzurro, non utili per ottenere un ritocco omogeneo. Questo primo passaggio è mostrato in Figura:
– Spostamento verso il basso
Spostandosi lateralmente o verso l’alto, invece, si ottiene un effetto colore del tutto analogo a quello originario, per un risultato decisamente uniforme, così come mostrato in Figura:
– Spostamento laterale
Identificata l’area preferita per la modifica finale, è sufficiente rilasciare il mouse per veder applicato immediatamente l’effetto finale, così come illustrato in Figura . La selezione rimarrà evidente a schermo, in caso fossero necessarie ulteriori ritocchi con altri strumenti. Qualora si fosse soddisfatti del risultato, invece, sarà sufficiente deselezionare il tutto, sia con il mouse che con la funzione Deseleziona dell’omonimo menu Selezione:
– Effetto finale
Naturalmente, il tool presenta anche delle feature aggiuntive, ospitate nella barra superiore delle opzioni, per rendere il proprio ritocco ancora più preciso. Si potrà optare per un rattoppo normale o in base al contenuto, quest’ultimo capace di elaborare autonomamente la sostituzione analizzando le aree colore vicine alla selezione, quindi invertire l’origine e la destinazione dell’area o, se necessario, anche lavorare sulle trasparenze. È doveroso sottolineare come, non trattandosi di una delle feature più recenti di Photoshop, il risultato finale potrebbe non essere dei più gradevoli sui livelli dai soggetti molto dettagliati. E, in ogni caso, soluzioni come il Pennello Correttivo o lo stesso Timbro Clone potrebbero garantire maggiori spazi d’azione.
Sposta ed estendi in base al contenuto
Dopo aver illustrato le potenzialità della Toppa, utile è immergersi nell’analisi di un tool molto simile, ma decisamente più comodo data la sua natura content-aware: lo strumento Sposta in Base al Contenuto. A partire da Photoshop CS5, infatti, Adobe ha introdotto alcuni strumenti capaci di analizzare autonomamente le caratteristiche di una fotografia, per garantire una modifica omogenea del livello sul quale si sta lavorando.
Lo strumento Sposta in Base al Contenuto lavora tramite due modalità diverse: offre la possibilità di spostare un elemento sul layer, rattoppando automaticamente l’area originaria lasciata libera, oppure estendendo le caratteristiche visive di un elemento selezionato. Per questa lezione si è fatto ricorso a Photoshop CC 2017, ma le due funzioni presentate sono disponibili in qualsiasi versione del software pari o successive alla CS5.
Sposta in Base al Contenuto
Così come già accennato, lo strumento Sposta in Base al Contenuto permette di modificare la posizione di un elemento selezionato sul livello attivo, rattoppando automaticamente l’area originaria rimasta libera. L’icona del tool è rappresentata da due frecce incrociate e curve, così come evidenziato in Figura:
– Icona dello Strumento Sposta
Si ipotizzi di voler spostare verso sinistra il cane rappresentato nella fotografia d’esempio. Dopo aver scelto lo strumento, si traccia una selezione grossolana attorno al soggetto da modificare. La scelta di evitare uno scontorno dettagliato, nel caso in questione il profilo del quadrupede, è funzionale all’effetto finale che si vorrà raggiungere: aggiungendo parte degli elementi di contorno, quali il prato, si forniranno al software maggiori informazioni contestuali per un risultato più omogeneo. La selezione è mostrata in Figura:
– Selezione del soggetto
Tracciata la selezione, si sposta il soggetto trascinandolo nella posizione desiderata, mantenendo premuto il tasto sinistro del mouse. Come si noterà, in questa fase l’immagine originaria non viene eliminata, bensì è momentaneamente duplicata: si tratta di una comodità in più per comprendere come orientarsi nello spazio a propria disposizione, nonché per intuire l’effetto finale, così come illustrato in Figura:
– Spostamento
Trovata la posizione ideale, è sufficiente confermare con il tasto Invio: a schermo apparirà una barra di progressione per la modifica effettuata, dalla durata variabile a seconda della complessità del livello, della grandezza dello stesso e della potenza della macchina in uso. A elaborazione completata, l’area d’origine sarà automaticamente riempita in base agli elementi grafici contigui, come evidenziato in Figura . Di norma, il risultato è di per sé buono, ma non si esclude siano necessari ulteriori ritocchi minori, ad esempio con il Timbro Clone.
– Spostamento finale
Estendi in base al contenuto
Lo strumento Sposta in Base al Contenuto può essere impiegato anche in modalità Estendi: questa risulta utile per allungare, sia in larghezza che in altezza, una porzione di immagine dai pattern continui e ben definiti. Per accedere a questa funzione, è necessario posizionarsi sulla barra delle Opzioni e, dall’apposito menu a tendina, scegliere l’omonima voce Estendi, così come indicato in Figura:
– Estendi barra delle Opzioni
Si ipotizzi di voler allungare un’immagine dai pattern regolari, quali una palizzata: gli elementi che la compongono, infatti, si estendono in lunghezza più o meno ciclicamente. Il primo passo è quello di tracciare una selezione pari all’area che si vorrà compensare, così come mostrato in Figura:
– Selezione dell’estensione
A questo punto, dopo aver impostato correttamente lo strumento Sposta affinché agisca in modalità Estendi, si trascina la porzione selezionata nella posizione desiderata, mantenendo premuto il tasto sinistro del mouse. Come nel caso precedente, si opererà per duplicazione, così da poter gestire in un solo colpo d’occhio lo spazio a propria disposizione. Un esempio è riportato in Figura:
– Posizionamento estensione
Sarà sufficiente premere il tasto Invio affinché l’estensione venga applicata, con dei tempi di elaborazione che possono variare a seconda della grandezza del livello, della sua complessità e della potenza della macchina in uso. Come appare evidente dall’immagine , lo strumento crea una continuità visiva nei punti laterali d’unione dell’area estesa, altrimenti non possibile spostando semplicemente la selezione:
– Estensione finale
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