I blog di Alessioempoli

Data 10 marzo 2017

PHOTOSHOP – 10°

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PHOTOSHOP – 10°

 

 

Photoshop CC 2014:

download e interfaccia

 

 

Il 18 giugno 2014 Adobe ha lanciato una nuova versione della sua Creative Cloud, ora più potente, ricca di strumenti e di funzionalità per i designer. Photoshop arriva così all’edizione numero 15 e viene ribattezzato, senza troppe sorprese, Photoshop CC 2014. Cosa cambia rispetto alla precedente variante, quali i vantaggi?

Sebbene il nome rimanga sostanzialmente identico, non si deve confondere la nuova era del software di fotoediting più amato con il precedente Photoshop CC. Non si tratta, infatti, di un semplice aggiornamento: il nuovo pacchetto è del tutto indipendente e può essere installato in modalità standalone o, qualora lo si desiderasse, a fianco della già ben nota edizione 2013. Per questo motivo, è necessario un nuovo download.

 

 

Download e installazione

 

Per effettuare il download e l’installazione di Photoshop CC 2014, ci si avvale di una procedura molto simile a quella vista nei precedenti capitoli .Disponibile sia per gli abbonati che in prova gratuita per 30 giorni, per accedere al servizio è innanzitutto necessario di disporre di un account Adobe, anche in assenza di una sottoscrizione a pagamento.

 

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In caso si scegliessero i servizi della Creative Cloud per la prima volta, basta collegarsi al sito ufficiale e seguire la procedura per la creazione di un account gratuito. Oltre alla possibilità di scaricare le trial, saranno offerti anche 2 GB di spazio per l’archiviazione dei propri file sulla nuvola. Fatto questo, basta accedere con le proprie credenziali, cercare Photoshop fra le app disponibili e scaricare il manager della Creative Cloud, che permetterà l’installazione con pochi click di qualsiasi prodotto Adobe, direttamente dal proprio sistema operativo. Chi già disponesse di un accesso CC, invece, non dovrà far altro che avviare il download dell’applicazione direttamente dal manager poc’anzi descritto.

 

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Attesi i dovuti tempi di scaricamento – il peso varia dagli 800 MB a 1 GB a seconda del sistema operativo, Mac o Windows, in uso – il pacchetto verrà automaticamente installato e sarà pronto per l’utilizzo. Al primo avvio, un’apposita finestra richiederà di attivare la trial oppure di registrare ufficialmente il prodotto nel proprio conto a pagamento Adobe. Per il solo Photoshop, le tariffe partono da circa 12 euro al mese.

 

Interfaccia

 

L’interfaccia di Photoshop 15 è praticamente identica a quella del suo predecessore, fatta eccezione per alcune piccole differente. Di primo acchito, in particolare su Windows, la GUI potrà apparire fin troppo grande rispetto alle proprie esigenze. Questo perché ora Photoshop tiene conto dei preset su scala e font del sistema operativo in uso. Per modificare questa impostazione, è possibile variare direttamente i valori a seconda della propria piattaforma o tentare, dalla sezione Interfaccia di Preferenze, di regolare grandezza e visualizzazione dei caratteri.

 

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Per gli utenti Mac, invece, si segnala un look più minimalista di menu principali e opzioni contestuali: Adobe abbandona completamente Aqua, con le sue finestre bianche e le scelte a tendina blu, per inaugurare un più neutrale e flat grigio.

 

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Guide intelligenti

 

Quando si lavora su un layout creativo in Photoshop CC, capita molto spesso di dover effettuare delle misurazioni, sia per disporre gli elementi in modo gradevole sul foglio di lavoro che per separarli in modo equidistante l’un l’altro. I righelli, pur essendo certamente d’aiuto, non risolvono però il problema: bisogna creare un reticolo fitto di linee, fastidiose se troppo intense sul foglio. Photoshop CC 2014 risolve questa problematica introducendo le guide intelligenti, le “Smart Guides” così come nella versione in lingua inglese, ovvero degli strumenti di misurazione simili a quelli già da anni disponibili su Adobe Illustrator.

Le guide intelligenti permettono di conoscere al volo la distanza degli elementi sulla scena sia rispetto ai bordi che ad altri oggetti, così come fra livelli differenti. La grande peculiarità, tuttavia, è la loro estrema facilità d’uso: non esistono menu o scomodi comandi, tutto si esegue con la pressione dei tasti Option/ALT e CMD/CTRL. Alcune di queste feature erano già presenti nella versione presente del software di fotoritocco, ora raggiungono il massimo delle loro potenzialità.

 

Misure di spostamento verticale e orizzontale

Anche all’utente meno attento salterà immediatamente all’occhio come, nello spostare elementi multipli sul foglio, appaiano delle parallele rosa di riferimento. Si tratti di testo, di una forma poligonale o di un tracciato, questa prima indicazione consente allineamenti precisi sia in verticale che in orizzontale, semplicemente muovendo l’oggetto con lo Strumento Sposta.

Quando si ha a che fare con i livelli, tuttavia, le elementari indicazioni orizzontali o verticali potrebbero non essere sufficienti, quindi entra in gioco un nugolo di comode e ulteriori funzioni. Sia con lo strumento Sposta che su tutti quelli di tracciato, si noterà come lo spostamento produrrà delle linee di riferimento sia rispetto ai margini che agli altri elementi sul foglio. Mantenendo premuto il tasto Option/ALT, quindi effettuando una copia del livello durante lo spostamento, Photoshop automaticamente mostrerà i riferimenti tra il layer originale e quello duplicato.

 

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Misure di relazione

 

Avere un riferimento spaziale non è utile solo quando si devono effettuare degli spostamenti, ma anche per controllare la scena quando gli oggetti presenti sono troppi: ricordarsi tutte le distanze è impossibile. Premendo il tasto CMD/CTRL mentre si muove il mouse sopra un elemento, Photoshop CC 2014 mostrerà le relazioni dello stesso con gli altri presenti sul layout. Non è però tutto: se si esegue la medesima operazione, spostando però il mouse all’esterno dell’oggetto desiderato, si otterrà la distanza dello stesso rispetto alle estremità del foglio.

 

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Misure di tracciato e moltiplicazione

 

Infine, le nuove guide intelligenti previste da Adobe facilitano il workflow del designer anche sui tracciati e sulle moltiplicazioni. Nel primo caso, ad esempio utilizzando lo Strumento Penna, le misure verranno visualizzate in modo identico ai comuni oggetti. Nel secondo, invece, risulterà molto facile porre elementi in modo equidistante l’uno dall’altro.

Si ipotizzi di creare un rettangolo, quindi di copiarlo più volte all’interno del layout. L’opzione di copia, di default, porrà i poligoni duplicati l’uno sopra l’altro. Quando li si sposta in direzione verticale oppure orizzontale, mantenendo però lo stesso allineamento, Photoshop comprende automaticamente la necessità di creare una sequenza equidistante, ad esempio nell’impostare i pulsanti di un’interfaccia menu. Così proporrà a schermo la proporzione più idonea tra oggetti e layout, automatizzando le distanze al rilascio del mouse.

 

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Nuovo strumento testo e TypeKit

 

Tra le varie novità di Photoshop CC 2014 spicca un piccolo, ma fondamentale, redesign dello strumento per la creazione di testi. Con la nuova versione del software di editing fotografico di Adobe, infatti, sarà molto semplice trovare il font giusto per il proprio layout, così come sostituire quelli già esistenti in un PSD o scaricarne di nuovi.

 

Interfaccia e ricerca

 

Le prime innovazioni allo Strumento Testo si ravvisano nella sua interfaccia. Dopo aver selezionato il tool dalla barra laterale di Photoshop, come di consuetudine, apparirà il solito menu delle opzioni in alto a sinistra. Qui si troveranno le comuni impostazioni per il testo che si andrà a creare – il font scelto, i suoi attributi, la tipologia di allineamento e altro ancora – ma basterà aprire l’apposita tendina per ritrovarsi in un ambiente nuovo.

Innanzitutto cambia la visualizzazione dell’elenco, ora più chiaro e coerente con le esigenze del designer: in un sol colpo d’occhio, infatti, si notano anteprime e confronti con tutti i font disponibili, così come mostrato in figura

 

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Il menu a tendina stesso, poi, è incapsulato in una propria finestra. Una feature innovati rispetto alle precedenti versioni, di cui saranno soprattutto gli utenti Mac ad accorgersi della differenza: anziché l’area a scorrimento bianca classica, spesso lenta e dalle basse performance, ora la visualizzazione dei font rimane ordinata, senza evadere mai i confini del foglio di lavoro o, peggio, della finestra dell’applicazione.

Lo scorrimento con il mouse lungo l’elenco permette sin da subito di scoprire le caratteristiche del font selezionato: passando il cursore su Andale Mono Regular, ad esempio, si scoprirà come il carattere scelto non disponga di attributi aggiuntivi. L’apposito menu è infatti spento, come mostrato nella fig seguente:

 

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Nuova anche la modalità di ricerca di un carattere preferito, ora integrata e istantanea. Così come avviene da qualche anno su Google o utilizzando Spotlight di Apple, i risultati della ricerca compaiono contemporaneamente alla digitazione nell’apposito campo, velocizzando l’operazione. Inoltre, in caso si fosse inserito il nome di un font suddiviso in più classi – si pensi alle numerose sottofamiglie di Courier o di Helvetica – tutte le opzioni verranno visualizzate, anche quelle che normalmente risiedono nel successivo tool degli attributi

 

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Vale la pena di aggiungere, infine, come anche per lo Strumento Testo valgano le comode utilità delle guide intelligenti viste in precedenza.

 

Typekit

 

Così come nella sua prima versione, Photoshop è legato alla Creative Cloud, con cui condivide non solo file, ma anche impostazioni e sincronizzazioni con le altre applicazioni della suite. Fra le tante possibilità anche TypeKit, la piattaforma di distribuzione di font targata Adobe.

Qualora si fosse in possesso di un piano abbonamento valido, o della trial iniziale, TypeKit permette di scaricare quanti più font possibili per le proprie esigenze grafiche. Anziché effettuare un download di un carattere e installarlo manualmente sul sistema operativo, o abbandonare Photoshop per terminare l’operazione e riavviare affinché il programma riconosca il pacchetto scaricato, ora la procedura è automatizzata.

Dalla finestra di anteprima vista poc’anzi, si troveranno due tasti raffiguranti la tipica icona di TypeKit, raffigurante l’ombra di una “T”. Il pulsante su sfondo grigio serve da filtro, ovvero permette di visualizzare in elenco solo i font TypeKit, mentre quello a sfondo verde consente la connessione al servizio. Le funzioni disponibili sono le più disparate: non solo si potrà scaricare un nuovo set di caratteri e utilizzarli immediatamente senza riavvii o altre noiose procedure, ma il sistema analizzerà tutti i font mancanti rispetto il progetto originale e ne proporrà la sostituzione, anche con stili visivamente simili qualora il download dell’esatta famiglia iniziale non fosse disponibile

 

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Selezione ad aree attive

 

L’isolamento di una sagoma dal suo sfondo è una delle operazioni più difficili, e forse più noiose, che il designer si trova a dover compiere. Nonostante negli anni Adobe abbia introdotto diversi strumenti per facilitare il compito, in particolare dalla CS5 in poi, per le fotografie dai colori complessi non resta che armarsi di buona pazienza con la gomma, la bacchetta magica, la selezione rapida e centinaia di maschere di livello. Photoshop CC 2014 risolve questo problema con uno strumento che ha del magico: la selezione ad aree attive.

Con questa nuova feature, Photoshop è in grado di analizzare tonalità e ombre per individuare ogni singola forma presente in un immagine, da selezionare o isolare in pochissimi click. Veloce, rapida ed efficiente, di seguito il suo funzionamento.

 

Selezione ad aree attive: istruzioni

Si ipotizzi di dover gestire uno scatto naturale, come la farfalla su sfondo verde nella prossima fig., dove le varie sfumature non permettono agli strumenti rapidi – come la bacchetta – di tratteggiare in modo definito la sagoma. La soluzione non è armarsi di gomma e maschera di livello, bensì scegliere Area di Interesse dal menu Selezione

 

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Verrà mostrata a schermo un’apposita finestra, con diverse opzioni. Se si presta attenzione all’angolo inferiore di sinistra, si noterà una rotella di caricamento: Photoshop sta analizzando l’immagine e, dopo pochi secondi, ne fornirà una prima elaborazione approssimativa

 

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Il primo passaggio automatico, così come già accennato, porta alla definizione di un’iniziale approssimazione: come mostrato chiaramente nella prossima fig., gran parte della farfalla è stata isolata ma rimangono delle parti di sfondo ancora da eliminare

 

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Per rimuovere le parti in eccesso, non si procede ovviamente con la gomma. Dalla finestra dell’interfaccia, alla sinistra della sezione Parametri, si trovano due icone a pennello: una con il segno “+”, l’altra con il suo opposto “-“. Questi strumenti permetteranno di aggiungere o rimuovere elementi a piacere dall’isolamento. Ma non serve affatto seguire il profilo della sagoma, in questo caso le ali della farfalla, basta effettuare un piccolo segno – anche solo un puntino – sull’area da gestire: Photoshop capirà come quella parte sia da rimuovere o aggiungere e farà il resto. Nella prossima fig.la farfalla completamente scontornata, con pochissimi click e senza fatica alcuna

 

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Trattandosi di una prima operazione, è normale che i contorni appaiano ruvidi e quadrettati: in questo caso, tornano utili le opzioni presenti nell’interfaccia. Semplicemente spuntando Sfuma Bordo si ha un notevole miglioramento, così come mostrato nella fig.seguente, ma in caso non si fosse soddisfatti basta cliccare sul tasto Migliora Bordo per accedere alla canonica funzione introdotta già ai tempi della CS5. La leva Intervallo di Fuoco sotto a Parametri, invece, permette di regolare a piacere la sensibilità del riconoscimento effettuato dal programma

 

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Non a tutti, però, quello sfondo bianco risulterà utile, anche perché eventuali piccoli errori tendono a confondersi con un layout così chiaro. Per risolvere questo intoppo, e procedere a un isolamento ancora più fedele, basta agire sul menu a tendina Anteprima e scegliere una delle opzioni disponibili. Fra le tante la cornice tratteggiata, la maschera a sovrapposizione, la sagoma bianca su fondo nero, su fondo trasparente e molte altre ancora

 

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Raggiunto un livello di precisione adeguato, non resta che utilizzare quanto isolato nel proprio layout. Anche in questo caso Photoshop fornisce una lunga serie di funzionalità utili, per adattarsi alle più svariate esigenze: si può realizzare una semplice selezione sull’immagine originale, elaborare una maschera di livello, un nuovo livello con maschera e addirittura un nuovo documento. Una soluzione comodissima e immediata, considerato come l’intero processo – dall’apertura dell’immagine al risultato finale – non richieda più di cinque minuti

 

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Fusione colore in base al contenuto

 

Sin dalla Creative Suite 5, Adobe ha introdotto in Photoshop una lunga serie di funzioni “Content Aware”, ovvero sensibili al contenuto. Grazie a dei comodi strumenti è diventato semplice clonare, spostare, tagliare parti di un’immagine: il software analizza il contesto e, automaticamente, realizza la composizione. Negli anni l’azienda ha sempre aggiornato e migliorato i suoi set di strumenti, così come si è visto nei precedenti capitoli, ma un problema è rimasto invariato: la compliance del colore. Può capitare, infatti, che spostando una porzione d’immagine il colore di sfondo finale non sia della stessa tonalità di quello di origine, costringendo a lunghi interventi manuali. Photoshop CC 2014 risolve definitivamente la questione, grazie alla Fusione Colore.

 

Fusione colore: come funziona

 

Per tutti gli strumenti content aware che la ammettono, la Fusione Colore permette di analizzare la tonalità di origine e di destinazione dell’area trattata, uniformandole. Sono diversi i tool che possono approfittare di questa novità, tra cui:

 

Riempimento in base al contenuto

– Correzione in base al contenuto

– Spostamento in base al contenuto

– Estensione in base al contenuto

 

Per comprenderne il funzionamento, è utile ricorrere a un esempio. Si ipotizzi di voler allargare la copertura delle nuvole sull’immagine di un panorama montano: i fattori da tenere in debito conto sono molti, tra cui le tonalità della nuvola stessa e la luminosità del cielo, come riportato nella prossima fig. Utilizzando uno degli strumenti già trattati in questa guida, come Estendi in base al contenuto, si inizierà tracciando il perimetro dell’area da trattare, anche in modo molto grossolano

 

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Effettuata l’estensione, però, si noterà un alone di blu più scuro alla destra delle nuvole, dovuto alla differenza di sfumatura dell’area originale poi clonata da Photoshop.Nella prossima fig., l’esempio, anche se la compressione JPG non permette di coglierne appieno lo stacco, più evidente direttamente all’interno del software

 

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Grazie alle nuove funzioni di Photoshop CC 2014, questo difetto diventa un ricordo del passato. Tornando al punto di partenza e selezionando nuovamente l’area da trattare, dalla barra delle opzioni si scelga l’icona a ingranaggio di fianco al menu Adattamento. Fra le due opzioni, sotto Colore si inserisca un valore superiore allo “0” mostrato di default. Per comprendere quale faccia al proprio caso, serve un po’ di sperimentazione, per l’esempio qui riportato è sufficiente un’impostazione di 3

 

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Sempre con lo strumento Estendi in base al contenuto, si ripeta quindi la trasformazione: il risultato sarà un colore uniforme, bilanciato, con la totale assenza di aloni così come illustrato nella prossima fig.,

 

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Fusione e spostamento: strumento indispensabile

 

La potenza dell’innovazione di Adobe è ancora più evidente qualora si optasse per lo strumento Sposta in base al contenuto, ovvero quando l’oggetto viene eliminato dalla sua posizione originaria per trovar spazio in altre aree dell’immagine.

Nella prossima fig. un esempio utilizzando il precedente sistema. Volendo spostare il volatile centrale nell’area in basso a sinistra dello scatto, ci si ritroverà con uno stacco del cielo molto marcato, da rivedere poi manualmente. Un’operazione tutt’altro che semplice, poiché si dovrà seguire l’intero profilo dell’animale

 

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Impostando le nuove opzioni, quindi inserendo un adattamento colore con valore 3 oppure a piacere, l’immagine finale è priva di difetti. La porzione centrale, punto originario dello spostamento, viene riempita di un blu coerente con le sfumature del cielo in quella zona. Il contorno del volatile spostato, nel frattempo, viene scurito così da amalgamarsi perfettamente allo sfondo. Un risultato perfetto, il tutto possibile con sforzo praticamente nullo

 

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Sfocatura tracciato

 

Con Photoshop CC 2014, Adobe introduce alcuni strumenti utili per creare e gestire il movimento sulle immagini. Capita di sovente, infatti, di dover applicare una sfocatura per ottenere un voluto effetto mosso, si tratti di un’automobile sfrecciante sulla strada o di una bimba sull’altalena. Fino a oggi questi effetti venivano realizzati per approssimazione, ovvero orientando e distorcendo i tool di blur fino a ottenere il risultato sperato. Con la nuova versione del software, invece, generare uno scatto mosso è facile quanto stendere un tracciato.

Sono due gli strumenti previsti da Adobe per agevolare il lavoro dei designer: la Sfocatura Tracciato e la Sfocatura Rotazione. Ci si occuperà del primo tool.

 

Impostazioni e procedimento

Sono molte le fotografie che possono prestarsi a editing di movimento. Si ipotizzi di voler modificare lo scatto di un chitarrista, per ricreare il mosso della macchina fotografica mentre il musicista si muove freneticamente sul palco. L’immagine di partenza è quella mostrata nella fig.seguente,

 

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Dal menu Filtro, si scelga prima Galleria Sfocatura, quindi Sfocatura Tracciato: il menu è illustrato nella prossima fig.,

 

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Scelta la funzione, ci si troverà di fronte a un’interfaccia pulita ma efficace. Sull’immagine una linea blu, modificabile in modo simile al classico strumento Penna, che servirà per definire il tracciato e quindi la direzione del movimento. Sulla colonna di destra, invece, una serie di comandi e levette per affinare il risultato finale, dalla velocità di spostamento alla conicità della sfumatura. Tutto è mostrato nella prossima fig., di seguito le singole funzioni svelate passo passo

 

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Si inizia definendo il proprio tracciato, a seconda del movimento desiderato. La direzione è assolutamente a piacere: può avvenire ad esempio dall’alto verso il basso, per seguire la mano destra che sfiora le corde della chitarra, oppure in diagonale destra per sfruttare la profondità dello scatto. In questo caso, anche per mostrare le possibilità d’elaborazione, si è scelto un tracciato ricurvo: dalla mano verso l’estremità della tastiera della chitarra. L’intenzione è quella di realizzare uno spostamento verso la sinistra del musicista, come se si stesse piegando a ogni strimpellata, quindi anche un balzo dal basso verso l’altro. Per gestire il tracciato, si spostano le due estremità e, dalla maniglia centrale, si modifica l’inclinazione

 

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Impostato a grandi linee il tracciato, si passa alla colonna di destra. Oltre al menu a tendina, pensato per optare tra setting di base oppure effetto di flash sincronizzato, si trovano due importanti comandi. La Velocità regola l’intensità della sfocatura e viene applicata a tutta l’immagine. La Conicità, invece, stabilisce l’arrotondamento del movimento. Queste due levette possono essere spostate a piacere, a seconda del risultato ottico in real time mostrato. Si può quindi scegliere se optare per una Sfumatura Centrata o, in alternativa, per una distorsione delle immagine a seconda del tracciato, quasi a imitare una distorsione da lente

 

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Raggiunto un livello mediamente soddisfacente, si passa alla Velocità Finale. Questo comando sarà molto utile per imprimere effettivamente il movimento, poiché permette di agire su ogni estremità del tracciato, semplicemente cliccando sulla maniglia corrispondente e spostando di volta in volta la levetta. In questo caso, si è aumentata la sfumatura sull’estremità della tastiera della chitarra, mentre la si è ridotta in direzione opposta: l’oggetto in primo piano, anche durante una condizione di scatto avversa, ha più chance di rimanere a fuoco rispetto a quelli lontani. Si noti come, agendo su ogni punto, viene tracciata una linea rossa di direzione, anch’essa pienamente modificabile

 

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Infine, dal pannello Effetti di Movimento, si regola lo stroboscopio. In questo modo, si simula la presenza di una o più fonti di luce stroboscopica sulla scena ripresa, un opzione che permette di gestire in modo virtuale le ripetizioni dell’immagine. Per comprendere come l’effetto funziona, si pensi alla luce rossa di indicazione di rotazione di un giradischi: la luce stroboscopica, lampeggiando velocemente, a seconda della velocità di rotazione permette di rendere visibili sul piatto i tracciati da 33 o 45 giri. Un altro esempio utile è quello delle luci da discoteca: accendendosi e spegnendosi velocemente, permettono di cogliere solo alcuni passaggi di chi sta danzando, ma non l’intero movimento. In questo caso, le opzioni sono state regolate per creare una lieve sovrimpressione, evidente sul raddoppiamento della gamba destra del musicista

 

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Quindi l’immagine finale, confermata con l’apposito pulsante della barra delle opzioni oppure trasformata in maschera sui canali, a seconda delle proprie necessità

 

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Sfocatura rotazione

 

Oltre alla Sfumatura Tracciato vista nella precedente lezione, Adobe ha voluto integrare in Photoshop CC 2014 un filtro simile: la Sfumatura Rotazione. Grazie a questo strumento sarà molto semplice ricreare il tipico effetto di movimento circolare, ad esempio le ruote di un’automobile in corsa. Il tutto rispettando non solo le leggi fisiche, ma anche la veridicità ottica grazie alle comode opzioni stroboscopiche.

 

Definizione dell’area

Così come già accennato, con il filtro è possibile ruotare un oggetto intorno a uno o più assi. Si parte importando la fotografia da modificare in Photoshop, quindi selezionando la Galleria Filtri del menu omonimo, seguita da Sfocatura Rotazione. I passaggi sono mostrati nella prossima fig.,

 

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Attivata la funzione, ci si trova di fronte alla sua interfaccia di base. Sull’immagine un cerchio dotato di relative maniglie, che permetteranno di regolare ampiezza e qualità della sfumatura, sulla colonna di destra invece le levette per le opzioni aggiuntive

 

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Come facile comprendere, l’obiettivo di questa elaborazione è trasformare la ruota della vettura rappresentata affinché risulti in movimento. Il primo passo da compiere, di conseguenza, sarà quello di definire l’ampiezza totale della sfumatura, agendo sugli appositi controlli. Si passi il mouse sul perimetro del cerchio iniziale finché non comparirà la tipica maniglia di trascinamento, quindi si allarghi o si stringa la selezione a seconda delle proprie esigenze. Nella prossima fig. si è estesa l’area fino a coprire l’intera ruota

 

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Non è però sufficiente definire l’ampiezza dell’effetto, bisogna stabilirne anche il livello di qualità desiderato. Passando nuovamente il mouse all’interno del cerchio, appariranno quattro maniglie rappresentate da un pallino, quest’ultimo di dimensioni maggiori rispetto a quelli posti sul perimetro. Trascinandolo, si definirà l’intensità della sfocatura verso l’esterno: l’azione sfumata sarà infatti più evidente man mano che ci si allontanerà dal centro

 

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Ovviamente, non sempre l’immagine su cui si andrà a lavorare presenterà un elemento in ripresa frontale. Per questo motivo è possibile anche inclinare l’area di sfumatura per simulare un senso di prospettiva. Per farlo, basta scegliere una delle maniglie poste sul perimetro del cerchio – i pallini di dimensioni più ridotte – e modificare a piacere l’area. Si otterrà, al termine dell’elaborazione, un’ellisse

 

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Miglioramento sfocatura

 

Eseguiti i passaggi precedenti, si passa al miglioramento della sfocatura per ottenere un risultato quanto più possibile realistico. Normalmente questo effetto viene sfruttato per simulare il movimento colto dall’occhio umano, quindi alcuni elementi saranno mossi e altri quasi fermi. Si pensi, ad esempio, all’osservazione delle pale di un elicottero: la rotazione è talmente veloce da impedire alla vista di cogliere tutti i singoli cambi di stato, perciò alcune pale saranno percepite sempre nella stessa posizione.

Si comincia innanzitutto con l’Angolo Sfocatura, nella colonna destra delle opzioni. Modificandolo, si agisce direttamente sull’intensità della spinta rotatoria.Nella prossima fig. un esempio con setting a 360 gradi, più che esemplificativo delle peculiarità di questa funzione

 

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Definita l’intensità secondo i propri desideri, si può passare alla riproduzione delle luci stroboscopiche. Come già ampiamente spiegato precedentemente, lo stroboscopio permette di cogliere solo alcuni passaggi di un movimento: si pensi a un corpo che danza sotto le luci di una discoteca o, in alternativa, all’indicatore di velocità di un giradischi. Anche in questo caso la riproduzione virtuale delle fonti luminose permette di ottenere un effetto sempre più realistico. Con Intensità Stroboscopio si abbozza l’effetto finale: l’immagine sarà più definita al diminuire di questo valore. Con Luci Stroboscopiche, invece, si imposta il numero di fonti luminose virtuali sull’oggetto. La Durata, infine, esprime in gradi l’esposizione – e quindi le ripetizioni – dello stroboscopio sull’immagine

 

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Giunti a un’elaborazione soddisfacente, è sufficiente confermare con il pulsante OK per tornare all’interfaccia di base di Photoshop

 

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Appare naturale come in questo esempio si sia mostrata solo la fase rotatoria della modifica: per rendere la fotografia davvero realistica servirà una sfocatura di movimento anche sull’asse orizzontale dell’asfalto, nonché alle estremità della vettura. Per raggiungere tale scopo, ritornerà sicuramente utile lo strumento tracciato della precedente lezione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

4 Risposte a “PHOTOSHOP – 10°”

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