I blog di Alessioempoli

Data 19 giugno 2021

OMOSESSUALITA’

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OMOSESSUALITA’

 

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DOMANDA DA UN MILIONE DI DOLLARI

L’omosessualità è acquisita o innata??

Si nasce o si diventa?

 

– L‘omosessualità è un orientamento sessuale che comporta l’attrazione  verso individui dello stesso sesso.

– Il termine omosessualità è la traduzione italiana della parola tedesca Homosexualität (creata fondendo il greco omoios “simile” e il latino sexus “sesso”), dalla quale sono derivate le traduzioni in tutte le altre lingue.

 

Termini usati nel corso degli anni

Androfilia, ginefilia, checca, finocchio, frocio, culattone, gay sia per gli uomini che per le donne, lesbica solo per le donne, same-sex, same gender loving (amore per il proprio genere), same -sex-oriented (orientamento verso lo stesso sesso), same-sex sexual behavior (piacere prettamente fisico anzichè un amore romantico), Down-low o DL  sono gli uomini che hanno rapporti sessuali con altri uomini, quelli cioè che possono impegnarsi in tali attività di nascosto, mentre di contro cercano invece delle relazioni affettive principalmente con le donne.

Sodomita, con riferimento religioso alla “città maledetta della pianura” Sodoma;

Saffica o saffismo, dal nome dell’antica poetessa greca Saffo, educatrice in un tiaso rivolto a giovani donne;

Uraniano o uranista, coniato sull’epiteto di Afrodite Urania (cioè “celestiale”, “paradisiaca”, dal nome greco del cielo, “Ouranos”) ed indicata nel Simposio di Platone come la Dea che protegge gli amori omosessuali. Da esso di lì a poco presero il nome i poeti uraniani del tardo XIX secolo;

Omofilo/omofilia, composto di omo e philia: una predisposizione amorevole nei confronti di chi si sente essere uguale a sé

Lesbica, dall’isola di Lesbo ove viveva ed operava la succitata Saffo;

Gay, nato in ambito anglosassone con una netta connotazione identitaria positiva;

Two-Spirit (doppio-spirito), tratto dal linguaggio dei nativi americani degli Stati Uniti d’America per indicare lo sciamano che aveva oramai oltrepassato la dualità/dicotomia del genere per porsi al di là – e al di sopra – del ruolo di genere di appartenenza dato dalla nascita come maschio o femmina e che quindi ha raggiunto uno stadio spirituale per l’appunto “duplice” o di doppia spiritualità);

Nel suo uso moderno del termine, catamite o catamita si riferisce ad un ragazzo adolescente o a un giovane uomo adulto che assume il ruolo di partner sessuale passivo-ricettivo in un rapporto di sesso anale con un altro maschio.

Nel suo antico utilizzo il catamita (in lingua latina catamitus) era un ragazzo che, raggiunta l’età della pubertà, diventava compagno intimo di un giovane uomo nell’antica Grecia e nell’antica Roma, solitamente all’interno di un rapporto implicante anche la pratica della pederastia. È stato utilizzato inoltre come termine di insulto quando veniva diretto contro un adulto, in qualità di sinonimo di “omosessuale passivo”.

Etimologicamente relazionato a puer, anche pusio significa “ragazzetto”; spesso aveva una connotazione spiccatamente sessuale e umiliante. Giovenale indica che il pusio era desiderabile in quanto più compiacente e al contempo meno impegnativo di quanto potesse mai essere una donna.

Infine Scultimidonus è un relativamente raro termine gergale tra i più volgari (equivalente a pezzo di m. o buco di c.) che appare in uno dei frammenti di Lucilio e glossato come: “coloro che elargiscono gratuitamente il proprio orifizio anale-scultima” (cioè la parte corporea più intima di sé)

Tribadismo

Sebbene con questo termine ci si riferisca nella storia contemporanea specificamente ad un atto sessuale compiuto tra donne, in passato era comunemente utilizzato per descrivere in generale l’amore sessuale donna-donna (ovverosia la sessualità lesbica): le donne che avevano un rapporto sessuale con  altre donne erano pertanto denominate “tribadi” (Tribads o Tribades nel mondo anglofono)

Fricatrice, considerato quale sinonimo di tribade e che si riferisce anche allo “sfregamento”, ma che possiede la sua radice nella lingua latina piuttosto che in quella greca.

Invertito

ecc …

 

– non sono omosessuali le persone che praticano un sesso “omosessuale” per necessità,ad esempio:

carceri

prostituzione maschile per soldi

 

La domanda sulla causa dell’omosessualità ha suscitato, non solo in tempi recenti, innumerevoli ipotesi e spiegazioni.

Le ipotesi proposte si dividono in tre principali categorie:

 

# Spiegazione innatista

(omosessuali si nasce). L’omosessualità sarebbe in qualche modo innata:

per ragioni naturali, per motivi tuttora non determinati, analoghe a quelle che portano naturalmente una certa percentuale della specie umana ad essere mancina anziché destrimane

# Spiegazione psicologica (omosessuali si diventa)

L’omosessualità sarebbe l’effetto di un differente sviluppo della psiche, in genere maturato durante lo sviluppo da bambini o da adolescenti.

Potrebbe essere dovuta a traumi,abusi,comportamenti particolari,senza i quali non si sarebbe mai maturato un orientamento diverso.

# Spiegazione volontaristica (non esistono persone omosessuali, ma solo atti omosessuali). Si tratterebbe di un comportamento appreso ed acquisito, frutto della volontà del singolo individuo.

1) per una parte dei sostenitori di questa spiegazione, quello omosessuale sarebbe un comportamento moralmente deviato, causato sostanzialmente dal vizio

2) per un’altra parte, invece (il pensiero postmoderno e la teoria queer) sarebbe l’effetto della “educastrazione“, che avrebbe indotto dall’esterno le persone a rinunciare, in un senso o nell’altro, alla naturale bisessualità che caratterizzerebbe secondo tale ipotesi, per natura l’essere umano

 

– un “ genere eterosessuale conforme” :

+ maschio con caratteristiche mascoline

+ femmina con caratteristiche femminili

 

– un “genere omosessuale non conforme” :

+ maschio con caratteristiche femminili

+ femmina con caratteristiche mascoline

 

– la maggioranza dei gay e delle lesbiche sono state di un genere non conforme durante la loro infanzia

 

Richard C. Friedman, nel suo Male Homosexuality pubblicato nel 1990, scrivendo con una prospettiva psicoanalitica, afferma che il desiderio sessuale inizia più tardi di quanto indicò invece Sigmund Freud; non nell’infanzia ma tra i 5 e i 10 anni, e non è focalizzato su una figura genitoriale ma su individui della stessa età, o loro pari.

 

Charcot

Jean-Martin Charcot, uno dei maestri di Sigmund Freud, assieme al collega Magnan, fanno apparire nei loro articoli l’omosessualità come “sindrome del processo fondamentale della degenerazione ereditaria”, paragonabile ad altre ossessioni morbose quali la dipsomania-alcolismo e alla cleptomania.

von Krafft-Ebing

Come indica il titolo, “Psycopathia sexualis”, quest’opera datata 1886 voleva essere la summa della totalità di aberrazioni e “mostruosità” presenti nell’essere umano. Richard von Krafft-Ebing (tra l’altro anche inventore del termine masochismo) fa  trovare il suo posto all’omosessualità, tra l’esibizionismo e quella che considera “pedofilia erotica“.

Secondo il dotto studioso l’omosessualità, a cui dedica ben 150 pagine, essa è segno inequivocabile di “degenerazione funzionale“, una “tara neuro-psicopatica” per di più di origine ereditaria

Havelock Ellis

Il termine inversione sessuale fu diffuso in inglese con la pubblicazione di un libro dallo stesso titolo scritto dal sessuologo Havelock Ellis (1859-1939) e dal suo collaboratore omosessuale John Addington Symonds (1840-1893). Sebbene Ellis non fosse omosessuale egli credeva che l’omosessualità fosse una variazione innata della sessualità

S.Freud

Libro fondamentale al riguardo è il suo Tre saggi sulla teoria sessuale (1905), inserendola nella teoria di bisessualità innata e comparandola ugualitariamente all’eterosessualità:

per Sigmund Freud l’omosessualità non è più né un crimine né una tara o degenerazione, bensì “vittima di un arresto nel corso dello sviluppo“, una qual specie di handicap: la fase che si tollera nell’adolescente, se perdura nell’adulto diventa marchio del fallimento.

Ferenczi

Sándor Ferenczi, fondatore del movimento psicoanalitico ungherese, nel 1906, si schiera apertamente a favore dei cosiddetti “uraniani(omosessuali maschili), chiedendo per coloro che ne sono affetti l’abolizione delle sanzioni penali ed esponendo una teoria della bisessualità la quale può essere biologica o psicologica: l’uranismo diviene semplice modalità della natura che bisogna sottrarre all’apparato repressivo dello stato.

A partire dal 1909 però, nelle sue “Nuove osservazioni sull’omosessualità” la paragona alla nevrosi strettamente imparentata con l’impotenza, in quanto hanno in comune la fuga davanti alla donna; considera infine la teoria di un terzo sesso come un’invenzione degli stessi “invertiti”. Nel 1911 infine, in “L’omoerotismo: nosologia dell’omosessualità maschile” adotta la teoria freudiana degli stadi; gli omosessuali sono così nient’altro che dei fissati allo stadio narcisistico.

Adler

Il testo di Alfred Adler del 1917 intitolato Il problema dell’omosessualità è il primo studio analitico d’insieme sull’argomento; anch’egli parla esplicitamente di “fuga dell’uomo davanti alla donna… inclinazione dell’individuo che tende ad evitare la soluzione normale del problema dell’amore… esseri vili e scoraggiati”

Stekel

Nel 1923 Wilhelm Stekel pubblica Onanismo e omosessualità; l’autore colloca l’omosessualità nel quadro di una lotta tra natura e cultura definendola una “parapatìa”-nevrosi, risultato funesto d’un’impossibile lotta tra istinto e inibizione. L’omosessuale è pertanto più vicino alla disposizione primitiva della bisessualità innata dell’essere umano.

Groddeck

Sempre nel 1923 esce Il libro dell’Es (lettere di psicanalisi ad un’amica) di Georg Groddeck dove l’intera lettera numero 27 è dedicata all’omosessualità; qui l’autore spiega la sua condanna religiosa con l’ambizione dei preti, che hanno inventato il peccato per asservire le coscienze. Secondo Groddeck il desiderio omosessuale è universale e innato in ciascuno di noi: l’omosessualità fa talmente parte della natura umana, che ci si può con sommo stupore chiedere per quale miracolo si riesca a sentire qualche inclinazione per il sesso opposto.

Freud bis

Nel 1935 in una Lettera a una madre datata 9 aprile dichiara che:

«Sicuramente l’omosessualità non è un vantaggio, ma non è nulla di cui ci si debba vergognare, non è un vizio, non è una degradazione, non la si può classificare come una malattia: la consideriamo come una variante della funzione sessuale, provocata da un certo arresto dello sviluppo sessuale. Molti individui altamente rispettabili del presente e del passato lo erano, e tra di loro alcuni dei più grandi mai esistiti (Leonardo da Vinci, Michelangelo Buonarroti ecc.) E’ una grande ingiustizia e anche una crudeltà perseguitarla come fosse un crimine.»

Andrè Gide

«L’omosessualità, così come l’eterosessualità, comporta ogni gradazione, tutte le sfumature: dall’amore platonico alla lascivia, dall‘abnegazione al sadismo, dalla sanità gaudiosa alla malinconia più profonda... Esistono inoltre tutti gli stati intermedi fra l’esclusiva omosessualità e l’esclusiva eterosessualità»

 

Essenzialismo e costruzionismo: l’eterno conflitto tra biologia e società, dibattito filosofico circa il modo di concettualizzare la sessualità e in particolar modo l’orientamento sessuale.

 

1)Essenzialismo

la sessualità è un fenomeno prettamente correlato all’individualità, pertanto una caratteristica oggettiva personale;

L’orientamento sessuale è quindi innato, immutabile e rappresenta una caratteristica su cui l’individuo non ha alcuna possibilità di scelta autonoma

2) Costruzionismo

I sostenitori della tesi secondo cui le identità sessuali, essendo apprese, possono conseguentemente nascere in un certo momento preciso della storia

 Michel Foucault. Nella sua Storia della sessualità (1976-84) egli difatti asserisce che: la concezione stessa di sessualità (etero o omo che sia) è uninvenzione eminentemente moderna, in quanto gli antichi non conoscevano minimamente la sessuologia (lo studio astratto del sesso) bensì solamente le arti di amare (indicazioni pratiche).

Per l’approccio costruzionista  è il contesto socioculturale a formare il “comportamento” sessuale umano, qualunque esso sia; l’orientamento può essere diverso a seconda della società e del periodo storico preso in esame, è “costruito“, mutabile e in definitiva può benissimo essere “scelto”

 

Omosessualità nella Grecia antica

 

Gli antichi Greci usavano la parola eros (ἔρως) per far riferimento a diversi aspetti dell’amore.

Tale era l’importanza dell’eros per gli antichi Greci che il dio dell’amore Eros diventa, secondo la cosmogonia di Esiodo, la divinità primordiale, il primo dio che appare nel mondo, il più antico di tutti.

Anche gli antichi filosofi sono stati fin da principio molto interessati alla concezione dell’eros, che diviene subito uno dei temi centrali delle loro riflessioni ed analisi. In particolare Platone ha dedicato due dei suoi maggiori dialoghi socratici, il Simposio e il Fedro, alla discussione delle dimensioni filosofiche dell’eros, in particolare l’amore pederastico.

Nel Fedro viene detto che il miglior eros, quello di un uomo nei confronti di un ragazzo, sia una forma di follia divina nonché un dono degli Dèi e che la sua più autentica espressione viene premiata dopo la morte fisica; il Simposio d’altra parte si lancia in meticolosi dettagli descrittivi del metodo con cui l’amore prende via via forma sia di bellezza che di saggezza. Il termine amore platonico deriva da molti influenti scritti del filosofo e descrive l’amore appassionato ma casto di un uomo per un giovane.

L’istituzione pederastica sembra aver avuto le sue radici tra il popolo dei Dori, dove era una forma ufficialmente riconosciuta di legame sentimentale e educativo tra un uomo adulto e un adolescente maschio. Secondo Platone i Dori sono stati anche i primi a dare un significato pederastico al mito di Ganimede.

A Sparta la relazione tra l’erastès (εισπνήλας era la parola spartana) e l’eromenos (αΐτας) era non solo accettato ed ammesso ma esplicitamente richiesto dalla legge: il primo era considerato come guardiano, protettore, educatore in senso lato nonché istruttore militare del secondo, ed era ritenuto responsabile delle eventuali malefatte compiute da quest’ultimo. La civiltà micenea è considerato come il luogo di nascita di questo tipo di eros.

La natura di queste possibili relazioni intime rimane tuttavia da alcuni in parte contestato.

 

I greci consideravano l’omosessualità nella generalità dei casi come essenzialmente naturale, normale, e finanche salutare.

I greci concepivano le relazioni omosessuali principalmente come amore nei confronti degli adolescenti e identifica i termini per i ruoli dei due amanti maschili: erastès, “l’amante”, che è il partner adulto attivo, e l’eromenos,l’amato”, indicando il giovane maschio ancora del tutto privo di peluria sul viso.

Alcune immagini mostrano difatti l’erastes mentre sta offrendo un dono per il proprio eromenos personalmente scelto. Altri raffigurano il gesto definito come “su e giù” – l’erastes cerca di accarezzare intimamente l’eromenos mentre, con l’altra mano, gli fa alzare la testa per guardarlo negli occhi.

Altre figure di solito tra i vasi più antichi appartenenti alla ceramica a figure nere, mostrano la coppia impegnata in un rapporto sessuale inter-femorale (il cosiddetto sesso intercrurale) o, in un paio di casi, in sesso anale.

Tradizionalmente, il giovane amato, quando avesse raggiunto l’età della piena virilità – indicato nell’iconografia dallo spuntare della prima barba – avrebbe saputo invertire i ruoli e diventare a sua volta un erastes-amante egli stesso, alla ricerca di un maschio più giovane per un rapporto d’amore temporaneo ed eminentemente fondato su una forma di “educazione alla vita adulta“. Più tardi ci si sarebbe in ogni caso aspettato che ognuno si sposasse nell’intento di produrre nuovi cittadini per lo stato-polis.

La cultura “bisessuale” fra i greci ed i romani  va comunque riferita quasi esclusivamente alla sfera maschile; l’omosessualità femminile infatti, salvo casi eccezionali, era vista in termini negativi e spregiativi.

L’amore tra maschi non solo era tollerato, ma in realtà incoraggiato ed espresso come altissimo ideale di cameratismo tra persone dello stesso sesso… Se la tolleranza e l’approvazione dell’omosessualità maschile era già avvenuta una volta e in una cultura tanto ammirata ed imitata per tutto il XVIII e il XIX secolo, non potrebbe essere possibile riprodurre anche nella modernità questa antica patria di non-eteronormatività?

 

Nella sua approfondita ricerca su L’omosessualità nella Grecia antica (1978), l’accademico britannico Kenneth Dover sottolinea che le definizioni/distinzioni attuali di eterosessualità e omosessualità non hanno equivalenti nella lingua greca antica; non vi è mai stata neppure alcuna nozione e significato nell’antica Grecia equivalente alla moderna concezione di preferenza o orientamento sessuale: è stato pertanto ipotizzato che qualsiasi cittadino adulto avrebbe naturalmente risposto, in tempi e modalità differenti, all’attrazione nei confronti di persone dello stesso sesso così come a quella rivolta verso persone di sesso opposto.

 

Il rapporto possibile più comune tra due maschi era quello inerente alla “paiderasteia”, un’istituzione socialmente riconosciuta in cui un uomo adulto (-erastès o amante attivo) rimaneva per un certo periodo di tempo legato  sentimentalmente a un maschio adolescente appartenente alla sua stessa comunità (eromenos o amante passivo), il partner più anziano svolgeva un ruolo eminentemente di mentoring.

Una delle caratteristiche distintive dell’erotismo greco tra maschi era poi quella di essere ampiamente presente in ambiente militare, il cui massimo esempio costitutivo è dato dal battaglione sacro di Tebe

La pederastia è venuta nell’impero romano ad esprimere ruoli che si basavano essenzialmente sul dominio e lo sfruttamento.

La figura dell’eromenos viene successivamente tradotta a Roma col nome di pais-fanciullo, inteso come vezzeggiativo e non necessariamente indicante una precisa categoria d’età anagrafica.

L’Effeminatezza o una mancanza di disciplina nella gestione dell’attrazione sessuale provata verso un altro maschio minacciava la “romanità” di un uomo e quindi poteva facilmente essere denigrata come “orientale” o “greca”. I timori che i modelli greci con i loro codici potessero corrompere la tradizione sociale romana (il mos maiorum) sembrano aver indotto alla promulgazione di una legge vagamente documentata – la Lex scantinia – che ha tentato di regolamentare gli aspetti delle relazioni omosessuali tra maschi nati liberi e di proteggere la gioventù romana dagli uomini adulti che emulavano i costumi grevi della pederastia

 

Sessualità nell’antica Roma

La religione romana ad esempio promuoveva la sessualità come uno degli aspetti fondamentali di prosperità per l’intero Stato.

La prostituzione nell’antica Roma era legale, pubblica e diffusa.

Si riteneva del tutto naturale, e il fatto in sé era “moralmente” irrilevante, che un uomo adulto potesse essere attratto sessualmente da adolescenti di entrambi i sessi; la pederastia veniva tranquillamente accettata fintanto che essa riguardava partner maschili – anche giovanissimi – che non fossero cittadini romani, quindi coloro che non erano nati liberi o attualmente in una condizione di schiavitù.

La dicotomia moderna di eterosessuale ed omosessuale non costituiva in alcuna maniera la distinzione primaria del pensiero romano nei riguardi della sessualità ed in lingua latina non esistono neppure parole indicanti gli attuali termini che vengono a distinguere nella sua totalità l’identità di genere o l’orientamento sessuale.

Nessuna censura morale vigeva contro l’uomo che godesse degli atti sessuali compiuti con donne o altri uomini di livello inferiore al suo; a patto che questi comportamenti non venissero a rivelare carenze o eccessi nel carattere, né violassero i diritti e le prerogative degli altri coetanei maschi.

Era invece la caratteristica dell’effeminatezza a venir percepita in maniera unanimemente negativa, con casi divenuti celebri di denuncia letteraria pubblica a mo’ di scherno e invettiva; questo poteva accadere particolarmente all’interno della retorica politica, quando si accusavano spesso e volentieri gli avversari di essere effemminati, cioè affetti da forti carenze caratteriali e pertanto del tutto inaffidabili anche per quel che concerneva la gestione della cosa pubblica.

Il sesso praticato con moderazione con prostitute o giovani schiavi maschi non è mai stato considerato come improprio o un rischio che potesse “viziare” l’intrinseca mascolinità, costitutiva dell’uomo romano adulto; l’importante era che il cittadino assumesse sempre il ruolo sessuale attivo e mai quello passivo.

La componente femminile della società era solitamente tenuta ad un codice morale più rigoroso rispetto alla sua controparte maschile; relazioni omosessuali tra donne sono scarsamente documentate.

Tutta una serie di dipinti rinvenuti all’interno delle terme suburbane di Pompei, presentano una varietà di scenari erotici che paiono destinati a divertire lo spettatore con rappresentazioni sessuali assai scandalose, tra cui un ampio numero di posizioni sessuali, sesso orale e sesso di gruppo eterosessuale, omosessuale e lesbico a scelta.

La mentalità di conquista faceva parte di un vero e proprio culto della virilità che, in particolare, dava forma alle “regole” riguardanti le pratiche omosessuali.

L’unico modo corretto per un maschio romano di cercare gratificazione sessuale era quello d’inserire il suo pene nel/nella partner.

Permettere di lasciarsi penetrare invece rappresentava una minaccia contro la sua libertà in quanto cittadino e contro la propria integrità sessuale: l’attività sessuale  definisce così, almeno in parte, la definizione di libero cittadino rispettabile dallo schiavo o dalla persona “libera ma sottomessa-passiva”.

Ci si aspettava ed era socialmente accettabile per un maschio romano nato libero il voler intrattenere rapporti intimi con partner di entrambi i sessi, questo almeno fintanto che egli prendeva ed assumeva su di sé il ruolo dominante. Oggetti consentiti del desiderio erano quindi le donne di qualsiasi condizione sociale o giuridica, coloro che esercitavano la prostituzione maschile o gli schiavi, mentre i comportamenti sessuali al di fuori dal vincolo matrimoniale dovevano essere limitati a schiavi e prostitute o, meno frequentemente, ad una concubina.

Effeminatezza

Quella di effeminatezza era tra le accuse preferite rivolte agli avversari nel corso dell’invettiva politica.

Negli ultimi anni della repubblica varie personalità tra i populares sono state tacciate d’esser irrimediabilmente effeminate, oltre a Gaio Giulio Cesare anche Marco Antonio, Publio Clodio Pulcro e Lucio Sergio Catilina assieme a tutti i suoi amici cospiratori (vedi congiura di Catilina): venivano tutti derisi in quanto eccessivamente curati (ben vestiti e profumati)

Rapporti omosessuali

Gli uomini romani erano del tutto liberi di avere rapporti sessuali con maschi di status inferiore, senza per questo aver alcuna percezione di una qualche perdita di mascolinità; soltanto coloro che prendevano il ruolo passivo nel rapporto (a volte indicati come sottomessi) venivano fortemente denigrati come deboli e privi di virilità.

I cittadini romani che erano solitamente contrassegnati come “maschile” potevano attuare la penetrazione sessuale di uomini sia verso coloro che esercitavano la prostituzione maschile che nei confronti degli schiavi i quali solitamente erano ragazzi sotto i vent’anni d’età.

Il Satyricon di Petronio Arbitro è talmente permeato di erotismo culturale di tipo omosessuale che nei circoli letterari europei del XVIII secolo, il suo nome è diventato addirittura un sinonimo di omosessualità.

Anche se il diritto romano non riconosceva il matrimonio tra uomini, nel periodo imperiale alcune coppie maschili celebrarono riti matrimoniali tradizionali. Tali forme di matrimonio tra persone dello stesso sesso sono riportati da fonti che li deridono; i sentimenti dei partecipanti non sono registrati.

 

Stupro sugli uomini

Gli uomini che erano stati violentati perdevano la legittimazione all’agire sociale, ne venivano esentati; acquisivano lo status di infamia, lo stesso degli uomini dediti alla prostituzione maschile o di quelli che assumevano volontariamente il ruolo passivo nell’atto sessuale. Secondo il giurista Pomponio, dopo che l’uomo è stato violentato con la forza dai ladri o dal nemico in tempo di guerra, dovrebbe sopportarne lo stigma. I timori di stupri di massa a seguito di una sconfitta militare veniva esteso anche ai maschi oltre che alle potenziali vittime di sesso femminile.

Altre forme di gratificazione sessuale a disposizione dei soldati erano l’uso di schiavi, gli stupri di guerra e la relazione tra persone dello stesso sesso.Il comportamento omosessuale tra i soldati è stato oggetto di sanzioni, compresa la pena la morte in quanto violazione della disciplina e del diritto militare. Polibio (2 sec a.C.) riferisce che l’attività omosessuale all’interno delle forze armate era punita con la fustuarium, una fustigazione fino a morte

Il sesso tra commilitoni violava il decoro romano in quanto s’intratteneva un rapporto sessuale con un altro maschio nato libero. Un soldato aveva sopra ogni altra cosa il dovere di mantenere la propria mascolinità, non consentendo in nessun caso pertanto che il proprio corpo potesse essere utilizzato per scopi sessuali.

Nella guerra, subire lo stupro equivaleva alla sconfitta, un altro motivo per il soldato di non compromettere il proprio corpo sessualmente

 

Rinascimento

Le relazioni omosessuali maschili interpretate come genere a parte conosciuto sotto il nome ideale di “amore greco” sono sempre state disconosciute all’interno di quella parte di tradizione occidentale rappresentata dal Giudeo-cristianesimo. Durante il periodo post-classico la poesia d’amore indirizzata da maschi verso altri maschi è stata considerata generalmente un tabù.

 

Mario Mieli

L’assunto di fondo del pensiero di Mario Mieli consiste nel ritenere che ogni persona è potenzialmente transessuale se non fosse condizionata, fin dall’infanzia, da un certo tipo di società che (attraverso quella che Mieli chiamava “educastrazione”), costringe a considerare l’eterosessualità come “normalità” e tutto il resto come perversione. Per transessualità Mieli  intende linnata tendenza polimorfa e “perversa” dell’uomo, caratterizzata da una pluralità delle tendenze dell’Eros .

Da queste basi partiva per abbattere la discriminazione plurisecolare nei confronti di chi non si identificava nella sessualità assiomaticamente definita come naturale e normale.

 

Fu proprio Freud, infatti, a sostenere che l’orientamento sessuale poteva prendere qualsiasi “direzione”, riconducendo “eterosessualità” e “omosessualità” a semplici varianti della sessualità umana in senso lato.

Almeno potenzialmente, tutti saremmo pluri-sessuali, “polimorfi” o, più semplicemente, bisessuali.

Nel processo politico di ristrutturazione della società (…) Mieli non esita a includere nel suo elenco di esperienze redentive la pedofilia, la necrofilia e la coprofagia .

 

A questa rivoluzione sociale sono di ostacolo determinati elementi, ritenuti come «pregiudizi di certa canaglia reazionaria» che, trasmessi con l’educazione, hanno la colpa di «trasformare troppo precocemente il bambino in un adulto eterosessuale».

L’orientamento sessuale si sviluppa nel corso della vita di una persona”.

Molte persone realizzano in differenti punti della propria vita di essere eterossessuali, gay, lesbiche o bisessuali

– Per alcune persone, l’orientamento sessuale è continuo e stabile nella loro vita. Per altri, l’orientamento sessuale può essere fluido e cambiare nel corso del tempo”.

 

Tra i primi a parlare esplicitamente di sessualità infantile egli ruppe un tabù, causando forti polemiche e dando adito ad accuse strumentali di incitare la pedofilia da parte dei suoi detrattori; i bambini, secondo quello che sembra essere il pensiero di Mieli, possono liberarsi” dai pregiudizi sociali e trovare la realizzazione della loro “perversità poliforma” grazie ad adulti consapevoli di quanto sopra asserito.

Noi sappiamo vedere nel bambino l’essere umano potenzialmente libero.

Noi, sì, possiamo amare i bambini. Possiamo desiderarli eroticamente rispondendo alla loro voglia di Eros, possiamo cogliere a viso e a braccia aperte la sensualità inebriante che profondono, possiamo fare l’amore con loro.

Per questo la pederastia è tanto duramente condannata: essa rivolge messaggi amorosi al bambino che la società invece, tramite la famiglia, traumatizza, educastra, nega, calando sul suo erotismo la griglia edipica»

 

 

Come vedi da questo riassunto che ho fatto sull’OMOSESSUALITA’ , da vari punti vista, che si sono avuti nei secoli,fino ad oggi , emerge una GRANDE CONFUSIONE , ognuno dice la sua, mille opinioni,nessuna certezza!

Quindi cercare di definire ulteriormente l’omosessualità con” maggiore precisione” risulta molto difficile.

Vediamo di fare un ulteriore sforzo.

 

MA QUAL’E’ LA  “VERA” CAUSA DELL’OMOSESSUALITA’ ?

 

È importante notare che nessuna delle teorie eziologiche (cioè, relative alle cause) sopra elencate è fino ad oggi riuscita a raggiungere un grado di affidabilità scientifica tale da potere escludere tutte le altre, e quindi tale da potere mettere d’accordo almeno la maggior parte degli studiosi.

 

Prima di continuare,vorrei farti notare alcune cose. Ho riportato sopra le teorie di vari Autori,che,come hai visto,sono molto diverse fra loro.

 

Ti faccio un piccolo riassunto affinchè tu sia in grado di inquadrare meglio quanto è stato detto.

LOmosessualità può dipendere da:

 

attrazione verso individui dello stesso sesso

amore per il proprio genere

orientamento verso lo stesso sesso

predisposizione amorevole verso lo stesso  sesso

– omosessualità per un differente sviluppo della psiche

– traumi e abusi

– comportamento appreso e acquisito

– frutto dell’educazione

ossessioni morbose

– degenerazione funzionale

– tara neuro-psicopatica

– variazione innata della sessualità

– bisessualità innata

– bisessualità biologica o psicologica

– nevrosi

– fissazione allo stadio narcisistico

– uomini che fuggono davanti alle donne

– desiderio omosessuale universale e innato

– parte della natura umana

– arresto dello sviluppo sessuale

– caratteristica oggettiva e personale

– orientamento sessuale innato e immutabile senza possibilità di scelta

– identità sessuale appresa

 

In base a tutte queste definizioni,vorrei farti notare un particolare molto importante.

Anche se a te possono sembrare  a prima vista definizioni completamente diverse  l’una dall’altra,tuttavia si possono riunire in due grandi gruppi :

 

1) definizioni che riguardano il CORPO MATERIALE

2) definizioni che riguardano la PSICHE o ANIMA (come preferisci,non vorrei farne una questione ideologica che sarebbe del tutto fuori luogo)

 

Per semplificarti questa suddivisione :

1) ho colorato di rosso tutte le definizioni che riguardano l’ANIMA o PSICHE

2) ho lasciato in nero le altre definizioni

Puoi facilmente vedere che su 23 definizioni,ben 17 riguardano l’ANIMA e solamente 6 riguardano il CORPO

 

Già  partendo da questa semplice osservazione,possiamo renderci conto che la maggioranza degli Autori è indirizzata a dare della omosessualità una spiegazione che NON appartiene al CORPO,ma bensì all’ANIMA.

Questa cosa è molto importante e ce la dice lunga sul pensiero di tanti Autori.

Dobbiamo quindi ritornare un attimo a focalizzare l’attenzione sul rapporto fra ANIMA e CORPO .

Ho già ampiamente spiegato in un altro Blog quale sia questo rapporto,spero che tu lo abbia letto e ti sia stato utile per capire .

Ma nel caso che tu non abbia letto il Blog,ti riporto in questa sede la spiegazione sintetica e riassuntiva.

 

1) CORPO MATERIALE

– come ti ho già detto altrove,il Corpo materiale è formato solo ed esclusivamente da MATERIA : elettroni,neutroni,protoni,quark,atomi,ecc…

– anche il nostro CERVELLO è formato da questa materia

– anche se ti sembrerà molto strano,da questo punto di vista,il nostro CERVELLO è esattamente,nè più nè meno che materia “morta” ,attenzione,non mi fraintendere,il nostro Cervello ha tanti neuroni che possono ovviamente funzionare e condurre gli stimoli elettrici a tutti i muscoli del corpo per attivarli e farci camminare,lavorare,cantare,sorridere,ecc…

– ma  ho definito il Cervello in un certo senso come “materia morta” ,per due importantissimi motivi:

 

a) perchè il Cervello NON può decidere di “fare una qualunque azione volontaria” ,come ho detto: non può decidere di “parlare,sorridere,camminare,sbattere la testa nel muro,ecc…” proprio perchè la materia di cui è composto : elettroni,neutrono,ecc… è materia inerte.

b) perchè il Cervello NON HA L’AUTOCOSCIENZA (ovvero,non sa neppure di esistere lontanamente!!),quindi NON può prendere nessuna decisione autonoma.In parole semplici,il Cervello NON PUO’ DIRE: “IO PENSO,IO SONO IO ,quindi IO VOGLIO

 

2) ANIMA o PSICHE

Ebbene,ma allora chi può prendere queste decisioni?

Solamente,diciamo così,il “nostro software ANIMA o PSICHE

Ma attenzione,l’ANIMA trasmette le sue decisioni e volontà al Cervello,ma non è in contatto diretto col Cervello per il semplice motivo che NON è materia,ma bensì è Trascendetene.

3) DUALISMO

quindi è indubbio che l’UOMO è costituito da un DUALISMO : ANIMA e CORPO

 

NESSUNO SCIENZIATO MATERIALISTA PUO’ NEGARE QUESTO DUALISMO,SONO PASSATI 100 ANNI DA QUANDO GLI SCIENZIATI MATERIALISTI CERCANO DI DIMOSTRARE CHE QUESTO DUALISMO NON ESISTE,MA TUTTAVIA I LORO SFORZI SONO STATI PERFETTAMENTE INUTILI E NULLA HANNO PRODOTTO IN  MERITO E STATENE CERTI CHE ,DA QUI ALL’ETERNITA’ NULLA RIUSCIRANNO A DIMOSTRARE!

Non esiste CANCRO peggiore di una ideologia truffaldina,sballata e volta solo all’inganno volontario della povera gente che ci crede ciecamente per ignoranza!

 

Ma ritorniamo a noi per cercare di concludere l’argomento.

 

In base a quanto esposto,possiamo dire che :

1) il CERVELLO può essere modificato da molte cause materiali: fisiologiche,anatomiche,chimiche,fisiche,meccaniche ,microbiologiche,farmacologiche,ecc…

MA

qualunque siano le eventuali modifiche apportate al cervello da fattori esterni,ciò sarà perfettamente indifferente per quanto riguarda i nostri comportamenti perchè il Cervello non può decidere in autonomia i propri comportamenti.

Ma attenzione,non vorrei che tu capissi male:

– se un fattore esterno mi porta un trauma ad una determinata zona del cervello,è evidente che quella zona magari non funziona più e quindi ad esempio rimango paralizzato da una parte,oppure non riesco più a parlare. Questo è del tutto naturale.

Quello che ti sto dicendo è che i fattori esterni non possono modificare “le funzioni dell’anima“,ovvero non possono farmi diventare omosessuale se la mia anima non è omosessuale,non possono farmi diventare un  assasino se nella mia anima non sono un assassino e così via.

– il mio Cervello in autonomia NON può diventare omosessuale!!

 

Quindi  nell’Anima c’è tutto ciò che sono io fin dalla nascita.

Il nostro cervello è fatto da cellule che hanno una vita propria ,hanno un metabolismo,altrimenti non potrebbero sopravvivere,ma sono come tanti soldatini che si danno un gran daffare ,ma alla fine,non sanno cosa fare! Occorre una “volontà superiore” che dica loro cosa fare.

Il nostro cervello è come una calcolatrice che ha bisogno della mano dell’uomo per fare i calcoli,altrimenti non batterebbe neppure un numero

Il nostro cervello è come l’HD di un computer che ci fa fare tutto,ma deve essere guidato da un software che gli dica cosa fare tramite i propri programmi.

Il software del nostro cervello è la nostra ANIMA

 

Quindi possiamo concludere che:

– la nostra anima NON può essere influenzata da nessuna esperienza materiale perchè,come ho più volte detto,NON ESISTE alcun rapporto diretto fra MATERIA e ANIMA perchè appartengono a due realtà diverse: Trascentenza e Immanenza; Metafisica e Contingenza.

 

Considerazioni morali

Per finire dobbiamo valutare se da un punto di vista morale essere omosessuali (o altro) sia morale o immorale.

Ebbene,appare del tutto evidente che,le proprietà della nostra anima sono INNATE, quindi TUTTE moralmente accettabili,NESSUNO le può condannare perchè ciò significherebbe  condannare la realtà stessa dell’ANIMA!

A questo punto,poichè è possibile che l’Anima abbia dei comportamenti onestamente inaccettabili, la domanda che nasce e che ci porterebbe molto lontano,è la seguente: “perchè l’anima possiede certi comportamenti anzichè altri???”.

Forse, un giorno …… avremo la risposta!!!

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