MARTIN LUTERO
In una situazione così disperata,vi erano poche consolazioni: la Fede e la speranza del Paradiso.
Unico punto di riferimento per il popolo nel medioevo,la Chiesa era diventata la più potente istituzione in Europa,una smodata ricchezza e l’ambizione di potere l’avevano però trasformata in una istituzione corrotta,alle soglie dell’età moderna l’autorità della Chiesa di Roma venne messa in discussione da un uomo,Martin Lutero.
Iniziò così un drammatico processo di cambiamento in Europa ,le idee del monaco tedesco infiammarono l’animo di molti uomini,scatenarono rivolte e tumulti e determinarono forti cambiamenti politici e sociali.
Lutero diede un importante contributo allo sviluppo della cultura occidentale.
Il principio secondo cui bisogna battersi per le cose in cui si crede,o quello per cui ogni essere umano è prezioso agli occhi di Dio,sono idee che oggi ci sembrano ovvie,Lutero al contrario dovette lottare per affermarle.
Lutero fu un grande moralizzatore ,apportando anche idee radicali per l’epoca; mise in risalto l’importanza dell‘individuo e la sua capacità di affrontare anche la morte per difendere ciò in cui crede.
In tutta la storia sono rari gli esempi di uomini che si siano opposti con tanta risolutezza ad autorità tanto più grandi di loro senza mai rinnegare le proprie idee.
“Credo che da moltissimo tempo nessuno al mondo sia stato odiato quanto me,che il Signore mi guidi sempre e mi prenda con sè al più presto,offrirei volentieri a lui la mia vita,che Dio mi fulmini in questo istante,amen”
Martin Lutero,l’uomo che da solo sfidò la Chiesa di Roma,era di origini modeste,crebbe in una cittadina nel nord della Germania,una comunità laboriosa dove le autorità ecclesiastiche erano molto presenti.
La religione cristiana per tutto il medioevo non ebbe sfaccettature,in materia di fede la Chiesa romana dettava regole rigide,i suoi principi venivano diffusi in tutte le chiese d’Europa ed erano radicati in ogni istituzione.
Quando Lutero era bambino,la Chiesa era all’apice della potenza,non vi era regione in Europa dalla lontana Irlanda fino alla Sicilia,dove non vi fossero chiese,monasteri e conventi.
La sua forza si basava sulla promessa della salvezza eterna,ai fedeli che osservavano i comandamenti era garantita la ricompensa della felicità eterna,spesso però,il clero ne approfittava per arricchirsi ed imporre le proprie regole.
La Chiesa esercitava un rigido controllo non solo sulle questioni spirituali ma anche sulla vita quotidiana,gli insegnamenti religiosi ne permeavano ogni aspetto,la Chiesa di allora stabiliva le condizioni per essere ritenuto figlio legittimo,decideva quali matrimoni fossero regolari o quali testamenti potessero essere considerati validi,si intrometteva capillarmente nella vita della gente,imponeva i suoi dettami all’intera società,non solamente ai fedeli.
Come molti giovani del tempo,Lutero si avvicinò alle istituzioni ecclesiastiche,faceva il chierichetto e cantava nel coro,la chiesa era l’unico luogo in cui si sentiva sereno e a suo agio.
Per tutta la vita Lutero fu ossessionato dal timore della punizione e dell’insucceso,quest’ansia lo spinse via via a ribellarsi in modo plateale alla autorità anzichè assecondare le ambizioni paterne.
All’inizio seguì docilmente il percorso stabilito per lui dalla famiglia,frequentò le migliori scuole,a 18 anni si iscrisse all’ università nella regione della Turingia.
Ottenne il titolo di: maestro delle arti,in seguito si laureò in filosofia,aveva anche iniziato gli studi di giurisprudenza,come desiderava il padre.
All’improvviso però,tutte le sue certezze crollarono,nel 1505 dilagò la peste,che decimò la popolazione e l’idea più diffusa era che Dio stesse punendo gli uomini per i loro peccati,il segno tangibile della collera divina.
La vita del giovane Lutero fu sconvolta,il timore dell’ira divina e la constatazione della fragilità umana,provocarono nel suo animo un cambiamento radicale.
Aveva 23 anni quando incappò in un violento temporale e fu quasi ucciso da un fulmine,rimasto vivo decise di prendere i voti,sarebbe diventato monaco.
L’episodio del fulmine lo mise davanti ad un bivio,poteva continuare a percorrere la strada già fissata per lui dal padre,o poteva intraprendere un altro cammino,quello che la sua coscienza gli suggeriva.
Decise di prendere in mano la sua vita e di smettere di assecondare le volontà di suo padre,scelse la libertà,seguì la propria vocazione religiosa per trovare le risposte ai tanti dubbi che lo assalivano,era un uomo di profonda spiritualità.
Due settimane dopo il temporale,Lutero attuò il suo proposito,scelse di entrare a far parte di uno degli ordini monastici più severi: gli agostiniani eremiti, divenne così a tutti gli effetti un membro della Chiesa cattolica.
Gli agostiniani esigevano il rigore assoluto, ne facevano parte religiosi intellettualmente brillanti e con una forte vocazione.
Lutero si rese conto che il monastero non era solo un ritiro spirituale,ma vi si svolgevano attività anche molto più terrene come la tintura delle stoffe,i monaci producevano e vendevano una birra abbastanza apprezzata,la comunità possedeva molte terre intorno al monastero e le rendite degli affitti e delle decime erano cospicue.
La Chiesa non si limitava a chiedere offerte ai fedeli come avviene oggi,ma li obbligava a farlo,aveva diritto di riscuotere le decime che non erano un contributo volontario,ma una vera e propria imposta,se non venivano pagate si rischiava di essere processati e condannati .
I fedeli pensavano che fosse un loro dovere mantenere i ministri di Dio.
Vedere come il clero si arricchiva alle spalle della povera gente,provocò indignazione e disgusto nel giovane Lutero,all’inizio però,fu tutto preso dalla ricerca della propria salvezza,si immerse nella vita ascetica e nella meditazione.
Lutero dormiva all’aperto,anche sulla neve senza coperte,i confratelli a volte erano costretti a portarlo al riparo semiassiderato.
Nel 1510 Lutero fu mandato in misssione a Roma,capitale del cristianesimo occidentale,a quei tempi Roma era la più importante meta del pellegrinaggio che giungeva fino alla tomba di Pietro,Lutero impiegò 2 mesi e raggiunse la città eterna nell’ottobre del 1510.
Roma era al culmine dello splendore rinascimentale,Michelangelo stava dipingendo gli affreschi della cappella Sistina e Raffaello quelli nelle stanze del Vaticano.
Appena arrivato a Roma,Lutero provò un’emozione fortissima all’idea di trovarsi nella città santa,nel cuore del cristianesimo si aspettava di trovare una grande spiritualità,in breve tempo però,si rese conto che la realtà era molto diversa da come credeva.
Dietro alle meravigliose facciate dei palazzi e delle chiese si celava un clero mondano e corrotto,nella capitale del cristianesimo il denaro aveva importanza quanto la fede.
A quei tempi il papato aveva costruito un vero e proprio impero economico,grazie ai flussi di capitali da ogni parte d’Europa,i sacerdoti predicavano che dal denaro scaturisce ogni male e che prestarlo ad interesse è peccato mortale,eppure le istituzioni religiose amministravano milioni di ducati.
Lutero si rese conto che l’organizzazione finanziaria della Chiesa era ramificata in tutto il continente,si sosteneva con i guadagni dei monasteri come il suo,con le donazioni dei fedeli e con le somme versate per ottenere una licenza di matrimonio o un titolo cardinalizio.
Nel sedicesimo secolo il papato era un vero e proprio Stato con un ruolo politico importante in Europa,lo Stato Pontificio aveva una organizzazione simile a quella di un qualunque regno dell’epoca,con una amministrazione burocratica,palazzi e sontuosi edifici di rappresentanza,tutto quello di cui disponevano i grandi principi rinascimentali.
Lo Stato della Chiesa possedeva anche un esercito ed una roccaforte,sulla città dominava la mole di Castel Sant’Angelo,sicuro rifugio per il Papa.
L’allora Pontefice Giulio II lo usava però raramente. Coloro che rivestivano ruoli di spicco nella corte papale erano uomini d’affari,duri e spregiudicati,questo spiega perchè Roma,culla della spiritualità fosse diventata un luogo di mondanità e corruzione.
Lutero rimase profondamente colpito dal cinismo del clero romano,una volta tentò di pronunciare una omelia in una delle splendide chiese della capitale,ma il sacerdote che lo affiancava gli ingiunse rudemente di sbrigarsi,al momento della eucarestia poi,quando il sacerdote prese il pane e lo consacrò perchè diventasse il corpo di Cristo,Lutero udì un altro religioso mormorare: “pane è e pane resterà”.
La delusione provata a Roma ebbe sul giovane Lutero un effetto sconvolgente,era venuto in città convinto di vivere un’esperienza che avrebbe elevato il suo spirito,desiderava conoscere da vicino i vertici della Chiesa perchè si sentiva parte di quella istituzione,scoprì invece che nessuno sembrava condividere le sue convinzioni.
Lutero capì che anche i pellegrinaggi erano una fonte di guadagno per la Chiesa,per entrare nei sotterranei delle catacombe dove erano custodite le reliquie di migliaia di martiri cristiani,bisognava versare un obolo.Con quell’offerta ogni pellegrino sperava di ottenere l’indulgenza,cioè la remissione della pena da scontare per i peccati commessi.
Il peccatore pentito poteva sperare di sfuggire alle pene dell’inferno,per raggiungere, dopo la morte, il purgatorio.
Ottenere un’indulgenza significava ridurre il periodo di permanenza in purgatorio per ascendere poi in Paradiso,era una prospettiva allettante per i fedeli e un modo per assicurare alla Chiesa ottimi guadagni.
Lutero nella sua ricerca della salvezza eterna,visitò tutti i principali luoghi di pellegrinaggio,anche se ormai dubbi e paure si erano impossessati di lui.
Quelle pratiche servivano veramente ad avvicinarlo di più a Dio? Entrò in profonda crisi,per la prima volta mise in dubbio gli insegnamenti della Chiesa,alla quale aveva dedicato la propria vita.
Lutero fu deluso e amareggiato da ciò che vide a Roma,negli ambienti ecclesiastici regnavano la superficialità e la corruzione,la città non rispecchiava affatto lo spirito del cristianesimo.
Non aveva ottenuto le risposte che cercava e quell’esperienza non l’aveva certamente avvicinato di più al Signore,doveva trovare un altro modo per risolvere il suo dilemma.
Il viaggio a Roma lasciò nell’animo di Lutero delusione ed incertezza,la vecchia vita del convento non gli offriva più alcuna consolazione,ossessionato dall’idea di non meritare la salvezza,si confessava continuamente.
Lutero cominciò a mettere in dubbio l’utilità della Chiesa come istituzione,non c’era bisogno dell’intercessione dei sacerdoti o di solenni cerimonie religiose per guadagnare il paradiso,si deve instaurare un rapporto diretto fra uomo e Dio,non fra uomo e Chiesa.
Le conclusioni cui era giunto sconvolsero completamente la sua vita,fino ad allora aveva creduto che per ottenere la salvezza fosse necessario osservare le regole dettate dalla Chiesa,ora sentiva invece che la redenzione era una questione che riguardava esclusivamente l’uomo e Dio,nessuna istituzione terrena poteva aiutare ad accrescere la fede del singolo,nè poteva offrire il perdono dei peccati.
“Dopo aver maturato queste certezze,mi sentii rinato,ebbi l’impressione che le porte del Paradiso fossero già aperte davanti a me”
Il monaco non poteva certo immaginare che le sue idee avrebbero scatenato disordini ed insurrezioni in tutta la Germania.
Erano trascorsi 7 anni dalla visita a Roma,Papa Giulio II era morto,nel 1513 gli era succeduto Leone X,figlio di Lorenzo dei Medici,il nuovo Papa era attirato dai piaceri della vita,viveva nel lusso più sfrenato e amava la buona tavola.Dopo 2 anni di pontificato,Leone X aveva prosciugato le casse dello Stato della Chiesa e dovette sospendere i lavori per la Basilica di San Pietro.
Gli artisti,gli scultori e gli architetti più famosi del Rinascimento erano stati coinvolti nella sua realizzazione, erano però necessari grossi finanziamenti.
Leone X allora trovò un modo per procurarsi nuovi fondi e per rimpinguare le casse dello Stato ricorse ad una pratica ampiamente sperimentata,la vendita di indulgenze.
I fedeli pagavano per ottenere la redenzione dell’anima,si trattava in sostanza di un semplice foglio di carta concesso in cambio di una certa somma di denaro,commisurata alle possibilità economiche del richiedente,era una specie di attestato che garantiva a chi ne era in possesso la remissione dei peccati.
La compravendita di indulgenze aveva un vasto campo d’azione,potevano essere acquistate per sè,ma anche per i defunti della famiglia,acquistando l’indulgenza si aveva la remissione anche dei peccati più gravi,si otteneva il perdono perfino per atti blasfemi.
Si mercanteggiava la salvezza dell’anima!
Che cosa si può dire di queste oscenità della Chiesa? Eppure La Chiesa è arrivata fino a questi punti,fino a vendere la salvezza dell’anima ed allora,essendo tutto ciò qualcosa di scandaloso,di irrazionale,di falso,di ingannevole,un ladrocinio contro tutti i principi della stessa religione,contro Dio,con questi atti imperdonabili i Papi hanno dimostrato al mondo intero di essere delle persone INFIME,altro che i portatori della parola di Dio! La Chiesa di quei tempi (e non solo), ha rappresentato il peggio del peggio che poteva esprimere la società,ovvero la religione.
Tutto ciò ha rappresentato un marchio infamante, indelebile che ha condannato la Chiesa all’INFAMIA ASSOLUTA per l’ETERNITA’.
Per questo i Papi di oggi non possono chiedere al popolo nè scusa nè tantomeno PERDONO,ormai hanno perso la faccia ed ogni credibilità.
Anzichè affacciarsi al balcone,devono tirare le tendine e scrivere: chiuso per lavori in corso fino a data da stabilire (cioè MAI PIU‘)
La somma che il papato cercò di raccogliere nel 1517 era molto alta,ammontava a decine di migliaia di ducati,una cifra che oggi equivarrebbe a molti milioni di euro.
Il Pontefice preparava accuratamente il piano di distribuzione delle indulgenze,si rivelò una buona scelta.
Quel bastardo vendeva il perdono dei peccati,come poteva pensare che il popolo fosse così scemo da non pensare che ciò che raccontava la Chiesa fosse tutta una truffa??? Come fa un Papa a pensare di poter VENDERE IL PERDONO DEI PECCATI ? Bisogna essere letteralmente DEFICIENTI !!!
Il Papa affidò la vendita delle indulgenze ad un frate il quale era molto furbo e quando faceva le prediche in chiesa diceva:” quando le monete nella cassetta tintinneranno,le anime del purgatorio al Paradiso ascenderanno”:
Pensate che delinquenti erano queste persone,eppure questa era la Chiesa!!
Leone X era così sicuro di poter sanare il bilancio pontificio con le offerte dei fedeli,della povera gente ignorante che lui, con metoto scientifico, truffava regolarmente.
Questa è la vera delinquenza da ardere sul rogo!
Lutero notò che sempre più persone disertavano i suoi sermoni e correvano a sperperare il loro denaro dando credito a predicatori ladri,impostori,truffatori che il Papa sguinzagliava in tutta l’Europa,questa sì che è un’eresia! Quanti Papi avrebbero dovuto andare al ROGO!!!!
Lutero era indignato per come la chiesa si stava arricchendo promettendo la REDENZIONE,per lui la salvezza era un dono incondizionato di Dio ottenuto in virtù della sola fede.
La Chiesa non aveva alcun diritto di vendere indulgenze!
Da qui derivava una contraddizione in termini,anche se le indulgenze erano una vera e propria TRUFFA organizzata da Leone X ,infatti la gente era convinta che avendo acquistato una indulgenza non avesse più bisogno di confessarsi,poichè ovviamente erano già sicuri di essersi salvati.
Per Lutero invece questi fedeli stavano rischiando la dannazione eterna.
Lutero si ribellò apertamente alla Chiesa cattolica romana, il 31 ottobre 1517 scrisse un documento in latino in cui attaccava violentemente il papato,le famose 95 tesi con le quali esprimeva la sua critica alla chiesa di Roma ed il suo fermo dissenso sulla vendita delle indulgenze.
Affisse quindi il documento sulla porta della cattedrale di Wittenberg.
Era un chiaro atto d’accusa contro la più potente istituzione del tempo.
-“la grazia divina è donata liberamente a tutti,senza l’intervento del Papa”
– “la vendita delle indulgenze è pericolosa,induce all’autocompiacimento e mette in pericolo la salvezza dell’anima”
– “il Pontefice è più ricco di Creso,sarebbe meglio se mettesse in vendita San Pietro,distribuendo il ricavato ai poveri”
(Creso fu il trentesimo e ultimo sovrano della Lidia, su cui regnò dal 560/561 a.C. fino alla sconfitta subita, intorno al 547 a.C., ad opera dei Persiani. Così come uno dei suoi predecessori, Re Mida, nei secoli questo sovrano passò alla leggenda sul famoso potere di trasformare in oro tutto quel che toccasse, probabilmente un’affascinante interpretazione del fatto che, in quel periodo, in Lidia, fossero coniati ufficialmente dei pezzi d’oro con il marchio del regno (ovvero primitive monete) affinché acquistassero un preciso valore commerciale. Per tal motivo, il re accumulò ingenti ricchezze, note anche fuori dalla Lidia, al punto che, sia nella cultura greca sia in quella persiana (e successivamente in tutto il Mediterraneo), il suo nome acquistò il significato di “ricco” per antonomasia, dando origine a espressioni come “ricco come un Creso“.)
I 95 punti elaborati da Lutero rappresentavano una presa di posizione molto forte perchè mettevano apertamente in dubbio i poteri papali .
Le 95 tesi
1) Il Signore e maestro Gesù Cristo, dicendo: «Fate penitenza, etc.», volle che tutta la vita dei fedeli fosse un sacro pentimento.
2) Questa parola non può intendersi nel senso di Penitenza sacramentale (cioè confessione e soddisfazione, che si celebra per il ministero dei sacerdoti).
3) Non intende però solo la penitenza interiore, anzi quella interiore è nulla se non produce esteriormente varie mortificazioni della carne.
4) Rimane cioè l’espiazione sin che rimane l’odio di sé (che è la vera penitenza interiore), cioè il Regno dei Cieli.
5) Il papa non vuole né può rimettere alcuna pena, fuorché quelle che ha imposte per volontà propria o dei canoni.
6) Il papa non può rimettere alcuna colpa, se non dichiarando e approvando che è stata rimessa da Dio o rimettendo nei casi a lui riservati, fuori dei quali la colpa rimarrebbe certamente.
7) Sicuramente Dio non rimette la colpa a nessuno senza sottometterlo contemporaneamente al sacerdote suo vicario, completamente umiliato.
8) I canoni penitenziali sono imposti solo ai vivi, e nulla si deve imporre in base ad essi ai moribondi.
9) Lo Spirito santo dunque, nel papa, ci benefica eccettuando sempre nei suoi decreti i casi di morte e di necessità.
10) Agiscono male e con ignoranza quei sacerdoti, i quali riservano penitenze canoniche per il purgatorio ai moribondi.
11) Tali zizzanie del mutare una pena canonica in una pena del purgatorio certo appaiono seminate mentre i vescovi dormivano.
12) Una volta le pene canoniche erano imposte non dopo, ma prima dell’assoluzione, come prova della vera contrizione.
13) I morituri soddisfano ogni cosa con la morte, e sono già morti alla legge dei canoni, essendone sollevati per diritto.
14) L’integrità o carità perfetta del morente, porta necessariamente con sé un gran timore, tanto maggiore quanto essa è minore.
15) Questo timore e orrore basta da solo, per tacere d’altro, a costituire la pena del purgatorio, poiché è prossimo all’orrore della disperazione.
16) L’inferno, il purgatorio ed il paradiso sembrano distinguersi tra loro come la disperazione, la quasi disperazione e la sicurezza.
17) Sembra necessario che nelle anime del purgatorio di tanto diminuisca l’orrore di quanto aumenti la carità.
18) Né appare approvato sulla base della ragione e delle scritture, che queste anime siano fuori della capacità di meritare o dell’accrescimento della carità.
19) Né appare provato che esse siano certe e sicure della loro beatitudine, almeno tutte, sebbene noi ne siamo certissimi.
20) Dunque il papa con la remissione plenaria di tutte le pene non intende semplicemente di tutte, ma solo di quelle imposte da lui.
21) Sbagliano pertanto quei predicatori d’indulgenze, i quali dicono che per le indulgenze papali l’uomo è sciolto e salvato da ogni pena.
22) Il papa, anzi, non rimette alle anime in purgatorio nessuna pena che avrebbero dovuto subire in questa vita secondo i canoni.
23) Se mai può essere concessa ad alcuno la completa remissione di tutte le pene, è certo che essa può esser data solo ai perfettissimi, cioè a pochissimi.
24) È perciò inevitabile che la maggior parte del popolo sia ingannata da tale indiscriminata e pomposa promessa di liberazione dalla pena.
25) La stessa potestà che il papa ha in genere sul purgatorio, l’ha ogni vescovo e curato in particolare nella propria diocesi o parrocchia.
26) Il papa fa benissimo quando concede alle anime la remissione non per il potere delle chiavi (che non ha) ma a modo di suffragio
27) Predicano da uomini, coloro che dicono che, subito, come il soldino ha tintinnato nella cassa l’anima se ne vola via.
28) Certo è che al tintinnio della moneta nella cesta possono aumentare la petulanza e l’avarizia: invece il suffragio della chiesa è in potere di Dio solo.
29) Chi sa se tutte le anime del purgatorio desiderano essere liberate, a giudicare da un aneddoto che si narra riguardo ai santi Severino e Pasquale?[5].
30) Nessuno è certo della sincerità della propria contrizione, tanto meno del conseguimento della remissione plenaria.
31) Tanto è raro il vero penitente, altrettanto è raro chi acquista veramente le indulgenze, cioè rarissimo.
32) Saranno dannati in eterno con i loro maestri coloro che credono di essere sicuri della loro salute sulla base delle lettere di indulgenza.
33) Specialmente sono da evitare coloro che dicono che tali perdoni del papa sono quel dono inestimabile di Dio mediante il quale l’uomo è riconciliato con Dio.
34) Infatti tali grazie ottenute mediante le indulgenze riguardano solo le pene della soddisfazione sacramentale stabilite dall’uomo.
35) Non predicano cristianamente quelli che insegnano che non è necessaria la contrizione per chi riscatta le anime o acquista lettere di indulgenza.
36) Qualsiasi cristiano veramente pentito ottiene la remissione plenaria della pena e della colpa che gli è dovuta anche senza lettere di indulgenza.
37) Qualunque vero cristiano, sia vivo che morto, ha la parte datagli da Dio a tutti i beni di Cristo e della Chiesa, anche senza lettere di indulgenza.
38) Tuttavia la remissione e la partecipazione del papa non deve essere disprezzata in nessun modo perché, come ho detto (tesi numero 6), è la dichiarazione della remissione divina.
39) È straordinariamente difficile anche per i teologi più saggi esaltare davanti al popolo ad un tempo la prodigalità delle indulgenze e la verità della contrizione.
40) La vera contrizione cerca ed ama le pene, la larghezza delle indulgenze produce rilassamento e fa odiare le pene o almeno ne dà occasione.
41) I perdoni apostolici devono essere predicati con prudenza, perché il popolo non intenda erroneamente che essi sono preferibili a tutte le altre buone opere di carità.
42) Bisogna insegnare ai cristiani che non è intenzione del papa equiparare in alcun modo l’acquisto delle indulgenze con le opere di misericordia.
43) Si deve insegnare ai cristiani che è meglio dare a un povero o fare un prestito a un bisognoso che non acquistare indulgenze.
44) Poiché la carità cresce con le opere di carità e fa l’uomo migliore, mentre con le indulgenze non diventa migliore ma solo più libero dalla pena.
45) Occorre insegnare ai cristiani che chi vede un bisognoso, e trascurandolo dà per le indulgenze, si merita non l’indulgenza del papa ma l’indignazione di Dio.
46) Si deve insegnare ai cristiani che se non abbondano i beni superflui, debbono tenere il necessario per la loro casa e non spenderlo per le indulgenze.
47) Si deve insegnare ai cristiani che l’acquisto delle indulgenze è libero e non di precetto.
48) Si deve insegnare ai cristiani che il papa come ha maggior bisogno così desidera maggiormente per sé, nel concedere le indulgenze, devote orazioni piuttosto che monete sonanti.
49) Si deve insegnare ai cristiani che i perdoni del papa sono utili se essi non vi confidano, ma diventano molto nocivi, se per causa loro si perde il timor di Dio.
50) Si deve insegnare ai cristiani che se il papa conoscesse le esazioni dei predicatori di indulgenze, preferirebbe che la basilica di San Pietro andasse in cenere piuttosto che essere edificata sulla pelle, la carne e le ossa delle sue pecorelle.
51) Si deve insegnare ai cristiani che il papa, come deve, vorrebbe, anche a costo di vendere – se fosse necessario – la basilica di San Pietro, dare dei propri soldi a molti di quelli ai quali alcuni predicatori di indulgenze estorcono denaro.
52) È vana la fiducia nella salvezza mediante le lettere di indulgenza. anche se un commissario e perfino lo stesso papa impegnasse per esse la propria anima.
53) Nemici di Cristo e del papa sono coloro i quali perché si predichino le indulgenze fanno tacere completamente la parola di Dio in tutte le altre chiese.
54) Si fa ingiuria alla parola di Dio quando in una stessa predica si dedica un tempo eguale o maggiore all’indulgenza che ad essa.
55) È sicuramente desiderio del papa che se si celebra l’indulgenza, che è cosa minima, con una sola campana, una sola processione, una sola cerimonia, il vangelo, che è la cosa più grande, sia predicato con cento campane, cento processioni, cento cerimonie.
56) I tesori della Chiesa, dai quali il papa attinge le indulgenze, non sono sufficientemente ricordati né conosciuti presso il popolo cristiano.
57) Certo è evidente che non sono beni temporali, che molti predicatori non li profonderebbero tanto facilmente ma piuttosto li raccoglierebbero.
58) Né sono i meriti di Cristo e dei santi, perché questi operano sempre, indipendentemente dal papa, la grazia dell’uomo interiore, la croce, la morte e l’inferno dell’uomo esteriore.
59) San Lorenzo chiamò tesoro della Chiesa i poveri, ma egli usava il linguaggio del suo tempo.
60) Senza temerarietà diciamo che questo tesoro è costituito dalle chiavi della Chiesa donate per merito di Cristo.
61) È chiaro infatti che per la remissione delle pene e dei casi basta la sola potestà del papa.
62) Vero tesoro della Chiesa di Cristo è il sacrosanto Vangelo, gloria e grazia di Dio.
63) Ma questo tesoro è a ragione odiosissimo perché dei primi fa gli ultimi.
64) Ma il tesoro delle indulgenze è a ragione gratissimo perché degli ultimi fa i primi.
65) Dunque i tesori evangelici sono reti con le quali un tempo si pescavano uomini ricchi.
66) Ora i tesori delle indulgenze sono reti con le quali si pescano le ricchezze degli uomini.
67) Le indulgenze, che i predicatori proclamano grazie grandissime, si capisce che sono veramente tali quanto al guadagno che promuovono.
68) E sono in realtà le minime paragonate alla grazia di Dio e alla pietà della croce.
69) I vescovi e i parroci sono tenuti a ricevere con ogni riverenza i commissari dei perdoni apostolici.
70) Ma più sono tenuti a vigilare con gli occhi e le orecchie che essi non predichino, invece del mandato avuto dal papa, le loro fantasie.
71) Chi parla contro la verità dei perdoni apostolici sia anatema e maledetto.
72) Chi invece si oppone alla cupidigia e alla licenza del parlare del predicatore di indulgenze, sia benedetto.
73) Come il papa giustamente fulmina coloro che operano qualsiasi macchinazione a danno della vendita delle indulgenze.
74) Così molto più gravemente intende fulminare quelli che col pretesto delle indulgenze operano a danno della santa carità e verità.
75) Ritenere che le indulgenze papali siano tanto potenti da poter assolvere un uomo, anche se questi, per un caso impossibile, avesse violato la madre di Dio, è essere pazzi.
76) Al contrario diciamo che i perdoni papali non possono cancellare neppure il minimo peccato veniale, quanto alla colpa.
77) Dire che neanche san Pietro, se pure fosse papa, potrebbe dare grazie maggiori, è bestemmia contro san Pietro e il papa.
78) Diciamo invece che questo e qualsiasi papa ne ha di maggiori, cioè l’evangelo, le virtù, i doni di guarigione, ecc. secondo 12.
79) Dire che la croce eretta solennemente con le armi papali equivale alla croce di Cristo, è blasfemo.
80) I vescovi i parroci e i teologi che consentono che tali discorsi siano tenuti al popolo ne renderanno conto.
81) Questa scandalosa predicazione delle indulgenze fa sì che non sia facile neppure ad uomini dotti difendere la riverenza dovuta al papa dalle calunnie e dalle sottili obiezioni dei laici.
82) Per esempio: perché il papa non vuota il purgatorio a motivo della santissima carità e della somma necessità delle anime, che è la ragione più giusta di tutte, quando libera un numero infinite di anime in forza del funestissimo denaro dato per la costruzione della basilica, che è una ragione debolissima?
83) Parimenti: perché continuano le esequie e gli anniversari dei defunti, e invece il papa non restituisce ma anzi permette di ricevere lasciti istituiti per loro, mentre è già un’ingiustizia pregare per dei redenti?
84) Parimenti: che è questa nuova di Dio e del papa, per cui si concede ad un uomo empio e peccatore di redimere in forza del danaro un’anima pia e amica di Dio, e tuttavia non la si redime per gratuita carità in base alla necessità di tale anima pia e diletta?
85) Ancora: perché canoni penitenziali per sé stessi e per il disuso già da tempo morti e abrogati, tuttavia a motivo della concessione delle indulgenze sono riscattati ancora col denaro come se avessero ancora vigore?
86) Ancora: perché il papa le cui ricchezze oggi sono più opulente di quelle degli opulentissimi Crassi, non costruisce una sola basilica di San Pietro con i propri soldi invece che con quelli dei poveri fedeli?
87) Ancora: cosa rimette o partecipa il papa a coloro che con la contrizione perfetta hanno diritto alla piena remissione e partecipazione?
88) Ancora: quale maggior bene si recherebbe alla Chiesa, se il papa, come fa ogni tanto, così cento volte ogni giorno attribuisse queste remissioni e partecipazioni a ciascun fedele?
89) Dato che il papa con le indulgenze cerca la salvezza delle anime piuttosto che il danaro perché sospende le lettere e le indulgenze già concesse, quando sono ancora efficaci?
90) Soffocare queste sottili argomentazioni dei laici con la sola autorità e non scioglierle con opportune ragioni significa esporre la chiesa e il papa alle beffe dei nemici e rendere infelici i cristiani.
91) Se dunque le indulgenze fossero predicate secondo lo spirito e l’intenzione del papa, tutte quelle difficoltà sarebbero facilmente dissipate, anzi non esisterebbero.
92) Addio dunque a tutti quei profeti, i quali dicono al popolo cristiano “Pace, pace”, mentre non v’è pace.
93) Valenti tutti quei profeti, i quali dicono al popolo cristiano «Croce, croce», mentre non v’è croce.
94) Bisogna esortare i cristiani perché si sforzino di seguire il loro capo Cristo attraverso le pene, le mortificazioni e gli inferni.
95) E così confidino di entrare in cielo piuttosto attraverso molte tribolazioni che per la sicurezza della pace.
La prima tesi si riferiva direttamente alla questione delle indulgenze,affermando che per ottenere la salvezza erano necessari un vero pentimento e sacrifici reali,non bastava sborsare del denaro,le indulgenze erano quindi una scorciatoia ingannevole,a dimostrazione delle sue tesi,Lutero citava i passi del Vangelo in cui Cristo dice che la remissione dei peccati è frutto del pentimento ed è quindi un percorso molto arduo da seguire,quindi pensate che impostore era il Papa!!!! Della peggiore razza!
Lutero chiamava in causa i teologi e tutti coloro che fino ad allora avevano accettato gli abusi commessi in nome della Chiesa.
Ben presto le tesi vennero PUBBLICATE, le idee del monaco tedesco si diffusero rapidamente nell’intera Germania, nessuno poteva prevedere gli effetti sconvolgenti che avrebbero avuto per l’Europa.
Le tesi mettevano apertamente in discussione l’autorità del Papa,il pontefice in persona aveva promosso la predicazione delle indulgenze e la loro vendita.
Pensate a quale criminale era in mano la Chiesa!
La Chiesa cattolica era una istituzione potente consolidata da centinaia di anni,sapeva come trattare i ribelli dello stampo di Lutero,li bollava come eretici,la condanna per loro era la morte.
Siamo veramente all’incredibile,alla farsa,alla pazzia ,il Papa andava contro la stessa LOGICA, ancora prima della religione,il Papa era un criminale,un ladro e un delinquente,lui era l’ERETICO rispetto al Vangelo ,lui avrebbe dovuto essere condannato a morte!
A Roma i suoi scritti suscitarono orrore e sdegno fra gli alti prelati (era ovvio) che certamente non amavano le verità del Vangelo,ma l’ipocrisia,la falsità e l’arrivismo del Papa ,non solo per le accuse rivolte al Papa,che anche un deficiente sarebbe stato in grado di capire come giuste,ma perchè le sue tesi incontravano un grande favore popolare,il popolo non era scemo e capiva perfettamente la falsità delle idee papali rispetto ai vangeli.
La gente iniziò a nutrire dubbi sul modo in cui le autorità ecclesiastiche approfittavano del desiderio dei fedeli per assicurarsi la salvezza eterna,insomma erano dei VERI CRIMINALI.
La Chiesa bollò senza indugio gli scritti di Lutero ,li definì eretici (come al solito) e prese immediatamente provvedimenti in merito.
Per prima cosa fece distruggere le copie del testo in circolazione,poi avrebbe provveduto a punire l’autore.
La pena più grave prevista per chi veniva accusato di eresia era l’esclusione dalla comunità dei fedeli e la consegna del colpevole alle autorità giudiziarie secolari,esse provvedevano ad eseguire la condanna a morte che avveniva,secondo una definizione ipocrita “senza spargimento di sangue”,cioè mettendo al rogo il prigioniero.
Anche questa definizione è un indice della enorme STUPIDITA’ dei Papi.
Già un centinaio di anni prima,un religioso boemo,Jan Hus (Costanza 6 luglio 1415),aveva mosso alla Chiesa cattolica le stesse critiche di Lutero,fu invitato al Concilio di Costanza per dibattere le sue tesi,ma fu poi condannato al rogo.
Vedete come la Chiesa è sempre stata falsa,assolutista ed ha sempre esercitato al massimo livello la VIOLENZA!!! A quella Chiesa nessuno doveva credere,nè allora,nè ora,perchè la Chiesa deve avere una sola parola,la PAROLA della VERITA’ e dell’onestà che invece ha sempre tradito con METODO SCIENTIFICO.
Quella chiesa,anche adesso, NON PUO’ PIU’ chiedere PERDONO!
Non ha più credibilità.
Si deve solo vergognare!
Sono perfettamente inutili tutti gli sforzi degli ultimi Papi per giustificare ,per chiedere perdono !
La Chiesa aveva a disposizione un organismo molto efficiente per eliminare gli oppositori: il
Tribunale dell’Inquisizione
Chi professava idee non conformi alla dottrina cristiana,rischiava di essere bollato come eretico e processato,Lutero si era avventurato su un terreno molto pericoloso e correva concretamente il rischio di essere condannato a morte.
Ma pensate possibile che i Papi non si rendessero conto che, anzichè promulgare la parola di Dio e dell’amore,della carità,del perdono, sguinzagliassero in tutta europa i loro boia per uccidere e braciare viva la gente????
Questi hanno fatto certamente scuola ad un tipo chiamato Hitler!
L’aspra reazione delle autorità ecclesiastiche,non suscitò in Lutero dubbi o timori,anzi accrebbe in lui determinazione e coraggio,che si rafforzarono nel tempo e col moltiplicarsi degli attacchi nei suoi confronti.
Indubbiamente il monaco tedesco fu intimorito da alcune minacce che gli vennero rivolte,era sostenuto però dalla salda convinzione che vivere la vita da vero cristiano,vuol dire essere pronti ad affrontare ogni sofferenza.
Le stesse minacce molti anni dopo saranno rivolte alla popolazione da una organizzazione che usava gli stessi metodi della “santa inquisizione”: la Gestapo (Geheime Staatspolizei = Polizia segreta di stato) della Germania nazista.
Lutero interpretò la reazione contro le sue idee come la conferma alla sua vocazione di riformatore.
Il Pontefice invitò Lutero a ritrattare quello che aveva affermato nelle sue tesi ma il monaco rifiutò,fu interrogato da un cardinale inviato dal Papa,ma non si lasciò intimorire,proprio come la Gestapo farà in seguito con molti cittadini.
Anche quando arrivò sul suo capo l’accusa di eresia,Lutero mantenne il suo atteggiamento di sfida:
“chiedo che mi spieghino in termini assoluti e non relativi,chiaramente e senza incertezze,ciò che essi considerano eresia”.
Le alte gerarchie ecclesiastiche si trovarono in difficoltà perchè più cercavano di mettere a tacere Lutero,più egli si convinceva che la sua opera di riforma doveva essere compiuta.
“volevo essere libero di credere senza essere sottomesso all’autorità di nessuno,che fosse un Concilio,un corpo accademico,o il Papa,ero pronto a battermi per la verità e a difendere le mie idee a costo della vita”.
A Roma dunque si decise di procedere contro Lutero,Papa Leone X ricorse all’arma più potente a sua disposizione,la scomunica.
In quel modo avrebbe condannato il monaco alla dannazione eterna,mettendolo al bando dalla comunità dei credenti.
Per i fedeli cristiani,la scomunica papale significava che in caso di morte senza riconciliazione con la Chiesa,l’anima era destinata alla dannazione eterna.
La Bolla di scomunica venne redatta presso la lussuosa tenuta di caccia che il Pontefice aveva fuori Roma,il testo riflette la passione per l’attività venatoria che era lo svago preferito di Leone X.
Ma ci rendiamo conto?: un Papa cacciatore! Questa è una vera eresia!
La Bolla recante il sigillo pontificio avrebbe dovuto segnare il destino di Lutero,il monaco diventava passibile d’arresto da parte delle autorità civili o religiose.
Mentre Leone X da Roma preparava la scomunica,il pensiero di Lutero si diffondeva sempre di più.
Le 95 tesi di Lutero divennero famose nell’intera Germania,decise di scrivere una nuova opera: “alla nobiltà cristiana di nazione tedesca”.
Il contenuto del testo si rivelò assai pericoloso per la Chiesa cattolica ed il Papa;con l’astuzia l’autore non si rivolse ai sacerdoti o alla gerarchie ecclesiastiche ma alle autorità laiche tedesche,il fatto che Lutero indirizzasse il suo appello alla aristocrazia locale,indica che iniziava ad avere una visione chiara della situazione politica del tempo,capì che per portare a termine l’opera di riforma della Chisa,avrebbe dovuto contare sul sostegno di chi deteneva il potere.
All’epoca di Lutero,la Germania era un mosaico di staterelli indipendenti,ognuno era governato da un Principe. Tutti però facevano parte del Sacro Romano Impero,queste piccole entità politiche, sempre in lotta fra loro,non avevano la forza di trattare alla pari con Roma.
In Germania vi era da tempo un atteggiamento critico nei confronti della Chiesa Romana,lo scritto di Lutero faceva leva sul risentimento di coloro che detenevano il potere politico,perchè cambiassero quello stato di cose.
Lutero descrisse Roma come un pozzo senza fondo che inghiottiva le risorse economiche del popolo tedesco:
“il denaro accumulato in Germania,sfidando le forze della natura, prende il volo al di là delle Alpi”.
Descrisse la corruzione morale del clero romano,parlò del nutrito seguito e delle decine di segretari di cui il pontefice amava circondarsi,come tutti i papi di allora,Leone X si muoveva per la città con un corteo di assistenti ed accompagnatori,Lutero voleva far sapere ai suoi connazionali come veniva speso il denaro che dalla Germania arrivava a Roma.
Questo Leone X (e non solo) aveva proprio la testa vuota e pensava di portare a giro i credenti per il naso,come se fossero dei piccoli scemi. Incredibile,ma questa è stata la Chiesa!!!
Come avrà fatto il popolo a credere a questi balordi???
Lutero senza mezzi termini, invitava i Principi e le autorità laiche tedesche a sollevarsi contro Roma e il Papa.
“ritengo che l’unico rimedio rimasto all’Imperatore,ai sovrani ed ai principi,sia cingere la spada e contrastare con forza e determinazione questi parassiti,combattendoli non più con le parole,ma con le armi.”
Le idee di Lutero erano rivoluzionarie,egli sosteneva che non solo il clero,ma anche i battezzati erano parte integrante dell’istituzione ecclesiastica.
Uno dei temi centrali del nuovo scritto di Lutero, era l’importanza dei laici,non solo gli ecclesiastici,ma ciascun fedele era stato investito da Dio nel dovere di partecipare alla gestione della istituzione ecclesiastica.
Oggi potremmo dire che Lutero proponeva la democratizzazione della Chiesa.
Le teorie rivoluzionarie contenute nell’opera,ebbero ripercussioni impreviste,innanzitutto permisero al monaco di sfuggire alle autorità ecclesistiche che lo avrebbero processato e condannato.
La Sassonia dove Lutero viveva,era governata dal Principe elettore Federico III,detto il saggio,egli aveva fondato l‘università di Wittenberg,dove il monaco insegnava e decise di proteggere discretamente il religioso rifiutando di consegnarlo agli emissari del Papa.
Non sono chiari i motivi che spinsero Federico il saggio a difendere Lutero,probabilmente il Principe era orgoglioso di questo famoso e colto teologo,che attirava studiosi ed intellettuali in una università piccola e fino ad allora poco conosciuta,come quella di Wittenberg,la presenza di Lutero le conferiva prestigio ed importanza,gli occhi del mondo occidentale erano tutti puntati sull’ateneo.
Federico III comprese anche che l’ultima opera di Lutero portava implicazioni politiche che potevano tornargli utili.
L’Imperatore aveva tutto l’interesse di cercare di limitare i poteri della Chiesa e da tempo tentava di farlo ,poteva appellarsi alle ingiustizie compiute da Roma sui cittadini tedeschi e dire di essere spinto da ideali più alti.
L’ultimo scritto di Lutero aveva suscitato interesse anche fra le più alte sfere politiche.
Nel 1520 Federico il saggio ricevette la visita del più potente monarca europeo,il Sovrano del Sacro Romano Impero, Carlo V che era da poco salito al trono e riteneva Lutero un personaggio quanto meno scomodo.
Carlo V era un fervente cattolico ed intendeva dedicarsi alla difesa della religione cristiana,Federico III si dimostrò un abile diplomatico e persuase Carlo V a non consegnare Lutero agli emissari del Papa,il monaco doveva però presentarsi alla dieta imperiale,l’assemblea dei principi del Sacro Romano Impero che doveva tenersi nel 1521 ,lì avrebbe esposto le proprie ragioni davanti all’Imperatore,Lutero avrebbe così avuto la possibilità di parlare davanti ad una prestigiosa adunata,sarebbe stato un momento cruciale per Lutero e la Riforma .
Un legato papale venne incaricato di diffondere in Germania le copie della Bolla papale “Exurge Domine” emessa da Leone X che proclamava le tesi di Lutero come eretiche,ne vietava inoltre la stampa e la lettura,intimando la distruzione delle copie esistenti.
Gran parte della popolazione ormai era schierata dalla parte di Lutero,si dice che gli studenti universitari gettarono tutte le copie della Bolla nel fiume,dicendo poi,provocatoriamente che,se erano bolle,dovevano galleggiare.
Le idee di Lutero riscuotevano sempre più successo fra la gente e se ne discuteva in ogni piazza.
Nessuno aveva mai osato rivolgersi al Pontefice ed alle autorità ecclesiastiche con parole così schiette e dure.
” il Papa dovrebbe riconoscere di essere un peccatore incallito,Roma è un bordello peggiore della più ripugnante casa di malaffare,ecco cos’è quella città”
Ma la domanda è: come può esistere un Papa così stupido con un comportamento così corrotto e pensare di essere seguito dai fedeli??
Eppure questa era la Chiesa , il VERTICE della Chiesa!!
“Roma ospita un tale nuvolo di parassiti da non temere il confronto con l’antica Babilonia,il Papa dovrebbe astenersi dall’avere mani in pasta ovunque”
Lutero usava un linguaggio semplice e diretto,perfino ironico ma nello stesso tempo profondo e capace di trasmettere sicurezza ,chi diventava oggetto delle sue critiche veniva fatto a pezzi dal suo sarcasmo.
Accanto agli scritti di Lutero iniziarono a comparire anche illustrazioni,in modo che chi non sapeva leggere capisse il contenuto.
Molte xilografie riproducevano il Papa che si abbandonava ad una vita di corruzione.
Lo rappresentavano perfino come servo di satana.
Lutero ed i suoi seguaci cominciarono a concepire la lotta con Roma come un’epica battaglia contro le forze del male.
Agli occhi di Lutero la lotta contro la Chiesa di Roma diventava una lotta contro l’anticristo,in realtà la Riforma si tradusse in un conflitto con una autorità politica,ma il monaco tedesco la concepiva come un incontro biblico,quasi apocalittico.
L’anticristo, per alcune correnti del cristianesimo, è il nemico escatologico del Messia: è l’avversario o antagonista di Cristo (è detto anche “falso Cristo“) e dell’avvento del Regno di Dio in questo mondo, alleato dell’avversario (Satana), potentissimo eppure già destinato a soccombere.
Sul finire del 1520 Lutero era ancora impegnato ad elaborare i principi della sua Riforma religiosa,mancavano pochi mesi alla dieta di Worms e stava per essere colpito dalla scomunica papale,il monaco stava lavorando ad un altro scritto che avrebbe creato grande scandalo,l’opera che trasformò Lutero da semplice riformatore a pericoloso ribelle.
Il titolo dello scritto era: La cattività di babilonia.
# Esilio babilonese della Chiesa è un trattato scritto da Martin Lutero nel 1520 in cui esamina i sette sacramenti della Chiesa medioevale alla luce della Bibbia.
# (1520) Non ci sono 7 sacramenti ma ne riconosco solo 3: il battesimo, la penitenza e il pane. Tutte queste cose sono state tratte per noi in misera cattività dalla curia romana e la chiesa è stata spogliata di tutta la sua libertà. Se dovessi parlare secondo la Scrittura dovrei parlare di un solo sacramento e di 3 segni sacramentali.
Il sacramento dell’eucarestia non appartiene ai preti ma a tutti e i preti non ne sono i padroni ma i servitori che devono dare le due specie a coloro che lo domandano.
I contenuti di questo libro in effetti sono duri e distruttivi,Babilonia era la città della corruzione per eccellenza,accostando Roma a Babilonia, Lutero affermava che la Chiesa era prigioniera del male,derubata della funzione che le era propria e guidata da uomini senza scrupoli,quindi doveva essere liberata.
In quell’opera Lutero contestò anche la validità dei sacramenti,secondo la dottrina cattolica solo ricevendo i sacramenti ,mezzi di santificazione e salvezza,i fedeli possono guadagnare il Paradiso,il compito di amministrarli spetta ai ministri del culto,cioè i sacerdoti.
Lutero interpretò in modo diverso le Sacre Scritture,affermando che in esse si parla solo di 2 sacramenti,di cui riconobbe il valore: il battesimo e l‘eucarestia.
– Col battesimo si entrava a far parte del popolo di Dio,
– l’eucarestia invece, secondo Lutero,era un modo per confermare la condizione di grazia acquistata con la fede
Lutero sosteneva che gli altri sacramenti non fossero stati introdotti da Gesù,ma successivamente dalla Chiesa,per questo dovevano essere eliminati.
Così Lutero liberalizzava il rapporto fra uomo e Dio.
Per la dottrina cattolica,i sacramenti sono segni della grazia,un mezzo di santificazione per gli uomini e per riceverli sono necessari i sacerdoti,testimoni di Dio.
Lutero sosteneva invece che la relazione fra uomo e Dio fosse immediata e non avesse bisogno di intermediari,era il fedele a doversi pentire,nessuno poteva assolverlo.
In sostanza Lutero sminuiva il ruolo del clero,investendo di importanza il rapporto del singolo fedele con Dio che doveva essere diretto.
“ritengo che nè il Papa,nè i vescovi ,nè chi è stato ordinato sacerdote, abbia il diritto di imporre alcun obbligo di fede,alla comunità cristiana,perchè ogni fedele può considerarsi sacerdote del Signore”
Lutero escluse ogni intermediazione fra uomo e Dio,per lui,gli uomini col battesimo diventavano sacerdoti,escludendo il sacerdozio ministeriale,per lui non c’era distinzione fra clero e laici,era un messaggio che sovvertiva completamente la tradizione cristiana.
Nel Dicembre del 1520,a Lutero venne consegnata la Bolla Papale Exurge Domine,tuttavia era ormai impossibile arrestare il processo da lui avviato,la Riforma Protestante era in pieno svolgimento.
Le idee di Lutero erano portatrici di un contenuto rivoluzionario anche dal punto di vista sociale,il monaco tedesco aveva messo in luce l’importanza della gente comune,di ogni singolo individuo.
Quando i ceti più disagiati della popolazione si convinsero di questo fatto,la situazione divenne incontrollabile.
Lutero non si fece intimorire dalle minacce del Papa,gli si intimava di ritrattare il contenuto delle 95 tesi,per tutta risposta egli gettò la Bolla nel fuoco.
“poichè avete corrotto la verità di Dio,che questo documento arda nel fuoco. Non ho paura e sono felice di soffrire per una causa così nobile,”
Distruggendo la Bolla Lutero espresse platealmente il suo rifiuto di sottomettersi al volere del Papa. Sentiva di essere nel giusto.
Il 3 gennaio 1521 Lutero fu definitivamente scomunicato,si preparava alla resa dei conti ed al confronto con le autorità imperiali alla dieta di Worms.
Il 2 Aprile 1521 Lutero partì alla volta di Worms,il viaggio durò 2 settimane era scortato da un araldo imperiale di Carlo V per garantire la sua incolumità durante il viaggio,gli amici avevano tentato in ogni modo di dissuaderlo,erano convinti che non sarebbe tornato vivo.
Lutero piaceva alla gente comune. Arrivò così a Worms.
” quel giorno una moltitudine mi accolse festosamente ,tutti gli abitanti si erano riversati in strada,fui scortato da alcuni cavalieri attraverso le porte della città,un prete mi venne incontro e mi toccò come se fossi un santo,” .
La gente fissava Lutero inebetita e lo acclamava.
Uno dei messi pontifici tornato a Roma riferì che 9 persone su 10 gridavano a gran voce: evviva Lutero!
Era una giornata calda,il rosso del tramonto colorava il cielo,in un’unica sala erano riuniti i sovrani più potenti d’Europa,i Principi di Germania,CarloV Imperatore del Sacro Romano Impero ,il Nunzio pontificio,
“Dio aveva deciso di affidare la mia vita a questi uomini”
Lutero conosceva uno dei Principi, Federico il saggio,sapeva tuttavia che il suo destino sarebbe stato deciso dal voto di tutti i convenuti.
L’ambasciatore pontificio avanzò una sola richiesta,che Lutero ritrattasse tutto ciò che aveva scritto,il monaco rifiutò fermamente di rinnegare le sue idee,gli fecero pressione in ogni modo per ritrattare le sue idee,
“non riconosco l’autorità del Papa nè quella dei Concili,perchè le loro decisioni sono contraddittorie,la mia coscienza è obbligata a restare fedele solo al Signore,non posso e non voglio rinnegare le mie tesi,sarebbe errato ed ingiusto agire contro i miei principi”
Lutero concluse il suo discorso con una dichiarazione provocatoria e allo stesso tempo disarmante:
“eccomi,non posso fare altro,che il Signore mi aiuti,amen”
Le sue parole furono rivoluzionarie,un solo uomo osava sfidare le autorità per difendere le sue idee,sostenendo davanti ai potenti i principi in cui credeva senza tradire la propria coscienza o accettare compromessi.
Dopo l’udienza gli fu concesso di tornare nel proprio alloggio,gli venne riferito che avrebbe conosciuto il verdetto il giorno seguente.
L’indomani ricevette una notizia inaspettata,la giuria non aveva espresso un giudizio unanime come previsto dalle procedure della dieta,Federico il saggio si era astenuto.
Il Principe di Sassonia aveva capito che le idee del monaco potevano rivelarsi utili,Lutero poteva servirgli ancora per lottare contro lo strapotere del Papa e della Chiesa di Roma,è probabile però che fosse anche interessato alle idee riformiste,voleva permettere al teologo di continuare il proprio lavoro.
A Lutero fu garantito di poter tornare incolume a Wittenberg,in realtà correva il rischio di essere arrestato dagli agenti pontifici,ma Federico trovò il modo di proteggerlo,organizzò un finto rapimento ,Lutero fu prelevato lungo la strada e nascosto in una fortezza,isolata e difficilmente raggiungibile,gli agenti del papa non sarebbero riusciti a rintracciarlo.
Nonostante il lungo periodo di isolamento,la fama di Lutero e di ciò che era successo a Worms,si propagava velocemente.
Ormai era considerato un eroe,colui che si ribellava alle autorità.
Le sue idee rivoluzionarie vennero accolte in strati sempre più vasti di popolazione,un processo a catena che coinvolse ceti sociali diversi,all’improvviso il mondo sembrava diverso,come se ricomponendo i pezzi di un mosaico ,incredibilmente l’immagine risultasse cambiata.
Le avvisaglie della rivolta si ebbero a Wittenberg,dove avvennero fatti inauditi,monaci e suore si allontanarono dai conventi e dalle comunità,molti sacerdoti non rispettarono più le leggi canoniche,si sposarono e cominciarono a vivere come gli altri cittadini.
Non fu solo una riforma religiosa,si trattò di una vera rivoluzione in campo sociale,economico e politico.
I fedeli che avevano contribuito per acquistare quadri ed icone dei santi per le chiese,le rimossero dai muri e le distrussero,la rivolta era ormai inarrestabile,partì dal basso ma arrivò a coinvolgere i ceti più alti,si delineavano i primi elementi della Riforma protestante.
Nella primavera del 1522, Lutero potè tornare a Wittenberg,per il Papa ormai non si trattava più di tenere a bada un monaco ribelle,anche il religioso si rese conto che le sue idee avevano scatenato una vera e propria rivolta popolare.
Per tutto il Medioevo la Chiesa era stata radicata nel tessuto sociale,era una presenza capillare nell’organizzazione e nel funzionamento delle comunità.
Mettendone in discussione l’autorità,era inevitabile che ci fossero ripercussioni sull’intera società.
Le comunità locali si organizzarono in modo completamente diverso,la Chiesa non era più l’unico punto di riferimento ,in Germania le collettività iniziarono ad interessarsi di questioni come l’ordine sociale,l’assistenza ai poveri e l’istruzione di cui prima si occupava la Chiesa.
Decisero di gestire queste problematiche in modo autonomo e a livello locale definendo norme e regole autonome.
A Wittenberg i seguaci di Lutero rivoluzionarono l’organizzazione cittadina,dopo aver preso il controllo della amministrazione comunale,confiscarono i beni ecclesiastici per predisporre un nuovo sistema assistenziale,subentrando anche nella conduzione delle scuole un tempo gestite dalla Chiesa.
Le rivolte popolari sembravano essere la logica conseguenza del pensiero riformista,il monaco invece fu inorridito da ciò che era successo,il suo pensiero era stato interpretato in maniera radicale ed estremista,il teologo non aveva previsto dei cambiamenti così repentini e violenti.
“mi sono opposto agli abusi ed alle indulgenze della Chiesa di Roma,ma mai con la forza,ho solamente insegnato,predicato e commentato la parola di Dio”
Dal pulpito il teologo cercò di convincere i fedeli a fermare l’ondata di rivolte che ormai dilagava,li invitò a preoccuparsi della salvezza delle loro anime.
Lutero non poteva impedire gli sconvolgimenti che stavano avvenendo nelle città e nelle campagne,ma cercò di arginarli,non era uno sprovveduto,si rese conto che se le sue idee fossero state associate alla rivoluzione e alla soppressione della proprietà privata,avrebbero avuto contro le autorità laiche ,non poteva permettersi di perderne l’appoggio,per la propria incolumità e per l’attuazione pratica dei progetti di riforma.
Nonostante i numerosi appelli alla popolazione di Wittenberg,l’ondata rivoluzionaria crebbe e si diffuse in molte città.
Lutero aveva dato il via ad un fenomeno incontrollabile,come una valanga che precipita a valle si ingigantì lungo il percorso ,travolse ogni ostacolo e prese una direzione imprevedibile,distruggendo la società medievale.
In tutta la Germania scoppiarono violente rivolte contadine,la lotta contro le autorità e per la libertà di pensiero portata avanti da Lutero,si era trasformata in lotta sociale.
Lutero affermava che l‘uomo era libero e che in materia di fede non doveva essere soggetto alla autorità di nessuno,questo principio venne frainteso da chi viveva in condizione servile,il popolo vide nell’ideale di libertà il diritto ad emanciparsi dai padroni,nonostante il monaco ribadisse di non aver mai affermato una cosa del genere,i suoi scritti si prestavano a questa interpretazione.
Scagliò contro i ribelli parole dure e violente,
” bisogna trattarli con fermezza,come si fa con la gente volgare,dovranno obbedire alla legge sotto la minaccia delle armi,vanno trattati come le bestie feroci che si tengono in catene”
Alle parole del monaco i principi tedeschi fecero seguire i fatti,furono uccisi oltre 100.000 contadini ribelli.
Lutero usa un linguaggio violento,colpite,pugnalate,uccidete,chi ammazzava un bracciante che si era ribellato al padrone non compiva un gesto deprecabile,anzi,andava apprezzato,si espresse con termini così spietati che perfino i nobili,che avevano tutto l’interesse a reprimere la rivolta,ne rimasero turbati.
Secondo la mentalità medievale di Lutero i contadini rivoltosi erano personificazioni del male,come il Papa corrotto.
Quando scoppiarono le rivolte rurali,il monaco si convinse che i ribelli fossero servi del demonio,non li vedeva come esseri umani,ma come seguaci di satana che si prestavano a compiere il suo volere,i contadini erano emissari del male e Lutero,in quanto rappresentante della Chiesa di Cristo,sentiva di doverli attaccare senza pietà.
Il monaco tedesco rimase legato ad una visione della vita come conflitto fra bene e male,si scagliò con furia contro tutti quelli che ,secondo lui,intralciavano la strada della salvezza eterna,oltre ai contadini,anche la religione ebraica fu oggetto delle sue invettive,
“rimanete sempre in guardia contro gli ebrei,sappiate che le loro sinagoghe sono solamente covi di esseri demoniaci,dediti all’autocompiacimento ,alla vanità e alla menzogna,essi agiscono in modo blasfemo,offendendo Dio”
Lutero era sempre radicale nel modo di esprimersi,non aveva vie di mezzo,quando voleva,sapeva esprimersi con dolcezza,ma se biasimava qualcuno,diventava molto aggressivo.
Il Movimento riformista scaturito dal pensiero luterano divenne un fenomeno inarrestabile,la nuova corrente religiosa nota come Protestantesimo,si affermò soprattutto in Germania,Francia,Olanda e Belgio.
Nei vari regni assunse caratteristiche diverse,a Ginevra Giovanni Calvino fondò una Repubblica teocratica caratterizzata da una severa disciplina,i cittadini venivano perfino multati se non prendevano parte alle liturgie.
La riforma arrivò anche in Inghilterra,dove durante la guerra civile del XVII secolo,Oliver Cromwell fece della religione protestante la propria bandiera.
In America,nelle nuove terre appena scoperte,i padri pellegrini fondarono una comunità basata sui principi di libertà religiosa,predicati da Lutero.
Il pensiero luterano nacque e si diffuse in un periodo storico delicato per l’Europa e contribuì a cambiare radicalmente l’immagine del vecchio continente,non era più l’Europa cristiana del Medioevo.
Lo spirito ed i principi nati dalla riforma,influenzarono la storia di altri Continenti,dall’Asia, all’Africa,alla America.
La riforma luterana trasformò radicalmente la cultura di una gran parte dell’Europa.
Negli ultimi anni di vita Lutero trovò un po’ di serenità,sposò Katharina von Bora,monaca tedesca convertitasi al protestantesimo ed ebbe una famiglia numerosa,continuò anche a dedicarsi alla scrittura.
Lutero fu una personalità di eccezionale carisma,lo trasmetteva non solo parlando in pubblico,ma anche nelle pagine dei suoi libri,era un uomo capace di attrarre le persone,la sua parola possedeva una forza travolgente,offrì una visione della salvezza che affascinò i suoi seguaci perchè appariva reale e raggiungibile.
Accettando il suo punto di vista il mondo non poteva più essere quello di prima.
Lutero era esuberante,sfrontato,arguto,a volte persino spiritoso,quel che rimane di quest’uomo nell’immaginario comune è però la sua grande determinazione,difese le proprie idee con tutte le forze,non si fece intimorire da nessuno e non accettò compromessi.
Lutero mise in risalto l’importanza dell’individuo e della libertà di ogni uomo ,indubbiamente è entrato nella storia al di là della dottrina che elaborò.
Lutero morì nel 1546 stroncato da un attacco cardiaco durante un gelido inverno.
La sua arguzia non venne meno neanche negli ultimi anni di vita,nemmeno di fronte alla morte perdeva il gusto per le battute pungenti,
“quando morirò,vorrei diventare un fantasma,per continuare a molestare vescovi,preti e monaci empi,in modo da dare loro molto più fastidio da morto di quanto non sia riuscito a darne mentre ero in vita.”
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