LIGHTROOM
Download e panoramica Interfaccia
Lightroom è il software di Adobe pensato per organizzare e modificare file fotografici. Attualmente sono disponibili due versioni del programma: un’app per device mobile, come smartphone e tablet, e un’edizione desktop. Parleremo principalmente di quest’ultima versione, ma va comunque considerato come l’impiego su mobile rimanga del tutto analogo.
Download e Installazione
Lightroom Classic CC – ovvero la versione desktop del software – è disponibile per il download sul sito Adobe, per tutti gli iscritti alla Creative Cloud. Sarà possibile sia acquistare il programma o, semplicemente, provarlo per un periodo di tempo, grazie alla trial gratuita. La pagina di download è riportata in Figura:
In entrambi i casi, come facile intuire, è necessario essere in possesso di un ID Adobe, per accedere alla procedura di scaricamento. Non è necessario avere un abbonamento CC attivo: è sufficiente un qualsiasi account, anche normalmente utilizzato per i servizi gratuiti come il download di Acrobat Reader o gli aggiornamenti di Flash.
Alternativamente, è possibile scaricare il software dall’applicazione Adobe Creative Cloud, per chi la usasse regolarmente da desktop, come mostrato in Figura:
Per effettuare l’installazione a termine del download, basterà lanciare l’apposito pacchetto e seguire le istruzioni a schermo.
Panoramica interfaccia
L’interfaccia generale del programma è suddivisa in cinque macro-aree. La barra superiore permette di scegliere l’ambiente di lavoro: Lightroom ne mette a disposizione 7 differenti, che replicano le diverse attività che si usano tipicamente in fotografia.
L’area di lavoro principale è composta da tre sezioni verticali: la prima a sinistra è dedicata alla gestione delle risorse, all’importazione ed esportazione dei file e alla condivisione online. L’ultima colonna a destra è suddivisa in pannello degli strumenti di lavoro e pannello per l’inserimento dei metadati e delle parole chiave. Il centro dell’interfaccia è dedicato all’anteprima dei file fotografici importati e permette di ingrandire un singolo scatto anche a schermo intero. Questa è quindi la porzione del software in cui verranno applicate le modifiche man mano che le si eseguiranno.
Vi è poi un’area aggiuntiva: la fascia bassa del programma, chiamata Area Provino. Qui sono disponibili tutte le foto, a scorrimento orizzontale, ed è l’unica porzione del software che rimane immutata all’interno di ognuno dei 7 ambienti di lavoro.
La suddivisione dell’interfaccia di partenza è spiegata in dettaglio in Figura:
Ambienti di Lavoro
Ogni ambiente di lavoro è stato ideato per eseguire una specifica serie di compiti:
# Libreria: un archivio per organizzare le foto e fare veloci correzioni di colore, attraverso il pannello Sviluppo Rapido;
# Sviluppo: è l’ambiente di lavoro più importante per quanto riguarda la modifica delle foto, si tratta della versione digitale della camera oscura. In questa modalità, è possibile applicare alle foto una serie di effetti per raggiungere il risultato desiderato;
# Mappa: questo ambiente di lavoro permette di geotaggare le fotografie, Lightroom legge infatti le informazioni fornite dall’antenna GPS presente su molte macchine fotografiche;
# Libro: consente la creazione di libri fotografici esportabili in formato PDF o JPG;
# Presentazione: questo ambiente permette di mostrare una serie di foto come slideshow;
# Stampa: questa modalità facilita l’impostazione delle foto per la stampa e consente di aggiungere didascalie; di scegliere tra diversi formati e di avere una preview del risultato;
# Web: questa modalità permette di creare un mini-sito web contenente i nostri scatti, utile soprattutto quando dobbiamo condividere con altre persone le immagini di un servizio fotografico;
Flusso di lavoro
Adesso impareremo come avviare un flusso di lavoro in Lightroom, partendo dall’importazione di un catalogo di fotografie, come ad esempio il trasferimento di immagini da una scheda SD, fino all’esportazione di un file.
Quella proposta sarà una panoramica molto generica del flusso di lavoro, poi approfondita in seguito, tuttavia essenziale per cominciare a comprendere come iniziare a muoversi nell’interfaccia di Lightroom Classic CC.
Importare i file
Si tratti di una fonte esterna, come appunto una scheda SD, oppure dell’aggiunta di una cartella già presente sul computer, per inserire i file fotografici in Adobe Lightroom bisognerà selezionare l’icona “+” dal pannello Cartelle, nel riquadro di sinistra.
Intuitivamente, appare evidente come questa funzione permetterà di inserire i file nel nostro Catalogo di lavorazione. In Figura possiamo apprendere come aggiungere una cartella di lavoro, scegliendola dalla finestra di dialogo Gestione Risorse: nel nostro esempio, abbiamo 5 foto che verranno caricate virtualmente nel software e, quindi, visualizzate nell’area centrale dell’interfaccia:
A questo punto Lightroom ci indirizza alla finestra di dialogo di importazione, dove potremo vedere un’anteprima degli scatti e impostare alcune opzioni relative all’importazione stessa dei file. Ad esempio, il comando “Non importare i possibili duplicati”, ci permette di evitare doppioni di una stessa foto, oppure possiamo inserire parole chiave al gruppo di scatti, come riportato in Figura:
Dopo aver definito le modalità di importazione che preferiamo, basterà selezionare il tasto Importa per passare all’ambiente di lavoro Libreria.
Vediamo ora nel dettaglio gli elementi che contraddistinguono questo ambiente di lavoro. La colonna a sinistra, come abbiamo visto, serve principalmente a determinare la scelta dei file da importare, mostrarci lo stato del nostro catalogo fotografico e offrire dei servizi di pubblicazione online. Inoltre nella parte alta vediamo il Navigatore, strumento che ci permette di ingrandire lo scatto singolo, di visualizzarlo adattato allo schermo e, attraverso il mirino, di trovare la nostra posizione sulla foto. Questa funzione è utile in caso di importanti ingrandimenti, come mostrato in Figura:
Nella parte centrale dell’interfaccia abbiamo a disposizione le anteprime delle nostre foto. Se passiamo con il mouse su una di queste anteprime, possiamo visualizzare alcune opzioni applicabili velocemente: la possibilità di aggiungere uno scatto alla Raccolta Rapida, ovvero un gruppo temporaneo di foto, l’opportunità di assegnare delle stelle di apprezzamento che fungano da filtro e quella di ruotare uno scatto.
Nella parte bassa dell’area centrale è posizionata una barra per determinare la modalità di visualizzazione dei file: la vista griglia mostra tutte le foto presenti all’interno della cartella, la vista lentino ingrandisce uno scatto selezionato, la vista confronto mette affiancati lo scatto originale e quello che stiamo elaborando, la vista persone indicizza tutti i volti presenti nei nostri scatti.
Inoltre sono presenti le opzioni del tool Spray. Bisognerà per prima cosa impostare delle opzioni – tra le quali Parola chiave, Etichetta, Valutazione – quindi, selezionando l’icona bomboletta spray, potremo propagare queste impostazioni a tutti i file che desideriamo. Una panoramica dell’area centrale dell’interfaccia è illustrata in Figura:
Il flusso di lavoro si conclude con l’interazione con gli strumenti della colonna a destra. Nel nostro caso, ovvero l’ambiente Libreria, abbiamo a disposizione strumenti di sviluppo rapido e di inserimento dei metadati per una futura ricerca nell’archivio, come evidenziato in Figura:
In definitiva, il flusso di lavoro illustrato, si articola in questo modo: importazione dei file da fonte esterna o da disco fisso, impostazione dei parametri di scrematura degli scatti e, infine, inserimento di metadati utili a una ricerca futura.Questo per quanto riguarda l’ambiente Libreria che, in effetti, è l’ambiente di costituzione di un catalogo di foto sulle quali lavorare.
Gestione dei Cataloghi
Lightroom può accedere alle nostre foto sia che queste si trovino sul disco fisso, o su un disco esterno, oppure anche in rete. Di conseguenza, quando ci chiediamo dove risiedano le foto che vediamo in anteprima nella Libreria del software, la risposta può generare confusione: potrebbero trovarsi ovunque.
Queste vengono infatti importate all’interno di un Catalogo di Lightroom, anche se la parola “importare” potrebbe risultare impropria: sarebbe più corretto dire che le foto vengono linkate all’interno di Lightroom, ma fisicamente i file possono risiedere in luoghi differenti.
Dove sono fisicamente le nostre foto
Quando vogliamo sapere precisamente dove risiede una foto, quello che bisogna fare è selezionare un’anteprima tenendo premuto il tasto CTRL, scegliendo poi l’opzione Visualizza nel Finder su Mac, o comando analogo su Windows. In questo modo, si aprirà la cartella dove risiede il file fisico. Lo stesso procedimento funziona se vogliamo trovare una cartella: basterà spostarsi sugli elementi nel pannello Folders e ripetere ciò che abbiamo fatto per il file fotografico. La procedura viene illustrata in Figura:
Quando importiamo delle foto in Lightroom, quindi, dev’essere chiaro che non stiamo spostando – quindi duplicando – i file. È importante anche sapere che, nel momento dell’importazione, Lightroom legge i nostri file senza modificarli: ce li mostra così come sono stati scattati o creati.
Come Lightroom legge le immagini
Quando importiamo una foto, Lightroom rileva tre aspetti fondamentali. Nel caso in cui gli scatti originali siano RAW, formato fotografico che non ha perdite di qualità, Lightroom legge le informazioni e ce ne propone l’anteprima in formato JPG. A causa della natura molto pesante dei file RAW, per questioni di tempo, vedremo inizialmente un’anteprima meno definita che verrà salvata come informazione, all’interno del file sorgente.
Il secondo aspetto che viene letto da Lightroom è rappresentato dai Metadati, nello specifico i dati Exif utilizzati dalle fotocamere digitali che memorizzano informazioni quali data, ora, impostazioni della fotocamera, copyright e altro. I dati Exif possono essere visualizzati nel pannello Metadati, nella colonna destra dell’interfaccia, come evidenziato in Figura:
Il terzo elemento che Lightroom rileva dal file sono i RAW Picture Data che, come abbiamo già detto, vengono processati da Lightroom attraverso il RAW Processing Engine per fornirci un rendering RGB della foto, col solo presupposto di poter visualizzare l’immagine. Pensiamo al file RAW come se fosse il nostro negativo, che porta con sé un infinito potenziale di elaborazione, e pensiamo al file JPG come uno dei possibili output che è possibile stampare da quel negativo. Ovviamente, non butteremmo mai il negativo per tenere solamente la stampa, perché perderemmo quell’infinito potenziale poc’anzi accennato.
Lightroom funziona proprio come se fossimo in camera oscura: lavoreremmo basandoci sul negativo (RAW) e stamperemmo una versione su carta fotografica (JPG), mantenendo invariato il negativo stesso.
A questo punto, siamo sulla buona strada per comprendere come funziona Lightroom e come funzionano i Cataloghi. Quando apriamo per la prima volta il software, questo crea fisicamente una cartella all’interno della cartella di sistema Immagini. Questo sarà il posto dove verranno salvati i dati dei nostri Cataloghi, ovvero le informazioni, come dimostrato in Figura:
Per essere precisi, nel file Lightroom Catalog Previews vengono conservate le informazioni riguardanti le anteprime JPG, mentre nel file Lightroom Catalog sono conservati i metadati.
In Lightroom è possibile anche creare un Nuovo Catalogo o aprirne uno già esistente. Quando ne creiamo uno nuovo, verrà fisicamente aggiunta una cartella di sistema. Lightroom a questo punto si riavvierà, mostrando la libreria vuota, in attesa della selezione di un nuovo input.
Un altro dettaglio è molto importante: dopo aver importato e lavorato su un certo numero di file, Lightroom potrebbe funzionare più lentamente. Quando ciò accade, si consiglia di ottimizzare il catalogo per migliorarne le prestazioni, scegliendo comando Ottimizza Catalogo nel menu File.
Organizzare le foto
Poter disporre di un metodo di organizzazione delle foto è certamente importante: si pensi, ad esempio, quando al ritorno da un viaggio è necessario scaricare dalla dalla macchina fotografica un enorme quantitativo di dati. Fortunatamente Lightroom gestisce questa attività mettendo a nostra disposizione un numero di feature utilissime, quali creazione di cartelle e creazione di tag specifici per collezione: strumenti atti quindi non solo al download, ma soprattutto all’indicizzazione degli scatti, in modo da sapere sempre dove e come trovarli.
Inoltre, Lightroom può aiutare a gestire gli scatti con la creazione di cartelle oppure proprio con il Catalogo. È tuttavia molto importante saper gestire le cartelle e la posizione fisica dei file. Con Lightroom, potremo creare o rimuovere le cartelle, potremo spostarle e infine rinominarle.
Vediamo ora come funziona la procedura di modifica del nome di una cartella. Prima di tutto, dovremo aggiungere la cartella attraverso il tasto “+” che troviamo a fianco del pannello Cartelle, come illustrato in Figura:
A questo punto Lightroom ci chiede di selezionare i file che desideriamo importare tra tutti quelli presenti in una determinata cartella, attraverso il modulo Aggiungi. Una volta selezionati, bisognerà importarli attraverso l’omonimo tasto Importa, come mostrato in Figura:
Rinominare la cartella
Per rinominare la cartella appena creata, bisogna selezionare la stessa e quindi, dal menu che appare al clic con tasto destro, scegliere Rinomina. Possiamo verificare da Gestione Risorse come la modifica sia accettata fisicamente, come dimostrato in Figura:
Rinominare le foto
Per rinominare le foto che abbiamo appena importato, è sufficiente selezionarne le anteprime, come mostrato in Figura , quindi scegliere la voce Rinomina le foto nel menu Libreria. Lightroom aprirà una finestra di dialogo che ci chiede quale formato desideriamo per il nome dei file. Ad esempio, Nome Personale ci permette di inserire del testo che viene applicato al nome dei file come suffisso: se andiamo a controllare nella gestione risorse, vedremo come questo suffisso si sia propagato a tutti i file selezionati:
Se aggiungiamo fisicamente dei file fotografici a questa cartella tramite Gestione Risorse – e non attraverso Lightroom – questi non vengono visualizzati dal programma finché non avremo sincronizzato la cartella stessa. Per farlo, bisognerà selezionare la cartella direttamente in Lightroom, cliccare col tasto destro e scegliere il comando Sincronizza.
Al contrario, se desideriamo eliminare una foto da questa cartella, bisognerà selezionare lo scatto dalle anteprime in Lightroom e premere il tasto Backspace: il programma ci chiederà se desideriamo eliminare questo file solo da Lightroom o se vogliamo eliminarlo fisicamente dal disco.
Abbiamo quindi imparato come gestire le cartelle di Lightroom, utili per mantenere ordinati i nostri scatti fotografici: questo ci permetterà di gestire al meglio il lavoro nel caso un giorno ci dovessimo trovare con un numero di file molto elevato e, quindi, con la necessità di trovare sempre quello che cerchiamo.
Raddrizzare e tagliare le foto
All’interno del modulo di Sviluppo digitale, possiamo cominciare a lavorare direttamente sui nostri scatti. Le operazioni che possiamo eseguire sono molteplici. È infatti possibile:
# intervenire sull’inquadratura, ritagliando o ruotando l’immagine;
# intervenire sulla correzione colore;
# ritoccare lo scatto per rimuovere eventuali macchie, difetti o occhi rossi;
# intervenire sulla nitidezza;
# aggiungere viraggi o vignettature.
Adesso approfondiremo la modifica dell’inquadratura: vedremo come ruotare un’immagine che, nel momento dello scatto, non siamo riusciti a tenere allineata all’orizzonte.
Prendiamo ad esempio uno scatto nel quale non sia stata rispettata la linea immaginaria dell’orizzonte e utilizziamola per capire come intervenire sull’inquadratura.
Selezioniamo lo scatto cliccando due volte sulla sua anteprima nel modulo Libreria: in questo modo vedremo la foto a pieno schermo. Da qui, selezioniamo il modulo Sviluppo dal menu in alto a destra: ci troveremo nel layout specifico per intervenire sull’immagine. In Figura possiamo vedere gli elementi che compongono l’interfaccia di Sviluppo, ad esempio gli strumenti: Sovrapposizione Ritaglio, Rimozione Macchie, Correzione Occhi Rossi, Filtro Graduato e Radiale e Pennello di Regolazione:
Oltre agli strumenti, abbiamo a disposizione una serie di trattamenti applicabili alle foto, che vedremo in un secondo momento. Per riallineare lo scatto alla linea di orizzonte, utilizzeremo lo strumento Sovrapposizione Ritaglio: una volta selezionato, farà apparire sopra all’immagine una griglia di riferimento, come illustrato in Figura:
Per ruotare la foto, bisognerà agire direttamente su di essa con il mouse eseguendo una rotazione, oppure attraverso il cursore Angolo. Un’annotazione importante è che, come abbiamo visto eseguendo questa modifica, una porzione della foto verrà per forza di cose sacrificata e ritagliata.
Una volta sistemata l’immagine, basterà dare premere Invio sulla tastiera per confermare la modifica. Eventualmente, è possibile tornare indietro selezionando il tasto Precedente, in basso a destra.
A questo proposito possiamo notare che nella colonna sinistra sono presenti dei pannelli utili, ad esempio la Storia, che ci permette di ripercorrere all’indietro i passi e le modifiche apportate. Oltre al pannello Storia, abbiamo a disposizione anche una serie di preset Predefiniti, ovvero filtri applicabili allo scatto in un clic, ad esempio i filtri in bianco e nero. Questi pannelli sono evidenziati in Figura:
Le altre funzioni a disposizione dello strumento Sovrapposizione Ritaglio, che si trovano nel pannello Ritaglia e Raddrizza, sono la possibilità di ritagliare la foto – e Lightroom mette a disposizione delle proporzioni di default – ma è anche possibile effettuare un ritaglio con dimensione a piacere. Inoltre, per mantenere fissa la proporzione durante la trasformazione, basterà cliccare l’icona lucchetto. In Figura vengono evidenziate le opzioni di dimensione del ritaglio:
Schiarire una foto
Adesso vedremo come effettuare lo schiarimento di una foto o, ancora, di una porzione di essa. La correzione della luminosità di una foto si rende necessaria nel caso di un errore nell’impostazione di esposizione nel momento dello scatto, oppure per necessità creative.
Questa operazione è fattibile sia su un file in formato JPG che su un RAW: ovviamente nel secondo caso si apre un ventaglio di opzioni più ampio, avendo il formato più informazioni al suo interno. Ma come possiamo renderci conto se una foto è sovraesposta o sottoesposta? Se non siamo ancora in grado di valutarlo a occhio, ci viene in aiuto il pannello Istogramma: per ogni scatto, calcola il valore dei neri e dei bianchi, delle ombre e della luce.
Il pannello Istogramma si trova nella colonna a destra e si presenta come una sorta di grafico a curve su assi x e y. A ogni valore – luci, ombre, nero e bianco – viene assegnato un colore sul grafico, come illustrato in Figura:
Inoltre, nella parte superiore del grafico Istogramma, ci sono due frecce con la punta rivolta in alto. Se selezioniamo quella di sinistra, vedremo come sulla foto vengano evidenziate le parti sottoesposte: quelle più scure, quelle sulle quali intervenire. Di conseguenza, se selezioniamo la freccia a destra vedremo evidenziate le parti sovraesposte. Ad esempio, in Figura , vengono evidenziate le porzioni sottoesposte:
Ora che sappiamo come individuare le aree problematiche, vediamo come intervenire per correggerle. Gli strumenti sui quali dobbiamo concentrarci principalmente sono Esposizione, Luci e Ombre, come evidenziato in Figura:
Agendo sui valori di questi strumenti, possiamo vedere come l’immagine cambi di luminosità a seconda che si proceda scurendo o schiarendo. Tuttavia, questa è una modifica che si riverbera sulla totalità dell’immagine. Nell’esempio di Figura , vediamo come è cambiato l’intero scatto, compromettendo anche aree che avremmo preferito rimanessero invariate, ad esempio il cielo:
Vediamo come, nella porzione modificata, il cielo abbia perso la colorazione azzurra, per diventare quasi bianco. La correzione della luminosità va perciò applicata con molta attenzione, soprattutto ai particolari. Se desideriamo modificare l’esposizione e luci/ombre solo di una porzione della foto, dovremo avvalerci dello strumento a forma di pennello in alto a destra: lo strumento Pennello di Regolazione.
Questo tool ci permette di selezionare una specifica area e, di conseguenza, cambiare le impostazioni solo a quella determinata parte, senza andare a modificare il resto dello scatto. In Figura vediamo un’area rossa: è l’effetto di evidenziazione delle parti sottoesposte presenti nell’area selezionata, compare quando ci soffermiamo con il mouse sulla porzione e ci aiuta enormemente a comprendere dove lo scatto debba essere sistemato:
Per comprendere come nel tempo come i grandi fotografi abbiano agito nella regolazione dell’esposizione, prima ancora dell’avvento del fotoritocco digitale, si consigli l’approfondimento pubblicato da Literate Lens. Si comprenderà come, per la fotografia, non solo sia importante l’occhio per l’inquadratura, ma anche la capacità di prevedere l’elaborazione, che una volta si faceva in camera oscura.
Utilizzare gli strumenti di Contrasto
Adesso vedremo come utilizzare gli strumenti di Lightroom per aumentare il contrasto di una foto. Lavorare sul contrasto di un’immagine permette di aumentarne la profondità: spesso, il motivo per il quale uno scatto risulta piatto, è la regolazione delle luci e delle ombre, che quando hanno dei parametri troppo equilibrati mancando di carattere.
Selezioniamo una foto che abbia i valori dell’Istogramma all’interno del range, che non abbia picchi di bruciature, né per quanto riguarda le luci, né per le ombre. Abbiamo visto come funziona un istogramma nella lezione precedente, ricordiamo che, per evidenziare le parti sovraesposte o sottoesposte, di una foto bisogna avvalersi delle due frecce dell’istogramma stesso.
Per intervenire sul contrasto, Lightroom mette a disposizione vari strumenti, che non sono altro che le leve posizionate nella colonna a destra: nello specifico lo strumento Contrasto e Luci, Ombre, Bianchi e Neri, come mostrato in Figura:
Dopo aver provato empiricamente a modificare i valori del contrasto, possiamo notare un discreto miglioramento della profondità. Per rendersi conto ancor meglio dell’operazione eseguita, Lightroom mette a disposizione la vista Prima e Dopo, che ci permette di affiancare lo scatto originale con l’elaborazione. In Figura , vediamo come la foto elaborata abbia decisamente più profondità: alcuni dettagli si vedono meglio:
A questo punto possiamo migliorare ulteriormente il contrasto andando a modificare i valori dei colori attraverso Chiarezza, Vividezza e Saturazione: questi fanno parte del pannello Impatto. Le modifiche a questi valori dovrebbero essere dosate con cautela, onde evitare l’effetto viraggio, ovvero il cambio del tono della foto. Ad esempio, la seppiatura è un viraggio dei colori.
In Figura vediamo il risultato dopo aver modificato i valori del pannello Impatto: possiamo notare come sia aumentata l’intensità dei toni:
È possibile anche andare a intervenire solo su determinati colori attraverso il pannello HSL, Colori e B&N. Questo pannello si suddivide in tre macro-valori: Tonalità, Saturazione e Luminanza. Nella nostra foto, ad esempio, i vari piani prospettici sembrano una serie di aree con diverse tonalità di verde: si potrebbe obiettare che disporre di un diverso colore nell’insieme potrebbe migliorare la fotografia. Quindi, operando sui valori di tonalità, cerchiamo di dare al valore Giallo una tonalità più calda anziché fredda.
In Figura vediamo come solo attraverso il tono del giallo, che abbiamo scaldato leggermente, sia possibile conferire una colorazione maggiormente tendente al marrone per il campo in primo piano. Di conseguenza, scenograficamente nella foto è migliorata la percezione di primo e secondo piano:
Bilanciamento del bianco
Il concetto di bilanciamento del bianco è, in fotografia, uno dei temi più significativi, poiché dalle sue proprietà dipende la verosimiglianza dei colori di uno scatto. Il bilanciamento del bianco è collegato al tema della temperatura del colore e, nelle macchine fotografiche digitali automatiche, di solito viene regolato scegliendo il tipo di luce intorno a noi.
La scelta viene fatta indicando alla macchina se l’illuminazione intorno a noi sia naturale oppure artificiale, ottenuta quindi con lampade al tungsteno, con l’uso del flash e molte altre casistiche ancora. In base a questa scelta, se proviamo a scattare la stessa scena con diverse impostazioni, vedremo delle differenze significative: ad esempio la famigerata colorazione bluastra che si ottiene con l’impostazione al tungsteno, quando in realtà la scena circostante ha una diversa fonte di luce.
Tornando al tema del bilanciamento del bianco, utilizzando le impostazioni della fotocamera digitale è possibile modificare la luce o la temperatura percepita dai sensori e, ovviamente, necessaria per ottenere colori più accurati. In fase di scatto è possibile regolare il bilanciamento del bianco utilizzando l’apposito strumento e puntando l’obiettivo su un oggetto bianco, che funga da riferimento. È tuttavia possibile intervenire e correggere il bilanciamento con un software di post-produzione, come Lightroom, laddove ci siano degli errori.
La meccanica che Lightroom mette in atto nella correzione dei colori dipende dal tipo di illuminazione che impostiamo, quindi dalle caratteristiche di un oggetto e dal modo in cui viene colpito dalla luce.
Vediamo ora come intervenire sul bilanciamento del bianco utilizzando Lightroom. Usiamo per lo scopo uno scatto evidentemente virato al blu, quindi cerchiamo di rendere più credibili i suoi valori tonali. Gli strumenti si trovano nel pannello Base, sotto l’etichetta BB (Bilanciamento del bianco). Qui è possibile impostare il tipo di illuminazione che lo scatto richiede. Partendo dal valore Originale, è sufficiente effettuare una scelta differente per notare già dei cambiamenti, come mostrato in Figura:
Come possiamo notare, solo impostando il valore su Automatico, e quindi confidando solo sulle capacità del software, lo scatto ha già subito un miglioramento notevole. A questo punto, con lo strumento Selettore Bilanciamento Bianco (icona a forma di contagocce), possiamo andare a selezionare sullo scatto un valore neutro, un valore il più vicino al bianco, e quindi pian piano andare a regolare in modo sempre più preciso la temperatura della foto. Un esempio è riportato in Figura:
Il bilanciamento del bianco è più semplice da regolare quando l’illuminazione circostante è una luce naturale diurna, condizione in cui non influiscono le fonti artificiali, che rendono più complessa la meccanica di tracciabilità da parte delle fotocamere digitali.
Lightroom è comunque un software potente, che ci viene incontro nel procedimento di correzione della temperatura dello scatto. Tuttavia, comprendere il ragionamento che sta alla base del bilanciamento del bianco può aiutarci a scattare con buon senso e, di conseguenza, avere già un buon prodotto di partenza che necessiterà veramente di leggeri aggiustamenti in post-produzione.
Aggiungere viraggi alle fotografie
In questa lezione parleremo delle modalità con cui manipolare i viraggi di colore nelle nostre fotografie. Il viraggio è un cambiamento tonale che, nella fotografia analogica, si ottiene nel momento dei bagni di sviluppo delle foto. A seconda del viraggio che si desidera ottenere, si aggiunge un elemento chimico diverso: tra i più noti ad selenio, cadmio, cobalto, ferro e via dicendo. Sempre nel contesto della della fotografia analogica, il viraggio è uno stratagemma per mantenere la conservazione delle stampe fotografiche.
Ovviamente, con Lightroom si può ottenere lo stesso risultato senza dover maneggiare additivi chimici e, soprattutto, in maniera più veloce. Scegliamo uno scatto nella nostra Libreria e spostiamoci nella modalità di Sviluppo.Per lavorare sul viraggio dovremo avvalerci dello strumento Curve di Viraggio.
Troviamo lo strumento Curve di Viraggio nel pannello a destra: possiamo riconoscerlo dalla sua natura a forma di grafico. Questo grafico descrive la relazione tra i valori tonali in ingresso – cioè dell’immagine originale – posti sull’asse orizzontale, e quelli dell’immagine modificata, sull’asse verticale. Per modificare questi valori si andrà ad agire sulla retta diagonale che attraversa i due assi a 45 gradi. Possiamo considerare questa retta il punto di partenza tonale della foto originale.
In Figura vediamo un’anteprima dello strumento Curve di Viraggio e possiamo notare come Lightroom metta a disposizione la possibilità di agire separatamente su ogni singolo canale del modello RGB: quindi rosso, verde e blu:
Selezioniamo ora il canale tonale blu e proviamo a spostare il cursore in alto o in basso, quindi a variare la retta in un segmento ondulato. Noteremo come la componente blu nella fotografia cambi tonalità a seconda che si aumenti o diminuisca l’intensità di questo canale, come illustrato in Figura:
Un altro metodo per interagire con il viraggio dei toni è utilizzare lo strumento Divisione Toni, situato poco sotto le Curve di Viraggio, come mostrato in Figura:
Quando si utilizza lo strumento Divisione Toni, si andrà a lavorare sui toni delle luci e delle ombre separatamente. Torniamo alla nostra foto di partenza e selezioniamo una tonalità calda per le luci e un tono freddo per le ombre. Per ottenere un risultato visibile, bisognerà aumentare leggermente la saturazione di entrambi i valori:
Come possiamo vedere dall’esempio in Figura , abbiamo impostato per le luci un colore viola chiaro: possiamo renderci conto dal confronto delle due foto – originale e virata – come il cielo abbia assunto una tonalità più calda. Per quanto riguarda le ombre, che per la maggior parte sono localizzate in primo piano, abbiamo applicato una tonalità verde/giallo: la temperatura fredda di questo tono ha abbassato il rossastro che scuriva il campo in primo piano, evidenziando il giallo come componente primaria.
La procedura ha visibilmente reso più nitido il contrasto tra le tonalità diverse delle due macro porzioni della foto – cielo e terra – rendendo i colori dello scatto più verosimili e meno monotonali.
Convertire una foto in bianco e nero
Adesso vedremo come convertire uno scatto a colori in bianco e nero. Possiamo includere questa attività nei viraggi fotografici poiché, come possiamo virare un’immagine nei toni – ad esempio il seppia – è possibile ottenere un bianco e nero partendo da uno scatto a colori.
Apriamo Lightroom e selezioniamo una foto a colori dalla nostra collezione. Per ottenere il bianco e nero, bisognerà utilizzare il pannello HSL/Colori/B&N: nello specifico, servirà utilizzare la parte denominata B&N, che corrisponde a Miscela Bianco e Nero. Come possiamo vedere in Figura , semplicemente cliccando sull’etichetta B&N abbiamo già ottenuto il viraggio dei toni:
A questo punto, osservando il risultato ottenuto, dovrebbe sorgere spontaneo un dubbio: è possibile recuperare la luminosità originale, in quello che sembra un bianco e nero piatto e senza carattere? La risposta è ovviamente affermativa. Lightroom offre la possibilità di andare a intervenire su ogni canale di colore singolarmente, in modo da definirne la luminosità.
Serve però aprire una parentesi esplicativa della relazione tra i toni colore e il bianco e nero: potrebbe di primo acchito apparire come una rapporto impossibile, ma così non è. Potremmo infatti pensare di aver eliminato totalmente i colori dalla nostra foto e di aver ottenuto un bianco e nero. In realtà, all’interno delle informazioni dell’immagine, i colori sono rimasti: è proprio per questa ragione, ad esempio, che possiamo tornare indietro e ripristinare lo scatto originale.
In effetti, con il risultato ottenuto siamo solo a metà dell’opera. Ora, se proviamo a intervenire sui canali tonali, possiamo scoprire un universo di possibilità applicabili alla luminosità, alla profondità, al dare personalità alla nostra foto.
Torniamo al nostro esempio. La nostra foto originale si può riassumere cromaticamente in un blu abbastanza intenso per il cielo, il verde/giallo del prato e il giallo del fieno. Cerchiamo di guardare bene lo scatto: noteremo anche luci e ombre e un distintivo contrasto, posizionato precisamente dove è inquadrata la balla di fieno. Di conseguenza, i tre toni su cui ci concentreremo nella nostra definizione del bianco e nero, saranno il blu, il verde e il giallo.
Riprendiamo con la trasformazione: una volta selezionato il pannello B&N andiamo a regolare i toni di colore e vedremo, con una certa meraviglia, come uno scatto piatto e insignificante possa prendere vita. In Figura , vediamo il risultato dopo aver sperimentato con i toni:
Siamo quasi in dirittura d’arrivo: la conversione in bianco e nero è avvenuta. A questo punto manca una regolazione più precisa della luce. Come possiamo vedere, e ormai dovremmo avere l’occhio allenato, questa foto risulta leggermente scura. Infatti, non si percepisce la forma del fieno arrotolato nella balla. Per modificare la luminosità, dobbiamo spostarci nel pannello Base e variare i valori dell’esposizione – senza esagerare – e di luci e ombre.
In Figura possiamo vedere i tre passaggi di fila, partendo dalla semplice conversione in bianco e nero, passando per la definizione dei valori tonali, fino alla regolazione della luminosità:
Possiamo in conclusione dire che virare un’immagine è un’attività che con Lightroom si può eseguire facilmente, stando sempre attenti al risultato: in questo, il software ci dà una mano, permettendoci di rifare i passaggi innumerevoli volte, affinché l’occhio possa abituarsi alle fasi della camera oscura.
Strumento Pennello
Adesso vedremo come intervenire localmente sulle foto, utilizzando lo strumento Pennello di Lightroom. Questo tool si trova nell’ambiente di Sviluppo, nel pannello a destra proprio sotto l’istogramma, e serve al proposito di modificare una specifica area della foto.
Prima di intervenire utilizzando il Pennello, bisognerà dare un senso ai parametri base, che si aprono non appena selezioniamo lo strumento, in modo da impostare il tipo di intervento che andremo a eseguire.
Lightroom tiene in memoria l’ultimo utilizzo dello strumento Pennello e ripropone gli stessi parametri: nel caso non servissero al nostro scopo, possiamo modificarli dal pannello oppure scegliere una delle impostazioni proposte dal software. In Figura vediamo le impostazioni date di default da Lightroom, per quanto riguarda l’effetto che desideriamo utilizzare:
Come possiamo vedere dal menu a tendina, una grossa parte delle opzioni si concentra sulla temperatura, l’esposizione, i bianchi e neri, le ombre, le luci e via dicendo. Una parte è dedicata nello specifico ai ritratti, quindi le opzioni che troviamo si focalizzeranno sulla modifica dell’incarnato e sul miglioramento degli occhi del soggetto.
Bisogna sottolineare che la meccanica dello strumento Pennello funziona come se applicassimo una maschera al contrario: ovvero, andiamo a selezionare le aree della foto a cui vogliamo applicare un determinato effetto.
Applichiamo quindi l’effetto prescelto alla nostra foto che, essendo di bassa qualità, risulta essere leggermente imprecisa, sfocata. Quindi, per migliorarne l’aspetto, selezioniamo Nitidezza dalla tendina dei preset e vediamo nel pannello che, automaticamente, i valori salgono a 25. Volendo, possiamo anche cambiare questo valore numerico intervenendo sul cursore specifico. In Figura vediamo un confronto tra il prima e il dopo l’intervento:
Una funzionalità utile dello strumento Pennello è la raffigurazione delle aree già interessate da una precedente modifica. Come avremo notato, mentre applichiamo la modifica con il tool, appare un simbolo rotondo sulla prima area toccata dal cursore del mouse. Se ci soffermiamo su questa icona, senza cliccare, verrà mostrato un alone rosso che evidenzia dove siamo già passati con l’applicazione dell’effetto, come evidenziato in Figura:
Possiamo, infine, determinare la grandezza dello strumento Pennello, la sfumatura, il flusso e la densità con la quale agisce sull’immagine. Possiamo farlo attraverso la parte inferiore del pannello.
Un dettaglio importante che vediamo in questo pannello è la presenza di un Pennello A, di un Pennello B e di un comando Cancella. I primi due sono gli strumenti che utilizziamo per determinare le aree interessate dalla modifica. Il comando Cancella, invece, serve a sottrarre o cancellare eventuali aree selezionate per errore, o per rifinire al meglio la selezione precedentemente eseguita.
Selezionando il comando da tastiera “O” (oppure “Alt+ O”), possiamo attivare l’anteprima delle aree su cui stiamo lavorando: questa opzione è davvero molto utile per riuscire a tenere traccia di quello che stiamo facendo, senza produrre sovrapposizioni non necessarie.
Un altro comando utile alla visualizzazione e al controllo dell’effetto applicato è il cursore Prima/Dopo, che permette di vedere la differenza tra la foto originale e lo scatto modificato. In Figura viene evidenziato questo strumento che, non avendo etichette, è solitamente difficile da individuare:
Filtro Graduato
Lo strumento Filtro Graduato messo a disposizione da Lightroom viene utilizzato per correggere l’eccessiva gamma dinamica di una foto. Quando fotografiamo un panorama, spesso l’intervallo di luminosità tra piani diversi – ad esempio cielo e terra – crea problemi a livello di esposizione: può quindi capitare che il cielo sia molto luminoso, quasi sovraesposto, mentre la parte panoramica risulta contestualmente molto scura.
Lo strumento Filtro Graduato permette di applicare le regolazioni Esposizione, Chiarezza e molte altre tonali in modo graduale, su un’area della foto. L’area può essere della dimensione desiderata. È quindi possibile ovviare a questo problema utilizzando lo strumento Filtro Graduato, che si trova nel pannello Strumenti a destra dell’interfaccia, come illustrato in Figura:
Nel pannello, una volta selezionato lo strumento apposito, è possibile scegliere tra uno dei preset messi a disposizione nel menu a tendina Filtro, oppure si potrà lavorare in modo personale, variando i valori direttamente nei parametri.
Possiamo vedere che, quando clicchiamo sulla foto con lo strumento selezionato, appare un simbolo circolare in corrispondenza del punto iniziale dell’applicazione dell’effetto. Inoltre, la modalità Maschera diventa Modifica. Oltre al simbolo circolare, vediamo tre guide bianche parallele che rappresentano gli intervalli centrale, alto e basso dell’effetto.
Come è possibile apprendere in Figura , la porzione di immagine compresa tra le due righe esterne è l’area di applicazione del filtro graduato:
Per estendere l’area dell’effetto, basterà trascinare le linee bianche esterne verso il bordo della foto, divaricando così lo spazio tra le due linee. Al contrario, per diminuire l’area di applicazione, basterà trascinare le linee bianche esterne verso la linea bianca centrale. Più le linee sono lontane, più la sfumatura dell’effetto è graduale e morbida.
Nel caso all’interno dell’area interessata ci sia una porzione della foto che non desideriamo venga compresa, è possibile aggiustarla attraverso lo strumento Pennello, visto nella lezione precedente. Intervenendo con lo strumento Pennello, possiamo modificare le maschere del filtro graduato utilizzando i controlli dello strumento.
Per accedere ai controlli del pennello dopo aver aggiunto una maschera, basterà selezionare l’opzione omonima accanto a Nuovo/Modifica. La maschera applicata alla fotografia con lo strumento Filtro Graduato può anche essere ruotata, ad esempio in posizione diagonale o verticale. Per farlo bisognerà selezionare il puntatore sulla linea bianca centrale fino a ottenere una freccia curva a due punte e, quindi, trascinare per ruotare la direzione dell’effetto.
È inoltre possibile applicare più di un filtro graduato alla stessa fotografia, come mostrato in Figura , dove oltre ad un filtro che aumenta l’esposizione per la porzione inferiore dello scatto (i girasoli), ne è stato aggiunto un altro che possa intensificare la porzione superiore (il cielo):
Infine, per avere un’anteprima dell’area della maschera, quindi visualizzare l’alone rosso che viene evidenziato in Figura , bisognerà premere il tasto H, che mostra o nasconde il simbolo circolare e le guide del filtro graduato. Questo strumento, come detto in apertura, è davvero molto utile nelle foto panoramiche e, in generale, in tutti gli scatti che presentino un evidente differenza di luminosità nelle sue parti.
Mappe
Lightroom mette a disposizione un modulo che permette di geolocalizzare le nostre foto e di visualizzarle su una mappa Google. Il modulo Mappa è subito adiacente a quello denominato Sviluppo nella barra superiore, come illustrato in Figura:
Per inserire le nostre foto sulla mappa vengono usate le coordinate GPS incorporate nel file delle immagini. Nel caso uno scatto non avesse le informazioni necessarie, perché la fotocamera usata non gestisce la geolocalizzazione, è possibile inserirle manualmente dalla schermata di Lightroom, attraverso il pannello a destra oppure tramite il campo di ricerca. Proprio per la sua natura, per utilizzare il modulo Mappa è necessario essere connessi a Internet.
Come inserire una foto sulla mappa
Se la nostra foto ha in memoria i metadati corrispondenti a latitudine e longitudine, basterà trascinarla nel punto preciso della mappa da dove è stata scattata. In caso contrario, se i metadati non sono a disposizione, bisognerà agire manualmente attraverso la ricerca dell’indirizzo e, quindi, trascinare la foto dall’area Provino (parte inferiore della schermata di Lightroom). Dopo aver trovato le coordinate sarà possibile salvarle: nella colonna a sinistra troviamo l’etichetta Posizioni Salvate, basterà selezionare il “+” per aggiungere una posizione, in questo modo possiamo abbinarla a una foto in maniera più veloce.
Come salvare una nuova posizione
Una volta che abbiamo selezionato il “+” dall’etichetta Posizioni Salvate, apparirà una finestra di dialogo Nuova Posizione: qui bisognerà specificare un nome da assegnare alla posizione e selezionare una cartella in cui salvarla. L’opzione Raggio consente di definire un raggio – espresso in piedi, miglia, metri o chilometri – dal centro dell’area visibile sulla mappa. Quest’area è compresa nella Posizione che stiamo salvando, come illustrato in Figura:
Il check sull’opzione Privato determina il salvataggio o meno dei metadati quando esportiamo le foto da Lightroom: se l’opzione viene selezionata, in esportazione verranno cancellati tutti i metadati di posizione IPTC (standard di interscambio di informazioni), comprese le coordinate GPS (il sistema di posizionamento e navigazione satellitare civile), Sottolocalità, Città, Stato/Provincia, Paese e Codice paese ISO.
Un ultimo accenno sul modulo Mappa è rappresentato dalla visualizzazione filtrata degli scatti: l’area Provino è direttamente collegata alle opzioni del Filtro Posizione, situato nella parte superiore della nostra fotografia. È possibile visualizzare gli scatti attraverso le seguenti opzioni: Visibili sulla mappa, Con coordinate, Senza coordinate, Nessuno.
In questo modo è possibile essere sempre consapevoli e organizzati sullo stato dei nostri scatti, soprattutto quando il numero delle fotografie è molto alto. In Figura vediamo un esempio di queste opzioni di visualizzazione:
Sappiamo che abbiamo inserito solo due scatti con la stessa posizione, nonostante da area Provino vediamo la presenza di molte altre foto. È possibile continuare a inserire le foto sulla mappa, selezionandole dalla fascia provino e trascinandole come abbiamo fatto per le precedenti.
Libro
Utilizzando Lightroom è possibile impaginare le nostre foto in formato libro, facendo ricorso al modulo omonimo. Inoltre, dopo aver impaginato il nostro libro, il software permette di salvarlo in formato PDF pronto per la stampa o, ancora, in singoli file JPG.
Per iniziare scegliamo il modulo Libro e impostiamo le preferenze del formato, come illustrato in Figura:
Queste preferenze determinano nello specifico:
# se desideriamo che le foto vengano ingrandite o sottoposte a zoom all’interno della pagina;
# il riempimento automatico: quando iniziamo un libro, le pagine vengono aggiunte automaticamente in base al layout predefinito e alle foto che si trovano nell’area Provino;
# le opzioni testo: le caselle di testo possono essere compilate automaticamente con i metadati della foto, come Titolo, Didascalia o Nome file. L’opzione Testo di riempimento inserisce nel campo approfittando dei metadati: in caso non fossero presenti, rimarrà vuoto;
# limita le didascalie all’area di sicurezza per testo: con questa opzione i campi testo e foto vengono posizionati sempre entro i limiti stampabili della pagina.
Oltre a queste preferenze, possiamo definire ulteriormente le impostazioni utilizzando i pannelli di destra nella finestra di Lightroom.
Impostazioni Libro
Dopo aver definito il proprio progetto, è necessario specificare le opzioni di esportazione. È possibile scegliere se salvare il libro come file PDF, JPEG oppure se stamparlo tramite Blurb, specificando la dimensione del libro e la copertina. L’opera può essere rilegata con copertina rigida o brossura con copertina morbida. Per la stampa tramite Blurb, il prezzo stimato si aggiorna in base al tipo di carta e al numero di pagine del libro.
Per l’output PDF, servirà scegliere Qualità JPEG: dato che il libro verrà comunque stampato, si opti per una risoluzione alta. Dopodiché, viene chiesto di scegliere un Profilo Colore, anche se il software non mette a disposizione la quadricromia – metodo utilizzato nella stampa professionale – quindi un valore di Risoluzione File. Se lo si desidera, è possibile applicare la nitidezza.
Layout automatico o personalizzato
Vediamo ora come strutturare il layout delle pagine. Lightroom propone dei layout automatici, ad esempio il classico pagine dispari testo, pagine pari foto. L’opzione Layout automatico quindi automatizza la procedura di creazione dei libri. Se desiderassimo ricominciare da capo, basterà cliccare su Cancella Layout.
Per la pubblicazione tramite Blurb, il layout automatico è limitato a libri di un massimo di 240 pagine. Per la pubblicazione come file PDF, invece, non esiste invece alcun limite di pagine.
Tra le opzioni di layout possiamo selezionare Modifica Layout Pagina, ovvero l’ultima voce dell’omonimo pannello. A questo punto si aprirà una finestra di dialogo che ci permetterà di impostare la struttura delle pagine del nostro libro, come illustrato in Figura:
Ad esempio, se volessimo creare un libro con i provini delle nostre foto, bisognerà selezionare Layout Fisso – quindi identico per tutte le pagine – e impostare Foto multiple. Questo layout tecnicamente si chiama “contact sheet” ed è molto utile ai fotografi, per avere tutti i provini su una o più pagine. In questo modo, si potrà iniziare un lavoro di editing scegliendo quali scatti tenere e quali eliminare o, ancora, per prendere nota di quali modifiche applicare a un’immagine specifica.
Questa attività apre un discorso più ampio sull’uso del modulo Libro Possiamo infatti creare un libro nel vero senso del termine, ma anche impostare per una stampa veloce tutti i nostri scatti, selezionando dal modulo Libreria quali foto inserire nel layout. Inoltre, le miniature nell’area Provino presentano un numero, che indica quante volte la foto compare nel libro.
Cliccando su Aggiungi Pagina verrà ovviamente aggiunta una pagina accanto a quella selezionata. Il nuovo foglio assume la formattazione di quello selezionato o del modello generale. Scegliendo Pagina Vuota si aggiungerà un foglio bianco accanto a quello selezionato.
Layout di pagina
Per applicare un layout a una pagina vuota, è necessario cliccare sul pulsante Modifica Layout Pagina, nel pannello Pagina o nell’angolo in basso a destra della miniatura, come mostrato in Figura:
Numeri pagina
Per inserire sulle pagine la numerazione, selezionate Numeri Pagina dal pannello. È inoltre possibile impostare la posizione del numero, mentre il font e la sua dimensione sono modificabili dalla sezione Proprietà Testo, come evidenziato in Figura:
Lightroom mette inoltre a disposizione molte altre opzioni per confezionare un buon prodotto stampabile, garantendo un notevole spazio di manovra per personalizzare il layout.
Presentazione
Il modulo Presentazione di Lightroom permette di creare un video contenente le nostre foto.
Il primo passo da compiere è organizzare i nostri materiali, quindi fare una selezione delle foto, tenendo sempre presente che il formato dei video è orizzontale, nello specifico in 16:9. A questo punto, dopo aver scelto i materiali, bisognerà impostare il template di presentazione che vogliamo utilizzare.
Alcuni template vengono proposti dal software: da quelli poi sarà possibile crearne di personalizzati, utilizzando come base un modello di default a cui applicheremo le nostre modifiche. Un un secondo momento, sarà possibile salvare il template creato come modello utente.
Possiamo decidere di dare alla presentazione un layout a schermo pieno, dove la foto occupi tutto lo spazio del video, oppure un layout che comprenda anche i metadati o una didascalia.
Dopo aver effettuato una cernita dei nostri scatti migliori, dei quali abbiamo l’anteprima nella parte inferiore dell’interfaccia di Lightroom, possiamo riordinarli attraverso un semplice drag and drop, per decidere l’ordine di apparizione degli scatti. Quest’azione serve per dare una conseguenza logica alla storia che vogliamo raccontare (storytelling) e, proprio per questo, Lightroom permette l’inserimento di una schermata introduttiva e una di chiusura. Ad esempio se la nostra presentazione fotografica fosse uno shooting di una festa, potremmo inserire come schermata introduttiva un titolo, una data e altri elementi.
È possibile formattare a piacere sia il testo che il colore di sfondo, come illustrato in Figura:
Una volta personalizzato il template di presentazione, per salvarlo basterà cliccare il tasto “+” dal pannello Browser Modelli. Questa azione apre una finestra di dialogo in cui inserire il nome del nuovo template, come mostrato in Figura:
Per sovrapporre un testo sulle nostre foto bisognerà selezionare il tasto “ABC” dalla barra subito sotto all’anteprima, come illustrato in Figura:
Le possibilità di personalizzazione della presentazione sono ancora molte. Ad esempio, è possibile aggiungere una filigrana per firmare le fotografie, applicare una traccia attorno alle foto, generare un’ombra, impostare un colore di sfondo e molto altro ancora.
Per quanto riguarda l’impostazione dei setting per il video, è possibile decidere se la riproduzione sia automatica o manuale, impostare la durata della transizione delle foto, aggiungere una musica di sfondo e via dicendo. Per aggiungere un brano musicale bisognerà sceglierlo dal nostro computer, quindi il file dovrà risiedere in locale, come mostrato in Figura:
Mentre lavoriamo alla nostra presentazione potremo visualizzare il risultato in due modalità: cliccando il pulsante Anteprima vedremo il filmato all’interno dell’interfaccia di Lightroom, mentre selezionando il tasto Riproduci vedremo il filmato a schermo intero.
Per esportare il filmato, una volta completato il nostro lavoro, bisognerà selezionare il tasto Esporta Video: Lightroom salva le presentazioni video come file H.264 MPEG-4 completi di layout delle diapositive, colonna sonora e altre opzioni di riproduzione. Un’altro formato di esportazione è un file PDF, del quale si può personalizzare la qualità delle immagini in fase di esportazione. Le transizioni della presentazione PDF saranno funzionanti se per la visualizzazione viene usato Adobe Acrobat Reader, ma nelle presentazioni PDF esportate non vengono incluse musica, sequenza casuale delle immagini o impostazioni di durata.
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