I blog di Alessioempoli

Data 18 gennaio 2018

L’ UNIVERSO – 19

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                         L’ UNIVERSO – 19

 

 

– Quindi siamo arrivati al  punto in cui tutte le sensazioni, che il nostro corpo recepisce, attraverso tutti  i RECETTORI SENSORIALI, arrivano al CERVELLO,nelle sue varie parti,vediamo un po’ meglio.

Alla fine,ci porremo un “semplice” interrogativo.

 

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CORTECCIA CEREBRALE

 

Classificazione di Brodmann

Secondo la classificazione di Brodmann, sulla superficie della corteccia telencefalica è possibile individuare 52 aree (chiamate per questo aree di Brodmann) con diverse caratteristiche citoarchitettoniche e funzionali.

 

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– Consideriamo adesso velocemente le aree che ci interessano maggiormente,

 

– area 8 – include i campi oculari frontali

– area 17 – corteccia visiva primaria

– area 18 – corteccia visiva secondaria

– area 19 – corteccia visiva associativa

– area 39 – parola uditiva

– area 41 e 42 – corteccia uditiva

– area 43 – corteccia gustativa

 

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area somestesica primaria (in verde)

riceve impulsi della sensibilità somatica generale di tutto il corpo,aree 1-2-3 del Lobo parietale,in queste aree è possibile riscontrare una rappresenrazione somatotopica di tutte le diverse parti del corpo umano,come stimoli provenienti dal viso,dalle labbra,dalla mano,dal tronco,dalle gambe.

area motrice (o motoria) primaria (in rosso) (ne parlerò più avanti)

localizzata nel Lobo frontale,è costituita dall’area 4, a questo territorio corticale è assegnata la funzione di generare gli impulsi motori per tutti i muscoli corporei,

area premotrice (o premotoria) o area motrice secondaria (area 6)(ne parlerò più avanti)

area motoria supplementare (ne parlerò più avanti)

riceve circuiti dai nuclei della base,riceve fibre dal Lobo parietale posteriore,dall’area motoria parietale superiore,dà efferenze corticospinali dirette (via piramidale anteriore 30.000 fibre all’incirca)e fibre alla corteccia motoria.In caso di lesioni si ha una grave aprassia con perdita della coordinazione bimanuale degli arti.

regola il tono muscolare nei movimenti manuali fini

ha una memoria motoria complessa nella gestualità e nei comportamenti

area visiva primaria (in blu)

in posizione 17,sul Lobo occipitale,rappresenta l’area corticale alla quale giungono le afferenze provenienti dalla retina.

area visiva secondaria (area 18)

area visiva terziaria (area 19)

area acustica  o uditiva primaria (in viola)

posta sul Lobo temporale,ad essa giungono la maggior parte delle afferenze della via acustica centrale

area gustativa (in giallo)

area 43 del lobo dell’insula,ad essa affluiscono gli stimoli gustativi

area primaria del linguaggio o area di Broca  (in arancio) (ne parlerò più avanti)

si occupa esclusivamente dei muscoli della fonazione,aree 44-45 del lobo frontale

 

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VIE SENSITIVE

 

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– Come vedi,queste sono le vie che portano la sensibilità dalla periferia al cervello

– quindi puoi leggere i vari tipi di sensibilità:

sensibilità propriocettiva e di posizione

sensibilità tattile,pressoria,vibratoria

sensibilità dolorifica e termica

 

tutte queste sensibilità entrano nel midollo spinale e poi salgono fino al cervello,nel quale vengono distribuite in varie zone (frecce colorate)

 

 

Ma abbiamo anche un analogo sistema a partenza dalla TESTA:

 

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– e come vedi anche qui vengono trasportate le varie sensibilità attraverso il midollo fino al cervello in cui vengono distribuite in varie parti:

sensibilità tattile e pressoria

sensibilità termica e dolorifica

sensibilità propriocettiva

 

 

SENSIBILITA’ OLFATTIVA

arriva in questa parte del cervello:

 

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– e come vedi le fibre sono variamente intrecciate e interessano varie zone

 

RECETTORI VISIVI

e così le VIE OTTICHE arrivano in altre parti del cervello

 

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– come vedi,le fibre partono dalle retine ed arrivano alla corteccia occipitale, in corrispondenza della scissura calcarina.

 

VIE GUSTATIVE

pure esse arrivano in altre parti del cervello:

 

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– anch’esse partono dalla lingua e attraverso vari nervi ed il nucleo del tratto solitario ,sempre tramite il midollo,arrivano al cervello come è riportato in figura

 

VIE ACUSTICHE

anch’esse arrivano in altre parti del cervello:

 

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– esse partono dall’apparato uditivo e tramite il midollo arrivano al cervello.

 

 

A questo punto penso di averti mostrato molti esempi per poter arrivare a capire qual’è il problema da risolvere, ovvero qual’è la DOMANDA che ci dobbiamo porre inevitabilmente!

Ma vediamo in sintesi qual’è lo stato delle cose.

 

– tutta una serie di stimoli sensoriali partono da ogni parte del corpo ed arrivano ciascuno in parti diverse del cervello (che possono anche essere in comunicazione fra loro,sempre con lo stesso meccanismo)

– ti ho già fatto vedere,credo,sufficientemente che gli stimoli sensoriali avvengono sempre in ogni recettore,dovunque si trovi,nella stessa maniera e cioè attraverso delle reazioni elettrochimiche

– queste reazioni elettrochimiche avvengono nel nostro corpo,con le stesse modalità con le quali si svilupperebbero in un qualsiasi laboratorio di chimica,

– quando una reazione elettrochimica arriva alla fine,essa non dice: guarda come sono carina,ma come sono venuta bene,mi fa piacere trovarmi nella zona A del cervello anzichè nella zona B e così via”,

– questo vuol dire che nè nel cervello,nè in qualunque altro laboratorio,le reazioni chimiche,qualunque possano essere,non hanno coscienza di sè! Avvengono e basta.

– quindi siamo arrivati al punto in cui abbiamo un’infinità di reazioni elettrochimiche che avvengono nel nostro corpo contemporaneamente (o anche singolarmente) ,che arrivando al cervello in modo anonimo ed inconsapevole,ad un certo punto,come per un grande gioco di prestigio,tutte quante insieme acquistano consapevolezza ovvero  ti fanno dire:

IO SENTO ……

IO VEDO……

IO TOCCO….

IO SENTO UN GUSTO DI ….

IO AMO

IO ODIO

IO VOGLIO ecc.

 

cioè ad un certo punto possiamo dire che “E’ NATA UNA STELLA” (o forse c’era già) e come si chiama questa stella lucente che brilla di luce propria?

C’è un solo nome: IO,AUTOCOSCIENZA,ANIMA (scegli quello che vuoi tu,non ha importanza)

 

Quindi possiamo dire con estrema certezza che la conclusione E’ ESATTA!

Ma non abbiamo finito,perchè adesso viene la parte più difficile ed interessante con la seguente DOMANDA:

 

MA CHE COSA E’ QUESTA ANIMA?

 E DOVE SI TROVA???

E’ IN CONTATTO CON IL CORPO ?

OPPURE E’ TRASCENDENTE ?

 

Cerchiamo di iniziare con pazienza un cammino lungo e difficoltoso che (forse) ci porterà a qualche conclusione.

Ma attenzione,lo ripeto per l’ennesima volta,possiamo fare solo delle ipotesi perchè se conoscessimo il trascendente,conosceremmo DIO stesso (ammeso che l’anima sia trascendente!)

 

Per poter continuare il ragionamento,occorre necessariamente rifarsi alla FISICA ed alla CHIMICA

(continuerò questo ragionamento,adesso combiano leggermente argomento)

 

 

CHE COSA C’E’ AL DI LA’ DEI CONFINI DELL’UNIVERSO???

 

– Teoricamente potrebbero esserci varie  possibilità:

1) IL NULLA

2) UN ALTRO UNIVERSO

3) DIO

4) Campi gravitazionali

5) Campi elettromagnetici

6) Materia oscura, ecc.

 

1) IL NULLA

le conclusioni da tirare sono semplici,non può esistere il NULLA semplicemente perchè,come dice la parola stessa, “IL NULLA NON ESISTE”

2) UN ALTRO UNIVERSO

è possibile che ci siano anche 10-100-10.000 ….. universi ,nessun motivo logico ne vieta l’esistenza,si creerebbe una specie di scatole cinesi o di matriosche,ma la domanda è: dopo l’ultimo universo,che cosa c’è??? E qui casca l’asino!

L’unica riposta ammissibile è che ci sia DIO stesso

3) DIO

ho già detto sopra e inoltre anche perchè NULLA può esistere al di fuori dell’ESSERE altrimenti rappresentando il “NON ESSERE” limiterebbe la sua infinitezza e perfezione

4) Campi gravitazionali

perchè no?

5) Campi elettromagnetici

perchè no?

6) Materia oscura

perchè no?

 

 

MA NOI POTREMMO VEDERE CHE COSA C’E’ AL DI LA’ DEI CONFINI DELL’UNIVERSO?

NO

VEDIAMO PERCHE’

 

– quante volte ci siamo chiesti che cosa ci sia al di là dei confini dell’universo ?

– sappiamo che l’universo ha circa 14 miliardi di anni

– potrebbe esserci Dio? forse

– allora potremmo pensare un giorno di poter esplorare anche oltre i confini dell’universo

– potremmo in teoria pensarlo, ma colui che ha fatto il mondo ha trovato il modo di impedircelo ,come?

 

1)  la soluzione più semplice che ci viene in mente è quella di usare un’astronave molto veloce per arrivare prima o poi ai confini dell’universo

– ebbene,questa prima possibilità ci è drasticamente negata

– infatti sappiamo che la velocità di espansione dell’universo è superiore alla velocità della luce,quindi se volessimo andare a mettere il naso oltre l’orizzonte degli eventi,lo potremmo fare solamente andando ad una velocità superiore a quella della luce

– purtroppo non si può fare perchè nessun oggetto fisico non solo non può andare alla velocità della luce,ma neppure vi si può lontanamente avvicinare

– infatti per la teoria della relatività di Einstein,se una astronave aumentasse di molto la sua velocità,la MASSA tenderebbe all’INFINITO ed il TEMPO tenderebbe a ZERO

da questo derivano 2 conseguenze

a) quindi nascerebbe un problema pratico e cioè aumentando la massa della astronave,occorrerebbe aumentare anche la forza di propulsione in modo spropositato,il chè non è possibile

b) ma oltre al limite pratico,Dio ha voluto porre anche un limite teorico perchè se la MASSA tende all’ INFINITO  ed il TEMPO tende a ZERO,vuol dire che quell’oggetto si trasformerebbe inevitabilmente nell’ESSERE ASSOLUOTO ,in cui (non parliamo di massa) ma di INFINITO  e di  TEMPO ZERO (quindi ETERNITA‘)

– in altre parole l’INFINITO con un TEMPO ZERO appartiene solo a DIO.

 

2)  ma ancora,potremmo pensare di osservare con la LUCE (onde elettromagnetiche) OLTRE I CONFINI DELL’UNIVERSO con un potentissimo telescopio?

– sicuramente NO,Dio ci nega anche questa possibilità

– infatti Einstein ci ha detto che NULLA può andare nell’universo ad una VELOCITA’ superiore a quella della luce,quindi se l’universo si espande ad una velocità maggiore,evidentemente siamo tagliati fuori

– forse, possiamo pensare che Dio NON VUOLE  che si possa mettere il naso oltre i confini dell’universo,perchè? Nessuno lo sa

–  ma ci potrebbe essere anche un’altra possibilità di varcare i confini dell’universo (o quasi) in che modo?

 

3) Scomponendo il nostro organismo in tutte le sue parti più piccole cioè nelle componenti atomiche e subatomiche e poi trasmettendolo alla velocità della luce fino verso i confini dell’universo per poi ricomporlo a milioni di anni luce di distanza

– qualora ciò fosse possibile farlo (e teoricamente si potrebbe fare) a quel punto nascerebbe un altro grosso problema

– certamente avrete sentito parlare qualche volta di un certo fisico di nome Heisemberg, è un fisico tedesco nato nel 1901 e morto nel 1976,è stato un Premio Nobel per la fisica nel 1932.

– ebbene,questo signore si è interessato della “Meccanica quantistica”,certamente molti di voi avranno già sentito anche questo nome.

– vi è da dire che la Meccanica quantistica stava nascendo quando Einstein era già vecchio ed era preso profondamente da un problema che lo assillava senza scampo.QUALE?

– Il problema che voleva risolvere Einstein con tutte le sue forze,era quello di unificare tutte le forze fondamentali della natura in un’unica teoria, la TEORIA DEL TUTTO,verso la fine della sua vita la sua mente era persa in questo problema che tuttavia non riuscì mai a risolvere

– per inciso le quattro forze fondamentali della natura sono:

 

– forza nucleare debole

– forza nucleare forte

– elettromagnatismo

– forza gravitazionale

– bene,riprenderò il discorso un po’ più avanti

 

Eisemberg è vissuto all’incirca al tempo di Einstein (1879-1955),ed è stato il fisico che ha messo veramente in crisi lo stesso Einstein,perchè?

Einstein era fermamente convinto che tutto l’universo fosse regolato da un principio intelligente che non permetteva variazioni si sorta. In altre parole Einstein pensava fermamente che tutto l’universo seguisse delle leggi fisiche ferree,precise,immutabili e quindi quando si trovò di fronte alle scoperte dell’amico Eisemberg,perse quasi il piacere di vivere,tanto fu l’incertezza in cui sprofondò in base a tali teorie. PERCHE’ ?

– fino ad allora la ricerca più avanzata sull’atomo era quella del fisico Bohr nato a Copenaghen nel 1885 e morto nel 1962

Bohr ipotizzò (per motivi che qui non dico,sarebbe troppo lungo) che le orbite degli elettroni sono orbite quantizzate,in parole povere,ogni elettrone si trova su un’orbita con una ben precisa energia,dalla quale si può spostare solamente facendo un salto da un’orbita ad energia maggiore ad una ad energia minore,cedendo una ben precisa quantità di energia,

– questa concezione dell’atomo andò avanti per un po’ di tempo,cioè fino alla comparsa sulla scena di Eisemberg,

– la teoria di Bohr non riusciva a spiegare alcuni fenomeni,quindi intervenne Eisemberg con la sua teoria

Eisemberg disse che le orbite erano sì quantizzate,ma a differenza di quanto sosteneva Bohr ,gli elettroni non ruotavano su una ben precisa orbita,ma le orbite e quindi la posizione degli elettroni erano indeterminabili,da qui il nome di ORBITALI (non mi dilungo sulla spiegazione)

– ebbene,l’elettrone quindi viaggiava per così dire su un’orbita variabile continuamente ed inoltre aveva anche un movimento ondulatorio.

– da queste considerazioni,derivò il fatto importantissimo che non si sarebbe mai potuto determinare la posizione esatta di un elettrone in qualunque momento,cioè,in altre parole,Eisemberg formulò il noto principio detto: “Principio di indeterminazione di Eisember”

– questo principio diceva che non sarebbe mai stato possibile determinare in un qualunque momento la POSIZIONE di un elettrone,in quanto sarebbe stato spostato dalla sua orbita anche se lo avessimo colpito (cioè misurato) con un solo fotone.

Quindi avremmo potuto misurare solamente o la sua VELOCITA’ o la sua POSIZIONE.

– queste scoperte “scombussolarono ” Einstein il quale non riusciva a capirle perchè lui non si era dedicato al micro ma al macro,cioè all’Universo

– ed il bello è che la sua Teoria dellla relatività non funzionava nel micro,

– per quanto riguarda Einstein in un certo senso si sentì abbattuto,deluso,non seguiva neppure più l’ambiente della fisica ufficiale perchè aveva capito che qualcosa gli stava sfuggendo di mano

– questo qualcosa era proprio il fatto che la Teoria della relatività che ben funzionava nel macro non funzionava nel micro

– e allora quasi stizzito per questo,pronunciò la famosa frase “Dio non tira i dadi”.

– con questa frase Einstein voleva ancora fermamente pensare e dire che l’universo segue delle leggi precise e ferree,ma dentro di sè,sapeva che non era così.

 

– ma ritorniamo ad Eisemberg,per completare il nostro discorso

– Perchè non potremmo scomporre in parti subatomiche il nostro corpo e con qualche sistema trasmetterlo a milioni di anni luce di distanza e poi RICOMPORLO???

Ebbene Dio ci ha precluso anche questa possibilità per andare ai confini dell’universo,infatti il problema insuperabile è che: se noi scomponiamo il nostro corpo nelle sue parti subatomiche,per il principio di indeterminazione di Eisember,una volta che si ricomponesse a migliaia di anni luce,  non avremmo mai la certezza che il nostro corpo potesse ricomporsi così come era,perchè proprio per il principio di indeterminazione tutte le parti subatomiche si potrebbero ricomporre in un modo talmente imprevedibile e diverso da come era inizialmente,da dare origine ad una massa informe.

 

 

ATEISMO

 

RIASSUNTO

I ragionamenti stupidi degli atei

Per chi non avesse ancora capito, ripeto per l’ennesima volta che:

– NON SI PUO’ DIMOSTRARE L’ESISTENZA DI DIO

– NON SI PUO’ DIMOSTRARE LA NON ESISTENZA DI DIO

 

il problema non è questo e faccio questa precisazione perchè molto spesso si sente dire dagli atei: “dimostrami tu che Dio esiste,perchè ti devo dimostrare io che non esiste???” Infatti nessuno te lo chiede,questi sono ragionamente stupidi di un ignorante qualsiasi.Non è questo il problema.Spero finalmente che tu abbia capito una volta per tutte!!!

I problemi sono quelli di cui ho già parlato ampiamente e che di seguito sintetizzerò ancota una volta.

Speriamo che alla fine, l’ateo si renda conto dei suoi ragionamenti idioti !!!

 

 

” Argomentazioni” contro l’esistenza di DIO

 

Riporto i principali autori che nel corso della storia si sono affannati a fare ragionamenti contro l’esistenza di DIO.

Inutile dire che sono ragionamenti spazzatura!

 

Nei secoli si sono formulate diverse argomentazioni orientate a sostenere che Dio o un qualunque essere superiore non esisterebbe; a dimostrare che la sua possibile esistenza:

–  sarebbe intrinsecamente priva di significato, assurda, contraddittoria rispetto ai fatti e ai dati scientifici o alla realtà storica;

–  o infine a mettere in luce che non ci sarebbero motivi sufficienti per poterci credere.

 

 

Antichità classica

 

Diagora

Il pensiero di Diagora di Milo, noto come l’ateo e perseguitato in vita per il suo ateismo, non è noto se non in misura frammentaria ed attraverso fonti terze, peraltro in misura prettamente aneddotica. Nel De Natura Deorum Cicerone riporta che un amico di Diagora aveva cercato di convincerlo dell’esistenza degli dèi ricordandogli:

–  quante immagini votive erano state erette in onore degli dèi da varie persone come ex voto per essere sopravvissute a tempeste in alto mare, al che Diagora avrebbe ribattuto ricordandogli quante immagini votive non erano state erette in onore degli dèi da coloro che invece erano morti per naufragio.

 

Nella medesima opera l’autore racconta come l’equipaggio di una nave su cui era imbarcato Diagora accusasse questi per aver:

–  attirato su di loro la collera degli dèi nella forma di una forte tempesta,

al che Diagora rispose chiedendo se anche le altre imbarcazioni coinvolte dalla tempesta avessero Diagora a bordo. L’autore cristiano Atenagora di Atene scrisse nel II secolo d.C. che gli Ateniesi avevano perseguitato Diagora perché aveva apertamente dichiarato l’inesistenza degli dèi. Autori greci contemporanei al filosofo affermano che una delle argomentazioni che portava a sostegno di questa sua tesi era la:

 mancata punizione divina di numerosi atti d’empietà e crudeltà commessi dagli uomini.

 

OSSERVO CHE:

 DIO non interviene nelle cose del mondo direttamente ma le lascia svolgere semplicemente secondo il suo disegno originario,quindi non saranno certamente le immagini votive o altre stupidaggini  a cambiare il destino di tutti noi.

 

Crizia

Crizia, vissuto tra il V ed il IV secolo a.C., tratta ne il Sisifo la dissoluzione del tradizionale concetto di nomos (dal greco legge) sul quale le polis dell’antica Grecia erano fondate e che ricomprendeva in sé i concetti di legge giuridica, sociale e religiosa. Ribaltando lo schema tradizionale, che voleva il diritto positivo fondato sulla morale divina, egli fonda nella paura del divino il vero caposaldo del potere politico, identificando con l’invenzione degli dèi il fondamento per la nascita della civiltà.

 

La divinità assume le caratteristiche di uno strumento politico atto al governo. Secondo Crizia:

–  il divino è stato inventato dai governanti affinché gli uomini smettessero di infrangere le leggi di nascosto, convincendoli nella loro sfera personale dell’esistenza di una forza soprannaturale in grado di osservarli in qualsiasi momento e in seguito giudicarli.

Egli non solo spiega razionalmente la religione, ma pretende di dimostrare la debolezza intrinseca della legge positiva e della morale collettiva.

 

Queste sono infatti frutto di convenzione, relative e basate sull’apparenza: come prima di lui aveva osservato il sofista Antifonte, giusto è colui che, di fronte a testimoni, si comporti in ossequio alla legge per evitare biasimo e pene, ma che poi, in privato, si comporti secondo la propria natura (physis). Qui sta appunto, anche per Crizia, la debolezza della legge, poiché essa cessa di avere valore quando l’individuo si trova solo. Qualsiasi oratore, poi, è in grado a parole di rigirare la legge a proprio vantaggio, insozzando ciò che di buono vi è in essa. Piuttosto che sul nomos, dunque, una società ordinata si dovrebbe basare sulla moderazione del singolo individuo. Come scrisse nel Piritoo, «un carattere nobile è più saldo della legge», poiché nessuno sarà mai in grado di storpiarlo.

 

Evemero da Messina

A cavallo tra il IV ed il III secolo a.C. Evemero da Messina veicolò, attraverso La Storia Sacra, l’evemerismo. Evemero cercò di spiegare razionalmente la genesi degli dei, ritenendo che l’origine del concetto di “dio” fosse da rintracciarsi nella divinizzazione progressiva subita da personaggi storici di spicco, quali antichi sovrani e fondatori di regni e città.

In tal modo egli negava esplicitamente la natura divina degli dei, affermandone l’origine umana. In linea con questa impostazione, egli cercò di interpretare razionalmente gli antichi miti, epurandoli degli elementi mistici e fantasiosi e cercando di identificarne il nucleo storico di fondo.

 

Lucrezio

Risulta incerto se Lucrezio (98-53 a.C.) si sia semplicemente limitato a esportare l’epicureismo di Epicuro in ambito latino o se avesse radicalizzato questa corrente filosofica facendone una forma di ateismo.

Sin dal primo libro del De rerum natura egli enuncia che:

–  gli dèi non esistono e che il mondo si è fatto da sé, scrivendo

(LA)

« Quas ob res ubi viderimus nil posse creari de nihilo, tum quod sequimur iam rectius inde perspiciemus, et unde queat res quaeque crearivet quo quaeque modo fiant opera sine divom »

(IT)

« E perciò, quando avremo veduto che nulla può nascere dal nulla, allora già più agevolmente di qui potremo scoprire l’oggetto delle nostre ricerche, da cosa abbia vita ogni essenza, e in qual modo ciascuna si compia senza opera alcuna di dèi. »

 

Nel Libro V Lucrezio spiega perché il mondo si è fatto da solo:

 

« Ma ora spiegherò con ordine come il caotico ammasso di materia abbia stabilmente formato la terra, il cielo, le profondità marine, il corso del sole e della luna. Infatti di certo gli elementi germinali delle cose non si disposero ognuno al suo posto per il criterio d’una mente sagace né pattuirono i moti che ognuno avrebbe dovuto imprimere, ma poiché i numerosi germi della natura in molteplici modi ormai da tempo infinito sospinti dagli urti e dal loro stesso peso sogliono spostarsi velocemente, aggregarsi in ogni guisa e produrre tutte le combinazioni »

 

 

Età moderna

 

 

Jean Meslier

« La vostra salvezza è nelle vostre mani, la vostra liberazione dipenderebbe solo da voi, se riusciste a mettervi d’accordo; avete tutti i mezzi e le forze necessarie per liberarvi e per rendere schiavi i vostri stessi tiranni. I vostri tiranni, infatti, per quanto potenti e terribili possano essere, non avrebbero alcun potere su di voi senza voi stessi […] E così non vi sia tra di voi religione diversa da quella della saggezza e della moralità, da quella dell’onestà e della decenza, della franchezza e della generosità d’animo; non ci sia religione diversa da quella che consiste nell’abolire completamente la tirannide e il culto superstizioso degli dèi e dei loro idoli, nel mantenere viva la giustizia e l’equità ovunque, nel lavorare in pace e nel vivere tutti in una società ordinata, nel mantenere la libertà e, infine, nell’amarvi l’un l’altro e nel salvaguardare da ogni pericolo la pace e la concordia tra di voi […]. »

(Jean Meslier, testamento di Jean Meslier)

 

 

Nel 1729, alla morte del prete Jean Meslier, veniva reso pubblico il suo testamento, dal titolo di Memoria dei pensieri e delle opinioni di Jean Meslier, prete, curato di Ètrèpigny e di Balaives, su una parte degli errori e degli abusi del comportamento e del governo degli uomini da cui si dimostrano in modo chiaro ed evidente le vanità e le falsità di tutte le divinità e di tutte le religioni del mondo, affinché sia diretto ai suoi parrocchiani dopo la sua morte e per essere usata da loro e da tutti i loro simili quale testimonianza di verità. In questo testo il sacerdote chiedeva perdono per quanto di falso aveva predicato in tutta la vita e per aver mentito nell’esercizio di una vocazione spirituale divenuta non più consona alle sue convinzioni filosofiche.

 

Meslier mise in dubbio la coerenza della religione cristiana attraverso una critica all’attendibilità e alla verità storica dei Vangeli, contestandone le ritenute contraddizioni interne, alla Bibbia in generale, affermando la falsità delle presunte profezie dell’Antico Testamento, e alla dottrina e morale cristiane, enumerando quelli che a suo parere erano gli errori insiti in queste. Egli riteneva che la fede, in quanto “credenza cieca“, fosse un principio di errori, di illusioni e di raggiri e che la divinità e l’anima fossero invenzioni umane.

 

Meslier sostenne che la religione origina dalla paura e che i tiranni se ne servono e la sostengono per imporre il proprio potere: idealizzando la sofferenza, la povertà e il dolore e condannando il piacere, la religione – in particolare quella cristiana – disarma gli uomini e li lascia alla mercé dei soprusi del potere. Monarchi, nobili e sacerdoti sono parassiti che il popolo deve abbattere per riappropriarsi della terra, dato che in natura tutti gli uomini sono uguali ed a loro appartengono i beni e la terra che lavorano. Egli ritiene che tutto quanto avviene nella storia non può né deve essere attribuito a Dio, in quanto solo la natura, eterna e già di per sé perfettamente regolata, basta a spiegare i mutamenti storici.

 

 

Paul Henri Thiry d’Holbach

« Ci dicono con tono grave che «non c’è effetto senza causa»; ci ripetono ogni momento che «il mondo non si è fatto da sé». Ma l‘universo è una causa, non è per niente un effetto. Non è per niente un’opera, non è stato per niente «fatto», poiché era impossibile che lo fosse. Il mondo è sempre esistito; la sua esistenza è necessaria. (…) La materia si muove per la sua propria energia, per una conseguenza necessaria della propria eterogeneità. »

 

(Paul Henri Thiry d’Holbach, Il buon senso, ossia idee naturali opposte alle soprannaturali; paragrafo 39)

 

Il barone Paul Henri Thiry d’Holbach, sotto lo pseudonimo di Jean-Baptiste Mirabaud, pubblicò sotto questo falso nome il Sistema della Natura e Il Buon Senso rispettivamente nel 1770 e nel 1772. Nelle due opere nega l’esistenza dell’anima, descrivendo l’uomo come “un essere puramente fisico“, e sostiene materialisticamente che materia e moto formano il mondo, il quale è auto-creato, eterno e governato da un rigido determinismo fondato sulla legge della causalità.

 

Conseguentemente a questa impostazione, la libertà è una pura illusione e con essa il libero arbitrio; in realtà l’uomo cerca ciò che ritiene utile al proprio benessere, secondo una sorta di legge fisica naturale, su di una “gravitazione dell’individuo su se stesso”, fondata sul concetto di necessità. Egli ritiene che la ragione e l’esperienza dimostrino quanto afferma, arrivando a definire l‘esistenza di Dio e l’immortalità dell’anima sciocche superstizioni, mantenute in vita dagli interessi del clero che sfrutta l’ignoranza del popolo.

 

Egli è convinto che assolutismo politico e oppressione clericale sono sostanzialmente solidali e debbono quindi essere combattuti insieme, affermando che «Senza la Corte la Chiesa quasi non può prosperare, lo Spirito Santo vola con un’ala sola. È a corte che in ultima istanza si decide l’ortodossia. Gli eretici sono sempre coloro che non pensano come alla corte. Le divinità di quaggiù regolano comunemente la sorte delle divinità di lassù. Senza Costantino Gesù Cristo sulla terra avrebbe fatto una assai magra figura».

 

D’Holbach esalta l’ateismo, concepito come passo necessario verso la virtù essendo che “la vera virtù è incompatibile con la religione”: il virtuoso è ateo e conosce le leggi della natura e la propria natura, sa ciò che essa gli impone e pertanto può seguirla, assecondando il proprio impulso verso la felicità. Pertanto, che non si debba condannare la ricerca del piacere e della felicità terrena, purché l’interesse singolo non contraddica l’interesse collettivo: la condotta di ognuno deve riuscire a conciliargli la benevolenza dei propri simili, necessaria alla sua stessa felicità, e pertanto dev’essere diretta all’utilità del genere umano.

 

 

Ludwig Feuerbach

Ludwig Feuerbach ne l'”Essenza del cristianesimo” (1841) afferma che la religione, con particolare riferimento a quella cristiana, ha un contenuto positivo che consente di scoprire quale sia l’essenza dell’uomo. Infatti, secondo Feuerbach l’uomo di fronte alle difficoltà della vita si affida ad un soggetto altro rispetto a lui, che è idealmente slegato dai tipici limiti umani e che egli chiama dio e, quando un soggetto entra in un rapporto essenziale e necessario con un oggetto trascendente (come dio appunto), questo significa che questo oggetto è la vera e propria essenza del soggetto, proiettata. Dio dunque non è altro che l’oggettivazione ideale dell’essenza dell’uomo che in Dio proietta se stesso.

 

La religione è l’oggettivazione dei bisogni e delle aspirazioni dell’uomo, la proiezione di essi in un ente immaginario, che viene falsamente considerato indipendente dall’uomo e nel quale tali aspirazioni si trovano pienamente realizzate idealmente. Nella religione è dunque l’uomo a fare Dio a propria immagine e somiglianza attraverso un processo psichico di assolutizzazione dell’umano. Non quindi Dio che ha creato l’uomo, ma viceversa (Non è Dio che crea l’uomo, ma l’uomo che crea l’idea di Dio afferma Feuerbach). In Dio e nei suoi attributi l’uomo può quindi scorgere oggettivati i suoi bisogni e i suoi desideri e, dunque, ri-conoscerli. Feuerbach ne conclude che «la religione è la prima, ma indiretta coscienza che l’uomo ha di sé».

 

La conoscenza che l’uomo ha di Dio non è altro, allora, che la conoscenza che l’uomo ha di sé stesso, ma solo con la filosofia ciò può giungere a piena consapevolezza. Secondo Feuerbach la colpa del cristianesimo nei confronti del genere umano è stata l’aver condotto all’ascetismo, alla fuga dal mondo, al sacrificio e alla rinuncia e in ultima analisi alla spogliazione delle qualità umane a favore di Dio. Rispetto al cristianesimo, il panteismo ha il merito di aver riconosciuto che il divino non è un’entità personale, ma è il mondo stesso.

 

Lo sviluppo della religione consiste dunque in una progressiva negazione di Dio da parte dell’uomo, la quale va di pari passo con la consapevole riappropriazione della propria essenza umana. Quanto c’è di vero e di essenziale nel cristianesimo deve quindi essere negato come teologia per essere conservato come antropologia. In quanto antropologia, la filosofia si assume il compito di liberare l’essenza dell’uomo e dalla sua alienazione religiosa in un ente estraneo. Secondo Feuerbach è ateo non chi elimina Dio, il soggetto dei predicati religiosi, bensì chi elimina i predicati con i quali Dio è designato nell’esperienza religiosa, come bontà o saggezza o giustizia. Anche quando si è riconosciuta la non esistenza di Dio come entità separata, questi predicati infatti permangono nella loro verità, ma come possibilità e prerogative dell’essenza umana.

 

L’inizio della filosofia non è dunque Dio o l’Assoluto, come in Hegel, ma ciò che è finito, determinato e reale. La filosofia dell’avvenire, in quanto antropologia, riconoscendo il finito come infinito, deve partire, non da come aveva fatto Hegel, dal pensiero autosufficiente, inteso come soggetto capace di costruirsi con le sue proprie forze, bensì dal vero soggetto, di cui il pensiero è soltanto un predicato. Esso è l’uomo in carne e ossa, mortale dotato di sensibilità e bisogni: in questo consiste l’umanesimo di Feuerbach. Occorre dunque partire da ciò che dà valore al pensiero stesso, ossia dall’intuizione sensibile perché veramente reale è soltanto ciò che è sensibile. Solo attraverso i sensi un oggetto è dato come immediatamente certo: il sensibile infatti non ha bisogno di dimostrazione, perché costringe subito a riconoscere la sua esistenza.

 

In questa prospettiva, la natura non si trova più ridotta a semplice forma estraniata dello spirito, come avveniva in Hegel, ma diventa la base reale della vita dell’uomo. L’argomento genealogico che utilizza Feuerbach a prima vista può sembrare molto convincente ma ha un difetto logico, non prova infatti la non esistenza di Dio: esso mette solo in evidenza un processo psicologico di proiezione che non tocca la questione dell’esistenza di Dio. Dio potrebbe infatti essere riconosciuto tramite questa proiezione delle più alte aspirazioni umane, così come potrebbe invece trattarsi di un’illusione umana: il problema rimane irrisolto.

 

 

Marx e l’oppio dei popoli

« La religione è il singhiozzo di una creatura oppressa, il sentimento di un mondo senza cuore, lo spirito di una condizione priva di spirito. È l’oppio dei popoli. »

 

(Karl Marx, Critica della filosofìa hegeliana del diritto pubblico)

Nell’introduzione alla «Critica alla filosofia hegeliana del diritto pubblico», articolo pubblicato sugli “Annali franco-tedeschi” nel 1844, Karl Marx, in contrasto con Ludwig Feuerbach che sosteneva che l’epoca in cui viveva segnava il tramonto della religione, precisa come nella religione coabitino un’istanza critica oltreché quella illusoria teorizzata da Feuerbach. Se per Feuerbach la religione è frutto della coscienza capovolta del mondo, per Marx ciò è dovuto al fatto che la società stessa è un mondo capovolto. La religione è espressione, è critica della miseria reale in cui l’uomo si trova, con la sua stessa presenza denuncia l’insopportabilità del reale per l’uomo.

 

La religione è «il gemito della creatura oppressa, l’animo di un mondo senza cuore, così come è lo spirito d’una condizione di vita priva di spiritualità. Essa è l’oppio dei popoli», ottunde i sensi nel rapporto con la realtà, è un inganno che l’uomo perpetra a sé stesso. Incapace di cogliere le motivazioni della propria condizione l’uomo la considera come dato di fatto (causa del peccato originale) cercando consolazione e giustificazione nei cieli religiosi. Una concreta liberazione dalla religione non si avrà eliminando la religione stessa bensì cambiando le condizioni e i rapporti in cui l’uomo si trova degradato e privato della sua propria essenza, ossia attraverso l’emancipazione politica e umana del proletariato.

NOTA

Marx parla esclusivamente di religione ,ma non si pone problemi più impegnativi e profondi come quelli che ho già descritto all’inizio dei blog,quindi, da questo punto di vista è un autore di secondaria importanza.

 

Nietzsche: nichilismo e morte di Dio

« Dio è morto! Dio resta morto! E noi lo abbiamo ucciso! »

(Friedrich Nietzsche, La Gaia Scienza, Frammento 125)

 

Friedrich Nietzsche afferma che la società a lui contemporanea è “malata”, perché fondata su illusioni e convenzioni che gli individui accettano passivamente: in tal senso egli stigmatizza la sua società, che definisce “nichilista”, fondata su “menzogne” che impediscono all’uomo di rivelare la parte “dionisiaca” del suo essere e di diventare superuomo. Tra queste illusioni l’autore pone “dio”: egli afferma che “Dio è morto” nel senso che il concetto di “dio” risulta essere divenuto non più necessario per spiegare il mondo e per capire la propria vita, cosicché tale concetto esprime una realtà non più creduta o cercata e si è rivelato per il suo carattere puramente illusorio.

 

In tal senso, nell’annunciare la “morte di dio”, egli afferma che il sistema di convinzioni su cui si è basata la società “malata” per secoli è venuto meno sin dal suo concetto fondante, il concetto di dio. Egli prefigura dunque il necessario superamento di questa società e l’arrivo del superuomo: il superuomo è “dio” e “creatore” per sé stesso, perché egli determina da sé il proprio mondo e i suoi valori e le sue regole, essendo cosciente della intrinseca soggettività dell’etica. Celebre è la figura dell’uomo folle ne La gaia scienza (1882), che gira in pieno giorno con una lanterna accesa, urlando “Cerco Dio!”, attirandosi così lo scherno dei presenti.

 

Alla richiesta di spiegazioni l’uomo afferma che Dio è morto, ovvero che nessuno crede più veramente. Ma nell’atto stesso di compiere questa affermazione si trova di fronte allo scetticismo e all’indifferenza, quando non alla derisione. Egli stesso si definisce come il “testimone” di un omicidio compiuto dall’intera Umanità. E allora: “Vengo troppo presto” egli ammette, poiché gli uomini non sono ancora pronti ad accettare questo cambiamento epocale. I valori tradizionali sono sempre più pallidi, sempre più estranei alla coscienza, ma i nuovi valori, quelli della gioiosa accettazione della vita e della fedeltà alla terra, sono ancora al di là dell’orizzonte: “Questo enorme evento è ancora per strada e sta facendo il suo cammino”.

 

L’annuncio della morte di Dio ha una straordinaria efficacia retorica e forse anche per questo non è stato sempre compreso a fondo: taluni interpreti si sono limitati a leggerlo come l’ennesimo attacco al Cristianesimo e non ne hanno percepito la profondità e la complessità. Infatti Nietzsche con questa affermazione intende annunciare la fine di ogni realtà trascendente, indipendentemente dal culto che predichi tale realtà. Egli considera ciò come il compimento di un processo nichilistico necessario, le cui radici si ritrovano nell’atto di omissione e di oblio del dionisiaco, che ha consentito all’apollineo nel corso della secolarizzazione, di trovare modelli metafisici ragionevoli, capaci di giustificare il “senso dell’essere”, ma che prima o poi, secondo l’autore tedesco, avrebbero dovuto fare i conti con la vera essenza vitale della natura umana, quale appunto, il dionisiaco, ossia ciò che lega alla terra e alla vita.

NOTA

Nietzsche è più un sociologo che un filosofo che affronta i veri problemi della scienza e dell’universo,come quelli di cui ho precedentemente parlato,quindi da questo punto di vista è trascurabile

 

Argomentazioni empiriche

Le argomentazioni empiriche si basano su dati empirici per dimostrare le proprie conclusioni.

 

“Nella cornice del razionalismo scientifico si giunge al credo nella non-esistenza di Dio, non a causa di una certa conoscenza, ma per via di una scala decrescente di metodi. A un estremo, possiamo respingere con fiducia gli dei personali dei creazionisti su solide basi empiriche: la scienza basta a concludere oltre ogni ragionevole dubbio che non c’è mai stata un’alluvione planetaria e che la sequenza evoluzionistica del cosmo non segue nessuna delle due versioni della Genesi. Più ci spostiamo verso un Dio deistico e definito incoerentemente, più il razionalismo scientifico fruga nella sua cassetta degli attrezzi e si sposta dalla scienza empirica alla filosofia logica informata dalla scienza. In ultima analisi, gli argomenti più convincenti contro un Dio deistico sono la Legge di Hume e il rasoio di Occam. Questi sono argomenti filosofici, ma costituiscono anche le fondamenta di tutta la scienza e non possono quindi essere scartati come non-scientifici. La ragione per cui riponiamo la nostra fiducia in questi due principi è perché la loro applicazione nelle scienze empiriche ha portato a spettacolari successi nel corso degli ultimi tre secoli.”

L’argomentazione delle rivelazioni inconsistenti contesta l’esistenza della divinità biblica mediorientale chiamata Dio come viene descritta nelle sacre scritture, come la Tanakh ebraica, la Bibbia cristiana o il Corano musulmano, identificando le contraddizioni tra le differenti scritture, quelle all’interno di una singola scrittura o le contraddizioni tra le scritture e i fatti noti.

La teodicea (o “problema della giustizia di Dio”) in generale e le argomentazioni logiche ed evidenziali del male in particolare, contestano l’esistenza di un dio che sia contemporaneamente onnipotente e omnibenevolo, sostenendo che un tale dio non permetterebbe l’esistenza del male o della sofferenza percepibili, la cui esistenza può essere facilmente dimostrata. Tale argomento viene anche detto argomento morale: se Dio esistesse sarebbe non-morale dal punto di vista della comprensione umana, quindi inutile come riferimento. L’argomento non verte strettamente sull’esistenza di qualsiasi divinità, perciò viene sostenuto anche da teisti e altri gruppi oltre che da atei. Inoltre, essendo Dio infinito, per sua stessa natura dovrebbe contenere in sé il male, principio che cozza contro un dogma cattolico che dichiara che da Dio procede solo il bene senza la minima presenza di male in esso. Questo argomento viene contestato dai deisti concependo il male come assenza di bene, che appunto è l’essenza di Dio.

L’argomentazione del disegno insufficiente contesta l’idea che un dio abbia creato la vita, sulla base del fatto che le forme di vita mostrano una progettazione scarsa o malevola, che può essere spiegato facilmente usando l’evoluzione o il naturalismo.

Un risultato sperimentale che mostra con evidenza che è il caso a governare la sequenza delle mutazioni, è quello ottenuto da un gruppo di ricercatori dell’Oregon sull’evoluzione di un recettore dei glucocorticoidi: la sequenza delle mutazioni è risultata irreversibile, cosa incompatibile con l’idea di un disegno preordinato.

 

L’argomentazione della non credenza contesta l’esistenza di un dio onnipotente che vuole che gli esseri umani credano in lui, sostenendo che un tale dio farebbe un lavoro migliore per raccogliere i credenti. Questa argomentazione viene contestata dall’affermazione che Dio vuole mettere alla prova gli uomini per vedere chi ha più fede, ma a sua volta viene respinta dalle argomentazioni relative all’onniscienza (non ha senso che Dio metta alla prova gli uomini, perché essendo onnisciente sa già come andrà a finire e di fatto questo mina irreversibilmente il concetto di libero arbitrio).

 

NOTA

in queste argomentazioni si parla in particolare di DIO da un punto di vista religioso, potremmo dire quasi “letterario” ma come argomentazioni scientifiche siamo a zero

 

 

Argomentazioni deduttive

Le argomentazioni deduttive cercano di dimostrare le loro conclusioni con il metodo deduttivo a partire da premesse vere.

 

Il paradosso dell’onnipotenza e gli altri paradossi teologici, sono una delle molte argomentazioni che sostengono che le definizioni o descrizioni di un Dio sono logicamente contraddittorie, e dimostrano così la sua non esistenza.

L’argomentazione del libero arbitrio contesta l’esistenza di un dio onnisciente dotato di libero arbitrio sostenendo che le due proprietà sono contraddittorie.

L’argomentazione trascendentale della non esistenza di Dio contesta l’esistenza di un creatore intelligente, dimostrando che un tale essere renderebbe dipendenti logica e morale, il che è incompatibile con l’affermazione presupposizionalista che esse sono necessarie, e contraddice l’efficacia della scienza. Una linea di argomentazione più generale basata sull’argomentazione trascendentale della non esistenza di Dio, cerca di generalizzare questa argomentazione a tutte le caratteristiche necessarie dell’universo e a tutti i concetti di dio.

La controargomentazione dell’argomentazione cosmologica (“l’uovo o la gallina”) dichiara che se l’universo è stato creato da Dio perché doveva avere un creatore, allora Dio a sua volta avrebbe dovuto essere stato creato da un altro dio, e così via. Questo attacca la premessa che l’universo sia la “causa seconda” (dopo Dio, che si sostiene essere la “causa prima”). Una risposta comune a questo è che Dio esiste al di fuori del tempo e dell’universo,e quindi non necessita di una causa. Questa concezione genera alcuni problemi logici: in primo luogo cozza contro la natura infinita di Dio, non può esistere un “altrove” a un Dio che tutto permea e organizza; in secondo luogo, tale affermazione ricondurrebbe al rasoio di Occam facendo coincidere il caso con quello del primo argomento empirico: il modello logico causale non sarebbe più vantaggioso poiché dipende da un elemento senza causa, elemento che quindi è in più rispetto al necessario. Il fatto di spiegare il mondo e l’universo come creazione di dio è un rimandare la spiegazione, per il fatto che ora dall’inspiegabilità dell’universo si passa nell’assai più complessa inspiegabilità di Dio.

Il noncognitivismo teologico, come usato in letteratura, cerca solitamente di confutare il concetto di Dio mostrando che esso è inverificabile e senza significato.

Il paradosso di Curry mostra come il concetto di causa prima, una delle forme più generali cui si può ricondurre l’idea di Dio, si rivela privo di significato quando si prova ad esprimerlo nel linguaggio formale della logica matematica.

 

 

Argomentazioni induttive

Le argomentazioni induttive sostengono le loro conclusioni tramite il metodo induttivo.

 

L’argomentazione atea-esistenzialista della non esistenza di un essere senziente perfetto, sostiene che poiché l’esistenza precede l’essenza, ne consegue dal significato del termine senziente che un essere senziente non può essere completo o perfetto. La questione viene affrontata da Jean-Paul Sartre in L’essere e il nulla. Secondo Sartre Dio sarebbe pour-soi [un essere per sé; un essere cosciente] che è anche en-soi [un essere in sé; una cosa]: il che è una contraddizione in termini. L’argomentazione viene riecheggiata nel romanzo di Salman Rushdie, Grimus: “Ciò che è completo è anche morto.” Hegel nella Fenomenogia dello Spirito sostiene che l’essere, come ogni cosa non pensata in relazione al suo contrario, come l’essere concepito come essere-per-sé, cade e diventa il suo contrario, appare identico al nulla. Tale movimento di pensiero è anche un movimento di essere, che trova nel divenire una sintesi superiore e successiva all’apparente identità di essere e nulla, che non è un’identità statica, ma un’identità dinamica, un evento nel pensiero che si ripete nell’essere.

L’argomentazione del “nessun motivo” cerca di mostrare che un essere onnipotente o perfetto non avrebbe alcuna ragione di agire in alcun modo, in particolare creando l’universo, perché non avrebbe desideri, in quanto il concetto stesso di desiderio è soggettivamente umano. Siccome l’universo esiste, c’è una contraddizione, e quindi, un dio onnipotente non può esistere. Questa argomentazione viene sposata da Scott Adams nel libro God’s Debris.

 

Argomentazioni ontologiche

Argomentazioni ontologiche sono state avanzate da vari scienziati della seconda metà del XX secolo, tra i quali il biologo francese Jacques Monod, il fisico inglese Stephen Hawking e i fisici statunitensi Murray Gell-Mann e Lee Smolin. Essi affermano che l’indeterminismo del mondo sub-atomico, cioè il comportamento casuale delle particelle elementari e la casualità delle mutazioni e delle ricombinazioni genetiche in biologia molecolare, rendono non più necessaria l’esistenza di Dio.

 

 

Stephen Hawking

Stephen Hawking afferma:

 

« Poiché esiste la legge di gravità, l’universo può crearsi e si crea dal nulla. La creazione spontanea è il motivo per cui c’è qualcosa anziché nulla, per cui l’universo esiste, per cui noi esistiamo! Non è necessario invocare Dio […]. »

(Stephen Hawking e Leonard Mlodinow, The Grand Design, 2010)

Hawking sostiene da diversi anni l’ateismo, sebbene in passato abbia manifestato interesse per una visione panteista e non trascendente come quella di Albert Einstein, ad esempio nel capitolo finale del suo libro Dal Big Bang ai buchi neri. Egli sostiene, in un articolo del 2010, che Dio non può conciliarsi con la scienza e non è correlato col nostro mondo. Nei suoi libri non specifica mai se creda o meno nell’esistenza di un Dio o di un’altra entità superiore: in The Grand Design, scritto insieme al fisico Leonard Mlodinow, ha elaborato una teoria cosmologica che intende spiegare l’origine dell’universo, il quale, come dichiara lo scienziato in un’intervista sul Times, “non è stato creato da Dio”. Hawking oggi si dichiara ateo.

 

Anche riguardo al rapporto tra religione e scienza, Hawking sostiene che non sono conciliabili, in quanto come ha dichiarato sempre sul Times: “c’è una fondamentale differenza tra la religione, che è basata sull’autorità, e la scienza, che è basata su osservazione e ragionamento. E la scienza vincerà perché funziona”. Nel 2011 ha dichiarato di non credere, a livello strettamente personale e senza farne una verità assoluta, nell’esistenza di un Dio creatore (senza esprimersi sulle religioni che invece non parlano di “creazione”), perché non è necessario per spiegare l’universo, e siccome prima del Big Bang non esisteva il tempo (come non esiste all’interno di un buco nero), non sarebbe esistito nemmeno il tempo per creare l’universo, oltre al fatto che, a livello subatomico le particelle elementari quantistiche, come quella che ha dato origine all’universo, possono apparire e scomparire spontaneamente.

 

Egli afferma che questa sia la spiegazione più semplice, proprio per lo stesso motivo per cui una malattia che è derivata da una causa fisica non ha bisogno di una metafisica per spiegarla, portando ad esempio la propria situazione personale. Allo stesso tempo non ha mai escluso la teoria del multiverso, ossia la possibilità di più universi, ognuno con la sua relativa nascita e le sue leggi fisiche peculiari. Hawking, nonostante non sia un credente, è membro della Pontificia accademia delle scienze.

 

Per contro Hawking non spiegherebbe come possa esistere una legge di gravità senza gravi, così come non spiega come sia concepibile una legge che preceda l’universo dato che in realtà lo presuppone. Hawking risponde a queste obiezioni che non c’è bisogno di un creatore per creare le leggi fisiche, in quanto semplicemente esse esistono intrinsecamente alla materia, sempre esistente sotto qualche forma oppure apparsa dal nulla prima di tutto, ma non esistendo allora lo spaziotempo si può dire che essa deriva da un istante senza tempo, un eterno presente, come quello dell’orizzonte degli eventi.

 

Jacques Monod

Scrive Jacques Monod nel 1970 chiudendo il saggio Il caso e la necessità:

 

« È la conclusione a cui necessariamente conduce la ricerca dell’autenticità. L’antica alleanza è infranta; l’uomo finalmente sa di essere solo nell’immensità indifferente dell’universo da cui è emerso per caso. Il suo dovere, come il suo destino, non è scritto in nessun luogo. A lui la scelta tra il Regno e le tenebre. »

(Jacques Monod, Il caso e la necessità, Mondadori, pp.163-164.)

 

Lee Smolin

Scrive Lee Smolin nel 1997:

« Dunque non c’è mai stato un Dio, non c’è mai stato nessun pilota che ha fatto il mondo imponendo un ordine al caos rimanendone poi al di fuori ad osservare e a prescrivere. E Nietzsche è morto. Oggi anche lui è morto. L’eterno ritorno, la morte termica eterna non rappresentano più una minaccia: non verranno mai come non verrà mai il regno dei cieli. Il mondo ci sarà sempre, e sarà sempre diverso, più vario, più interessante, più vivo, ma sarà sempre il mondo nella sua complessità e incompletezza. […] Tutto l’Essere è nelle relazioni tra le cose reali, sensibili. Tutto ciò che abbiamo come legge naturale è un mondo che si è costruito da sé. »

 

(Lee Smolin, La vita del cosmo, Einaudi 1998, p.382.)

 

 

 

Sintesi riassuntiva

 

Le posizioni di fronte all’esistenza o all’inesistenza di Dio possono essere schematicamente divise in tre campi: teiste, atee e agnostiche.

 

1) per il teismo, esistono ragioni sufficienti per credere nell’esistenza di Dio o di divinità;

2) per l’ateismo non esistono ragioni sufficienti o necessarie per affermare l’esistenza di Dio o di divinità; oppure, l’esistenza di Dio o di divinità è un impossibile dal punto di vista logico od ontologico;

3) per l’agnosticismo l’esistenza di Dio è inconoscibile, oppure essa non è attualmente conosciuta (da notare che questa posizione è conciliabile con una delle due posizioni precedenti, dato che l’agnosticismo non riguarda la credenza, ma la conoscenza)

All’interno del teismo si possono distinguere il monoteismo, il panteismo e il deismo. Il teismo e l’ateismo si contrappongono portando a sostegno tesi per lo più logico-dialettiche sino al XIX secolo, dal XX anche ontologiche. Entrambi i campi possono essere a loro volta divisi in due gruppi ognuno, basati sul convincimento che la propria posizione sia o meno dimostrata definitivamente dalle argomentazioni.

 

 

CRITICHE ALL’ATEISMO

 

  PREMESSA

per fare filosofia oggi,è indispensabile conoscere gli sviluppi della scienza,tanti degli autori che ho citato ,non potevano fare buona filosofia,perchè erano ignoranti riguardo alla scienza che ancora era veramente in embrione,ai suoi primi passi.

Quindi molte conclusioni di vari filosofi devono essere considerate il frutto dell’ignoranza e quindi,oggi,sarebbero completamente derise dal mondo scientifico.

 

Leggi fondamentali della natura

– se fossimo figli del caos,non potrebbero esistere le leggi fondamentali della natura,che rappresentano la prova della esistenza di una logica che regge il mondo.

– dico subito per inciso che,gli Atei cercano da varie decine di anni di dimostrare che le leggi fondamentali della natura possono nascere dal caos,ebbene, NESSUNO e dico NESSUNO fino ad oggi ci è mai riuscito e state tranquilli che NESSUNO ci riuscirà da qui all’ETERNITA’.

– l’esistenza di DIO non può essere dimostrata

– la non esistenza di DIO non può essere dimostrata

– la scienza non potrà mai scoprire DIO perchè altrimenti Dio non sarebbe Dio!

– se tutto si esaurisce nell’IMMANENTE, la matematica DEVE scoprire il teorema della negazione di Dio, cosa che nessuno sa fare!

– possono gli Atei dimostrare che la LOGICA nasce dal CAOS?

NESSUNO ad oggi c’è riuscito!

NESSUNO ha saputo tirare fuori nulla che possa condurre dal caos alle leggi fondamentali della natura

– Ci sono persone che lavorano da diversi decenni,ma da una eventuale realtà CAOTICA non sono riusciti a scoprire NULLA di tutto ciò che la scienza ha scoperto fino ad oggi. Non cè una sola piccolissima parte della logica scientifica che possa essere tirata fuori da una realtà caotica,quindi se volete dire la più grande stronzata che sia possibile immagimnare dite che: SIAMO FIGLI DEL CAOS.

– come è possibile scrivere libri sul CAOS se NESSUNO sa tirare fuori dal caos le Leggi fondamentali della natura?

– se siamo figli di una Logica , l’AUTORE di questa logica deve esistere,le impronte di questa logica,come fa a lasciarle il NULLA?

 

– per creare l’UOMO occorrono 3 passaggi:

 

1) il primo è il passaggio dal VUOTO all’UNIVERSO

2) il secondo è il passaggio dalla materia inerte alla materia vivente ,che NESSUNO sa fare

3) il terzo e fondamentale è chi o che cosa determina ” il passaggio dalla pietra alla rondine?” cioè dalla materia inorganica alla complessità dell’UOMO con tutti i suoi desideri , volontà,autocritica ecc. Questo passaggio non lo sa fare NESSUNO. Il passaggio dalla materia inerte alla materia vivente,che nessuno sa fare,se l’evoluzionismo fosse scienza galileiana,questo passaggio sarebbe descritto da formule matematiche e verificabile con esperimenti di laboratorio,nulla di tutto questo

 

– Inoltre l’uomo è l’unica forma di materia vivente ad essere dotata di RAGIONE quindi se l’evoluzionismo fosse scienza galileiana di primo livello,dovrebbe descrivere anche l’ulteriore passaggio dalla materia vivente priva di ragione,alla materia vivente dotata di ragione. Il giorno in cui l’evoluzionismo sarà scienza,tutti questi passaggi saranno scritti con equazioni.

l’ATEISMO non è un atto di ragione perchè non riesce a dimostrare NULLA,ma è quindi un atto di FEDE (proprio quella che vorrebbe escludere) ,in che cosa? NEL NULLA!

si può avere fede nel NULLA? Sì ma solo se deficienti!

– faccio presente che il DIO di cui parlo è il Dio dell’Illuminismo,quindi le religioni non c’entrano niente

 

 

gli ATEI credono che:

 

–  il mondo sia nato dal NULLA

NOTA

il nulla non può contenere nulla per definizione

 

–  CHE L’UNIVERSO SIA CAUSA DI SE STESSO in quanto nato dalla materia caotica

NOTA

 da 50 anni gli atei cercano di dimostrare che dal caos possono nascere le leggi fondamentali della natura. NESSUNO c’è mai riuscito (e mai ci riuscirà),figuriamoci quindi se è potuto nascere l’universo che è proprio regolato da quelle leggi fondamentali .Forse è nato sotto un cavolo come i bambini

 

che l’universo sia sempre esistito

NOTA

l’universo non è sempre esistito,ma ha quasi 14 miliardi di anni. IGNORANTI

 

– che la sua esistenza sia NECESSARIA (in senso filosofico)

NOTA

l’esistenza dell’universo NON è NECESSARIA,ma CONTINGENTE,studiate un po’ più di filosofia che vi fa bene! IGNORANTI

 

– la materia si muove per la sua propria energia

NOTA

è evidente che la materia si muove per la sua propria energia! Che discorso scemo è? Ma verso un preciso fine!

 

– gli Atei credono che la logica nasca dal NULLA  e dal  CAOS,ma se è così,DIMOSTRATEMELO!

 

Dio e l’anima sono invenzioni umane

NOTA

DIO non si può dimostrare, ma la scienza e la Logica ce lo fanno fortemente sospettare

 

– il mondo è autocreato

NOTA

dal NULLA non nasce nulla quindi come si può autocreare il mondo? Forse è nato sotto un cavolo

 

– il DETERMINISMO del mondo è fondato sulla legge della casualità

NOTA

questa è veramente bella! La casualità determina il determinismo rigigo con tutte le sue regole! Qui bisogna veramente essere al massimo della stupidità!

 

– l’universo si è formato per caso dagli urti accidentali degli atomi

NOTA

gli urti accidentali degli atomi NON possono determinare le leggi fondamentali dell’universo! IGNORANTI

 

– Dio dunque non è altro che l’oggettivazione ideale dell’essenza dell’uomo che in Dio proietta se stesso.

NOTA

può anche essere per alcuni uomini,non ci riguarda,ma noi vogliamo “scoprire” DIO con la scienza e con la Logica

 

– il sensibile non ha bisogno di dimostrazione, perché costringe subito a riconoscere la sua esistenza.

NOTA

questa è proprio una stronzata,è evidente che il sensibile viene riconosciuto immediatamente,ma la domanda è: il CONTINGENTE non ha in sè la ragione dell’esistere ma gli deve essere data dal NECESSARIO

 

essendo Dio infinito, per sua stessa natura dovrebbe contenere in sé il male

NOTA

Dio non contiene nè il male nè il bene,queste sono categorie che appartengono all’immanente ,non al trascendente,Dio semplicemente E’.

 

l’esistenza di un creatore intelligente, renderebbe dipendenti logica e morale

NOTA

la morale è una categoria dell’IMMANENTE. La Logica nell’immanente ha solo un valore contingente e quindi relativo. La vera ed unica LOGICA è solo in DIO

 

se l’universo è stato creato da Dio perché doveva avere un creatore, allora Dio a sua volta avrebbe dovuto essere stato creato da un altro dio, e così via.

NOTA

andare all’infinito nella ricerca delle cause prime,non è una soluzione,quindi, è molto più probabile che esista un’unica CAUSA PRIMA.

 

– L’argomentazione del “nessun motivo” cerca di mostrare che un essere onnipotente o perfetto non avrebbe alcuna ragione di agire in alcun modo, in particolare creando l’universo, perché non avrebbe desideri, in quanto il concetto stesso di desiderio è soggettivamente umano

NOTA

il motivo dell’agire è semplicemente il passare dalla potenza all’atto,non serve il desiderio,ma la sola volontà,DIO è volontà ed è TUTTO,i desideri sono solo umani.

 

– Essi affermano che l’indeterminismo del mondo sub-atomico, cioè il comportamento casuale delle particelle elementari e la casualità delle mutazioni e delle ricombinazioni genetiche in biologia molecolare, rendono non più necessaria l’esistenza di Dio.

NOTA

l’  “indeterminismo” del mondo subatomico,e la” casualità” genetica ,devono seguire anch’esse un disegno intelligente,perchè altrimenti sarebbero solo caos. L’indeterminismo subatomico e genetico NON sono caos,ma seguono anch’essi regole precise che al momento non conosciamo fino in fondo.

 

– « Poiché esiste la legge di gravità, l’universo può crearsi e si crea dal nulla. La creazione spontanea è il motivo per cui c’è qualcosa anziché nulla, per cui l’universo esiste, per cui noi esistiamo! Non è necessario invocare Dio […]. »

NOTA

ricordo ad Hawking,che non esiste la GRAVITA’ SENZA GRAVI! Mi sembra che ultimamente sia piuttosto confuso.

 

– Anche riguardo al rapporto tra religione e scienza, Hawking sostiene che non sono conciliabili, in quanto come ha dichiarato sempre sul Times: “c’è una fondamentale differenza tra la religione, che è basata sull’autorità, e la scienza, che è basata su osservazione e ragionamento

NOTA

ancora una volta rimango stupito dalla stupidità di Hawking, che ultimamente dimostra,infatti DIO non c’entra nulla con le religioni che sono una creazione dell’uomo! La contemplazione di DIO non ha bisogno di alcuna religione! DIO è TUTTO, ciò che vedi e ciò che non vedi

 

– e siccome prima del Big Bang non esisteva il tempo (come non esiste all’interno di un buco nero), non sarebbe esistito nemmeno il tempo per creare l’universo, oltre al fatto che, a livello subatomico le particelle elementari quantistiche, come quella che ha dato origine all’universo, possono apparire e scomparire spontaneamente.

NOTA

qui mi sembra veramente che Hawking abbia raggiunto un alto grado di stupidità!

– prima del BB non esisteva il tempo (sì,ma il tempo del nostro universo!)

– al di fuori del BB c’era il tempo dell’ETERNITA’e dell’ESSERE,quindi dobbiamo metterci daccordo di quale tempo parliamo!

– certamente nel buco nero non esiste il tempo,ma il buco nero è immerso nel tempo del nostro universo,che è pur sempre un tempo al di fuori del buco nero,come c’era il tempo al di fuori del BB

 

– Hawking risponde a queste obiezioni che non c’è bisogno di un creatore per creare le leggi fisiche, in quanto semplicemente esse esistono intrinsecamente alla materia, sempre esistente sotto qualche forma oppure apparsa dal nulla prima di tutto, ma non esistendo allora lo spaziotempo si può dire che essa deriva da un istante senza tempo, un eterno presente, come quello dell’orizzonte degli eventi.

NOTA

leggendo queste ultime affermazioni di Hawking,rimango esterrefatto,senza parole,non capisco se scherza oppure è veramente scemo.

a) non c’è bisogno di un Creatore per creare le leggi fisiche,ebbene come ho più volte già detto,sono 60 anni che gli atei cercano di spiegare la derivazione delle leggi fondamentali della natura dal CAOS,ma NESSUNO c’è mai riuscito

b) la materia apparsa dal nulla. Ma questo è veramente un debosciato!!!! Cosa vuoi rispondere? Qualunque idiota capisce che dal NULLA NON NASCE NULLA!

c) un istante senza tempo!!!!! Ma un istante seppur piccolo E’ TEMPO anch’esso e da quell’istante poi deve derivare necessariamente il TEMPO. Il tempo è formato da un’infinità di istanti

d) un eterno presente. Solo l’ESSERE è un eterno presente. Anche il nostro universo vive nel PRESENTE,ma non in un’eterno presente!

 

– Il mondo ci sarà sempre

questo lo dice lui,naturalmente sbagliando,perchè il mondo essendo una manifestazione dell’ESSERE,potrebbe in qualunque momento cessare di essere tale ricongiungendosi all’ESSERE stesso in cui si annullerebbe.L’ESSERE non andrà certamente a chiedere il permesso al sig. Hawking!

 

 

INTELLIGENZA

 

Purtroppo possiamo dire molto poco sull’intelligenza umana,vediamo di riassumere le cose principali.

 

– i ricercatori nel campo,non ne hanno ancora sato una definizione ufficiale

– si può generalmente identificare l’intelligenza come la capacità di un agente di affrontare e risolvere con successo situazioni e problemi nuovi o sconosciuti

– alcuni ne identificano le cause nella genetica

– altri assegnano maggiore importanza ai fattori ambientali,

–  l’intelligenza pare inoltre identificabile anche come il complesso di tutte quelle facoltà di tipo cognitivo o emotivo che concorrono o concorrerebbero a tale capacità.

– La parola intelligènza (s. f.) deriva dal sostantivo latino intelligentĭa, a sua volta proveniente dal verbo intelligĕre, “capire”

– Come accennato, sebbene abbia sviluppato dei modelli per la valutazione dell’intelligenza, la comunità scientifica ancora non concorda universalmente su una definizione unica di cosa essa sia

– Una dichiarazione editoriale del 1994 firmata da cinquantadue ricercatori, Mainstream Science on Intelligence, descrive l’intelligenza come:

 

« Una generale funzione mentale che, tra l’altro, comporta la capacità di ragionare, pianificare, risolvere problemi, pensare in maniera astratta, comprendere idee complesse, apprendere rapidamente e apprendere dall’esperienza. Non riguarda solo l’apprendimento dai libri, un’abilità accademica limitata, o l’astuzia nei test. Piuttosto, riflette una capacità più ampia e profonda di capire ciò che ci circonda – “afferrare” le cose, attribuirgli un significato, o “scoprire” il da farsi. »

 

Quindi come vedi,ci risiamo,52 scienziati dicono le stesse cose che ho già detto ampiamente io nei miei blog. Essi dicono “come appare l’intelligenza come si manifesta” “con quali attributi es.:

 

– RAGIONARE

– PIANIFICARE

– PENSARE

– COMPRENDERE

– APPRENDERE

– CAPIRE ecc.

 

– ma queste cose sono le stesse che ho già detto io  e sono così ovvie che è quasi ridicolo specificarle. Essi hanno descritto in realtà,se così posso dire, “i SINTOMI” dell’intelligenza ,ma la

 

domanda è un’altra:

 

DOVE RISIEDE L’INTELLIGENZA???

– IN QUALE STRUTTURA??

– CHE COSA E’ ,  non come si manifesta,il chè interessa molto relativamente

– E’ IMMANENTE O TRASCENDENTE?

E SE E’ TRASCENDENTE COME FA AD AVERE LEGAMI CON L’IMMANENTE?

NESSUNO LO SA!!

 

– Ti faccio un esempio semplice per farti capire meglio. Supponi di avere il “SINTOMO” FEBBRE,ti chiedi subito perchè hai la febbre, che cos’è che determina “IL SINTOMO FEBBRE”, vai ovviamente e giustamente a ricercarne la CAUSA.

Ebbene fra le molte cause puoi trovare che quella febbre è determinata da un’ INFEZIONE.

Quindi ora conosci non solo il sintomo FEBBRE,ma anche la CAUSA INFEZIONE.

Ebbene,la stessa cosa vale per l‘INTELLIGENZA,52 scienziati ci hanno detto quali sono i “SINTOMI DELL’INTELLIGENZA” ,come si manifesta,MA NON CI HANNO DETTO quale sia la CAUSA!!!

E quindi rimaniamo ancora una volta al palo.

 

VALUTAZIONE DELL’INTELLIGENZA

Non parlerò dei Test di valutazione dell’intelligenza,perchè è un problema SECONDARIO,ripeto ancora che,la domanda principale è: DOVE STA L’INTELLIGENZA???

Cosa che NESSUNO SA DIRE!

A proposito di questi Test,dico solo che,per la precisione,  i risultati dei test d’intelligenza vanno considerati come giudizi validi solamente in riferimento a dei singoli aspetti, e non all’intelligenza dei soggetti testati nel suo complesso.

 

 

INTELLIGENZA E RAZISMO

 

– Nel XX secolo a causa delle crescenti immigrazioni dall’Europa e dall’Asia gli psicologi statunitensi si sono posti il problema:

se vi fosse un legame fra QI (quoziente intelletivo)e razza di appartenenza;

– Questi studi portarono a riscontri molto duri in campo psicologico e non: Carl Brigham, nel suo testo A study of american intelligence (1923), affermava che l’intelligenza degli americani, di razza bianca nordica, era inquinata dalle razze mediterranee e dalle razze slave.

 

– Nell’anno successivo (1924), tale testo, ebbe una notevole influenza nella formulazione, da parte del governo federale statunitense, dell’Immigration Act, mediante il quale l’entrata nei confini degli USA da parte di immigrati venne drasticamente diminuita.

 

– Nel ’28 la polemica si estinse grazie all’articolo Nature and Nurture nel quale Lewis Madison Terman, pur essendo un convinto ereditarista, propose un compromesso fra la tesi ereditarista e la tesi ambientalista.

 

– Si ipotizza che il dibattito nord-americano sull’ereditarietà dell’intelligenza sia stato dovuto alle leggi razziali tedesche e all’afflusso di immigrati alla fine degli anni trenta

 

 

– Quarant’anni dopo, nel 1969, venne dato alle stampe l’articolo di Arthur Jensen How much can we boost  and scholastic achievement?,che portò a feroci attacchi a livello personale e a battaglie a suon di articoli sui quotidiani. In tale articolo si poneva la seguente riflessione: posto che il QI dei bambini neri è basso a causa del loro patrimonio genetico deficitario, ha senso spendere soldi nella loro, così costosa, educazione? L’articolo di Jensen: è facile comprendere per quale motivo venne accolto come un manifesto in difesa della razza bianca dagli attacchi della razza nera.

 

– Da questo momento ereditaristi e ambientalisti saranno in continua lotta fra loro:

 

–  Nel ’75 uscì il libro Race difference in intelligence di John Loehlin,  proponendo una tesi conciliativa: il QI dipende dal genoma ed è modificabile nel tempo mediante l’ambiente culturale nel quale la persona vive

 

– In Europa, e in particolar in Italia, il dibattito fra QI e razza di appartenenza non è stato così forte e deciso.

Comunque è opportuno pensare che «la questione si potrebbe presentare in un futuro non tanto lontano in relazione all’immigrazione in crescente espansione dai paesi del Terzo Mondo (e probabilmente anche dai paesi dell’Est) verso i paesi della Comunità Europea»

 

–  La questione del rapporto tra QI e razza deve quindi rimanere aperta ad ogni riflessione.

 

 

La teoria delle intelligenze multiple

ci possono essere 9 manifestazioni fondamentali dell’intelligenza :

– intelligenza Linguistica

– intelligenza Logico-matematica

– Intelligenza spaziale

– intelligenza Corporeo-Cinestesica

– intelligenza musicale

– intelligenza intrapersonale

– intelligenza interpersonale

– intelligenza Naturalistica

– intelligenza Esistenziale

 

e così via all’infinito.

Sotto questi aspetti/teoria il significato del concetto di intelligenza è da intendersi dunque come particolari abilità di cui è dotato l’individuo.

 

Forme raffinate di intelligenza sono:

– la memoria

– la comprensione della grammatica

– la capacità di riconoscere se stessi

– l’uso del pensiero simbolico

– l’uso di strumenti

– il linguaggio  è un aspetto fondamentale dell’intelligenza umana,in quanto la comprensione umana,insieme con la capacità di ragionamento complesso ed astratto,passa attraverso l’uso di parole a cui associare dei significati.

 

Quindi come vedi,ritorniamo sempre al punto di partenza e cioè le semplici REAZIONI ELETTROCHIMICHE che avvengono nel cervello non possono avere alcuna consapevolezza di sè e quindi si ritorna ancora una volta alla domanda :

 

– IO VOGLIO

– IO AMO

– IO SONO IO

– IO DESIDERO

– IO ODIO

– IO PENSO ecc.

 

da dove derivano? Ci deve essere qualcosa in più nel nostro corpo,che ci permette di pensare tutto questo e che sfugge alla nostra osservazione diretta.

Non può essere qualcosa di materiale,altrimenti rimarremmo sempre a delle pure e semplici REAZIONI CHIMICHE, ma se non è qualcosa di materiale deve essere per forza di natura TRASCENDENTALE e quindi è inevitabile la domanda: come può il trascendente influenzare l’immanente??

In ogni caso,anche se non sappiamo esattamente di che cosa stiamo parlando,possiamo certamente definire questo aspetto dell’uomo cone AUTOCOSCIENZA o IO o ANIMA.

Una replica a “L’ UNIVERSO – 19”

  1. polysemy scrive:

    Thanks for sharing your thoughts. Ӏ really appreciate your
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