I blog di Alessioempoli

Data 26 settembre 2016

DEMOCRAZIA ( Presente e futuro )

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              DEMOCRAZIA  ( Presente e futuro )

 

 

Bellissima parola !!!!!

Ma ……. ?????

 

 

Democrazia rappresentativa

 

 

La democrazia rappresentativa è una forma di governo nella quale gli aventi diritto al voto eleggono dei rappresentanti per essere governati (in contrapposizione alla democrazia diretta).

 

Sono democrazie rappresentative:

 

– democrazie parlamentari

– democrazie presidenziali

– democrazie semipresidenziali

– monarchie costituzionali

– monarchie parlamentari

 

 

Democrazia partecipativa

 

è a metà tra la democrazia rappresentativa e quella diretta

 

Negli ultimi anni un forte dibattito sulla crisi della democrazia rappresentativa ha investito in particolare l’America latina e lEuropa,soprattutto Brasile e Italia.

 

 

 

Influenza dei sistemi elettorali

 

A me personalmente non interessa affatto che ci sia un :

 

– modello bipartitico o un

– modello proporzionale o un

– modello bipolare

 

Purtroppo sono un retaggio del passato e fanno tutti sostanzialmente schifo perchè,come abbiamo visto da anni,permettono a tutti i politici corrotti di rubare a piacimento,fregandosene del popolo.

 

Il futuro è senza ombra di dubbio la  E-democracy a cui purtroppo i nostri politici si oppongono con tutte forze perchè sanno che per loro sarebbe finita la cuccagna!

La politica non sarebbe più un mestiere a vita e chi ruba andrebbe finalmente in galera buttando le chiavi! Non ci sarebbero più neppure i voltagabbana,che con una faccia tosta di merda sono eletti di quà e se ne vanno di là perchè possono rubare di più e meglio!

BASTA!!!

 

 

Influenza del mandato imperativo

 

La rappresentatività parlamentare è divisa fra libertà morale degli eletti e mandato imperativo.

 

– Gli eletti politici dovrebbero avere degli obblighi di legge di fedeltà al programma elettorale e al partito col quale i cittadini li hanno eletti.

 

– Diversamente, la scelta fatta dalle Costituzioni moderne è quella del divieto di mandato imperativo: l’indicazione elettorale è basata solamente su un patto di fiducia e un mero obbligo morale fra eletti ed elettori.

 

– La possibilità dell’elettorato di “punire” la deviazione – con una scelta diversa alle elezioni successive – non appare efficace quando la rappresentanza politica si riduce a due partiti, il che fa diventare pratica diffusa promettere in un modo e agire diversamente; sotto il ricatto del “voto utile“, quel sistema elettorale aumenta il rischio che gli elettori non possano sanzionare il transfuga nelle votazioni successive.

 

 

Dove il parlamentare o il governante eletto hanno piena libertà morale, quindi autonomia di condotta e opinioni, e nessun obbligo giuridico verso l’elettorato, il trasformismo non è reato e si pone in termini più forti la questione morale della politica.

 

Infatti, il reato di corruzione esiste fra privato e pubblico ufficiale, mentre è più complesso dimostrare che possa esistere nei confronti dei parlamentari, la cui stessa natura di pubblici ufficiali è contestata; il reato di voto di scambio sussiste per chi riceve denaro in cambio di un voto, in modo indipendente dalla presenza di un’organizzazione criminale, ma non per chi cambiando partito ottiene nuovi incarichi politici. Resta impossibile per la legge valutare le intenzioni, e stabilire se il cambio di appartenenza sia dovuto alla ricerca di una contropartita personale oppure a un percorso che ha portato a un legittimo mutamento di convinzioni politiche

 

Questo è oggi il sistema corrotto dei partiti,con tutti i suoi rappresentanti di merda che fanno i propri interessi personali e vanno in culo al popolo!

 

 

 

Democrazia diretta

 

 

La democrazia diretta (o anche democrazia partecipativa) è una forma di democrazia nella quale i cittadini possono, senza alcuna intermediazione o rappresentanza parlamentare (democrazia rappresentativa), esercitare direttamente il potere legislativo.

 

È evidente dunque la forte componente antipartitocratica potendo tutti i cittadini far valere i propri diritti e interessi nell’ottica del bene comune.

 

 

Gli strumenti della democrazia diretta

 

– Petizione

– Referendum abrogativo

– Referendum obbligatorio

– Legge di iniziativa popolare a voto parlamentare

– Legge di iniziativa popolare a voto popolare

– Revoca

consente ai cittadini di revocare un rappresentante eletto prima dello scadere del suo mandato oppure anche,tutto l’organo rappresentativo

 

 

Storia

 

Esempi di democrazia diretta si trovano anche :

 

 

– nell’antica Roma

 

Prima che ad Atene la democrazia diretta si è sviluppata a Roma. Il sistema politico della Roma repubblicana, già sviluppatosi durante il periodo dei Re, prevedeva un Senato costituito da anziani magistrati, vale a dire da persone che avevano ricoperto cariche elettive in ruoli esecutivi (consoli, pretori, edili, questori, tribuni, ecc.). Il Senato non poteva però, da solo, promulgare leggi. Poteva discuterle ed approvarle al suo interno per poi demandarle al voto dei “Comizi”. I Comizi erano assemblee popolari. Tutti i cittadini romani ne facevano parte secondo il censo e l’età (Comizi centuriati), secondo una base territoriale (Comizi Tributi) e secondo l’appartenenza ad una Gens (Comizi curiati).

. Il termine SPQR (Senatus PopulusQue Romanus) ha un contenuto molto concreto e descrive un sistema di democrazia diretta.

SPQR = Il Senato e il popolo romano

 

 

– nell’antica Atene

 

 

La democrazia diretta è stata tra le prime forme di governo democratico, essendo il regime che si è sviluppato durante il V secolo a.C. nella polis di Atene.

 

L’antica forma democratica ateniese nasce nel 508 a.C., con la riforma politica promossa da Clistene (in realtà una forma di democrazia rappresentativa su base tribale). Successivamente, con le riforme di Efialte e Pericle, raggiunge il massimo grado di maturazione.

 

L’Ecclesia

 

Atene, il caos era consuetudine per le strade; il motivo consisteva nel fatto che il Popolo aveva “fame” di libertà che da secoli aveva perso… Una delle prime cose che cambiò le sorti e le consuetudini passate, fu un’assemblea rivoluzionaria. Nata intorno al 400 a.C. durante  l’ era di Pericle, l’Ecclesia, (dal latino “ecclesía”, che risale al greco “ekklēsía”, significa assemblea), era l’Assemblea dei cittadini, presente con diversità strutturali, funzionali e nominative, stesse in tutte le antiche città Greche. Nei regimi democratici comprendeva tutti i cittadini; nei regimi oligarchici la partecipazione all’ecclesia era subordinata a un certo censo, per lo più quello oligarchico, o addirittura alla nascita.

 

La votazione nell’ecclesia avveniva per un’alzata di mano; era invece segreta e si faceva per mezzo di pietruzze, se si trattava dei diritti di un singolo cittadino

 

 

La Boulè

 

Ogni anno ad Atene si svolgeva una riunione nella quale si eleggevano, attraverso un sorteggio, 500 cittadini, 50 da ognuna delle 10 tribù. I bouletai non potevano essere eletti più di 2 volte nella vita e mai per due anni consecutivi.

 

 

– La democrazia diretta medioevale

 

In un panorama di forme diversissime e soluzioni originali, l’autogoverno era praticato durante tutto il medioevo nei Comuni e Repubbliche nel Nord Italia.

 

Nell’antica Venezia l’autorità suprema spettava in linea di principio all’assemblea popolare (Concio o Arengo). In queste adunanze collettive della popolazione avveniva la scelta del Doge e l’approvazione delle nuove leggi”.

 

In questa forma di democrazia diretta l’organo legislativo non si presenta nella forma di Parlamento di rappresentanti, ma è costituito dall’assemblea dei cittadini in piazza che esercitano l’attività legislativa direttamente.

 

 

– nell’età moderna

 

Illuminismo

 

Il tema della “democrazia diretta” riprende vigore nell’illuminismo. Jean-Jacques Rousseau descrive la democrazia diretta come la sola forma di governo con la quale il popolo sovrano esprime la volontà generale. Rousseau pone particolarmente l’accento sull’infedeltà dei rappresentanti eletti e sul concetto “degradante” della delega politica (“..nel quale la specie umana è degradata e il nome di uomo è disonorato )

 

 

– Svizzera

 

 

Già la prima Costituzione federale svizzera del 1848, conteneva elementi di democrazia diretta che erano: il referendum obbligatorio in caso di revisioni parziali o totali della Costituzione e la possibilità di domandarne una revisione totale.

Per giungere alla realizzazione della democrazia diretta nella forma attuale si dovette attendere il 1891

 

– Francia

 

Un notevole esempio di democrazia diretta è stata la brevissima esperienza della Comune di Parigi (1871), sviluppatasi approfittando del crollo del Secondo Impero Francese e con la spinta rivoluzionaria di creare un nuovo regime di stampo socialista. L’iniziativa venne spenta nel sangue dallo stesso esercito francese.

 

 

– USA

 

Successivamente, seguendo l’esempio della Svizzera, per combattere la “degenerazione oligarchica dei partiti” come definita da Moisei Ostrogorski e il dilagare della corruzione da questa generata, vennero introdotti diversi strumenti di democrazia diretta in molti stati USA, tra i quali la California (1911). Fu quella la conclusione del periodo detto del progressivism.

 

Applicazioni “locali” in processi decisionali, che fanno pensare alla democrazia diretta (sebbene questo termine sia utilizzato in modo proprio solo in contesti legislativi, e non in generici processi decisionali) si possono reperire:

 

– a partire dal 1909, nei kibbutz fondati in Palestina (poi Israele) secondo principi di socialismo radicale;

– a partire dal 1917, nei soviet che in Russia e in Germania si erano formati a seguito delle idee rivoluzionarie di stampo comunista e nelle forme decisionali della democrazia dei consigli.

 

 

 

Dibattito e futuro della democrazia diretta

 

Il dibattito e l’idea di applicare regimi democratici più radicali non ha mai avuto termine. A tutt’oggi, diversi teorici, politici e cittadini percepiscono una crisi di base nei regimi democratici rappresentativi (il cosiddetto politico di professione), giudicati inadeguati (afflitti da conflitti d’interesse se non corrotti) per il perseguimento del bene comune in una società sempre più complessa, pertanto spingono verso nuove forme di democrazia diretta.

 

È indubbio inoltre che le nuove tecnologie elettronico-informatiche (tra cui la rete Internet con i vari servizi web) abbiano favorito un’ampia circolazione di informazioni tali da creare una coscienza critica collettiva contro i punti deboli della democrazia rappresentativa favorendo un neonato impulso della democrazia diretta alla luce anche della crisi dei sistemi politici occidentali incapaci di fronteggiare la grande recessione.

 

Per questo si stanno sviluppando nuovi strumenti, come il bilancio partecipativo o le iniziative popolari destinate all’espulsione degli eletti (prima del termine del mandato). Infine, mentre in passato l’applicazione della democrazia diretta “pura” era (per ovvi motivi pratici) ostacolata dalle dimensioni degli Stati, oggi, il discorso si è riaperto grazie allo sviluppo delle nuove tecnologie telematiche: grazie alla diffusione dei computer e di Internet, sì è palesata la seria possibilità tecnica di gestire un grande “parlamento virtuale“, per tutti gli aventi diritto (e-democracy).

 

La democrazia diretta è professata oggi da vari movimenti in tutto il mondo (Podemos in Spagna, Syriza in Grecia o il movimento 5 stelle in Italia). Il maggiore teorico contemporaneo della democrazia diretta (o municipalismo libertario) è il filosofo americano Murray Bookchin. Le sue idee sono state realizzate col nome di confederalismo democratico nel Rojava siriano dalla popolazione insorta prima contro il regime di Assad e poi contro l’Isis (famosa è la resistenza della città di Kobane).

 

I critici della democrazia diretta e difensori della democrazia rappresentativa sostengono invece la sostanziale inefficacia, rischio o pericolosità della democrazia diretta, ovvero del potere decisionale lasciato al popolo, col rischio elevato di populismo nel mondo moderno sviluppato, dominato da una sempre più spinta alla divisione del lavoro e relativa specializzazione in cui la gestione stessa dello Stato risulta alquanto complessa dal punto di vista amministrativo, burocratico e finanziario tale da richiedere un politico di professione con relativo staff tecnico alle spalle.

 

 

 

                     DEMOCRAZIA e INTERNET

 

 

 

Internet contiene in sé i germi della Democrazia, la sua diffusione ed il suo utilizzo porteranno ad una maggiore trasparenza e circolazione di informazioni, in tutti i campi della vita economica, politica e sociale della nostra era, accelerando il processo di “democratizzazione reale” della nostra società.

 

Il principio su cui si basa Internet è la necessità di decentrare i centri decisionali, permettendo a più nodi della rete di comunicare tra di loro attraverso più possibili percorsi, non preordinati.

 

Tale fatto pensato per una eventuale guerra nucleare, dal comando militare americano, era nato per aumentare le possibilità di difesa in caso di attacco nucleare al Pentagono, decentralizzando i centri decisionali militari americani su molti punti del territorio, collegati tra di loro in rete non gerarchica.

 

Tale necessità militare di fatto ha iniziato a modificare la struttura di potere di tutto il mondo, basata su strutture piramidali e verticistiche, che prioritariamente grazie al loro potere, controllano l’informazione e la redistribuiscono secondo il loro uso e consumo ai cittadini.

 

Tutta la nostra organizzazione sociale si basa su strutture di potere gerarchico.

La chiesa è una organizzazione gerarchica per eccellenza, organizzata in modo piramidale dal Papa ai cardinali ai vescovi… fino al parroco di campagna.

 

Altra struttura gerarchica è la struttura militare, che parte dai Generali, passando per i vari gradi ( Maggiore, Capitano, Tenente……) fino ad arrivare al soldato semplice.

 

Anche lo stato è organizzato in modo analogo, dal Presidente della Repubblica, ai Ministri, passando poi per le varie strutture gerarchiche territoriali, (regioni, provincie, comuni).

 

Potremmo continuare, con la maggior parte delle organizzazioni economico-sociali, come partiti politici, sindacati, catene di distribuzione, aziende nazionali, associazioni varie.

 

Tutte hanno in comune strutture fortemente gerarchiche, con precisi gradi di potere e scambi di informazioni e di decisioni dall’alto verso il basso.

 

Internet è una rete non gerarchica che scambia informazioni in modo non tradizionale, l’informazione non è mediata o filtrata da strutture di potere, è libera di circolare in rete a bassissimo costo, senza censure, con lo schema di comunicazione uno ad uno, uno a molti, molti a molti .

 

Contrariamente alla visione generale indotta dai mezzi tradizionali di comunicazione (televisioni, giornali e riviste), Internet non è solo una biblioteca universale su cui cercare informazioni, ma principalmente un mezzo potentissimo di comunicazione di informazione, utilizzando molti strumenti che si integrano tra loro ( servizi di posta elettronica, e-mail, newsgroup, chat, teleconferenza, video on demand etc.), dilatando lo stesso concetto di comunicazione sia nello spazio che nel tempo.

 

Risulta infatti facilissimo ed economicamente poco costoso, contattare migliaia di persone in qualunque parte del mondo in tempi rapidissimi, con strumenti più facili e veloci rispetto a qualunque altro mezzo, con in più la comodità di eseguire i collegamenti, nel tempo che più mi è comodo, utilizzando più mezzi per comunicare, tutti riconducibili ad Internet.

 

Questo insieme di strumenti, aumenta in modo incredibile ” le relazioni umane“, facendoci conoscere moltissime persone, vicine e lontane, che condividono con noi idee e progetti o semplicemente interessi di qualsiasi natura.

 

Si potrebbe pensare che tali relazioni siano solo “Virtuali “, quindi tali da non modificare la nostra vita reale, ma questo non è vero, infatti l’uomo per sua NATURA, è portato a comunicare con i suoi simili e la sua innata curiosità lo porta poi a cercare anche un contatto diretto con chi ha conosciuto solo virtualmente.

 

Si possono fare milioni di esempi, anche personalmente potrei citare moltissimi casi di persone conosciute in rete e poi incontrate nel mondo reale, per stabilire nuove relazioni e rapporti di amicizia o di interesse.

 

Un altro punto nodale della struttura portante di Internet è : NON ESISTE UN PROPRIETARIO DI INTERNET.

 

Per sua natura Internet è una struttura che vede tanti proprietari, piccoli e grandi che mettono in comune le loro risorse, in modo non gerarchico e paritetico, rendendo di fatto impossibile controllare contenuti informativi e messaggi scambiati in rete.

 

Tutto ciò è dovuto alla lungimiranza di tantissimi piccoli service provider, che hanno investito in proprio per creare un punto di accesso ad internet, avendo di fatto le stesse possibilità e potenzialità di grandi strutture economiche o addirittura di Stati nazionali.

 

Quindi la potenza della rete è proprio la sua libertà intrinseca e la sua mancanza di vincoli gerarchici con grandi organizzazioni, permettendo al singolo individuo di partecipare ad armi pari con le grandissime potenze economiche e sociali.

 

Da questo fattore scaturisce la potenzialità democratica di Internet che si fonda sulla libertà di espressione dei piccoli individui allo stesso livello delle grandi strutture, permettendo di mettere in rete idee e di poter fare valutazione su di esse, a prescindere dalla potenza economica o politica di chi le mette in circolazione, dando a tutti la stessa visibilità potenziale.

 

Parlo spesso di “potenziale”, perché in realtà esistono anche in Internet limitazioni e forzature da parte di potenze economiche e sociali, che vorrebbero limitare tale fattore Democratico, creando monopoli e catalizzando l’attenzione delle persone sui loro interessi, con vari strumenti (portali, canali, banner … etc), esistono poi anche strutture nazionali che hanno cercato di monopolizzare Internet, comprando i punti di accesso o cercando di controllarli in qualche modo, ma tali operazioni sono destinate a fallire miseramente, proprio per come è stato concepito il mondo di Internet.

 

Questa è almeno la speranza di tutti noi, consolidata dai fatti di tutti i giorni che vedono il fenomeno Internet, dilagare e ramificarsi sempre di più nella nostra società.

 

Ormai la poca attenzione iniziale dei Politici a tale fenomeno ha irrimediabilmente portato ad un processo di democratizzazione reale della nostra società, che pur essendo attualmente solo latente è irreversibile ed irrinunciabile.

 

 

Stiamo assistendo allo stesso fenomeno che ha portato nel secolo scorso al passaggio dalla Monarchia alla Repubblica. Speriamo che nel prossimo futuro, si potrà andare verso  un processo di evoluzione da una Democrazia di pochi ad una Democrazia reale condivisa e partecipata da molti più individui che si occupano delle necessità della collettività, con chiarezza ed efficienza, alla luce del sole…… anzi alla luce di Internet.

 

 

 

 

Ma quali sono i problemi più comuni che da qualcuno vengono sollevati per opporsi al voto su Internet???

 

1) Partecipare alla discussione

mi sembra un’osservazione stupida perchè tutti sappiamo che esistono i “Forum” su internet a cui tutti possono partecipare

2) Chi decide su cosa si vota?

Oggi i parlamentari decidono su quali leggi approvare e basta,se le votano e se le approvano a danno dei cittadini,nessuno può fermarli.

E’ evidente che ci sarebbe sempre una rappresentanza del popolo in parlamento che propone le leggi,ma poi dovrebbero essere approvate direttamente dal popolo tramite il voto telematico.

Nessun parlamentare dovrà più decidere di farsi delle leggi ad personam per derubare gli italiani e spogliarli anche della loro dignità!

3) il voto on line garantisce sicuramente la certezza, grazie all’autenticazione, che abbia votato la persona abilitata a farlo e grazie ai sistemi informatici stessi, la segretezza del voto. Ma una cosa non la può garantire: che il voto sia avvenuto in condizioni di sicurezza e prive di coercizione, così come avviene nella cabina elettorale, dove entra solo chi vota. Chi garantisce che mentre sto votando online, da casa mia, seduto sul mio divano, col bel portatile sulle ginocchia, non ci sia nessuno che mi punta un fucile alla tempia?

Mi sembra un dubbio veramente inconsistente,perchè ammesso anche che in famiglia ci sia un violento che vuole costringere la moglie o i figli a votare come dice lui,potrà rappresentare un caso su mille! Quindi senza alcuna rilevanza pratica.

Inoltre anche oggi chi va alle urne può ad esempio essere incentivato o obbligato per esempio dalla mafia a votare in un certo modo.

Ma questi sono problemi,ripeto,insignificanti ed a carattere del tutto locale e limitato,non incidono certamente sul voto nazionale.

 

 

E-democracy

 

La democrazia digitale, o democrazia elettronica, (in inglese: e-democracy, contrazione di electronic democracy) è la forma di democrazia diretta, che si avvale delle moderne tecnologie dell’informazione e della comunicazione nelle consultazioni popolari o nella partecipazione politica.

 

 

Significato di democrazia elettronica

 

Si parla di e-democracy relativamente a qualsiasi tipo di utilizzo o sperimentazione delle tecnologie telematiche (internet in particolare, ma anche telefonia mobile) offerto dalle istituzioni ai cittadini per la partecipazione politica alle scelte delle istituzioni in qualsiasi ambito e qualsiasi livello (locale, nazionale, sovranazionale).

 

Significato di democrazia diretta elettronica

 

La democrazia diretta elettronica (in inglese: electronic direct democracy, abbreviato in EDD) è il campo della più forte forma di democrazia digitale, poiché suppone che il popolo sia coinvolto nella stessa funzione legislativa, ovvero è il più sostanzioso dispiego di effettività del principio costituzionale della sovranità popolare.

 

Il campo costituzionale della democrazia digitale

 

Nella sua forma più forte la democrazia digitale è possibile nei sistemi costituzionali di paesi come la Svizzera, sia a livello federale che locale, e gli Stati Uniti, a livello locale, in cui il quadro della democrazia rappresentativa è affiancata da istituti di iniziativa popolare, come quello legislativo, o in cui esista una funzione legislativa compartita tra le assemblee legislative elettive e il popolo.

 

In Italia dal 2005 la firma autografa e stata equiparata alla firma digitale ed alcuni decreti hanno inserito numerosi diritti digitali del cittadino, ma a questo non è mai seguito nessuna sperimentazione pratica a livello nazionale. Gli unici esempi vengono a livello locale, dove hanno costruito numerosi portali web sulla partecipazione per la raccolta di istanze, petizioni o proposte.

 

Le prime esperienze pratiche dimostrano che e-democracy può essere usata per migliorare la burocrazia relativa alle operazioni di voto (voto elettronico) e nei processi decisionali relativi alla deliberazione popolare.

 

 

Germania

 

La Germania è una delle nazioni guida nell’e-democracy, in parte perché il locale mondo politico ha subito visto in questa la possibilità di interagire e fidelizzare l’elettorato, in parte per una tendenza culturale democratica non delegativa, tipica dei paesi a forte cultura calvinista.

 

L’esperienza più nota è quella del Partito Pirata Tedesco. Nato nel 2006, si è via via sviluppato, promuovendo da sempre i temi della cittadinanza digitale e della democrazia diretta. Volendo dotarsi di uno strumento informatico per la gestione delle proposte interne al partito, sviluppa e adotta una piattaforma SW di delibera/voto: il software LiquidFeedback, che implementa i principi della democrazia liquida. La piattaforma di fatto costituisce un’assemblea permanente e virtuale, dove tutte le iniziative vengono sviluppate e messe ai voti tra tutti gli iscritti al partito. Le iniziative che passano il vaglio dell’assemblea, sono portate avanti dai loro rappresentanti, eletti secondo le modalità classiche del sistema istituzionale tedesco.

 

Per citare altre iniziative concernenti l’implementazione di e-democracy, l’adozione da parte del Partito Socialdemocratico Tedesco della piattaforma deliberativa Adhocracy.

 

 

Italia

 

Nel 2004 il Ministero per l’Innovazione e le Tecnologie co-finanziava limitati progetti per lo sviluppo della cittadinanza digitale e della partecipazione dei cittadini nel governo del territorio. La maggior parte di queste esperienze si sono risolte nella diffusione di siti internet istituzionali, con (al limite) dei forum per la pubblica discussione.

 

Intanto, assieme ad iniziative “istituzionali”, hanno cominciato ad emergere progetti “privati” (spesso amatoriali), allo scopo di realizzare piattaforme software destinate allo sviluppo della democrazia diretta e partecipata.

 

Il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo include nel suo programma il concetto di e-democracy.

 

Nel giugno 2013 alcuni parlamentari del Partito Democratico, di Scelta Civica e di Sinistra Ecologia e Libertà hanno aderito a una piattaforma di e-democracy, basata su liquidfeedback, promossa dalla senatrice PD Laura Puppato. Al 2015 la piattaforma non è più attiva. Sempre nel 2013 si è svolto nel Salento, per la prima volta in Italia, un referendum consultivo con una speciale urna digitale.

 

 

Estonia

 

L’Estonia detiene in questo campo un primato, infatti è stato il primo paese al mondo a sperimentare il voto elettronico, tutto questo dal 2005. I cittadini Estoni possono votare via internet sia per le elezioni che per i referendum; nel luglio 2013 il governo ha iniziato a distribuire i sorgenti del proprio sistema di e-Voting, rendendolo così open-source

 

 

Stati Uniti

 

Anche negli USA la e-democracy ha destato parecchio interesse, in quanto ramo di sviluppo delle tecnologie informatiche, da sempre considerate strategiche.

Invece, la reazione a livello istituzionale si è rivelata piuttosto fredda. I motivi sono sostanzialmente due:

– il peso delle lobby sulla gestione politica;

– i tradizionali meccanismi elettorali, che già impongono ai rappresentanti istituzionali il costante contatto/confronto/consenso con i loro elettori/cittadini.

 

Ciononostante si sono sviluppati diversi progetti, volendo citarne alcuni:

 

E-Democracy.org, un’associazione di cittadini nata nei tardi anni novanta in Minnesota, capace di indirizzare attraverso il dibattito e la pressione le elezioni locali e le successive scelte amministrative;

MixedInk, una piattaforma attivata dalla Casa Bianca allo scopo di aprirsi alle proposte dei cittadini (open government);

White House 2, un’iniziativa privata open source che ha portato alla creazione di una piattaforma per realizzare programmi e proposte condivise; fu promossa durante la prima campagna elettorale del presidente Barack Obama nel 2008, e rimase attiva fino al 2010.

 

 

Islanda

 

Un progetto ambizioso è quello che si sta svolgendo in Islanda, dove, attraverso una piattaforma derivata da White House 2, stanno cercando di riscrivere la Costituzione nazionale grazie all’apporto di tutti i cittadini. Il processo di revisione costituzionale, tuttavia, a causa dell’accidentato iter di approvazione della bozza della nuova costituzione e dei risultati delle ultime elezioni politiche, sembra essere fallito.

 

 

Ambiti di applicazione

 

Com’è evidente, l’ambito d’applicazione naturale dell’e-democracy è quello politico; ciò non toglie che gli stessi principi possano essere applicati a realtà non-politiche.

 

Se l’e-democracy è generalmente un modo di gestire una “comunità”, quest’ultima può essere di varie dimensioni e caratteristiche; l’essenziale è che, a priori, sia stato definito che la “comunità” avrà una “gestione democratica” tra i suoi membri.

 

Campo politico

 

La “comunità” interessata all’applicazione dei principi dell’e-democracy, concettualmente non ha limiti di dimensioni: può essere un quartiere, un comune, una provincia, una nazione o una confederazione. Pertanto è possibile pensare ad una modesta “gestione collaborativa” tra abitanti di un quartiere e rappresentanti istituzionali comunali, come è concettualmente pensabile una democrazia diretta mondiale. Ovvio che realizzazioni più estreme sono ancora molto al di là dal essere concepite.

 

A titolo d’esempio c’è l’iniziativa PartecipaMi.it nata per creare un luogo d’incontro tra la cittadinanza milanese e i loro amministratori (basata sulla piattaforma OpenDCN). Al capo opposto c’è la già citata iniziativa islandese, dove tutti i cittadini di una nazione sono invitati a riscrivere la loro Costituzione.

 

La “comunità” interessata all’applicazione dei principi dell’e-democracy può anche non comprendere tutti i cittadini, ma solo persone che condividono idee comuni e che vogliano svilupparle tra di loro in maniera condivisa. Questo è il caso tipico dei partiti o dei movimenti politici. In questo caso, gli aderenti alla forza politica (generalmente gli iscritti) utilizzano le piattaforme software per creare in maniera condivisa indirizzi politici, programmi, leggi, organizzare eventi e gestire candidature interne. Il risultato viene poi portato avanti dai loro rappresentanti presso le sedi istituzionali, secondo le leggi e le norme della nazione d’appartenenza. L’esempio più famoso è il già citato Partito Pirata tedesco.

 

È importante sottolineare che i principi “democratici” sono applicati solo tra i membri della comunità che accedono alla piattaforma di discussione e di delibera. Questo a sottolineare che l’adozione di uno strumento di partecipazione democratica da parte di una comunità, non assicura che questa abbia effettivamente tendenze democratiche.

La  e-democracy  può essere anche applicata in:

– Campo gestionale

– campo ambientale

 

 

 

4 Risposte a “DEMOCRAZIA ( Presente e futuro )”

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