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Data 7 novembre 2017

come STABILIRE con un TESTER se un TRANSISTOR è EFFICIENTE

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come STABILIRE con un TESTER se un TRANSISTOR è EFFICIENTE

 

Con il tester predisposto nella portata ohmmica potrete stabilire con estrema facilità se un transistor è bruciato o ancora efficiente, non solo,ma sarete in grado anche di stabilire se il transistor in esame è un NPN oppure un PNP al germanio oppure al silicio.

Non tutti hanno a disposizione un PROVATRANSISTOR,cercheremo di ovviare a questa mancanza insegnandovi come provvedere a sostituirlo utilizzando il tester,uno strumento che certamente non mancherà nel vostro laboratorio.

Con esso vi sarà possibile stabilire con precisione se il transistor in esame è buono o difettoso,in corto circuito,oppure presenta una corrente di fuga troppo elevata,vale a dire in pratica se quel componente è efficiente o decisamente da scartare.

Per effettuare questi collaudi basterà predisporre lo strumento sempre sulla scala degli OHM ma con il selettore posto per OHM x 1.000 o anche OHM x 10.000, sì da poter apprezzare 1-2- Megaohm di fondo scala.

A questo punto si potrà provvedere utilizzando un qualsiasi diodo,sia esso al germanio oppure al silicio,del quale però si conosca esattamente quale il terminale positivo e quale quello negativo,vale a dire in definitiva quale il suo senso di conduzione.

Inserendo il diodo tra i capi dei puntali del tester predisposto sulla scala corrispondente ad “ohm x 10” si controllerà se l’indice dello strumento rimane immobile ,fig1 e ciò sarà a significare che il terminale negativo del diodo si trova collegato con il puntale negativo e quindi sarà in stato di non conduzione.

Sarà sufficiente quindi invertire i puntali perchè esso vada in conduzione, conduzione questa rilevabile anche dall’indice dello strumento  che andrà a fondo scala.

 

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Se invece accadesse che l’indice dello strumento andasse a fondo scala indipendentemente dalla posizione del diodo,come appare chiaro in fig 3,ciò starebbe a significare che  il componente è in cortocircuito.

Nel caso contrario,qualora cioè la lancetta del tester rimanesse immobile per qualsiasi posizione assunta dai puntali, come dalla fig 4,vorrà dire che il diodo è addirittura interrotto.

 

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COME INDIVIDUARE CON L’OHMETRO SE UN TRANSISTOR E’ NPN OPPURE PNP

 

– i transistor PNP devono essere alimentati con il negativo dell’alimentatore,collegato col COLLETTORE ed il positivo con l’ EMETTITORE, come si vede in fig 5 e quindi se vengono per esempio,impiegati come amplificatori di BF avranno inserito tra il collettore  di uno di essi e la base del transistor seguente,un condensatore di accoppiamento che, essendo elettrolitico,dovrà essere collegato rispettando le sue polarità.

Da quanto detto prima avremo allora che il terminale negativo sarà rivolto verso il collettore del primo transistor e quello positivo verso la base del secondo.

Questo fatto è deducibile anche dalla fig 6, nella quale sono riportati anche dei condensatori di filtro che,come potete notare,hanno il positivo che si collega al  +  della pila ed il negativo che va all’emettitore del transistor PNP.

 

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Se invece il transistor è un NPN avviene praticamente tutto il contrario e cioè la tensione positiva va al collettore e quella negativa all’emettitore,visibile in fig 7.

Naturalmente anche il condensatore di accoppiamento e quelli di filtro,essendo elettrolitici,saranno rispettati nella loro polarità ed andranno quindi inseriti esattamente al contrario dell’esempio precedente con dei PNP come risulta dalla fig 8.

 

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Questo fatto,cioè il saper distinguere il tipo di transistor,è importante perchè se al posto di un PNP inserissimo in un circuito un NPN o viceversa,correremmo il rischio di mettere fuori uso il componente all’istante,quindi risulta subito evidente la necessità di conoscere esattamente il tipo di transistor che intendiamo utilizzare,specialmente se di esso non siamo in grado di riconoscere la sigla o non abbiamo la possibilità di controllarne le caratteristiche  su qualche manuale.

A questo scopo si può provvedere tramite il tester predisposto nella misura degli OHM .

Si dispone il selettore del tester  sulla posizione ” OHM x 10 ” e si collegherà al terminale positivo,come da fig.9,la base del transistor che non sappiamo se un NPN oppure un PNP.Col puntale negativo del tester si toccheranno poi alternativamente il collettore e l’emettitore del transistor sconosciuto.

A questo punto se esso è un PNP dovremo rilevare una resistenza ohmica molto elevata,superiore comunque ai 20.000 ohm,come dalla fig 9.

 

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Se invece si dovesse trattare di un NPN noteremo che l’ago dello strumento si sposterà verso il fondo scala,fig 10,denotando con ciò una resistenza pressochè irrilevante.

 

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Per maggiore sicurezza sarà auspicabile eseguire una controprova che consiste semplicemente nell’invertire la polarità dei puntali cioè alla base del transistor verrà collegato quello negativo e con quello positivo si toccheranno emettitore e collettore.

Le figg. 11 e 12 stanno ad indicare che il comportamento dell’ago indicatore del tester si dovrà comportare esattamente in modo contrario alla prova precedente,con una resistenza ohmica molto bassa per PNP ed una invece molto alta per quelli NPN.

 

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Nell’effettuare questi controlli dovete fare attenzione a non confondere il terminale della Base con quelli del Collettore e dell’Emettitore,ma questo non è certo un problema in quanto basta pensare che esistono delle convenzioni per cui dall’involucro del transistor sconosciuto si può risalire alla disposizione dei terminali confrontandolo con un altro conosciuto che abbia le stesse caratteristiche costruttive in quanto a forme uguali corrispondono sempre uguali collegamenti.

 

PROVA PER UN TRANSISTOR PNP

La prova consiste nel collegare il puntale positivo del tester,predisposto in OHM x 1.000, alla BASE del transistor quindi si mette in contatto il puntale negativo prima con l’emettitore e poi con il collettore dello stesso (o viceversa) in modo da poter misurare  la resistenza presente tra le giunzioni B-E e B-C, fig 13.

 

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Perchè il transistor sia efficiente occorrerà che lo strumento indicatore ci indichi un valore sempre superiore ai 0,5 Megaohm.

Praticamente ci troveremo,a seconda dei transistor impiegati,ad avere valori di 0,5-0,6 Megaohm fino a circa 1  Megaohm.

Se al contrario troverete dei transistor che presenteranno resistenze inferiori,ad esempio di 200.000 ohm o anche meno,state pur certi che le prestazioni ottenibili saranno senza dubbio molto discutibili in quanto questo risultato ci mostra una corrente di fuga troppo elevata ,cosa che andrebbe a compromettere in modo rilevante il buon funzionamento del progetto nel quale questi componenti vengono inseriti.

Potrebbe poi verificarsi il caso che vi sia una differenza sostanziale nel valore presente tra la giunzione B-E e quella B-C, per esempio che mentre per quella B-C la resistenza risulta regolare,per la B-E sia di valore inferiore a quello giusto.

Ciò sta a significare che l’emettitore è in perdita per cui anche questo transistor deve essere considerato inefficiente ed andrà sostituito con uno nuovo.

Possiamo quindi concludere affermando che in linea di massima possono considerarsi buoni quei transistor che abbiano una resistenza alle giunzioni superiore ai 0,5 Megaohm.

 

PROVA PER TRANSISTOR NPN

 

Se il transistor sospetto è un NPN la prova per accertare la relativa efficienza consiste in pratica nella stessa che abbiamo appena visto per i PNP solamente che questa volta la Base andrà collegata al terminale negativo del tester mentre il collettore e l’emettitore andranno collegati al terminale positivo,fig 14

 

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Premesso questo,possiamo aggiungere che per i risultati non resta che considerare validi il metodo di prova che abbiamo appena discusso mantenendo sempre come base di efficienza una resistenza alle giunzioni mai inferiore ai 0,5 Megaohm.

 

PROVA DI CONTINUITA’

 

Non raramente ci è capitato di imbatterci in transistor viziati da difetti di fabbricazione,transistor nuovi che inseriti in un circuito inizialmente funzionano con regolarità secondo le caratteristiche denunciate dalle Case costruttrici,ma dopo pochi minuti senza nessuna ragione apparente cessano improvvisamente la loro attività causando non pochi grattacapi a coloro che hanno avuto la sventura di esserne in possesso.

Normalmente in questi casi,la causa è da imputarsi ad una interruzione interna nella giunzione B-E o B-C. Risulta evidente come effettuando una prova normale si possa cadere in errore in quanto la solita prova darà come risultato una resistenza per ambedue le giunzioni ben superiore ai fatidici 0,5 Megaohm.

Pertanto mai come in questo caso viene ad essere necessaria la controprova che ci dirà esattamente se il transistor è efficiente oppure no. Questa consiste nell’invertire la polarità dei puntali,come in fig 13-14, relativamente ai due tipi di transistor NPN o PNP. Nella nuova condizione che viene a crearsi avremo che le giunzioni,trovandosi polarizzate direttamente,presenteranno dei valori resistivi  molto bassi (compresi tra i 50 ed i 100 ohm),

Se ciò non dovesse accadere e le giunzioni presentassero invece dei valori resistivi altissimi (praticamente infiniti) anche dopo il cambiamento di polarità sarà chiaro che internamente le giunzioni B-E o B-C risulteranno interrotte.

 

 

COME RICONOSCERE UN TRANSISTOR AL SILICIO DA UNO AL GERMANIO

 

In commercio attualmente non esiste nessun strumento che sia in grado di indicare in qualche modo se un transistor è al silicio oppure al germanio,eppure questa precisazione può avere spesso la sua importanza in quanto la differenza fra questi due minerali è sostanziale per cui molte volte anche di fronte a caratteristiche più o meno analoghe un progetto corredato da un componente al silicio darà certi risultati,mentre con transistor al germanio ne può dare altri completamente diversi.

Eppure questa classificazione,sempre con l’apporto del solito testerfattibile e vi indicherò come.

Praticamente occorre controllare il valore resistivo tra la giunzione B-C secondo la solita prassi applicando cioè il puntale positivo del tester alla base del transistor e quello negativo al collettore ,nel caso di transistor  PNP ed inversamente collegando il negativo del tester alla base ed il positivo al collettore con un NPN.

Per i transistor al germanio noteremo allora un valore di resistenza ohmica aggirantesi tra i 0,5 ed 1 Megaohm, fig.15 mentre per i transistor al Silicio detto valore varierà invece  dai 1,5 ai 2 Megaohm,fig 16.

 

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PROVA PER TRANSISTOR A 4 TERMINALI

 

Per stabilire se un transistor a 4 terminali ,vale a dire provvisto di schermo,è efficiente oppute no,non si dovrà fare altro che procedere nello stesso modo con il quale si controllano i normali transistor a 3 terminali,curando naturalmente di escludere dalle misura il terminale in sovrappiù.

L’unica differenza riscontrabile è insita nel valore resistivo risultante dalle misurazioni,valore che mentre nei transistor normali deve essere praticamente uguale in tutte e due le giunzioni,nei transistor a 4 terminali risulterà di circa 200.000 ohm nella giunzione tra base ed emettitore e regolarmente tra i 0,5 e 1 Megaohm tra base e collettore,come in fig 17.

Questa prova può essere utile anche per distinguere in questi tipi di transistor qual’è il collettore e qual’è l’emettitore,proprio considerando il diverso valore resistivo presente tra le giunzioni.

Per il resto,vigono sempre le precisazioni fatte a proposito degli altri tipi di transistor,cioè quelle relative alla connessione dei puntali del tester in riflesso al tipo del semiconduttore, se PNP o NPN.

 

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6 Risposte a “come STABILIRE con un TESTER se un TRANSISTOR è EFFICIENTE”

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